domenica 31 marzo 2019
sabato 30 marzo 2019
LA CRISI DEI QUOTIDIANI
Il Corriere ha arricchito il suo numero con tre inserti speciali e il libro sul processo di Norimberga come a dire compri cinque e paghi uno.
Tanto cartaceo voluminoso mette in soggezione per cui si spiega come sia ancora invenduto quando a quest'ora era già quasi esaurito.
Sono finiti i tempi in cui gli anziani si riunivano nei Bar per raccontare le notizie del loro quotidiano.
Quando ero ragazzina prima di andare a scuola mi fermavo al Bar Italia per fare colazione e mi soffermavo ad ascoltare fra i tavolini alcuni anziani, ospiti fissi, che commentavano le notizie del giorno sul loro quotidiano perchè si intravedeva l'orgoglio di appartenenza a questo giornale locale.
Il quale ora si arrabatta con pagine nuove sempre più belle, notiziole replicate all'infinito quando una volta non sarebbero state diffuse nemmeno pagandole il doppio come per esempio la sostituzione di un cantante al posto di un altro.
Basta che esci fuori dall'uscio che, tac c'è la fotografa della dentiera che morde la torta che ti vuole immortalare mentre ti godi la colazione o stai facendo spesa al supermercato. Così come una star ti copri e pensi a quanto siano molesti i paparazzi. Ha!
Tanto zelo è commovente. Basta aprìr bocca che ti dedicano una pagina, ti mettono l'Antagonista per farti dispetto ed aver l'ultima parola o ti raccontano le loro ossessioni anche se nulla hanno a che fare con la realtà.
Ecco questo è il punto, i giornali lavorano troppo di notizie sul nulla anche se riempiono pagine intere: un pò perchè le copiano sul web un altro perchè le vanno a spiare nei vari pc dove si sono introdotti furtivamente. Una ruberia continua che va a discapito comunque dell'informazione.
Infatti ora la mattina la colazione si fa senza la corte degli abituées commentatori dei fogli alzando un grido solo quando fra i morti c'è qualche conoscente. Il foglio dei morti viene messo da parte dopo averlo sfogliato distrattamente senza accorgersi che le pagine sono più belle, più colorate, più ricche di notizie.
Cosa non si fa per un pubblico giovane dinamico sempre alla ricerca di novità di qualsiasi settore. . Purtroppo a leggere i giornali sono gli anziani.
E' triste ma questo è. E' un declino ineluttabile che sta andando al passo coi tempi dove telefonini smart tablet hanno sostituito la carta stampata mentre a resistere sono ancora le Tv ed il cinema. Le quali stanno per essere surclassate dai p.c.
I settimanali resistono ancora perchè sono quelli colorati e ricchi di figurine che si comprano facendo la raccolta, per qualche giorno, come si faceva una volta con quelle del calcio finendo poi in massa nei bidoni della carta.
Meno male che il riciclo c'è. A volte i rifiuti sono più utili dei "consensi pilotati" i quali sono proprio quelli che vanno dritti nell'inceneritore.
venerdì 29 marzo 2019
QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE IL SEQUIEL
Il film 4 Matrimoni e un Funerale è fra gli indimenticabili del cinema avendo segnato un'epoca di una gioventù scanzonata e comunque molto British.
Il regista del film originale Richard Curtis ha riscritto il cortometraggio che verrà diretto da Mike Newell ed andrà in onda esclusivamente negli Stati Uniti per la NBC mentre il giorno dopo sarà programmato per gli Inglesi dalla BBC.
Un evento televisivo imperdibile per tutti i fans del film e dei protagonisti che ritorneranno nel sequiel 25 anni dopo per cui sarà curioso rivederli invecchiati e se ancora così pimpanti. Christine Scott Thomas è diventata bionda ma non è la stessa Fiona del film mentre come new entry sono state scelte due attrici molto note per celebrare il loro matrimonio lesbo-chic.
Molto chic perchè Alicia Wikander è in smoking nel ruolo di “maschia” mentre Lilly James in quello donna-donna.
Le due attrici si sono prestate ironicamente per questa accoppiata che al giorno d'oggi non è più trasgressiva perchè ampiamente accolta come parte integrante della vita di coppia in amore.
Nella finzione c'è molta partecipazione anche se Alicia è felicemente sposata con Michael Fassbinder per cui non ci sono dubbi che stia recitando mentre su Lilly James non c'è da scommetterci la scarpetta di Cenerentola o il tubino impero di Natascia in Guerra e Pace perchè il dubbio alimenta la morbosità che si accende sempre intorno a una coppia lesbo che rappresenta l'incarnazione dell'immaginario erotico maschile.
Il film da molto British con il cortometraggio Tv è probabile che scada nell'americanata delle commediole wow!wow!
Comunque dopo gli States e il Regno Unito il cortometraggio in seconda visione se lo accapparrerà sicuramente il Carlo Freccero ormai lanciato sul segno della trasgressività per programmarlo su Rai Due. C'è da scommetterci l'Ultimo Tango a Parigi ormai archiviato come cult che non fa più notizia bomba. Ormai siamo tutti americani che sono sempre primi a sganciarle perchè due micie che si baciano col rossetto e lingua in bocca valgono più di tutto un Lessico amoroso. Rigorosamente Etero ovviamente, magari in triangolo in ammucchiata ma etero, con ciascuno al suo posto. Da non intendersi “in quel posto”!
giovedì 28 marzo 2019
mercoledì 27 marzo 2019
LA VIA DELLA SETA
La recente visita del Presidente Cinese Xi ha diviso il Governo sul fatto che fosse un'opportunità o una trappola.
