mercoledì 31 maggio 2017

MELANIA PROMOSSA FIRTS LADY


Oh bella oca! Fin dalle prime battute della compagna elettorale Melania Trump era stata presa sottogamba. Gambe lunghe e sotto sotto biancheria finissima con pizzi, merletti e tanti fiocchetti per il Donald da snodare per il suo piacere.
Fiocco dopo Fiocco il Trump ha portato alla Casa Bianca Melania tutta vestita di bianco per fare il suo discorso che lei ha copiato avendolo tutti già sentito da Michelle.
Una tragedia il suo esordio in pubblico che aveva fatto ridere tutto il mondo ben felice di continuare a prendere Melania sottogamba.
E a chi non piacerebbe? Con quelle gambe lì può andare dove vuole.
Infatti Melania ha seguito il Presidente Donald Trump nel recente viaggio fra Arabia Saudita ed Europa facenedo il suo compito da Firts Lady anche se tutti gli occhi era puntati sulla figliastra Ivanka che faceva a gara con lei per accapparrarsi il braccio del Presidente che per Ivanka stravede lasciando un filo in disparte la consorte.
Melania ha fatto buon viso a cattivo gioco sfilando imperterrita con le sue mises a tema bianco e nero per i Paesi Arabi e la visita al Papa e tanti fiori
che facevano pendant con i giardini di Taormina al summit del G7.
Sempre impeccabile, non ha mai mostrato cedimenti, sguardi annoiati o sbadigli furtivi, dimostrandosi sempre molto partecipativa in ogni occasione in un sali-scendi dagli Aerei che avrebbe spiazzato chiunque perchè si sa che il cambio del clima del fuso orario o dell'atterraggio in picchiata mette a repentaglio il sistema nervoso, l'umore e l'udito facendo camminare in trance una volta giunti a destinazione.
Melania no ha oltrepassato i confini fresca come una rosa anche se ormai è  vicina al traguardo dei cinquanta. Per lei portati molto bene perchè ha mantenuto un fisico statuario da top model e con una falcata imperiale da granatiere ha battuto il Medio Oriente e l'Europa facendo la sua immacolata figura come una sorta di Maddalena pentita.

Non si conosce la sua consulente di immagine che comunque sicuramente Melania asseconda quando l'abito lo sente dentro prediligendo molto tailleur modellati con cinture in vita per il giorno e tessuti morbidi ma avvolgenti per le serate mondane anche se l'exploit lo ha fatto con quella giacca a fiori in rilievo che ha lasciato tutti a bocca aperta perchè la mises esprimeva femminilità e gioia come se l'avesse ritrovata dopo un tour stressante. Infatti Ivanka ha lasciato in fretta la compagnia di Papà e Matrigna per tornare in USA a sbrigare le faccende di spionaggio in cui è implicato il marito in linea diretta con Putin. Tolta di mezzo la rivale Melania si è rilassata dando il meglio di sé e conquistando il consenso anche di detrattori che all'unanimità l'hanno promossa Firts Lady a tutti gli effetti. Anche a quelli collaterali avendo sbaragliato la figlia di primo letto del marito che probabilmente, come la storia ci insegna, non esiterà a prendere le distanze dal genero scomodo che si è fatto beccare a tramare col nemico.


Uno smacco anche per Angela Merkel che aveva puntato su Ivanka per ammorbidire Trump ma la figlia prediletta non ha “potuto” presenziare al G7 per cui alla Merkel è andata buca con Trump rimasto rigido e fermo sulla sua politica senza scendere a compromessi di sorta.
Anche Angela Merkel  pensando che non avesse alcun ascendente sul Presidente come la figlia Ivanka aveva preso sottogamba Melania non immaginando che avrebbe fatto lo sgambetto alla figlia prediletta di primo letto di Donald Trump. Servita una ha fatto lo sgambetto anche alla Merkel  tornando al suo Paese soddisfatta del successo personale ottenuto, riuscendo ad averla vinta sulla Cancelliera là dove mai nessun uomo di Stato è mai riuscito.
Melania è una che sa giocare: lo ha dimostrato con il risarcimento milionario ottenuto dal Daily Mail e mettendo KO due donne di potere che sembravano più forti di lei. Vuoi vedere che sotto sotto fra la biancheria intima è lei a tirar le fila del "fiocchetto"...

martedì 30 maggio 2017

L'ATERBALLETTO CHIUDE PARMA DANZA AL TEATRO REGIO

Immancabile appuntamento con l'Aterballetto di Reggio Emilia la compagnia di Danza contemporanea più prestigiosa d'Italia che ha chiuso Sabato scorso l'evento Parma Danza 2017.
La stagione è stata proficua con pubblico molto presente che ha dimostrato interesse anche per coreografie difficili da decifrare e tradurre che comunque hanno appagato i sensi sia a livello acustico per la scelta delle musiche che di quello visivo per le coreografie che hanno danzato con le luci, imparando l'arte e mettendo da parte gli effetti digitali sullo schermo limitandosi a quelli elettronici nell'ultima parte.
L'Aterballetto infatti si è sempre avvalso abbondantemente di questa tecnica a supportar scenografie inesistenti ma la direzione artistica di Cristina Bozzolini, cresciuta nel Corpo di Ballo del Maggio Musicale Fiorentino dove fin dall'inizio ha interpretato ruoli da solista e poi come prima ballerina in coppia con Nureyev Baryshnicov e Amedeo Amodio (che insieme a Liliana Cosi aha fondato l'Aterballetto), ha riportato La Compagnia Aterballetto agli antichi fasti della danza contemporanea “classica” danzata a corpo libero o sulle punte.


L'imprinting della Bozzolini è in felice triangolo con due coreografi prestigiosi come Jiri Pokorrry, foto in basso, (dalla Repubblica Ceca)  autore di Words And Space e Philipe Kratz (foto in alto) autore di Hybrid e Phoenix che hanno creato un mix ispirato a Bejart (musiche barocche) a Carolyn Carson (nei suoni della natura con il ticchettìo della pioggia da quello scandito delle gocce allo scroscio che


accompagnano le movenze dei ballerini a scatti snodati) e alla scuola Alley American Dance Theater per le coreografie in assolo, in coppia o ensemble e a quelle a mimiche circensi per le animazioni acrobatiche e  figurate.
Lo spettacolo si divide in tre parti il cui significato oltre alla visione piroettante tra classico e moderno rimarrebbe oscuro se non ci fosse il libretto ad illustrare il percorso del trittico. Il quale apre con un ensemble a rappresentare un dialogo interpersonale nel quale ciascuno monologa con il proprio io per poi riunirsi tutti insieme in un abbraccio corale in movimento su un corpo solo. Di piacevole effetto comunicativo la scena è stata molto applaudita per poi catapultarsi nella seconda “Hybrid” nella quale si sono esibiti in coppia due ballerini fra movenze ginniche contemporanee alternate a quelle classiche sulle punte interpretatando una sensualità robusta ma elegante coinvolgendo il pubblico nell'atmosfera sexy senza bisogno di traduzioni per capire la performance.



