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La rivoluzione studentesca del '68 è partita da Parigi per poi espandersi in tutta Europa, Parma compresa dove gli studenti avevano occupato le Università facendo bivacco anche di notte.
“Voi siete qui solo a far casino” li ammoniva il prof. Pier Paolo Puglisi Docente di Fisica “perchè quando tutto finisce andate a casa a mangiare un bel piatto di tortelli della vostra mamma”.
Come a dire che a pancia piena non si fanno rivoluzioni serie.
Infatti l'ultima che ha scosso il mondo, la Primavera Araba o del Gelsomino, era scoppiata in Tunisia proprio in questi giorni di gennaio a causa della forte crisi di lavoro dei giovani (che tra l'altro non potevano pagarsi gli studi così come fanno tanti studenti di tutto il mondo) e della mancanza di cibo, del quale sono carenti la maggior parte della popolazione africana e medio-orientale.
E' curioso dunque che le cellule terroriste si siano radicate in Francia, un Paese molto generoso con gli immigrati specie quelli dei Paesi Colonialisti come Algeria e Tunisia.
Le famiglie infatti sono molto tutelate con assegni famigliari e sussidi ai disoccupati continuando ad aiutarli nei loro Paesi d'origine.
In Tunisia per esempio i lavoratori che hanno operato con i Francesi hanno diritto alle spese sanitarie e ad una pensione.
Per questo si spiega che al Corteo del “Je suis Charlie” fossero presenti tanti mussulmani con famiglie al seguito, perchè in Francia stanno bene e non si sognano di tornare ai loro Paesi, pur volendo mantenere la loro cultura e tradizioni.
Il problema sono i giovani, ribelli scoppiettanti fino a diventare estremisti perchè si sentono emarginati stante la crisi globale che ha penalizzato tutti, loro comunque in primis.
Molti di questi avendo anche studiato sentono più forte l'umiliazione del declassamento ed emarginazione sentendosi motivati a delinquere per affermarsi ed imporsi. Gli sbarchi selvaggi e senza limitazioni non aiutano certo a risolvere il problema di saturazione.
Inutile negarlo che ormai sono in troppi a sbarcare in Italia e che dietro l'immigrazione ci sia un grosso business gestito dalle mafie di vari Paesi attivate in sinergia.
L'Expo' 2015 pertanto dovrebbe essere un'occasione per trattare la distribuzione del cibo globalmente, sperando che non si riduca ad una colossale abbuffata come si verifica di solito in questi eventi con la calata in massa di visitatori e di scambi import-export fra i Potenti, in modo che tutti possano avere come si suol dire la pancia piena andando a dormire tranquillamente senza pensare di alzarsi la mattina per andare a far danno.
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