Attenzione Italia, stai all'erta. All'erta sto. Infatti a dare una garanzia di buon auspicio c'erano il Presidente Mattarella con la figlia per cui gli italiani c'è da scommettere che faranno sogni d'oro perchè il Presidente cinese è come una sorta di Re Mida: tutto quello che tocca viene riprodotto a miliardi tanti sono i cinesi nel mondo.
Questo è il lato positivo della via della seta sperando che il Presidente Mattarelli non si riveli (comunque a sua insaputa per buona fede della quale non dubitiamo perchè l'Italia lo ama per la sua integrità e alta statura morale) come quiei garanti brokers che quando vogliono rifilarti dei titoli azionari dicono serafici di averli comprati anche per i loro figli per poi vedere scoppiare fulmini e saette sulla banca.
Ad ogni modo una lezione la dobbiamo imparare da questi cinesi per la sfilata a basso profilo nel quale lui è sembrato un uomo in grigio commesso viaggiatore mentre lei, la firts lady ha sfoggiato abiti dell'ultima moda del celeste impero distruibuiti daglii empori cinesi sparsi in abbondanza nel nostro Paese nel quale i manufatti sono stati fabbricati col marchio del made in Italy. Il solco della via della seta era già statoi battuto da tempo in uno scambio proficuo fra mano d'opera cinese e e stilisti nostrani con marchio Made in Italy dal quale sono stati banditi Dolce e Gabbana, ufficialmente per aver offeso con un promo volgare le tradizioni cinesi, ma ufficiosamente perchè sono gli stilisti di Melania Trump la firts lady americana il cui consorte ha penalizzato fortemente la Cina con i dazi
La Firts Lady cinese è stata “sequestrata” e portata in trionfo a visitare le bellezze italiane localizzate a Roma nel museo di Villa Borghese che contiene opere di artisti importantiu sulle quali la Firts Lady ha posato l'occhio che come una sorta di Grande Fratello ha trasmesso quelle immagini artistiche in tutta la Cina incrementando così il prossimo turismo di massa made in China che al nostro Paese mancava diciamolo essendo molto diffuso solo fra i giapponesi.
Prepariamoci pertanto ad accogliere in massa i cinesi anche se come ha asserito Virginia Raggi a Non è L'Arena “..il turismo low coast non ci interessa perchè puntiamo su quello a 5 Stelle”, dimostrando che il M5S lei ce l'ha nel DNA.
Il turismo a 5 stelle se lo può comunque scordare visto il “basso profilo terra terra perchè son venuto qui per lavorare e magari lavorarmi gli italiani” del Presidente e consorte per cui ci dovremo rassegnare a quello di massa sperando che non sia una piaga come quella delle cavallette.
Il turismo low coast nostrano non è comunque da disprezzare perchè composto per la maggior parte da pensionati ed anziani che sono poi quelli che dispongono di un reddito non di cittadinanza, i quali anche se non sono animati da passione per virtude e conoscenza per l'arte non possiamo che apprezzare la loro buona volontà nel vederli a bocca aperta davanti alla guida che li istruisce su una qualche opera d'arte.
Poi se la bocca è aperta per l'acquolina nel pensare a farsi “le magnate” a pranzo di mezzogiorno ci sta anche quella perchè oltre ai Musei a trarne vantaggio cìè pur sempre la ristorazione per cui vedremo se il turismo di massa cinese la incrementerà sui prodotti della tradizione del nostro Paese o rafforzerà quelli dei ristoranti cinesi. I quali curiosamente sono spariti per dare spazio al sushi giapponese che i cinesi vedono come un pugno in un occhio, anzi due: sia il sushi che i giapponesi.
Vuoi vedere che Cina e Giappone vengono a finire la loro guerra qui in Italia così come facevano gli stranieri quando questa era divisa in tanti staterelli?
Il passato dovrebbe farci riflettere sul nostro futuro che comunque speriamo sia all'insegna di rose e fiori piuttosto che di sogni d'oro.
martedì 26 marzo 2019
LA BREXIT AL NASO
Il potere logora chi non ce l’ha, e Theresa May sembra sull’orlo del collasso. In poco tempo è invecchiata di 10 anni con zampe di gallina di qua musi lunghi di là passo in disparte per evitare giornalisti che non le danno tregua.
Sembra proprio una che l’abbia combinata grossa perché la Brexit le si sta rivoltando addosso come un boomerang che comunque lei continua ad affrontare tirandolo agli inglesi con grande coraggio al motto di non arrendersi mai. May Theresa non può fare altrimenti comunque perché ormai deve andare fino in fondo sperando di riuscire a divorziare dalla UE rimediando qualche accordo.
Trump ha sbagliato le trattative ma qualsiasi cosa avesse chiesto non
poteva illudersi che andasse a buon fine perchè la UE avrebbe voluto solo
fargliela pagare anche per scoraggiare l’effetto emulazione.
E’ pur vero che il Regno Unito è un’Isola staccata dal continente Europeo ma proprio per questo il voler rivendicare la sua autonomia è stato un errore gravissimo.
Gli Inglesi si stanno rendendo conto della gravità Brexit solo ora che sono messi davanti a tante rinunce che dovrebbero affrontare per sospensione di scambi per la riduzione degli Import-Export e per l’infelice isolamento nel quale si troveranno a vivere.
Se in un primo momento, e cioè al momento del Referendum era scattato l’orgoglio Imperialista del tempo che fu sperando che non fosse “May” tramontato il risveglio all’Alba nel mondo reale in grande crisi occupazionale che imputavano al flusso degli stranieri, si sono spaventati di quanto la May stava combinando senza concludere alcunché lasciando il Paese in una sorta di limbo che sicuramente rappresenta lo stadio peggiore dell’esistenza perché l’incertezza è peggio di qualsiasi altra situazione difficile da gestire anche se drammatica.
