venerdì 30 novembre 2018

LA TROPPA GRAZIA DI ALBA ROTWACHER

Troppa Grazia è il titolo di un film a tutti gli effetti di nome e di fatto.

Infatti appaga i sensi brillando come un piccolo gioiello d'autore italiano essendo curato in ogni particolare soprattutto negli ambienti esterni  con una fotografia solare  puntata su campi di grano arati  e nei complementi d'arredo delle case di campagna con vecchie credenze piene di cassetti.
La protagoiniuta è Alba Rotchwacher finalmente “protagonista” di una commedia brillante che fa risaltare tutta la sua singolare bellezza  quasi sempre mortificata  da precedenti ruoli di caratterista di attrice talentuosa.
La quale di talento ne ha fin troppo, come a dire troppa grazia un po' sprecata che in questo film invece esplode dalla radice dei capelli arruffati ad arte al look semplice ma di grande ricercatezza come la T-shirt a righe colorate  che fa pendant con quelli dello zainetto sulle spalle che si porta dietro con tutti gli attrezzi da geometra., passando per la recitazione del cui talento  nessuno mai aveva dubitato fin dagli esordi ma che qui si manifesta scoppiettando  a ritmo serrato  e nevrotico ma tenero e intelligente.Una rivelazione.
Infatti le si rivela la Madonna che le appare sotto le sembianze di rifugiata albanese per impedirle di far costruire un Centro Commerciale  ed erigere invece una Chiesa  come una sorta di succursale di Midjugory facendo una catena di Santuari pieni di litanie di stampo Mater.
La madonna infatti è una tipa tosta che non lesina le maniere forti per indurla a ritrarre la firma messa sulle mappe catastali  suggerendole di rivelare che sotto al terreno ci sia l'acqua.
La quale poi sorgerà copiosa per far trionfare il progetto-Santuario che porterà più pellegrini di quanto possano essere i clienti del Centro Commerciale.

Un mix di misticismo e logica che rende il film originale perchè unico in questo genere  andando oltre la spiritualità  come unica speranza di un futuro migliore  nel quale invece il puntare  l'occhio al business non è da sottovalutare visto il giro d'affari  che si instaura intorno ai santuari Mariani e di Padre Pio al seguito il quale più che Santo doveva essere assurto a manager spirituale di membro al vertice del CdA
 VIP.
Così anche la Madonna è scesa in terra per farsi imprenditrice aiutando i suoi figli nel nome di Dio Padre  estendendosi alle varie etnie perchè ai suoi occhi siamo tutti uguali anche se poi in pratica saranno esclusi dal pellegrinaggio tutti i fedeli non cristiani.Infatti curiosamente se nel commercio non si guarda in faccia a nessuno pur di monetizzare, nella religione c'è sempre una netta divisione pur avendo Papa Francesco  aperto il dialogo con tutte, tranne quelle orientali  con le quali forse ci sta lavorando.
Nessuno sembra cogliere l'ironia di questo messaggio perchè alla fine con lo sgorgar dell'acqua da una fonte ci si inginocchia gridando al miracolo come da copione.

Il film è carino e gradevole con un contorno di attori della compagnia di giro autori italiani intellettuali emergenti tra i quali spicca la giovane attrice figlia di Lucia (Alba Rothwacher)di coscia lunga e campionessa di scherma. Insomma l'originalità la fa da padrona per cui il film piace in tutta la sua comicità surreale che se in teoria dovrebbe far riflettere su un ritorno dei valori della vita dicendo basta ai Centri Commerciali come polo d'attrazione di famiglie che vanno a spendere nell'effimero dando ragione a Luigi Di Maio che li vuole chiudere almeno la domenica, in pratica mette in guardia sulla costruzione di nuove Chiese e Moschee o altri luoghi di culto perchè oltre alla preghiera  circolano interessi commerciali e non solo per fini umanitari. Così questi santuari sono paragonabili ai Centri Commerciali che ormai assediano le città  perchè penalizzano le piccole Chiese così come i piccoli negozi dei Centri abitati che andrebbero invece entrambi consolidati con iniziative clericali per far proseliti  ed incentivi per far girare l'economia.








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