La protagonista è una pneumatologa che grazie alla ricerca su diversi pazienti afflitti da crisi respiratorie associate a vulvolite al cuore scopre le cause nel farmaco Mediator somministrato da diversi anni con una certa leggerezza non essendo stato ancora completamente testato nei suoi effetti sia curativi che collaterali.
Nell'intraprendere una battaglia contro l'industria farmaceutica di questo prodotto è affiancata da un'equipe di labopratorio di ricerca dell'Ospedale di Provincia presso il quale tutti lavorano che la segue con passione in questa sua missione al servizio del malato. Nella realtà tutto questo è difficile che succeda ma siamo al cinema per cui può capitare di assistere a questo miracolo il quale sorprendentemente è comunque basato su una storia vera dove la realtà supera la fantasia realizzando un sogno sempre ad occhi aperti, i più pericolosi perchè aprono una strada fino ad allora ritenuta impossibile.
Così si assiste alla vicenda con grande partecipazione alle varie traversie di questa equipe capeggiata dal professore primario e dallo staff osteggiata dai produttori farmaceutici con colpi bassi primi fra tutti le perizie di luminari compiacenti e corrotti non riuscendo comunque nell'intento quando si trovano a dover discutere sui numeri delle morti fornite grazie a una sinergia fra università con l'apporto della tesi di una studentessa ed il laboratoirio impegnat in una capillare ricerca fra i casi clinici passati e quelli presenti in cura.
Infatti è proprio con la morte di una paziente messa a dieta dal suo medico con il farmaco incrimato nonostante il divieto tassativo della pneumatologa presso la quale era in cura per crisi respiratorie dovute alla mole di grasso che la opprimeva che si arriva alla conclusione di conferma della nocività letale del Mediator.
Sempre più agguerrita e determinata nella sua denuncia la protagonista si trova però abbandonata dallo staff,
riprendendosi dal crollo per paura e frustrazione nell'appoggio incondizionato della sua famiglia che le da forza e coraggio di continuare nella sua battaglia rincuorata soprattutto dal marito con una frase emblematica: “Non devi aver paura, non siamo mica in Italia del Sud o in Russia”perchè la dice lunga sul livello di democrazia raggiunto in Francia rispetto a tutti gli altri Paesi Europei.
La Francia è sempre più orgogliosa avendo promosso una Rivoluzione basata su quei principi fondamentali e illuminanti che hanno accompagnato il progresso nella nostra Stoiria racchiusi in tre parole, le più importi degli ultimi due secoli passati: Fraternité Egalitè, Libertè:
Il film si conlude con il pieno riconoscimento degli effetti letali del farmaco somministrato perr la cura dell'obesità con il trionfo della protagfonista. La quale cerca di dividerlò con lo staff ma invano perchè i media inseguono solo lei quale unica artefice della missione finalmente compiuta.
La protagonista è l'atttrice Sidse Babette Knudesen già vista né La Corte che aveva colpito per la sua energica presenza nonostante l'età matura che ripropone in questo film 150 Milligrammi anche se con qualche buffetto emoticon in sovrappiù, confermando comunque sempre più spesso quell'interesse del cinema verso donne di una certa età quali protagoniste utili e indispensabili nel capeggiare battaglie come in una sorta di allargamento del matriarcato nella società civile dopo esserlo stato per diversi anni in quello familiare. Secondo l'immaginario collettivo il senso materno le porta a proteggere i più deboli per distribuire equamente il benessere fra tutti.
Ma forse è solo un cliché. In realtà le donne con la parità, la legge sul divorzio e non dimentichiamo sull'aborto, si sono risvegliate con una grande energia rimasta sopita nei secoli e millenni per cui hanno finalmente la forza di impossessarsi del potere che l'uomo sta lasciando andare causa l'abuso di vizi e stravivizi con i quali lo ha restituito finendo irrimediabilmente nel settore maschilismo sfociando in omosex, una tipologia attualmente imperante che lo ha debilitato nella sua funzione di Grande Padre per cedere il posto al “mago” creatore di illusioni e di gusto per l'effimero là dove conquistare e vincere, anche sulla pelle degli altri, è sempre stato lo scopo fondamentrale della loro vita. Ma non hanno più energia eh no! per farlo né per sostenerlo. Asta la vista. Le donne invece ce l'hanno in abbondanza ed ancora integra quell'energia ma si chiama amore per la vita. Per quanto riguarda l'aborto sarebbe meglio ritornarci sopra perchè questa è un'incongruenza.
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