L’attesa è piacevole se rappresenta un preludio di un evento positivo ma evidentemente all’orizzonte questo evento gli Inglesi non lo vedono con il cambiamento perché come un divorzio è sempre un incognita se la separazione avviene senza un motivo grave che non sia il capriccio di una momento per l’insofferenza nel sentiri intrappolati in un menage impegnativo.
Dice il saggio che quando un partner presenta più problemi che risate sia ora di metterlo alla porta. Gentilmente civilmente senza scosse possibilmente.Una parola. Provare per credere nel farlo con un partner che non si aspetti tale decisione cogliendolo di sorpresa e vedere cosa può succedere. Huè Huè ma siamo matti? Così gli accordi vanno in fumo per cominciare la guerra O Soccombi Tu oppure Affondo io. Meglio Tu se non ci vediamo più.
Una via di mezzo comporta molte trattative con apertura di istruttoria e sentenza di primo e secondo grado fino ad arrivare all’esito finale con la Cassazione dopo aver presentato pile di scartoffie con memorie repliche e conclusioni che la Brexit è ancora lontana nel formulare ma ce la sta mettendo tutta nel portarle avanti anche se la UE ha già dato la risposta definitiva che comunque la May non si rassegna ad accettare.
Qualcuno pensa che qualcosa potrebbe riuscire a spuntare tutto purchè non sia un nuovo Referendum che invece è la soluzione migliore.
Questo perché cambiare idea è sinonimo di intelligenza mentre restare fermi pensando che sarà la UE a cambiare è sinonimo di caparbietà che nella vita premia solo se di base ci sia la buonafede in ciò che ci si prefigge di raggiungere basata comunque su motivi validi.
Perché la vita ha i suoi ritmi, i suoi tempi i suoi diciamo pure meccanismi
per trovare l’equilibrio naturale cosmico per ricominciare con la semina e raccoglierne i frutti emanando la sua sentenza al di là della giustizia terrena che in questo caso è la UE. Pertanto se la Brexit era matura per il Regno Unito, perché saturo di stranieri e penalizzato nell’amministrazione
con le imposizioni Europee uguali per tutti senza tener conto di ogni territorio che in questo caso è un' Isola esposta ai 4 venti e dunque più fragile e vulnerabile di tutti i Paesi UE per cui è stata “costretta” a chiudere senza aver nulla a che vedere con l’orgoglio imperialista degli antichi fasti, la caparbietà della May la spunterà.
Forse l’ha fatta grossa dura dura, ma l’ha fatta necessariamente per il Regno Unito che con la Brexit si libererà di una stronza perché Theresa ha promesso che volontariamente lascerà l’incarico. Questo fa riflettere sul fatto che in Politica più che statisti lungimiranti sia necessario essere stronzi anche se una volta usciti allo scoperto nessuno li vorrà, volenti o nolenti, più sentire .
lunedì 25 marzo 2019
NASRIN SOTOUDEH E LA CACCIA ALLE STREGHE IN IRAN
Nasrin Sotoudeh, l’avvocatessa impegnata nella difesa dei Diritti Umani e dei Diritti delle donne è stata condannata per “minaccia alla sicurezza nazionale” e ora rischia una pena detentiva di 34 anni e ben 148 frustate.
Ieri a Roma presso l'ambasciata Iraniana un gruppo di donne non solo di quel Paese hanno protestato contro questa condanna chiedendo la liberazione di Nasrin Sotoudeth che vediamo in video in uno stralcio di Taxi a Teheran al quale ha partecipato in veste di passeggera amica del regista Jafar Panahi.
Il cameo è particolarmente commovente se si pensa alla sorte toccata a questa coraggiosa donna, tra l'altro bellissima e piena di vita sperando che il mondo si mobiliti per liberarla da questa condanna di oscurantismo medievale di caccia alle streghe che ancora vige in Iran.
CAFE' GLACE' IN TAXI BUS (a Teheran) 18.12.2015
I mezzi pubblici in Italia sono a molto efficienti e utilizzati soprattutto dalle fasce deboli e povere degli anziani, scolaresche ed extracomunitari mentre tanti preferiscono
prendere il taxi che non è comunque alla portata di tutte le tasche perchè sono molto cari: per un giro dal centro alla perfiferia di una città di provincia per esempio, che in bicicletta si potrebbe girare in lungo e in largo in dieci minuti, si va dai sette agli otto euro se non ci sono semafori o file a rallentare la corsa. Quello che manca è il taxi-bus e non si capisce perchè non circolino come in tutti gli altri Paesi, non dico d'America ma persino quelli del terzo mondo o Medio Oriente a dare la possibilità a ciascuno di prenderlo in strada gridando il fatidico: “Taxi” oppure con il mitico fischio di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, senza dover ricorrere alla chiamata telefonica o la fermata nelle stazioni.
Insomma questo per dire che in fatto di mezzi un Taxi-Bus da prendere al volo sarebbe un arricchimento per una città.
Non c 'è bisogno di ampliare il mezzo perchè questo servizio lo potrebbero fare anche i taxi normali così come si è visto nel film Taxi a Teheran premiato quest'anno a Berlino. Anche se non è un grande film in sé, è molto curioso perchè non ha un racconto ma tutta una serie di discorsi raccolti dall'autista, il regista Panhai che è ricorso alla candid-camera per poter continuare a girare nel suo Paese dove è stato politicamente censurato.
Tanta inventiva e coraggio anche se sotto forma di una sorta di reality del Grande Fratello perchè ovviamente si segue un copione, sono stati premiati a Berlino con l'Orso d'oro al regista Jafar Panhai consegnato alla nipotina alla quale lo zio ha riservato nel film la parte più deliziosa, quella della scolara-signorinella molto informata e attenta ad apprendere l'arte della regia per confezionare un docu-verità con piccola telecamera digitale.
