Visto e piaciuto tra le radici di un albero situato in basso, la piccola fanciulla si avvicina al soldato blu caporale ferito in una gamba che lei premurosamente assiste portandolo dentro al college di signorine-bene capitanate da una direttrice di ferrea e rigorosa volontà (Nicole Kidman) affiancata da un'insegnate di francese (Kirsten Dunst).
La giubba blu è interpretata da Colin Farrel per tenere testa al gruppo di fanciulle in fiore cresciute fuori dal mondo e dalla guerra della quale non conoscono le tribolazioni avendo cibo e acqua a volontà.
I costumi sono sempre freschi di bucato e stiro, le acconciature perfette profumate di sapone l’ambiente è di raffinato e curato arredo in una grande casa con portico in stile american sudista di Tara memoria circondata da un bellissimo parco con le foglie gialle che coprono la terra e volan via col vento fra alberi secolari in un paesaggio autunnale squarciato da raggi di luce a rappresentar un ambiente da favola, mentre in lontananza si sentono spari di cannoni.
Il film si snoda su un livello teatrale con dialoghi serrati all’insegna del bon ton in uno scambio di battute leziose palleggiate cordialmente: Buongiorno Caporale” “Buongiorno a lei signorina” che il rude soldato blu riesce a reggere in loro presenza per poi scoppiare a ridere quando resta solo.
Una volta ripresosi dalla ferita si risveglia in lui la voglia di sedurre e piacere per rimanere a godere di quella pacchia continuando a vivere la guerra in fashion style.
Così comincia a sfoderare un repertorio di maniera composto da paroline dolci sussurrate all’orecchio di ciascuna facendole agitare tutte con le farfalline nello stomaco ed iniziare una sorta di minuetto con un via vai fra porte che si aprono e si chiudono a chiave dove lui resta chiuso ed a disposizione per soddisfare un bisogno di ciascuna, un desiderio, un capriccio che tutte educatamente esprimono tranne una, la più sfrontata, la quale parte dritta con un lingua in bocca che lo stende lasciandogli il sapore dell’eros in bocca.
Infatti è proprio da lei che parte all’assalto in una notte fonda dopo aver assistito ad un celestiale concerto al piano, scartando le istitutrici per scegliere la verginella folle (Elle Fanning)
Scoperti mentre incrociano le rispettive “gambe le mie fra le tue”non fanno in tempo a consumare lasciando sul più bello il letto caldo per dare così modo alle istitutrici escluse di perpetrare la loro vendetta facendolo una rotolar dalle scale e l’altra nel tagliargli la gamba curata con la scusa di evitare la cancrena.
Il maschio è servito ma vedendosi storpio fa uscire la belva che era in lui inforcando una pistola per metterle tutte in uno stato di soggezione e servitù riuscendo solo nell’intento di conquistare il cuore dell’insegnante di francese la quale gli si dona completamente dopo essersi barricata in stanza con lui a consumare la passione fin tanto da riuscire a placare la sua collera.
Ma galeotto fu quel fungo, Amanita Phalloides, che la fanciulla andava nuovamente a cogliere per infilarlo fra i porcini e servirlo a cena,secondo le istruzioni impartite dalla direttrice che lo faceva rantolare a terra e morire stecchito. La vendetta era servita.
Certo Nicole Kidman non è Rossella perché a Tara l’intrusione di un soldato blu era stata liquidata freddamente con un colpo di pistola prima ancora che parlasse seguita da Melania con la spada sguainata e chiuder la faccenda senza sgranare il rosario o assolversi con le preghiere tirando in ballo il signore per far vincere una sorta di guerra che da seccessione era diventata santa.
Certo è che la regista Sofia Coppola è figlia di un grande come Francis Ford Coppola che ha lanciato la mafia italo-americana ammantandolo di fascino patinato fino a concludere con la morte della figlia del padrino (interpretato dalla stessa Coppola) quale vittima sacrificale a chiudere la serie e lasciar l’amaro in bocca, per cui la figlia di cotanto regista ha imparato la lezione di presentare un prodotto ben confezionato lasciando l’amaro di veleno in bocca, ma innovandosi al di là della robusta e ruvida patina del vecchio padre dal quale sembra aver preso le distanze per seguire la propria strada di una generazione di giovani eleganti di un certo tipo e con un certo stile.
Certo è che la guerra de L’Inganno non è quella descritta in Via col Vento né tanto meno quella della regista Catherine Bingelow per cui si rimane un filo sconcertati che con tutte queste certezze il Premio alla Regia a Cannes sia andato a Sofia Coppola per aver diretto questa sorta di favola horror d' autunno in minuetto dove la guerra è fuori dal cancello che il Caporale ha avuto la malaugurata voglia di varcare come se non avesse potuto sottrarsi ad un richiamo simile al suono delle sirene: “Noi ti avremo, non ci sfuggirai…” andando incontro al suo destino tragico.
L’interpretazione di Colin Farrel è super di una sensualità selvatica e rude da due marroni che sprigionano quel tipico odor di fertilizzante maschio a scatenar un processo alchemico fra lui e la terra bagnata ed accogliente (delle collegiali).
Ma più di lui potè quel fungo Amanita Phalloydes raccolto e cucinato dalle fanciulline alle quali piacevano i porcini. Mica i marroni. Come insegnava genialmente Nietzsche “I rapporti sono spesso basati sul fraintendimento”.
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