venerdì 23 gennaio 2015

PUNTO P DAL RAPPORTO KINSEY


Tutti lo cercavano ma nessuno lo trovava. Era come la Primula Rossa, Finalmente uno scienziato l’ha scovato e tutto orgoglioso l’ha immortalato.

C’era eccome il punto G, altro che balle, era la pura verità. Oddio, pura si fa per dire perché si parla di location fortunata abitualmente frequentata, anche se “non tutte ce l’hanno”. Il Punto G. Infatti di questo punto, formato da un piccolo nocciolo che, se stimolato favorisce il culmine del piacere, ne sono provviste in maggioranza le donne dei Paesi caldi, equatoriali in primis, avendo ampiamente sviluppato i sensi. Più difficile è localizzarlo fra le donne del Nord le quali sono notoriamente sessualmente più fredde. Anche i maschi hanno un punto di riferimento per risvegliare il desiderio che se viene stimolato con abilità, risulta molto più efficace di una scatola di Viagra. E’ il “Punto P”, situato nelle parti basse,al centro fra il lato A e il lato B, con la particolarità di poterlo solleticare solo manualmente se posizionati nella parte posteriore. Insomma lo può fare solo prendendo il partner  alle spalle.

Di lui, il punto P, si era accennato già negli anni ’50 nel rapporto Kinsey, una sorta di manuale del sesso, pubblicato per la prima volta, rimanendo accantonato come difficile tabù. Sdoganati il Punto G e tutto l’apparato di contorno grazie a una fiorente letteratura erotica e informazioni scientifiche sempre più approfondite, anche il Punto P è finalmente “riaffiorato” per risolvere quella problematica che le donne vedono sempre più spesso diffondersi fra la popolazione maschile, a nome défaillance.
Ma, là dove l’uomo non vede, per fortuna la natura provvede con il punto P. Felicità per tutti? Pare di sì, perché a differenza del Punto G, “tutti gli uomini ce l’hanno”. Il Punto P.
Salvo smentite perché il manuale non lo precisa.                  

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