La freschezza e l'ingenuità della piccola in bilico fra i consigli della maestra improntati verso un rigido cerimoniale per inquadrare tutti in un'ottica di regime dove gli uomini con la barba per esempio sono più distinti di quelli con la cravatta, e la prova di libertà nell'esprimersi artisticamente che le offre lo zio che per lei rappresenta un mito, fanno un contrasto molto scoppiettante ma estremamente elegante come solo gli opposti in sincrono possono creare.
La ragazzina, aspirante regista infatti avendo filmato un suo coetaneo che vagabondando per strada scopre a rubare, gli insegna a restituire il maltolto per poi farsi accompagnare dallo zio in un Bar a prendere un Café Glacé (un dolce gelato al caffè molto in uso in medio-oriente) mentre lo zio intreccia conversazioni con passeggeri alle prese del loro quotidiano nel quale, commentando le notizie del giorno, si giudica un ladro condannandolo alla pena dell'amputazione della mano, per poi finire la corsa con l'assalto su commissione del taxi bus, lasciato in parcheggio, da parte di due motociclisti che mirano ad oscurare la telecamera senza comunque riuscire a prendere la memoria perchè tempestivamente staccata dal regista.
Il film è molto interessante perchè mette a confronto queste due diverse visioni di reato come il furto che la ragazzina con la sua innocenza vuole sventare ricorrendo alle maniere buone mentre lo zio raccogliendo le confidenze di normali cittadini evidenzia come siano ancorati ai sistemi medievali del taglio della mano.
https://www.youtube.com/watch?v=OgH5d40fSYA
La giovane democrazia che sta germogliando nella mente di questa ragazzina in contrasto con le maniere forti di regime in vigore in Iran fanno comunque ben sperare per le future generazioni di questi Paesi sotto il giogo di leggi dittatoriali obsolete ed oscurantiste che con la metafora del pugno alla candid-camera rendono l'idea dei metodi violenti usati anche nell'ambito di una proprietà privata nella quale un reality come il gioco del Grande Fratello sia bandito come pericoloso e proibito.
CAFE' GLACE'. ECCO LA RICETTA
In una padella antiaderente fate caramellare lo zucchero a fuoco forte, finché assume un colore ambrato. Togliete la padella dal fuoco. Unite il miele e fate schiumare brevemente il caramello. Aggiungete l’acqua e portate nuovamente a bollore il caramello a fuoco forte senza mescolare. Tritate grossolanamente le mandorle e incorporatele. Lasciate raffreddare leggermente.
Montate la panna. Trasferitela in una tasca da pasticciere con bocchetta a stella e mettete in fresco. Sciogliete lo zucchero nel caffè e unite il latte. Versate nei bicchieri con 1 pallina di gelato. Servite con la panna e il caramello alle mandorle.
di morte.
IL BARBIERE DI SIVIGLIA di Rossini
Il Barbiere di Siviglia è un’opera buffa che per esaltarne la leggerezza si è pensato di proporla in maniera sgargiante al passo di un minuetto.
Infatti i costumi erano tutti in colori intensi ad ispirazione di Marie Antoinette di Sofia Coppola, in tinta unita senza orpelli.
La protagonista Chiara Amarù nel ruolo di Rosina ha sfilato dapprima con un giallo limone tutto abbonato sul davanti come una sorta di chemisier, per poi passare al rosa shocking e ad una sorta di vestaglia a metafora color “prugna” a coprire l’abito bianco da sposa che nascondeva sotto come una sorta di prugnetta immacolata.
Di linea semplice e modesta la scelta non poteva che essere a tutto colore per dare smalto al contesto nel quale comunque a brillar erano gli uomini perché i loro costumi più curati nell’assemblaggio.
Le giacche a tre quarti anche se non erano damascate risaltavano meglio delle crinoline perché si giocava con gli abbinamenti dei colori, sempre in tinta unita ma in tono su tono miscelando il blu cobalto al grigio perla alternati al rosso e al totalblack per poi tornare al bianco finale del conte d’Almaviva (Xarier Anduaga) che andava sposo alla Rosina in tinta con il suo abito immacolato.
A tanta semplicità faceva da contrasto il lussureggiante cappello a tricorno del Conte adornato di piume bianche e sprazzi di svarovsky come un perfetto damerino del 700 francese anche se mancavano le camicie a sbuffo o con volant e pizzi.
In compenso il pizzo era sparso dappertutto perché la scenografia era tutto in pizzo nero valencienne dal balcone alla piazzetta fino ai pannelli a far da separé alle scene intercambiabili in questo tripudio in valencienne che si sa è molto delicato disegnato con arabesque e fiori.
L’effetto era di trasparente leggerezza a fare comunque da giusto supporto ad un’opera allegra e divertente dove la recitazione è molto importante per fare frizzi e lazzi nei vari quadretti al ritmo della musica vivace andante mossa e…laralalero…laralalà…figaro qua figaro là…
Finalmente abbiamo visto con il Barbiere di Siviglia un’opera recitata a un buon livello con molta verve da parte della protagonista sia in ensemble che in duetto con la servetta Berla (Eleonora Bellocci) che è stata all’altezza per vivacità e mimica furbesca.
A far da mattatore è stato comunque il Figaro Barbiere (Julian Kim) di qualità che ha saltellato come un arlecchino della commedia dell’artre goldoniana facendo il servitor di due padroni nell’alternar i suoi servigi di barba e capelli al vecchio Don Bartolo (Simone Del Savio) che vorrebbe sposare la sua pupilla Rosina e di piccione viaggiatore con biglietti d’amore ai piccioncini Conte d’Almaviva innamorato di Rosina.
