giovedì 17 marzo 2016

ALEXANDER LONQUICH, FRANZ SCHUBERT IN PIANOFORTE




Non c'è niente di più bello di una melodia danzata sulle note di un pianoforte al ritmo di un autore come Franz Schubert: allegro ma non troppo, andante, molto moderato ma sostenuto,  scherzo allegretto in trio o vivace con delicatezza. Le mani fatate erano quelle di Alexander Lonquich che Venerdì 16 marzo ha eseguito in concerto brani dell'autore tedesco.
Sonate con diverse tonalità ispirate a quelle di Mozart e Beethoveen passando dalle note a tasto battente in ritmo solenne o marziale per poi passare alla delicatezza delle melodie delle dita fluttuanti e a mani intrecciate. D'obbligo il religioso silenzio per raccogliere il suono di ogni nota a dare felicità all'anima che pare va distanziarsi dal corpo per danzare una musica solenne e celestiale.

 Non per niente Schubert è anche l'autore di quell'Ave Maria che tutti conosciamo e che ogni volta ci emoziona.
Le sonate di questi autori tedeschi (tra i quali anche Shumann e Sebastian Bach) si differenziano da quelle del francesizzato Frederic Chopin (polacco d'origine) le cui melodie sono invece tutto un crescendo dal dolce al  delicato vivace andantino moderato o sostenuto, quasi mai mai allegretto perchè  impregnate di un romanticismo decadente che ti avvince malinconicamente in modo struggente ad interpretare un'epoca come l'800 con l'amore vissuto con gli ardori dell'anima sublimati platonicamente e sfociati nelle affinità elettive fra due persone che si sentivano spiritualmente unite in un'esaltazione di quell'amor cortese iniziato con le saghe celtiche nel mito dei poeti cantori e suonatori.

Ma con tutti questi autori la musica del pianoforte è sempre magica e coinvolgente specie se a suonarla è un grande maestro come quello in scena, Alexander Lonquich, applaudito da una platea con tanto entusiasmo: sostenuto e andante.

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