giovedì 10 marzo 2016

DALLE SUFFRAGETTE IL VOTO ALLE DONNE


Tutto esaurito sabato sera al cinema D'Azeglio per il film Suffragette con Carey Mulligan protagonista affiancata da Helena Bonham Carter con Guest star Meryl Strepp dirette da Sarah Gavron.
Il film è bellissimo molto curato nei costumi e nelle scenografie che già nelle prime sequenze mettono in circolazione i bus dei primi 900 epoca in cui è ambientata la storia con la lotta delle donne per ottenere il voto e uscire dalle condizioni di assoluta sudditanza verso il padre marito e fratelli e datori di lavoro. I quali avevano tutti i diritti sulle donne abusandone spesso sia sessualmente che violando quanto di più sacro ci sia nella loro vita, ovvero il diritto a crescere il proprio bambino accada quel che accada, anche quello di finire in prigione.


A quei tempi le donne ci finivano per poco, come l'adulterio (!!!) o la disobbedienza al marito e a tutta la progenia dei parenti maschi che molto spesso le facevano internare in manicomio o in convento per non dividere la fetta del patrimonio.
Alle donne single fino agli anni 50 nella cattolicissima Spagna venivano sequestrati i bambini per darli in adozione. Una pratica consentita anche ai mariti fino a quando alle donne non è stato concesso il voto riconoscendo loro di esercitare diritti sui propri figli.



Il film racconta le traversie di un gruppo di suffragette londinesi che, dopo il diniego da parte del Parlamento di concedere il voto, avevano iniziato una vera e propria battaglia da bombarole finendo più volte in prigione per essere torturate ingozzandole come le oche onde evitare facessero lo sciopero della fame perchè non si voleva che ci scappasse il morto come vittima sacrificale che le avrebbe fatto vincere, sull'ondata emotiva che il gesto avrebbe esercitato sulle masse.




I media dell'epoca, che avevano il potere sull'informazione, le descrivevano e rappresentavano come macchiette, donne zitelle o malmaritate bruttine e acide che erano afflitte da isteria per mancanza di una vita sessuale gestita sempre dal maschio per raddrizzarle a dovere tanto che i padroni-stupratori o i consorti se si trovavano in casa una di queste “suffragette” venivano additati come capi fallimentari e impotenti. Una vergogna dei quali molti uomini non volevano essere marchiati per cui si sbarazzavano senza tanti preamboli di queste “donnette” anche se bravissime lavoratrici o madri dei loro figli.
Insomma una tragedia per le donne che vivevano nella paura e nella sottomissione pur di non perdere privilegi come la casa il lavoro o i figli stessi. La follia spesso serpeggiava là dove i rapporti erano esasperati resi violenti non tanto dalla povertà quanto dalla miseria spirituale che faceva degradare a livello di bestie anche persone che esercitavano un potere istituzionale. Più che l'ignoranza poteva la grettezza e la mancanza di amore verso le donne che non fossero le loro madri. Le quali, questo va detto, sono state  loro stesse a creare questo squilibrio perchè da secoli e millenni hanno esercitato un potere sui figli maschi esaltandoli nelle loro gesta  in cambio di devozione assoluta a scapito di tutte le altre donne di famiglia come mogli, figlie o sorelle sulle quali esercitavano la loro autorevolezza.


Le donne erano esaltate nel loro ruolo di madri, regine del focolare e in totale sudditanza verso i maschi di famiglia ai quali perdonavano ogni cosa mentre alle femmine veniva tutto proibito. 
Con la rivoluzione industriale ed una certa autonomia acquisita con il lavoro fuori casa le donne giovani, spose figlie o sorelle, avevano preso coscienza del loro potere in una società che aveva molto bisogno del loro operato specie dopo che le città e campagne si sfoltivano degli uomini di ogni età, tutti mandati al fronte lasciando affari e intere famiglie in mano alle loro donne  che dimostravano di sapersela cavare esattamente come gli uomini. Infatti in Italia il voto alle donne veniva concesso dopo le due grandi  guerre mondiali durante le quali avevano preso quel potere che non poteva  ormai non esser loro riconosciuto. Non in pieno comunque perchè solo la rivoluzione del 68 ha concesso loro pari diritti cancellando anche il reato di adulterio e di aborto. Conquiste che non fanno onore mettendo le donne a pari disonore con gli uomini che per secoli e millenni hanno abusato del loro potere. Insomma una guerra fra poveri umani come siamo noi su questa terra che comunque a tutt'oggi ci ha portato su uno stesso piano del girone dell'inferno. Perchè questa è la vita, quella senza misericordia né amore in mancanza di spiritualità.


Il film Suffragette mette in risalto questo problema perchè termina con la battaglia vinta dalle donne dopo che una di esse si è offerta come vittima sacrificale buttandosi (o forse travolta mentre alzava il cartello per il voto alle donne) sotto un cavallo in un evento mondano nel quale era presente il Re dando così visibilità in tutto il mondo a questa battaglia. La quale, sotto l'ondata emotiva del massacro suicida di questa suffragetta, Emily Davison (Natalie Press) aveva finalmente indotto il Parlamento d'Inghilterra a concedere il voto alle donne Inglesi aprendo la strada a tutte le altre negli anni a seguire. L'Agnello sacrificale per propiziarsi gli eventi è un rito tribale che Gesù ha rinnovato con il suo sacrificio sulla Croce. Non per vincere una battaglia, come si faceva nell'antico testamento, ma per insegnare a vivere tutti come persone in pari dignità.
Basta con il sangue degli eroi in guerra e con quello delle donne vittime della violenza dei loro uomini nella battaglia dei sessi. Perchè si devono sempre fare sacrifici umani per propiziarsi il favore in un conflitto?E' Dio che ha dettato questa legge all'umanità? Con Abramo gli ha fermato la mano, ma con Gesù lo ha lasciato mettere in Croce.  Domande da milioni di dollari.

Nessun commento:

Posta un commento