La storia è abbastanza consueta per quiei tempi quando le giovani trovavano rifugio fra vecchi tutori gelosi e possessivi che miravano alle grazie di queste fanciulle sottraendole all’amore di giovani pretendenti gagliardi e pieni di ardore.
Triste destino di tante ragazze dell’epoca che comunque in quest’opera si risolve in bellezza dopo tanti espedienti fino all’escamotage finale quando gli innamorati si presentano con la complicità di Figaro davanti al Notaio chiamato da Don Bartolo, prima che questi arrivi. Pochi attimi di assenza e zac! Viva gli sposi!
L’opera è stata seguita attentamente fino alla fine (tre ore sono tante) con una cascata di petali di rose (ad effetto ottico) sulla scena per festeggiare tanta felicità nell’essere riusciti a coronar un sogno d’amore.
Lo spettacolo ha entusiasmato con tanti applausi ed ovazioni a tutti i protagonisti ed al Coro diretto da Martino Faggiani sempre molto importante in un’opera ma non quanto nelle opere di Verdi dove per esempio un Va’ Pensiero fa venire i brividi, ma questa è tutta un’altra musica. Ben venga comunque anche Rossini con la sua allegra vivacità.
Larallerò…larallalà…figaro figaro figaro… Applausi applausi e felicità!
domenica 24 marzo 2019
sabato 23 marzo 2019
FINDUS E I SAPORI ORIENTALI
venerdì 22 marzo 2019
ILARIA ALPI E LA GUERRA DELLE BANANE
Le inchieste di Purgatori sembrano girare intorno al nulla così tanto per raccontar come abbiamo visto con i Kennedi per esempio dove ha fatto il ritratto di Jacqueline ispirandosi al biopic di Natalie Portman con il film Jackie.
Stessa operazione ieri sera con Ilaria Alpi della quale ha raccontato il mistero della sua mortre ispirandosi al film con Giovanna Mezzogiorno.
Su questo omicidio rimasto irrisolto aveva comunqyue dato un'ampia testimonianza a suo tempo Carmen Lasorella avendo subito anche lei un attentato simile a quello di Ilaria, dal quale ne era uscita, per sua fortuna, ferita anche se le sue disavventure sono state ben più gravi quelkle subite in casa da parte di un Direttore come Clemente Mimun spalleggiato dal critico Aldo Grasso.
GUERRA DELLE BANANE
https://ritaguandalini.blogspot.com/2014/03/guerra-delle-banane.html
Angoscie, misteri, Ilaria Alpi è stata vittima di un agguato a causa della cosiddetta guerra delle banane.
La stessa di cui è rimasta vittima anche Carmen Lasorella rimanendo solo ferita.
Questione di fortuna.
La guerra delle banane a Mogadiscio era scoppiata fra le multinazionali americane della frutta e la Somalia ed ha comunque tolto di scena sia Ilaria che la Lasorella, la voce più calda fra tutte le giornaliste televisive, perchè in video non si vede più.
Questione di banane?
PER CARMEN LASORELLA IL TEMPO DEL CORAGGIO E DELL'AMORE
https://ritaguandalini.blogspot.com/2014/05/per-carmen-lasorella-il-tempo-del.html
Da tempo non si vede in video Carmen Lasorella la bravissima giornalista della RAI che dopo essere stata inviata come corrispondente a Berlino è stata praticamente oscurata.
Durante la guerra in Iraq si era messa a disposizione per fare l’inviata non ricevendo nessuna risposta anche se aveva già maturato esperienze in questo senso nella cosiddetta Guerra Delle Banane a Mogadiscio dove aveva subito un attentato uscendone solo ferita mentre trovava la morte il suo collega Marcello Palmisano e in seguito anche Ilaria Alpi.
Ho trovato un pezzo di un vecchio foglio di un settimanale (purtroppo non si legge la testata né la firma) nel quale si intervista Carmen Lasorella sui suoi rapporti con la RAI che si sono rotti a seguito di alcune polemiche insorte con Clemente Mimum, ora direttore del TG5, tanto che lui voleva querelarla.
“Diventato direttore del TG1 ho lasciato la testata e il direttore Mimun si è tolto il capriccio di oscurarmi, così come aveva già fatto con il TG2”
Mai mettersi contro un Direttore di testata è la lezione che si dovrebbe imparare da Carmen Lasorella specie se è uno che se la lega al dito perché si può sparire dal video da un giorno all’altro.
In una lettera al Corriere la Lasorella si era già lamentata di questo trattamento al quale aveva risposto il prof.Grasso per rincarar la dose di Mimun dicendo che la lettera sembrava scritta da un’esiliata con la retorica di una liceale.
Ora capisco certi oscurantismi inspiegabili in Tv, sul Web o quant’altro.
Quel che è certo è che Mimum si è lasciato prendere dal rancore mentre Grasso si è fatto prendere la mano come “cinico TV” (che allora imperversava in Blob).
Dal maggio 2008 ad ottobre 2012 comunque Carmen Lasorella è stata nominata direttore generale ed editoriale di San Marino RTV e dal 24 aprile 2013 è nominata presidente di RaiNet e a 57 anni si è pure sposata.
Il tempo del coraggio e dell'amore è arrivato puntuale anche per lei.
Alla faccia di Mimun e Grasso!
Stessa operazione ieri sera con Ilaria Alpi della quale ha raccontato il mistero della sua mortre ispirandosi al film con Giovanna Mezzogiorno.
Su questo omicidio rimasto irrisolto aveva comunqyue dato un'ampia testimonianza a suo tempo Carmen Lasorella avendo subito anche lei un attentato simile a quello di Ilaria, dal quale ne era uscita, per sua fortuna, ferita anche se le sue disavventure sono state ben più gravi quelkle subite in casa da parte di un Direttore come Clemente Mimun spalleggiato dal critico Aldo Grasso.