La terza scena “Phoenix” si svolgeva sul tema “Morte e Rinascita” in una sorta di Araba Fenice perchè i movimenti si susseguivano ciclicamente iniziando con delle figure in libero movimento per poi alternarsi ad altre in sincrono e ricominciare all'infinito con l'intento del coreografo di illustrare l'annientamento dell'uomo per giungere ad una più ampia comprensione (e compassione) di ciò che eravamo e quello che potremo diventare.

Idea di base per dare modo ai ballerini di dare sfogo ad una aggressività ed asservità fisica con spirito giocoso onde creare un forte energia erotica supportata dalla musica psyco-elettronica di ritmo battente e vigoroso.
Applausi calorosi per tutti esausti e soddisfatti dell'amplesso artiostico in happening.


lunedì 29 maggio 2017

REGINE DI STILE E NOBILI DEMODE'


Le Corti Europee sono state penalizzate anche loro dalla Brexit. Infatti i reali Inglesi hanno clamorosamente disertato (mandando in trasferta la contessa Sophie moglie di Edoardo alla quale sono riservate rappresentanze marginali) la festa per il compleanno del Re di Svezia intorno al quale si sono riunite tutte le teste coronate d'Europa fra le quali si è notata anche l'assenza di Charlene Principessa Reale di Monaco (assente anche dal Ballo della Rosa).



Non si conoscono le motivazioni anche se molti tabloid, italiani Iin prima fila, si sbizzarriscono nel dare notizie puntualmente smentite dai Reali di Monaco che si mostrano sorridenti nel loro principato insieme ai principini Jacques e Gabrielle a dimostrare che come tutte le coppie normali gli alti e bassi fanno parte del menage.
Alti e bassi che sono ben presenti anche nella coppia dei reali di Spagna con Felipe altissimo e la Regina Letizia sempre in tacchi a spillo per arrivare all'altezza spalla del consosrte.
Infatti nel loro menage lui è la spalla mentre Letizia è la Regina di Spagna molto onorata e ammirata dal suo Paese più di quanto abbia fatto con la famiglia di Felipe Juan Carlos in testa, per non parlare dell'Infanta Cristina processata per corruzione.
La Regina Letizia si distingue anche per il suo stile dinamico e griffato sempre all'ultima moda anticipando le tendenze sia a livello di look che di acconciature perchè non disdegna sfoggiare tagli di capelli corti in forma asimmetrica con punte più lunghe da una parte e corte dall'altra.


Letizia di Spagna è l'unica regina di stile d'Europa anche se non ha ancora battuto la Regina Elisabetta il cui stile impeccabile perdura da sessanta anni facendo tendenza fra tutte le teste coronate che fanno a gara, tolta la corona, per imitarla nel cappellino in testa della quale Elisabetta possiede la collezione più preziosa e variegata. Regine e principesse si sentono tali solo se indossano un cappellino sbizzarrendosi nelle sue forme che a volte rasentano il ridicolo come quelle delle due sorelle, figlie di Sarha Ferguson e del Principe Andrea Eugenia e Beatrice che al matrimonio di Kate e William hanno fatto ridere tutto il mondo.


Kate, Duchessa di Cambridge,  in fatto di cappellini è la più scatenata, sfoggiandone uno in ogni dove e quando anche se non sarebbero necessari perchè ben conscia di mandare in visibilio fotografi e media che la rincorrono ad ogni piè sospinto tanto che quella del cappellino per Kate è diventato il problema principale della sua vita di corte perchè, studiando da regina, si è convinta che il cappellino debba fare pendant non solo con il look ma anche con l'evento istituzionale al quale deve partecipare come guest star. Fiocchetti, nodi, rose giaganti su una sorta di bombetta al centro della testa o sulle ventitrè sono quelli preferiti da Kate molto più dei cappellini a larghe falde che usava nelle sue prime uscite ufficiali distinguendosi dalla Regina Elisabetta il cui cappellino è sempre in stile molto maschile come quello a cilindro che correda il tight, con il tocco di femminilità dato dal colore dai nastri piume e sprazzi di mazzolin di fiori, sempre uguali nella foggia  immutati nel tempo come il suo lungo regno.
Kate invece è scatenata: l'ultimo bollettino del cappellin regale ha raggiunto il clou della sorpresa perchè sull'adorata bombetta a tamburello era inserita una foglia aperta che ricordava molto “la cosina”. Fighetta bella! Infatti Kate è la più bella del reame e lei ci tiene a farlo sempre presente. Sarà...! Sarà vero sarà falso sarà Ferguson ma quel che è certo è che Letizia di Spagna è la regina che più ci guadagna in stile e classe proponendosi sempre con dei look molto raffinati e affermandosi così nella sua unicità non indossando mai cappellini in testa, i quali se vanno bene per la Regina Elisabetta, su tutte le altre sono demodè, diciamolo.



A pensar bene è stata anche Camilla Duchessa di Cornovaglia che adotta i cappellini solo nelle uscite ufficiali insieme alla Regina perchè per il resto (come nella visita in Italia) non ama indossarli lasciando l'acconciatura libera di respirare: quello che conta è la Tiara e non il cappellino! Forse Camilla non è avvenente ma quando il principe Carlo salirà al trono indossando la Corona c'è da scommetterci che sarà (così come Letizia di Spagna) assurta al titolo di Sua Altezza a livello spalla.

martedì 23 maggio 2017

STALKER E TERRORISTI DONALD LI SISTEMA TUTTI

Una notizia che oggi mi ha colpito, a parte l'attentato a Manchester è quella letta fra le righe dell'editoriale di Paolo Mieli là dove dice che per i parenti delle vittime delle Twin Towers è stata aperta la procedura per richiedere risarcimento ai Paesi Arabi perchè i terroristi erano in maggioranza mussulmani.
Donald Trump comunque procede imperterrito nel suo Tour lasciando il Russiangate alle spalle che se la sbrighino gli avvocati cominciando proprio dagli Emirati Arabi per instaurare alleanze economiche senza pretese di esportare la democrazia essendo in linea con i Regimi in vigore dopo l'affondo della rivoluzione araba.

Donald Trump, contrariamente a tanti Paesi che non hanno ancora aperto gli occhi su questa realtà,  ne ha preso atto ma appena tornerà negli USA vedremo se riprenderà la lotta al terrorismo nel confiscare, in primis, i beni dei Sauditi che si trovano in America emettendo un decreto cautelativo in attesa di sentenza, così come aveva fatto a suo tempo in Libia Gheddafi con gli Italiani, numerosissimi in quel Paese con le loro ricchezze ed Imprese che lui comunque ha sequestrato senza ricorrere a decreti o sentenze né processi mandandoli tutti a quel Paese.  Che poi sarebbe l'Italia. A cagare.
Forse il Trump è un piccolo genietto perchè per una volta l'ha pensata giusta. In fondo i terroristi sono degli stalker e come tali andrebbero condannati a risarcire. Le molestie, specie in Ufficio o nei posti di lavoro dove erano più diffuse, infatti in America sono diminuite da quando le vittime hanno cominciato a chiedere risarcimenti milionari. I maschi Americani ora si guardano bene prima di mettere le mani sul sedere alla collega per la “classica” pacca cameratesca.


