I nomi sono tanti e tutti eccellenti a cominciare dal primo in assoluto Lawrence Olivier per la Gran Bretagna, Orson Welles per l'America, Vittorio Gassmann per l'Italia capostipite di una grande tradizione teatrale come quella Shakespeariana.
Shakespeare in Love? Ebbene sì perchè da Giulietta e Romeo sono state tratte infinite produzioni cine e tv mettendole in scena in tutte le salse.
Basta imbastire una faida fra due famiglie, non importa se di quartiere o di condominio ma meglio ancora se in un contesto di guerra sullo sfondo con le pallottole vaganti di qualche cecchino a completare l'opera del suicidio degli amanti più famosi del mondo, che la tragedia di Giulietta e del suo Romeo si ripete anche se ogni tentativo di imitazione è sempre meno coinvolgente.
Ogni Paese ha la sua coppia Giulietta e Romeo, dagli aristo veronesi a quelli on the road americani, dai rifugiati dalle guerre Siriane a quelle dei Balcani passando per i neri, mediorientali e cinesi. Manca qualcuno?
Sì gli indiani bollywoodiani. Ed ecco allora che ad aprire la Berlinale 2017 è stato presentato il film su questo tema, La Fine di Un Impero, il quale vede il ritorno in grande stile di Gillian Anderson direttamente da X File passando per tanti film dimenticati, e di Hugh Bonneville nei panni del Vicerè dell'Impero Britannico in India, dopo essere stato acclamato interprete della fine di una classe aristocratica della famosa serie Tv Dontown Abbey nel ruolo del Lord Capo Famiglia.
Hugh Bonneville nasce anche lui come attore Shakespeariano con un curriculum di tanti film, tra i quali anche Notthing Hill con Hugh Grant, ma è come interprete di serie Tv che ha dato il massimo. Infatti lo abbiamo visto nella miniserie di Ben Hur nel ruolo del principe Ario per poi affezionarci al personaggio di Robert Crawley Conte di Grantham in Downton Abbey che ha interpretato con un aplomb molto British.
Infatti il film scade nel banale, così come ogni tentativo di politcizzar l'amore in simil-Shakespeare, finendo nel dimenticatoio insieme alla scialba interpretazione di Hugh Bonneville forse perchè affiancato da una figura modesta come Gillian Anderson animale di laboratorio più che da grande evento, mentre Hugh Bonneville si conferma come detto sopra interprete televisivo d'eccellenza perchè dilatato sul grande schermo il rischio è stato quello di perdere l'aura aristo della Tv che tanbto ha galvanizzato le platee di tutto il mondo. Questo a conferma che cinema e Tv sono due settori ben distinti nei quali difficilmente si riesce a conquistare entrambi.
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