GUERRA DELLE BANANE
https://ritaguandalini.blogspot.com/2014/03/guerra-delle-banane.html
Angoscie, misteri, Ilaria Alpi è stata vittima di un agguato a causa della cosiddetta guerra delle banane.
La stessa di cui è rimasta vittima anche Carmen Lasorella rimanendo solo ferita.
Questione di fortuna.
La guerra delle banane a Mogadiscio era scoppiata fra le multinazionali americane della frutta e la Somalia ed ha comunque tolto di scena sia Ilaria che la Lasorella, la voce più calda fra tutte le giornaliste televisive, perchè in video non si vede più.
Questione di banane?
PER CARMEN LASORELLA IL TEMPO DEL CORAGGIO E DELL'AMORE
https://ritaguandalini.blogspot.com/2014/05/per-carmen-lasorella-il-tempo-del.html
Da tempo non si vede in video Carmen Lasorella la bravissima giornalista della RAI che dopo essere stata inviata come corrispondente a Berlino è stata praticamente oscurata.
Durante la guerra in Iraq si era messa a disposizione per fare l’inviata non ricevendo nessuna risposta anche se aveva già maturato esperienze in questo senso nella cosiddetta Guerra Delle Banane a Mogadiscio dove aveva subito un attentato uscendone solo ferita mentre trovava la morte il suo collega Marcello Palmisano e in seguito anche Ilaria Alpi.
Ho trovato un pezzo di un vecchio foglio di un settimanale (purtroppo non si legge la testata né la firma) nel quale si intervista Carmen Lasorella sui suoi rapporti con la RAI che si sono rotti a seguito di alcune polemiche insorte con Clemente Mimum, ora direttore del TG5, tanto che lui voleva querelarla.
“Diventato direttore del TG1 ho lasciato la testata e il direttore Mimun si è tolto il capriccio di oscurarmi, così come aveva già fatto con il TG2”
Mai mettersi contro un Direttore di testata è la lezione che si dovrebbe imparare da Carmen Lasorella specie se è uno che se la lega al dito perché si può sparire dal video da un giorno all’altro.
In una lettera al Corriere la Lasorella si era già lamentata di questo trattamento al quale aveva risposto il prof.Grasso per rincarar la dose di Mimun dicendo che la lettera sembrava scritta da un’esiliata con la retorica di una liceale.
Ora capisco certi oscurantismi inspiegabili in Tv, sul Web o quant’altro.
Quel che è certo è che Mimum si è lasciato prendere dal rancore mentre Grasso si è fatto prendere la mano come “cinico TV” (che allora imperversava in Blob).
Dal maggio 2008 ad ottobre 2012 comunque Carmen Lasorella è stata nominata direttore generale ed editoriale di San Marino RTV e dal 24 aprile 2013 è nominata presidente di RaiNet e a 57 anni si è pure sposata.
Il tempo del coraggio e dell'amore è arrivato puntuale anche per lei.
Alla faccia di Mimun e Grasso!
giovedì 21 marzo 2019
LA VIA DELLA SETA NON E' DI QUALITA'
La Via della Seta sta mettendo in ansia il Governo perchè la Cina è vista come una Potenza inquietante.
La domanda è: siamo noi ad aver bisogno della Cina o il contrario?
Senza fare tante analisi di economia, basterebbe guardarsi intorno fra la quotidianità e la realtà del nostro Paese, dove i cinesi dalle bancarelle dei mercati si sono allargati ad empori sempre più grandi fornitissimi di ogni genere.
I cinesi lavorano bene in tutti i settori ma purtroppo non sono ancora all'altezza del made in Italy per la scarsa qualità dei tessuti per esempio che sono poco pregiati perfino con la seta che dovrebbe essere il loro cavallo di battaglia che comunque non galoppa come le seterie di Como i cui rotoli si trovano ancora nelle botteghe ricche di magazzino.
Della lana non ne parliamo così pure come cotone e lino che non sono della stessa qualità di quelli italiani.
Dopo un primo exploit comunque i cinesi si stanno restringendo perchè molti negozi fornitissimi fino all'inverosimile stanno chiudendo o hanno chiuso dopo un paio di anni perchè non c'è un grande scambio di merce con nuovi arrivi, sempre uguali da alcuni anni. Come a dire che la Cina sta raschiando il fondo del barile.
Pertanto sarebbe giusto non avere un atteggiamento di sudditanza ma di superiorità perchè sono loro che hanno bisogno di noi anche perchè l'America penalizza la Cina con i dazi.
La vera potenza ancora in ascesa è quella indiana e Pakistana per cui la Cina va tenuta a debita distanza. Gli affari si possono fare senza far loro ponti d'oro. Basterebbe che fornissero un supporto per progettarli e costruirli senza rischio di crollo sperando che non pretendano in cambio di fornire la loro mano d'opera facendola sbarcare in massa in Italia. Su questo punto bisognerebbe essere molto rigorosi nel dire no e non Xi.
La domanda è: siamo noi ad aver bisogno della Cina o il contrario?
Senza fare tante analisi di economia, basterebbe guardarsi intorno fra la quotidianità e la realtà del nostro Paese, dove i cinesi dalle bancarelle dei mercati si sono allargati ad empori sempre più grandi fornitissimi di ogni genere.
I cinesi lavorano bene in tutti i settori ma purtroppo non sono ancora all'altezza del made in Italy per la scarsa qualità dei tessuti per esempio che sono poco pregiati perfino con la seta che dovrebbe essere il loro cavallo di battaglia che comunque non galoppa come le seterie di Como i cui rotoli si trovano ancora nelle botteghe ricche di magazzino.