La stessa First Lady Melania  è stata risarcita dal Daily Mail per delle rivelazioni scottani rivelatesi solo pettegolezzi da Tabloid anche se riesce difficile pensarlo perchè in questo caso il dubbio c'è. Tutto dipende "dall'asta chi offre di più" ai testimoni, per farli parlare e per farli tacere. Adesso gli stalker agiscono tutti in incognito perchè hanno fatto il salto a livello terroristi e kamikaze non lasciando scampo alle loro vittime con le quali a volte condividono la sorte suicidandosi lasciandosi alle spalle i parenti per sbrigarsela con gli avvocati.
Come sta facendo Trump il quale è stato ricevuto dal Papa per confrontarsi muro contro muro: quello del pianto in Israele sul quale si è visto Melania pregare (forse di essere liberata da Trump) e quello ai confini con il Messico sul quale sono i Messicani a piangere.
Sì perchè non possono più trafficare con la droga. E a Papa Francesco non resterà che pregar per loro.

I muri sono sempre stati costruiti per rafforzare le difese di un Territorio e delineare dei confini per impedire invasioni o il diffondersi di malattie, ma questo era valido nei tempi passati quando non c'erano strumenti sufficienti per controbattere.
In una civiltà come la nostra che pensa di aver raggiunto un alto grado di progresso i muri risultano obsoleti come gli 007 perchè si possono scavalcare o comunque abbattere per cui bisogna rafforzare le forme di difesa con la tecnologia meccanica  o elettronica e l'informatica controllandosi i Paesi l'un l'altro a vicenda in una sorta di "Io so che tu sai che io so", per cui si sta tutti zitti e quieti. Pro Bono Pacis perchè scoperchiare gli altarini dei Potenti non conviene. Ai Poteri Forti. I quali sono ben intenzionati a mantenere i loro segreti perchè se scoppiassero sarebbero devastanti come la bomba atomica.

Così Donald Trump continua nel suo Tour sicuro che l'ìmpicement non lo toccherà come ai tempi di Richard Nixon perchè obsoleto come uno 007: infatti quel Presidente una volta scoperto è stato lasciato solo così come fa “Emme” con i suoi Agenti che devono sbrigarsela da soli. Mica hanno gli avvocati alle spalle né tanto meno Nixon aveva alleati come Putin. Il quale non lascerà solo il Trump in pasto a Obama e a Hillary continuando a manovrare le fila della politica americana con la sua raffinata tecnologia pur sapendo di essere anche lui sotto il tiro dello spionaggio in una sorta di Io So che Tu sai che Io so. Meglio tacere lasciando Trump e la famiglia di recitare alla Casa Bianca la favola del Presidente degli Stati Uniti d'America che a comandare ci pensa Vladimir Putin. Lo aveva anche affermato Hillary Clinton ma non faceva testo perchè la sua sorte era già segnata, alla faccia dei mass media che pensano di far girare il mondo con le loro chiacchiere, tanto per canta'...e per portar a casa la pagnotta

lunedì 22 maggio 2017

UN NECROLOGIO PER FARE PACE CON IL MONDO

“E' odiosa, insopportabile l'ho sempre detestata con tutta l'anima.”
Parole pesanti soprattutto se proferite dalla bocca di un prete, ma la protagonista di questo tiro “incrociato” se lo meritava tutto non avendo mai fatto nulla nella vita della quale pentirsi pensando di restare impunita avendo sempre agito con coerenza con il suo pensiero.
Infatti Harriet Laurel  - impersonata da una strepitosa e inossidabile Shirley Mc Laine, curiosamente di statura imponente ben lungi dalla delicata Irma La Dolce, che cammina dritta come un fuso e sicura come un panzer – ne aveva sempre avuto per tutti dispensando consigli e suggerimenti conditi con qualche battuta al veleno a tutti coloro che avevano avuto la malaugurata sorte di conoscerla.
Tanto piacere non l'aveva mai sentito pronunciare rivolto alla sua persona perchè dal primo incontro la sua battuta era fulminante facendo così il vuoto intorno a sé quando era giunta alla fine della sua esistenza. Dorata sicuramente per la bella casa il prezioso arredo il grande giardìno gioielli e oggetti in cottection frutto della sua determinazione nel voler perseguire obiettivi nel corso della sua carriera e vita privata,  alla faccia di chi l'ostacolava e non capiva.

La solitudine nella vecchiaia pesa un filo anche se il piatto della bilancia è tutto in crescendo perchè a scapito di quello degli affetti tutti in picchiata. Harriet è una di queste, una donna anziana  perdente di successo che alla resa dei conti della terza età riesce nell'impresa di pareggiare il bilancio di una vita in solitudine riunendo tutti piangenti al suo funerale.
Infatti dopo un tentato suicidio si rivolge ad una giornalista molto brava nel redigere necrologi e nel contempo crogiolandosi fra le pagine di un diario per scrivere saggi sulla sua vita di ragazzina shapo.
 Inevitabile sarà lo scontro fra la vecchia e la giornalista, stante la difficoltà di quest'ultima nel trovare testimoni gentili ed educati che potrebbero aiutarla nel necrologio commissionato da Harriet per lasciare un buon ricordo di sé, tanto chè la ragazza vorrebbe rinunciare all'incarico non intendendo scrivere bugie anche se consapevole che le testimonianze post-mortem sono sempre dettate dalla pietas per il caro estinto.
Nessuna pietà invece per Harriet che demonizzano dicendo peste e corna, dai domestici ai colleghi passando per marito e figlia (una irriconoscibile Anne Hetche): tutti le sono contro per il suo carattere impossibile del quale è afflitta per mania di perfezionismo, sulla sua persona in primis, e che alla fine le si rivolta come un boomerang poiché le sue attenzioni ossessive  e indisponenti per ottenere risultati ottimali da tutti, vengono respinte al mittente. Harriet in tutta la sua ruvida personalità è comunque un personaggio accattivante perchè fa comprendere le difficoltà di una donna per imporsi ed affermarsi nella vita quando è carente di femminilità intesa come furbizia o del cosiddetto “bel carattere” che agevola la vita a tante donne.

Harriet sopperisce con l'intelligenza che infatti esplica in tutto il suo acume, anche se in ritardo, quando ormai è giunta alla terza età. L'età della saggezza la illumina sulla strategia d'attacco per vincere la partita della vita rappresentata da un necrologio che ricordi le sue gesta perchè rieccheggino nell'eternità. L'importante che il necrologio rispecchi la verità la quale se non basta cercarla, si può ricostruire ad arte iniziando nel fare opere di bene che in questo caso del film sono rivolte ad una bambinetta facente parte di un gruppo di “disadattate difficili” dove primeggia lanciando giudici lapidari e parolacce.  Se poi la bambinetta è anche di colore allora per lei è pronto l'insegnamento di sostegno come se le parolacce fossero portatrici di handicap.



