martedì 21 novembre 2017

IL SEX APPEAL DI UNA SOTTOVESTE

 Sottomarino in panne. Speriamo bene che come una sorta di Operazione Sottoveste finisca in cronaca rosa avendo ancora un giorno di riserva.
La sottoveste è un capo di biancheria intima che sembra ormai scomparsa dalla circolazione.
La sottoveste più intrigante è sicuramente quella di Kim Basinger indossata nel film 9 settimane e mezzo tutta in raso-seta color panna tagliata in sbieco per ondulare in sincrono col corpo e con spalline sottilissime. Questo capo si era diffuso molto negli anni 90 ed il modello lo abbiamo visto ieri sera indossato da una esordiente Michelle Pfeiffer in Scarface che ha esibito il modello oltre che in camera da letto anche come abito-sottoveste in ogni occasione, disco in primis.














A diffonderlo in versione sottoveste comunque sul mercato ci hanno pensato i cinesi producendolo in poliestere di tanti colori al costo di mille lire
poi tradotte in tre euro (perchè con l'euro la lira è raddoppiata o triplicata facendo salire i prezzi alle stelle anche se gli italiani se ne sono accorti molti anni dopo quando esaurite le riserve in Banca si sono trovati con gli stipendi dimezzati di valore).




In realtà la sottoveste è stata comunque un must degli anni 50 quando imperversava la nuova fibra in nylon adottata anche nei film storici dove non c'entrava nulla, ma erano le star ad imporla perchè la nuvola di voile nella quale si avvolgevano aumentava il sex appeal.


La sottoveste strepitosa che ha stregato il mondo è quella sfoggiata da Elizabeth Taylor in La Gatta Sul Tetto che Scotta, in colore bianco di seta con pizzo ai bordi e sul seno ad esaltare un decolleté tornito e sodo .
Il film era tratto da un  testo teatrale di Tennessee Williams che Liz ha recitato con molta naturalezza trovandosi a suo agio con quel capo sexy che esaltava elegantemente un seno prosperoso senza esibirlo open-air, ma soprattutto perchè era bianco il colore da lei preferito che invece l'aveva esaltata eroticamente nel film Improvvisamente l'Estate Scorsa quando lo adottava con un costume a un pezzo solo dove il bianco lasciava trasparire le sue forme in un vedo non vedo dei capezzoli e triangolino nero fra le gambe (allora non era in uso depilarsi come bambole così come si fa tutt'oggi. Negli spogliatoi delle piscine per esempio le donne nelle docce insieme alle bambine sembrano tutte delle barbie).


Molte star si sono cimentate con questo testo teatrale come Scarlett Johansson a Brodway e Vittoria Puccini in Italia, entrambe con scarso successo perchè un conto è mettere il grazioso musetto in primo piano, un altro è recitare dal vivo in un teatro nel quale hanno fatto flop anche Julia Roberts  e Manuela Arcuri nell'emulazione della Pretty Woman.
La sottoveste ultimamente ha fatto capolino in Spectre portata da Lea Seydoux nel classico color panna con pizzo,ma resta comunque un capo quasi introvabile perchè le donne preferiscono la lingerie sezy da portare con abiti strizzati o pantaloni, facendo così a meno di un capo un tempo indispensabile ma ormai adottato solo in occasione di seratine hot.





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