Della lana non ne parliamo così pure come cotone e lino che non sono della stessa qualità di quelli italiani.
Dopo un primo exploit comunque i cinesi si stanno restringendo perchè molti negozi fornitissimi fino all'inverosimile stanno chiudendo o hanno chiuso dopo un paio di anni perchè non c'è un grande scambio di merce con nuovi arrivi, sempre uguali da alcuni anni. Come a dire che la Cina sta raschiando il fondo del barile.
Pertanto sarebbe giusto non avere un atteggiamento di sudditanza ma di superiorità perchè sono loro che hanno bisogno di noi anche perchè l'America penalizza la Cina con i dazi.
La vera potenza ancora in ascesa è quella indiana e Pakistana per cui la Cina va tenuta a debita distanza. Gli affari si possono fare senza far loro ponti d'oro. Basterebbe che fornissero un supporto per progettarli e costruirli senza rischio di crollo sperando che non pretendano in cambio di fornire la loro mano d'opera facendola sbarcare in massa in Italia. Su questo punto bisognerebbe essere molto rigorosi nel dire no e non Xi.
21 MARZO PRIMAVERA VIEN CANTANDO...
AL BANO E VESPA LE MERAVIGLIE DEL CREMLINO
LA VIA DELLA SETA NON E' DI QUALITA'
La Via della Seta sta mettendo in ansia il Governo perchè la Cina è vista come una Potenza inquietante.
La domanda è: siamo noi ad aver bisogno della Cina o il contrario?
Senza fare tante analisi di economia, basterebbe guardarsi intorno fra la quotidianità e la realtà del nostro Paese, dove i cinesi dalle bancarelle dei mercati si sono allargati ad empori sempre più grandi fornitissimi di ogni genere.
I cinesi lavorano bene in tutti i settori ma purtroppo non sono ancora all'altezza del made in Italy per la scarsa qualità dei tessuti per esempio che sono poco pregiati perfino con la seta che dovrebbe essere il loro cavallo di battaglia che comunque non galoppa come le seterie di Como i cui rotoli si trovano ancora nelle botteghe ricche di magazzino.
Della lana non ne parliamo così pure come cotone e lino che non sono della stessa qualità di quelli italiani.
Dopo un primo exploit comunque i cinesi si stanno restringendo perchè molti negozi fornitissimi fino all'inverosimile stanno chiudendo o hanno chiuso dopo un paio di anni perchè non c'è un grande scambio di merce con nuovi arrivi, sempre uguali da alcuni anni. Come a dire che la Cina sta raschiando il fondo del barile.
Pertanto sarebbe giusto non avere un atteggiamento di sudditanza ma di superiorità perchè sono loro che hanno bisogno di noi anche perchè l'America penalizza la Cina con i dazi.
La vera potenza ancora in ascesa è quella indiana e Pakistana per cui la Cina va tenuta a debita distanza. Gli affari si possono fare senza far loro ponti d'oro. Basterebbe che fornissero un supporto per progettarli e costruirli senza rischio di crollo sperando che non pretendano in cambio di fornire la loro mano d'opera facendola sbarcare in massa in Italia. Su questo punto bisognerebbe essere molto rigorosi nel dire no e non Xi.
TRANCIO DI SALMONE CON ANETO
Il salmone con aneto è un piatto tipico svedese che viene servito in tante varianti alla mensa dell'IKEA dove ne ho scoperto il delicato gusto.
martedì 19 marzo 2019
LEGAMI DI SANGUE OSSESSIVI E MORBOSI
La citazione è del film Mimì Metallurgico ferito nell'Onore recitata da Mariangela Melato milanesissima verso GianCarlo Giannini terrone siciliano.
Questo perchè il costume dei “terroni” era simile a quello del Nord Africa specie in Sicilia, l'isola più vicina a quel continente, dove le donne dovevano comporsi abbassando gli occhi quando andavano ad aprire alla porta (indimenticata è la frase “Carmela componiti” dei Soliti Ignoti) mentre in Africa le donne uscendo dovevano mettersi il velo.
Se nel sociale era di rigore un atteggiamente sfilato e modesto, nel privato le donne del Sud, così come in Africa, erano e lo sono ancora le regine della casa perchè in pratica comandano loro.
“Santuzzo, portami il caffè” soleva ordinare dopo il pranzo la suocera di una ragazza del Nord che aveva sposato un siciliano e che raccontava la situazione alle amiche ridendo perchè Santuzzo in Paese era ossequiato da tutti essendo un'autorità istituzionale.
Infatti prime fra tutte a comandare nel Sud erano le madri (anche le nonne anziane lasciano loro la supremazia) e poi a seguire le sorelle tutte molto presenti ed invadenti nella vita dei maschi e del loro menage coniugale tanto che le loro spose se entravano a vivere in casa dovevano fare le sguattere.
Se comunque la madre col tempo si ammorbidiva facendosi conquistare dalla nuora nel vederla amare sinceramente suo figlio soprattutto dopo la nascita di un nipotino, le sorelle restavano rigide sul loro status di privilegiate come custodi della fiducia acquisita nei legami di sangue.
In Britannia, la serie Tv su rete 4 ambientata nel Medio Evo oscurantista del Nord una delle protagoniste nella puntata di ieri sera conferma quanto il legame di sangue sia l'unico rapporto degno di fiducia più dello stesso con il coniuge.
Ma senza andar tanto lontano nel tempo, bastava cambiar canale per imbattersi in Subirra dove fratelli e sorelle sono presenze invadenti tanto da dettar legge sui menage amorosi con “estranei” e sfociar in una morbosità ossessiva con baci sulla bocca fra consagnguinei tra i quali spicca la sorella di uno dei giovani in ascesa come delinquente di mafia capitale, la quale arriva ad ammazzargli la sua amante non per il fatto che sia una zoccola nera ma perchè aveva preso il posto nel cuore del fratello occupando pure la casa dei genitori dalla quale era stata cacciata per incompatibilità e mancanza di rispetto verso la compagna del fratello.