Ricordo da bambina che nell'ora di religione in Collegio il Frate quando raccontava di Maria Goretti uccisa da un lavorante perchè lei non voleva cedere a far peccato, io pensai che volesse insegnarle a dire parolacce, crescendo nella convinzione che dire parolacce fosse il gravissimo peccato fra i due perchè non mi sfiorava l'idea dello stupro e della violenza. Altra educazione sicuramente un po' ovattata e fuori dal mondo e  non sono certa che fosse migliore di quella di strada della bambinetta di colore.
Tornando al film, Harriet cerca di insegnare alla bambina piena di vita e di gioia, la buona educazione


 venendo alla fine contagiata dalla sua forza dispregiativa con la quale dice “Cazzoporco” ripetendolo come una sorta di liberazione in quanto rivelazione della sua vita vissuta senza gioia facendo l'amore senza mai partecipare ritenendolo in fondo una cosa sporca da incanalare le sue energie tutte nel lavoro.
In sintesi questo è il messaggio del film letto e recepito fra le righe che comunque finisce con la funzione funebre per l'estremo saluto avendo tutta la sua cerchia di “nemici” rivalutato Harriet, grazie alla mediazione della giornalista impersoinata da  Amanda Seyfried, e la sua mania di perfezionismo perchè serviva da sprono per dare sempre il massimo. Anche nel fare un necrologio, costi quel che costi! Una cifra. Sul foglio un tanto a righe e d'autore da concordare.

sabato 20 maggio 2017

IL FESTIVAL DI CANNES COMPIE 70 ANNI. E LI DIMOSTRA

 Il festival di Cannes è sempre la manifestazione mondana più prestigiosa a livello Europeo perchè di grande richiamo per Divi Internazionali.
Il festival di Berlino infatti è passato quasi in sordina anche se i film selezionati sono migliori, ma più che di film è una questione di divismo e di Red Carpet.
Su quello di Cannes le attrici fanno le dive tutte in gara per presenziare sfoggiando abiti a strascico scollature e spacchi a tutte le età perchè l'importante è esserci. Sul tappeto rosso. 


Le modelle con spacchi inguinali rubano i flash alle attrici così come una volta facevano le starlette sulla spiaggia della Croisette in cerca di visibilità le quali  per rubare la scena non disdegnavano  di mettersi a seno nudo o integrale.

 Le attrici di oggi sono comunque più sgamate tutte con un press-agent che si occupa di scritture e contratti giocando al rialzo con quelle di richiamo al botteghino e al ribasso con quelle che lavorano per trastullarsi un po': da cosa nasce cosa ma solo quando ci mette la firma un autore è cosa fatta facendo nascere una stella. Speriamo che sia italiana.
Purtroppo a Cannes da diverso trempo l'Italia è esclusa dalla rosa dei vincitori e quest'anno anche da quella dei candidati in concorso fatta eccezione per Fortunata di Sergio Castellitto, in Certain Regard, con Jasmine Trinca una protagonista  spesso presente a Cannes ed alcuni anni fa con un film inquietante ambientato in una casa chiusa, nella quale era stata relegata dopo essere stata sfregiata, e dalla quale quest'anno se ne esce con un ruolo di parrucchiera mettendo in luce le sue qualità di attrice sempre più in ascesa. Grazie a Castellitto che se si è sempre confermato come bravo attore, di lui come regista è probabile che non rimanga traccia così come è stato per la moglie Margaret Mazzantini avendo entrambi la pretesa di rappresentare la coppia intellettuale del cinema italiano d'eccellenza ma che trova spazio solo tra le chiacchiere del settore dei salotti Tv  capeggiati da Gigi Marzullo.

Molti sono i film quest'anno a Cannes al femnminile con storie intimiste e sentimentali  per dare voce ai singoli alle prese con rapporti in interni di famiglia o di coppia.
Si parlerà molto di film ma quello che conta dovrebbe essere il riscontro degli spettatori nelle sale ad avvalorare i premi per non ridurre tutto in discorsi  inutili perchè i messaggi non saranno recepiti se non da una ristretta cerchia di pubblico dei cinema d'Essai. I quali comunque fanno sempre il pieno più di quanto facciano le multisale con la raffica di produzioni mediocrti e che nel periodo estivo vengono spesso disertate  perchè si preferiscono le arene dei quartieri all'aperto tanto per passare una serata fra la gente per poi tornare in autunno con le grandi produzioni  e gli effetti speciali più godibili nelle multisale in quanto acusticamente meglio attrezzate.Così è anche per i Festival perchè ormai ce ne sono tantissimi ma come punti di riferimento per i grandi affari restano sempre quelli di Cannes e Venezia, dopo gli Oscar naturalmente.

Ormai ogni città allestisce il suo "festivalino" su misura, un'occasione per invitare qualche stella sul Viale del Tramonto che pur di non uscire dallo schermo e per qualche dollaro in più si adatta a delle ospitate dove esibirsi in un italiano storpiato “Grazie Italia” (sì dei ponti d'oro) dovendo mantenere megaville con piscine e domestici.
Ciascuno tende a premiare i propri prodotti facendo assistere a premiazioni imbarazzanti come quelli di casa nostra con David Donatello in primis,  nei quali piovono premi come polpette avvelenate sui film ritenuti  clamorosamente e ingiustamente esclusi da Cannes perchè di Berlino non si discute il rigore e l'autorevolezza mentre con Hollywood si cerca di fare un do ut des con le star più influenti (quelle sempre in cerca di scritture internazionali di autori italiani non tanto per uscire dallo star system quanto per rientrare nel box office da tempo disertato dai loro fans) allo scopo di mettere una buona parola sui film nostrani. D'Acord basta la parola ma ci vogliono i fatti e il cinema italiano di fatti ne fa molti con film prodotti incessantemente ma spesso tutti uguali o già visti dagli autori importanti del glo
rioso cinema italiano passato.Purtroppo.

venerdì 19 maggio 2017

VIGGO MORTENSEN ASSASSINO E SIGNORE

Viggo Mortersen, dopo l'interpretazione di The Road si è goduto la sua fetta di successo come attore di talento oltre che di sex symbol palestrato.
La sua interpretazione in The Road infatti struggente e coraggiosa conferma la sua grande professionalità in un percorso tutto in crescendo arricchito da moltissime esperienze e lunga gavetta nella quale si è cimentato in tutti i ruoli possibili ed immaginabili, dal cavaliere del Signore degli Anelli, all’amante senza scrupoli di Delitto Perfetto.
Tanti personaggi con il quale si è destreggiato, ricevendo consensi e ammirazione, prestando la sua immagine algida e fisicata con la quale ha furoreggiato anche nel film La Promessa dell’Assassino in onda ieri sera su Iris  dove a cinunquant’anni suonati, si concede il vezzo di mettersi a nudo, sfoderando un fisico scolpito e tatuato da far invidia a tanti giovani palestrati dai muscoli gonfiati.

