venerdì 25 marzo 2016

LA BELLA ADDORMENTATA

Una delle favole più suggestive del balletto classico è sicuramente La Bella Addormentata che al Teatro Regio è andata in scena Venerdì e Sabato con il Balletto dell'Opera di Kiev rigorosamente all'insegna della tradizione Ucraina di scuola Russia.

http://www.numeridanse.tv/en/video/1849_la-belle


A Parma Danza del 2006 avevamo assistito invece ad una originale e intelligente rilettura di questa favola del balletto classico di Petipa-Caikoyskij, ed è La Belle proposta da Les Ballets de Montecarlo (da non confondere con i Trokadero) firmata dal coreografo-direttore Jean Christophe Maillot. Per la Compagnia monegasca sotto la Presidenza della Principessa Caroline, allora di Hannover, il coreografo aveva concepito un balletto per riscoprire in chiave contemporanea il mito della fanciulla dormiente risalendo alle simbologie della crescita e alla metafora del divenire adulti della fiaba di Perrault. Il tutto in un'affascinante cornice scenica nel quale La Belle era stata imprigionata in un'enorme bolla di vetro a significare il letto di bambagia nel quale molte fanciulle sono immerse per sognare la vita piuttosto che per viverla. Al che provvederà il solito Principe che con un bacio la risveglierà aprendola al suo mondo. Tutto maschilista nel quale  lei vivrà di luce riflessa.
Un Balletto che aveva riscosso grande successo per l'allestimento dinamico e snello che aveva catalizzato l'attenzione fino alla fine dove quasi dispiaceva tornare a casa.


Non così per il Balletto dell'Opera di Kiev nel quale anche se ha fatto il pieno nella prima serata e quasi il tutto esaurito anche nella seconda, si è arrivati alla fine esausti da non poterne più di mascherine, principessine, damine e divertissment di corte fiabesca in un luccicchio di swarovsky abbaglianti.perchè l'importante è esagerare. Tutti, dalle fantesse alle fatine, dalle damine alle regine passando per la principessa tu-mi-stufi Bella Addormentata, avevano la loro coroncina in testa di Svarowsky a sottolinear lo sfarzo dei costumi (coloratissimi) e delle scenografie (fondali fiabeschi Disneyani) del Balletto Classico dell'Opera di Kiev che la Compagnia porta avanti da decenni immutata nel tempo, come si fa con le Commedie di Broadway: quando un'opera piace la si ripete all'infinito.
La Bella Addormentata poteva piacere di più se fosse stata snellita un filo perchè tre ore e mezza di balletto con le sforbiciate delle ballerine in punta, del fruscio dei tutù e delle figure piroettanti al ritmo della musica comparse tutte in scena una per una fino ad esaurimento scorte, ha fatto un po' perdere la pazienza a qualche spettatore visto sbadigliare in sincrono con il sonno della principessa Aurora.
La quale curiosamente era in color Cipria, il colore che ha trionfato agli Oscar 2016 dalla vincitrice  Brie Larson quando si è presentata al Party della serata a fine premiazioni. Rosa cipria e swarovsky è un connubio delicato e di alto grado di femminilità in polvere di maquillage nel quale le donne si sentono completamente a loro agio.


Gli unici a non luccicare sono stati gli arcieri e alfieri di Corte che hanno mantenuto la loro linea dinamica maschia al di là di ogni formula fisica da piumini di cipria di Rudolfiana memoria. Si salvi chi può!
Bene, il balletto si è salvato grazie alla tradizione seguita con la musica di Caickoyskij e le coreografie di Petipa eseguite con una tecnica perfetta  di precisione e di incastro delle varie figurine in un va e vieni in stile matriosca come avessero le ruote ai piedi  mettendo le ali a quelle  dei protagonisti per farli librar nell'aria emergendo in tutta la loro vitalità  scenica e classica secondo i canoni del balletto russo che predilige taglie minute. Senza innovazioni fantasiose e fuori tema Il Balletto dell'Opera di Kiev con questa Bella Addormentata ha raggiunto una tale perfezione nella tecnica da annoverarlo fra gli scolastici della danza classica. Nei quali si studia per imparare a memoria ogni passo ed eseguirlo mettendoci tutta l'anima. Perchè questa è danza classica mentre la bellezza è nell'occhio di chi la guarda.

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