I suoi muscoli invece sono frutto di duro allenamento che ha intrapreso all’epoca della saga del Signore degli Anelli (durata diversi anni) dove era impegnato in lotta corpo a corpo galoppando su cavalli e pesanti armature.
Il capello lungo l’occhio glaciale che mandava bagliori saettanti hanno fatto innamorare migliaia di donne rimaste affascinate dalla figura nobile del cavaliere Aragom.con il quale Viggo sembrava aver raggiunto l’apice non trovando personaggi che potessero eguagliarlo.
Invece, ecco la sorpresa che ci ha presentato con il  film The Road nel ruolo di un padre protettivo e presente più della stessa madre (la sempre bravissima Charlize Theron) interpretato con molta partecipazione suscitando una forte emozione nel pubblico che si è commosso nell’assistere alla lotta per la sopravvivenza in difesa della vita e del suo cucciolo (interpretato dal piccolo Kodi Smit Mc Phee.
Un film melanconico  girato in una location spettrale da fine del mondo,  che Viggo Mortensen ha illuminato sostenuto da una profonda fede che gli conferito audacia e combattività fino all’ultimo respiro il quale, come una sorta di miracolo, è servito ad accendere una scintilla di speranza per la rinascita dell’umanità.
                                  THE ROAD UNA RIVOLUZIONE APOCALITTICA
                         

Ogni stagione cinematografica ha il suo filone d’oro che si distingue in due correnti: quella che fa incassare e piacevolmente intrattenere e quella che fa riflettere.
Tra questi ultimi si sono messi in luce, rigorosamente in bianco e nero, i film apocalittici genere The Day After, ovvero il giorno dopo la fine del mondo, come Codice Genesi e The Road,
Se il primo dipana l’argomento sul filo religioso dove la fine del mondo è vista sotto la luce sinistra di un castigo di Dio la cui salvezza resta racchiusa fra le pagine dell’Antico Testamento, il secondo lo affronta sempre con la stessa luce sinistra indicando la salvezza racchiusa nel cuore della famiglia, perché basta salvare un nucleo per idare speranza a tutta l’umanità.
In Road, l’apocalisse è infatti focalizzata su un primo nucleo familiare  che, di fronte alla catastrofe, invece di unirsi compatto, si sgretola.
Charlize Theron interpreta la madre bellissima con velleità artistiche ed amante del dolce vivere, mentre il padre è interpretato da un vigoroso Viggo Mortensen il quale, pur di perpetrare la specie, vuole assolutamente un figlio nonostante l’ambiente non abbia più nulla da offrire perché la natura si è rivoltata rendendo la terra arida e spettrale.
In questo contesto il nucleo oltre a combattere per la sopravvivenza, deve difendersi dai pochi sopravvissuti diventati cannibali con una caccia spietata ai bambini.


La Theron disegna un personaggio negativo  perché si arrende preferendo il suicidio alla lotta per la sopravvivenza, non tanto di sé, quanto di quella della sua creatura, delegando il padre a svolgere in toto questo compito che per natura è sempre stato di esclusiva pertinenza della madre. Abbandonati a sé stessi, padre e figlio stabiliscono un rapporto dolcissimo, in una sorta di simbiosi da utero materno dove lui, accogliente e protettivo, pensa a crescerlo difendendolo da tutti con le unghie e con i denti trasformandosi da uomo dolce e remissivo in caparbio combattivo fino alla fine dei suoi giorni, proprio quando all’orrizzonte appare il primo uccello in volo (che il bambino non aveva mai visto)a portare il messaggio di speranza e di nuova vita.
Quella nuova vita che il bambino, sopravvissuto al padre, troverà in una nuova famiglia composta da genitori e due bambini i quali, anche se privati di ogni cosa, lo accolgono con tutto il loro amore.
Il messaggio è dunque chiaro: il significato dell’apocalisse è la fine della famiglia tradizionale per dare spazio a quella allargata.

E’ questa la vera rivoluzione che l’umanità è chiamata a gestire nel prossimo futuro, segnando la fine dell’amore esclusivo ed assoluto in cui per millenni l’umanità ha sempre creduto, rivelandosi solo per quello che è: una bellissima favola esaltata e cantata da poeti ed artisti e supportata dalla fede del Cristianesimo.
Il quale rivela tutta la sua fragilità per aver predicato sempre la fratellanza universale e poi razzolato nell’esclusività più assoluta negando l’esistenza dell’anima della donna, il rifiuto degli omosessuali e i sacramenti alle persone divorziate.
Insomma una Chiesa tutta da rivedere. La famiglia dal canto suo ha già cominciato pensarci dando spazio alle proprie esigenze produttive e non, al di là dei canoni classici. Là dove non arriva il Messaggero di Dio, c’è la natura che risponde magari rivoltandosi brutalmente sotto forma di apocalisse per riassestare gli equilibri di una nuova era.
Molto inquietante come teoria, che mette in discussione l’infallibilità del Papa. Ma è molto realista.

giovedì 18 maggio 2017

MONICA BELLUCCI. MON PETIT TANGHEIRO!


Sarà pur vero come ha asserito Monica Bellucci madrina del Festival di Cannes, che le donne in questo periodo stanno attraversando un momento d'oro perchè piovono scritture per attrici che un tempo venivano scartate per raggiunti limiti di età (quaranta circa) ma è anche vero che il pubblico ha sempre voglia di novità per cui le attrici della terza età se vogliono insistere per stare sullo schermo ad invecchiare devono sempre avere un'antagonista molto più giovane (in 44 anni addirittura era defunta) e soprattutto bella per fare coppia in competizione sicura di schiacciare la piccola dall'alto della esperienza e professionalità della matura. Non sempre succede e questo vale anche per Monica che con l'ultimo 007 di Sam Mendes se tutti i flash erano per lei sul red Carpet sullo schermo trionfava Lea Seydoux alla quale era toccato il lavoro duro facendo comunque tendenza con le mises riportando in auge anche il colbacco (copiato da Kate Middleton alla Messa di Natale). Oh perbacco! Alla Bellucci invece era stata riservata una sola piroetta nella quale veniva incantonata al muro da Daniel Craig come una delle tante Bond Girl che si è ripassato come spia seriale, ma non passava alla storia così come le sue performance da modella senza costume rimaste indimenticate, mentre Lea Seydoiux aveva fatto la sua tendenza, di costume,  aprendo la strada alle coppie al femminile con a seguire il filone lesbo-sex. Non se ne può più diciamolo. E infatti Cannes ha bocciato la prima coppia che si è presentata in apertura (a conferma della bocciatura dello scorso anno con la Pazza Gioia con due attrici affermatissime) con Marion Cotillard e Charlotte Gaynsbourg come a dire “io vi ho fatto e io vi distruggo”. Basta.Fuori Una.
Monica Bellucci oltre che come madrina è in concorso per la Via Lattea di Kusturica dove si propone in coppia con un partner maschio esibendosi alla sua matura età in un nudo senza alcun pudore con l'intento di rappresentare l'amore maternale  anche se Monica sembra più una sorta di archetipo della Grande Madre terrificante  visto come sul palco alla presentazione del Festival si è cimentata in un Tango con tanto di bacio a lingua in bocca e Kaskè, e non si fa per dire, da stendere il giovane partner ballerino. Mon Petit Tangheiro!


 La Monica perde il pelo ma non il vizio: coi ragazzini ci sa giocare spupazzandoli a piacere (v.Malena)  mentre con i duri lei c'ha dato eccome a piacer loro vincendo alla fine solo un Cassel perchè quanto a premi importanti ancora non se ne parla  anche se in Francia è l'attrice italiana più amata, Onorata e stimata in quanto italo-francese questo va detto. Così come Claudia Cardinale, l'altra italiana naturalizzata in Francia che quest'anno è in cartellone nella Mostra con una foto dei momenti fulgidi della sua carriera.
“L'Italia c'è” dice convinta Alba Rohrwacher Sì ma non in concorso ed è curioso notare come l'Italia sia omaggiata con il ricordo del cinema d'autori dei tempi della Dolce Vita (con Marcello in cartellone negli scorsi anni), del Gattopardo e di Otto e Mezzo, ma non solo in Francia perchè con questo bel ricordo è riuscita ad accapparrarsi l'Oscar per il film La Grande Bellezza molto in linea con la Dolce Vita  dalla quale gli Americani hanno tratto pure il musical Nine  dicendo in alcune canzoni Be-Italians e Cinema Italiano cantata da Kate Hudson d'essere “tutti pazzi degli Italiani con gli occhiali buio pesto che portavano di notte fra scorribande di Night e corse con i paparazzi”.
E' curioso che sul Red Carpet  fra le tante star sia sfilata anche Susan Sarandon (che ha una figlia avuta da un compagno italiano) con gli occhiali scuri di notte come nel famoso film forse per lanciare proprio quel messaggio che gli Italiani sono rimasti a dormire sugli allori dei tempi della Dolce Vita. Ben detto. L'ho sempre sostenuto anch'io ma non fa testo. Noblesse oblige!

mercoledì 17 maggio 2017

MONICA BELLUCCI MON PETIT GARCON ALL'ITALIENNE



 Il suo esordio cinematografico è stato dei più fortunati: La Riffa. Storia di una signora che si concede come premio al vincitore di una lotteria. Nessuno se lo ricorda ma la Monica Bellucci ha continuato su questa strada.
Chiamata a Hollywood si è fatta notare in una particina ad alta definizione in cui lei spiccava fra le tre puttane di Dracula, così definite appunto dal protagonista del film.
C’è poco da dire, quando si forma un clichè per un’attrice è difficile uscirne.
Pertanto non rimane che la specializzazione che la Bellucci ha avuto modo di sostenere con vari films interpretati in Francia, raggiungendo il clou a livello di immagine con il film “Patto coi Lupi”.
Bellissima e sensuale nei panni settecenteschi fra trine merletti, mascherine di pizzo e, ovviamente, décolletè abissale a vista panoramica è stata sicuramente lei ad impersonare, in tutto lo spazio cinematografico, la cortigiana per eccellenza: madame la putaine e l'Italienne per i Francesi.

Da qui a santa il passo è stato breve. Per lei il ruolo di Maddalena nella Passione di Cristo diretta da Mel Gibson dove Monica Bellucci è stata una rivelazione, molto credibile a rendere l’intensità drammatica del personaggio che le ha aperto le porte a ruoli diversi e anche più normali. Come per esempio in Non ti Scordar di Me di Muccino in cui interpretava il ruolo di una moglie borghese infelice pronta a lasciare la famiglia alle spalle per una nuova vita.





L’interpretazione migliore, impressa nell’immaginario collettivo,  resta sempre quella di Malena dove pur non dicendo una parola riempiva lo schermo con la sua falcata flessuosa da Red Carpet con una scena di seduzione bollente in cui si mostrava nuda  a un ragazzino inginocchiato a livello fica.   Tanto è bastato per far del film un capolavoro. E della Bellucci, l’Icona d’Italia e la Marianna di Francia.


MONICA BELLUCCI MON PETIT GARCON ALL'ITALIENNE



 Il suo esordio cinematografico è stato dei più fortunati: La Riffa. Storia di una signora che si concede come premio al vincitore di una lotteria. Nessuno se lo ricorda ma la Monica Bellucci ha continuato su questa strada.
Chiamata a Hollywood si è fatta notare in una particina ad alta definizione in cui lei spiccava fra le tre puttane di Dracula, così definite appunto dal protagonista del film.
C’è poco da dire, quando si forma un clichè per un’attrice è difficile uscirne.
Pertanto non rimane che la specializzazione che la Bellucci ha avuto modo di sostenere con vari films interpretati in Francia, raggiungendo il clou a livello di immagine con il film “Patto coi Lupi”.
Bellissima e sensuale nei panni settecenteschi fra trine merletti, mascherine di pizzo e, ovviamente, décolletè abissale a vista panoramica è stata sicuramente lei ad impersonare, in tutto lo spazio cinematografico, la cortigiana per eccellenza: madame la putaine e l'Italienne per i Francesi.

Da qui a santa il passo è stato breve. Per lei il ruolo di Maddalena nella Passione di Cristo diretta da Mel Gibson dove Monica Bellucci è stata una rivelazione, molto credibile a rendere l’intensità drammatica del personaggio che le ha aperto le porte a ruoli diversi e anche più normali. Come per esempio in Non ti Scordar di Me di Muccino in cui interpretava il ruolo di una moglie borghese infelice pronta a lasciare la famiglia alle spalle per una nuova vita.





L’interpretazione migliore, impressa nell’immaginario collettivo,  resta sempre quella di Malena dove pur non dicendo una parola riempiva lo schermo con la sua falcata flessuosa da Red Carpet con una scena di seduzione bollente in cui si mostrava nuda  a un ragazzino inginocchiato a livello fica.   Tanto è bastato per far del film un capolavoro. E della Bellucci, l’Icona d’Italia e la Marianna di Francia.



domenica 14 maggio 2017

MON PETIT PRESIDENT


La Francia ha un nuovo Presidente, giovane carino ma soprattutto Europeista che ha fatto tirare un sospiro di sollievo alla UE.
Dopo la Brexit ci voleva la conferma della Francia, arrivata con una maggioranza schiacciante su Marine Le Pen. Vade retro destra, fascista e populista. C'era da aspettarselo dai francesi che hanno inscenato per primi la rivoluzione per aprire la strada al progresso raggiunto in pieno dalla civiltà occidentale.
La Francia è sempre stata all'avanguardia nel costume e società sdoganando tanti tabù l'ultimo dei quali è la disparità d'età fra uomo e donna rappresentata dalla coppia del Presidente Emmanuel Macron con la moglie Brigitte molto più anziana di lui che la Francia ha accettato con entusiasmo dopo che lui ha avuto parole d'amore verso la sua compagna riconoscendole buona parte del successo.

Mon Petit President! Brigitte l'ha cresciuto bene il ragazzo che non ha certo usato come toy boy facendolo maturare come uomo per diventare un leader. Le affinità elettive sono una realtà per pochi e questa coppia la incarna perfettamente in una complementarietà complice, laicamente e indissolubilmente unita come una sorta di due corpi e una sola idea.
D'acord dicono sempre i francesi distinguendosi da noi Italiani che diciamo sempre purtroppo ed in questo caso specifico non ce lo saremmo fatto scappare parlando di un Presidente con due fette di prosciutto sugli occhi per non andare oltre così come ha fatto persino un intellettuale  considerato di alto livello come Augias che non si è sottratto al commento malevolo verso una coppia inusuale riportando i commenti salaci dei francesi salottieri e intellettuali della sua cerchia. La quale comunque non fa testo perchè tutte le testate hanno fatto invece cerchio intorno a Brigitte. La quale ha conquistato il beneplacito per il suo stile dinamico e sportivo ma anche sexy e giovanile senza con questo rasentar il ridicolo perchè molto in linea con un'età matura accompagnata da un'eccellente forma mentis e sia a livello di  corpo che di viso adornato da un caschetto sbarazzino a tutto tondo illuminato da un sorriso curato a 360 gradi da diva Hollywoodiana che ricorda molto la pasionaria Jane Fonda quando aveva lanciato quel caschetto sfilato ad arte facendo tendenza per tutto il decennio anni 70.


La coppia Presidenziale ha stile e classe in un connubio di grande dignità perchè le effusioni scamb iate in pubblico hanno trasmesso amore soddisfazione ed armonia così come da lui stesso affermato dicendo che lei gli dà equilibrio, evidentemente sostenendolo incoraggiandolo e spronandolo come una madre farebbe con un figlio ricevendo in cambio il suo amore di tenero amante.



Mon petit garcon!Quanta letteratura teatro e cinema si è sbizzarrito con questa accoppiata disparata che in analisi viene inquadrata come complesso edipico, ma che a tutt'oggi la coppia Presidenziale ha sdoganato traducendola in coppia coraggiosa nell'affrontare scelte difficili risultate alla fine vincenti perchè non è solo l'amore che li sostiene ma la consapevolezza vissuta in libertà. La Francia può cominciare a sognare.

venerdì 12 maggio 2017

VIRGINIA RAGGI PATATINA ALLO ZENZERO


Per un tè allo zenzero Nicole Kidman nel ruolo di Virginia Woolf nel film The Hours, si giocava un capretto al forno, ordinando alla domestica di prendere il treno per Londra per portarglielo nella casa di campagna dove si trovava.
Capricci di una grande scrittrice che non sapeva fare i conti con la realtà pretendendo di essere servita in ogni suo desiderio senza badare al tempo ed al disturbo arrecato alla sua dipendente che doveva lasciare il grembiule la cucina e tutte le vivande tirate fuori dalla dispensa per recarsi in una drogheria Londinese, quella preferita dalla diva, pardon dalla scrittrice.




Grande Virginia Woolf comunque perchè quel mestiere lo sapeva svolgere con professionalità immergendosi talmente nel suo lavoro da sconnettersi dal quotidiano che affrontava accendendo una sigaretta dopo l'altra e un sorso di di tè allo zenzero.





Ma di Woolf ce n'è una sola e tutte le altre Virgine sono nessuno, ivi compreso il sindaco di Roma “Capitale” che di cognome fa Raggi. La quale comunque ha qualcosa che l'accomuna alla Woolf, no no non è quella cosina, ma è quel punto nel quale è disconnessa dalla vita reale. In questo caso della città di Roma Capitale, così come la definisce lei, sommersa dai riufiuti che il sindaco si ostina a non vedere, nonostante l'olezzo che propaga.
 “Nessuna emergenza” ha pigolato Virginia al Vespa Show perchè “stiamo lavorando per voi”. Come si suol dire ma non a dimostrare.
Brava bella, intelligente anche se non pare, la Raggi ha scalato il potere con una facilità estrema battendo i candidati sulla dialettica sciolta e sicura  da impunita mettendo a tacere ogni tentativo di contraddirla e sovrastando tutti con argomentazioni a mitraglietta che mettevano a sedere conduttori di Talk e ospiti al seguito.

Se la Maria Elena Boschi li ha tutti incantati con un modo di porgersi seduttivo come una gatta che fa le fusa, la Virginia Raggi li ha tutti stregati con la sua abilità di imporsi avendo una risposta pronta ad ogni quesito parando le domande scomode nel tirare un calcio agli avversari tanto  da non aver eguali nel panorama della Politica perchè nemmeno la Meloni, pur brava nella sua verbosità d'attacco, è riuscita nell'intento di conquistare una massa di votanti.
Sembrava che Virginia Raggi avesse scoperto la formula del fare tirando fuori di tasca la verità. Tutti la volevano ma lei voleva solo Romeo come una Giulietta in Love. Purtroppo Giulietta non era Virginia e si immolò con il suo Romeo del quale era diventata sposa per una sola notte, mentre la Raggi è rimasta rigorosamente “Virginia” di nome di fatto prendendo le distanze dal suo Romeo una volta scoperto a far manelli. Meglio una Virginia oggi che una Giulietta domani.

Casta diva, casta sindaca casta Virginia tutti la vogliono ma nessuno la piglia, non come la bella Cecilia, ma in quanto “patata bollente” come l'ha definita Vittorio Feltri.
Fonte attendibile ma più che patata bollente Virginia Raggi sembra una patatina allo zenzero, fritta ma ricercata nel gusto e nel sapore anche se di base resta sempre comunque una patata.
Sarebbe come dire patata di base e sindaco allo zenzero part-time perchè di lavorar alacramente non se ne parla: un connubio comunque ricercato perchè mette tutti seduti al loro posto. Tutti tranne i  Romani da lei governati che si trovano invece col culo a terra tra i rifiuti che sempre più sommergono Roma Capitale.
Sì, Capitale dei rifiuti dei cittadini che li mettono in strada e del Sindaco che li ignora sotto l'imperativo della Divina Commedia: “Non ti curar ma guarda e passa” perchè quei rifiuti mica glieli ha messi lei ma le passate amministrazioni e nell'immediato la Regione Lazio in pieno contrasto con Roma Capitale.
L'eterno derby irrisolto che sicuramente una Virginia, patatina allo zenzero che sia, non è certo in grado di arbitrare  anche se serve come esca al M5S per andare al Governo del Paese perchè, come sa argomentare lei l'aria fritta, non la batte nessuno.Che tempra indomita, che classe la quale, si sa, non è mai acqua per cui i Romani con i rifiuti hanno acceso dei falò. Fuochi di paglia che non hanno risolto i loro problemi.
Ai Romani servirebbe un Sindaco di stampo managerialer che conosca l'arte del fare senza dire bene e poi in privato baciare male perdendo tempo in inciuci ed ammucchiate
Ora la domanda è: ma che ci sta a fare un sindaco che dichiara di aver le mani legate con gli Immigrati e poveri che bivaccano nelle stazioni, mani legate con i rifiuti, mani legale con le Olimpiadi? Virginia Raggi è un sindaco ad honorem di Roma Capitale: brava bella intelligente anche se non pare,ed è assurta a star del M5S, ma dalle stelle all'olezzo di una stalla il passo è stato breve. Un anno e mezzo di mandato perso a friggere: l'aria e idem con patata. Allo zenzero.Zen Zen!

giovedì 11 maggio 2017

L'ORGIA DEL POTERE CON I CARMINA BURANA




E a proposito di ammucchiate e inciuci, dalla Politica all'Arte il salto è di qualità puntando al Teatro Regio di Parma con lo spettacolo dello Spellbound Contemporary Ballet che di queste pratiche ne ha fornito un'ampia versione orgiastica sulle musiche di Carl Orff dei Carmina Burana e antichi autori classici.
La danza contemporanea che interpreta brani classici, in questo caso di grande forza e potenza come il brano più conosciuto perchè ha fatto da colonna sonora al film Excalibur, è sempre un connubio difficle perchè rischia di tradursi in una gestualità enfatica o ieratica al limite dell'isteria come una sorta di performance in Dies Irae da Messa da Requiem.




Lo sfondo e leit motiv è religioso perchè ci sono temi sacri di grande moralità che danno il ritmo ai rapporti più disparati da quelli amorosi con accoppiate etero a quelli violenti mimando stupri di un branco, o amorali e corrotti con accoppiate lesbo o gay in un divertissment nei quali si vuole evidenziare la poesia e l'arte tra corruzione del potere temporale e clericale.
L'orgia del potere si potrebbe definire questo spettacolo perchè la musica è di una potenza a cassa di espansione che batte sullo stomaco facendo scatenare istinti primordiali consumati fra sesso e libagioni cercando di prevaricare gli uni sugli altri.
Le coreografie sono rappresentate in perfetto sincrono con le movenze dei ballerini eseguite a modo e soprattutto ad arte di danza contemporanea in una serie di esercizi ginnici acrobatici e sinuosi con svitamenti serpentini a dar l'idea degli accoppiamenti sessuali eroticamente consumati in modo selvaggio, atleticamente inappuntabili (anche se alla fine perdevano il coinvolgimento per ripetitiva di una sorta di coito infinito, che a volte è peggio di quello precox) intercalati in una scenografia in movimento con salti su di un tavolo trasformato in  letto e poi in armadio con scomparti o in una sorta di monolite da scalare danzando  in gruppo al ritmo vivacizzato di Vivaldi o a quello liturgico delle musiche sacre di autori del Medio Evo fra i quali anche cantici dei poeti a raccontar l'amor cortese fra donzelle e cavalieri.
E nel finale la grande festa con tutti i ballerini intorno al tavolo in un rittorno della musica inizial  Carmina Burana di Carl Orff a chiudere il cerchio di una sorta di giro dell'inferno con abbuffata orgiastica priva di freni inibitori.
Il pubblico ha molto apprezzato la performance frutto di un grande allenamento da parte di ballerini poiroettanti in perfetto sincrono con le battute del ritmo, formando un ensemble armonico con gli strumenti musicali come se raffigurassero una per una le note che emanavano, supportato dall'enfasi potente del coro, meritandosi in pieno di ricevere il lungo plauso della platea.  Bellissimo spettacolo “sublimato”da sprazzi di poetico lirismo in una carnalità furoreggiante tra il sacro ed il profano.
             

sabato 6 maggio 2017

CASALINGHE DISPERATE TRA LE MACERIE DEL MURO DI BERLINO.







Si guarda sempre con un certo sussiego ai film d'Oltrecortina che comunque trovano sempre molti consensi al Festival di Berlino mentre nelle nostre sale si rimane un filo basiti non sapendo se prendere sul serio le introspezioni a freddo dell'amore e del desiderio delle donne dell'Est.
Infatti vengono sempre alla memoria le scenette di Zelig con Cripstak e Petrektek che si scambiando le rispettive emozioni, esternandole a parole, dopo un rapporto sessuale consumato meccanicamente.


Il film Le Donne ed il Desiderio di Tomasz Wasilewski ce lo illustra aprendo la serie di accoppiate, viste dalla parte femminile, con una giovane donna Agata madre di un bambino e moglie infelice di un operaio che pensa solo alla carriera e come dar benessere alla propria famiglia. Il loro rapporto in crisi si riaccende con la passione che infiamma la carne della moglie  la quale, desiderando ardentemente il Prete del Paese giovane idealista di bell'aspetto,  brucia prendendosi con violenza il sesso del marito. Una consolazione magra perchè la carne è debole e lo spirito del Prete  resta forte ma lontano e separato dalla Chiesa. C'è n'è abbastanza per disperarsi anche se mal comune è mezzo gaudio. Infatti nella comunità tante altre donne non sono messe bene dovendo fare i conti con varie realtà.
La direttrice di una scuola Iza per esempio se la deve vedere (si fa per dire) con una rivale defunta, “le più pericolose”, tampinando il vedovo, medico condotto del Paese, del quale è stata amante per diversi anni perchè aspira a continuare la relazione e farsi sposare. Missione impossibile perchè lui è padre e non si sente di tradir la moglie spirata a miglior vita con la Preside di sua figlia per cui ad Iza non resta che consolarsi facendosi un suo ex alunno che la stallona in bagno mentre lei si guarda allo specchio partecipando senza soddisfazione, lasciandolo alla fin della goduria, con le mani in mano.
Inacidita al massimo la Preside si rifà con una vecchia insegnante Renata (una dfonna di una certa età  la quale nel privato ha arredato la casa come un bel giardino con piante in ogni stanza e guardando gli uccellin che volano da un ramo all'altro beccando le briciole di cibo sulla sua tavola) licenziandola perchè “...ha già dato anche troppo...”.
Non agli uccellini è ovvio ma insegnando agli scolari che comunque non ha mai amato: lo si deduce vedendola sempre intenta  a spiare la vicina Marzena insegnante di aerobica e piscina-therapy, tra l'altro sorella della Preside Iza, riuscendo ad intrecciar con lei un'affettuosa amicizia che scoppierà in tutta la sua
tenerezza, dopo averla trovata nuda, addormentata da una forte ubriacatura, lavandola dalle tracce di sperma sul corpo lasciatole da una fotografo segaiolo. Il film coinvolge  freddamente specie guardando scorrere in sequenza tanti nudi femminili di carne giovane e carne tremula che si espongono senza alcuna traccia di pudore secondo il costume dei Paesi Nordici e dell'Est in particolare, risultando interessante nel rigore ambientalistico, in questo contesto nella Polonia di Lech Walesha in sholidarnos dei primi anni 90, quando si respirava il senso di libertà dopo il crollo del muro di Berlino e della voglia di allinearsi all'Occidente rappresentata tra le masse con l'introduzione dei jeans importati finalmente nei Paesi Comunisti senza censura insieme ai collants. Tutti  prodotti con i quali tanti turisti occidentali del sesso  avevano poi riempito le trolley per conquistare le ragazze dell'Est tutte in fregola come in una sorta di calzedonia e sull'orlo di una crisi di Jeans.


Quei Paesi erano ancora indietro rispetto a noi Europei che invece avevamo importato già dal dopoguerra le mode e gli stili di vita americani con i jeans e lo stile militare ad imperversare nelle bancarelle dei Mercati rionali sbarcati a Livorno e in vendita aimagazzini all'ingrosso, con tanti liquori, wisky in primis, che non mancavano nelle  nostre tavole dopo i pasti a sostituire i “cordiali” o i Zabov della nostra tradizione.
A conferma c'è una citazione nel film Le Donne e il Desiderio  quando Iza invitata a sedersi a tavola per sorseggiare un liquore, così  risponde: “...allo zabaione”. Zabov? Zabov o Vov a piacere...
Non male come film in una sorta di revival nel revival che invece di sfociar nell'happening lascia l'amaro in bocca come se le donne avessero perso il tram del desiderio per disperarsi tutto sommato di una buona sorte (tutte quante erano ben piazzate) della quale non hanno saputo cogliere l'attimo fuggente. Infatti invece di lottare per la rinascita hanno preferito invadere l'Europa per venir a far i mestieri che le Occidentali non vogliono più fare,  ma si fa per dire, con la badante in primis. Il resto è vita.E non si fa per dire.