Tutto il mondo è Paese perchè anche in Beautifull la soap americana su Canale 5 i legami di sangue sono descritti come ossessivi all'insegna dei fratelli coltelli dove i padri concupiscono le loro fidanzate nuore e le sorelle sono sempre rivali in amore.
Fra tante bassezze e frustrazioni insite nei legami di sangue solo nella serie di 50 Sfumature c'è stata l'unica sorella simpatica interpretata da Rita Ora attrice e cantante, la quale nonostante abbia uno stretto legame con il ricco fratello imprenditore che ha messo gli occhi su una ragazza modesta e sottomessa si è sempre tenuta a debita distanza presenziando alle riunioni di famiglia solo se invitata.Insomma il personaggio interpretato da Rita Ora incarna la sorella e cognata ideale.
E' curioso comunque che il protagonista se nel suo privatissimo avesse rapporti di basso livello sado-maso mantenesse nvece un livello di alto profilo nei rapporti di sangue con madre e sorella elevando questa qualità della vita anche con quelli fornmali della moglie-amante.
Questi sono i legami familiari più sinceri e duraturi vissuti all'insegna della libertà della complicità e della solidarietà perchè in caso di “bisogno” l'uno possa sempre contare sull'affetto e la comprensione dell'altro offrendo il proprio appoggio.
Pertanto Dio guardi tutte le sposine alle prese con delle “cognatine” che vogliono essere considerate prime delle mogli nel cuore e del fratello più di quanto non lo siano in quello dei loro rispettivi mariti diventando la causa di tutti i mali di una famiglia.
lunedì 18 marzo 2019
SESSO E POTERE
https://www.youtube.com/watch?v=d4TMBISRXkA
Il lessico Amoroso condotto da Massimo Recalcati ha chiuso la settimana scorsa. Poco male si possono sempre riguardare i video fra i quali questa puntata:
domenica 17 marzo 2019
CAMPAGNA UE AL VELENO
Alla vigiglia delle elezioni Europee a Silvio Berlusconi è caduta una tegola in testa a nome Imane Fadil in quanto testimone chiave nel processo Ruby ter, che lui dichiara di non conoscere.
Nessuno dubita della sua parola ma quando in una situazione delicata ci casca il morto si fa molto rumore.
Svegliatevi!
Nessuno dubita della sua parola ma quando in una situazione delicata ci casca il morto si fa molto rumore.
Svegliatevi!
venerdì 15 marzo 2019
Il RUMORE DELL’ACQUA
A me piace il rumore dell’acqua e primo fra tutto il rumore della pioggia ricordando quella poesia di memoria scolastica: “Che dice la pioggerellina di marzo che picchia argentina sui tegoli rossi del tetto, suii bruscoli secch dell'orto, sul fico e sul muro ornati di gemmule d'oro? Passata passata è l’uggiosa giornata, passata passa, di fuor dalla nuvole nera, di fuor dalla nuvola bigia il cielo si imbigia e domani sarà primavera.
Maledetta primavera ormai visto che l clima è impazzito e non ci sono più le primavere di una volta.
Infatti siamo ripiombati nel freddo invernale dopo che da fine febbraio e inizi di marzo era arrivato una ventata di caldo quasi estivo.
L’ambientalismo ha portato in Piazza migliaia di giovani capitanati da una ragazzina Greta Thunberg che si era postata davanti al Parlamento Svedese per sensibilizzare il Governo sul clima del nostro Pianeta mettendo il dito nel buco dell’ozono e poi puntandolo sulle scie chimiche che formate dal volo di aerei pilotate a distanza dai vari governi per controllare la pioggia da far cadere sui lembi di terra scelti lasciando desertificare quelli da scartare.
Molte sono le star che si sono attivate sull’ambientalismo che invece Donald Trump ha depennato dal suo programma archiviando il problema perché per l’America ce n’erano di ben più importanti da assolvere come il muro con il Messico.
E curiosamente proprio da un regista messicano era arrivato un film tutto incentrato sulla natura selvaggia che esplodeva in tutta la sua forza e bellezza facendo da sfondo a una storia di cacciatori di pelle in un clima gelido sempre innevato e pieno di ghiaccio, ma soprattutto per i suoni che accompagnavano le immagini.
I suoni ambientali erano una dolce musica che ritmava lo scorrere dell’acqua dei rigagnoli o fiumicelli con le goccioline che si espandeva intorno agli stivali inzuppati, oppure il ticchettìo del fuoco che ardeva in mezzo al ghiaccio, o il sibilo duro e sferzante del vento che fischiava facendo in pratica da colonna sonora al film Revenange “Redivivo” diretto dal regista Alejandro Gonzales Inarritu.
E’ proprio il suono della natura che non viene abbastanza esaltato nei film e che dovrebbe estendersi anche agli interni dove spesso si vedono gli attori muoversi in un silenzio tombale.
Il suono dei 4 elementi acqua aria fuoco e terra, quest’ultima immersa nel fruscìo delle foglie o dei sassi che rotolano e quelli calpestati nel manto ghiaioso sono parte integrante di un film per renderlo il più possibile vero e galvanizzare l’attenzione degli spettatori ad immergersi nel contesto.
Con gli elementi anche il suono delle cose che un regista geniale come Sergio Leone aveva introdotto con il film Per un pugno di Dollari avvakendosi della musica di Ennio Morricone per “figurar” il rotear del sigaro…trrrrrr…o quello della pistola come una sorta di danza che in un crescendo di cavalli al galoppo arrivava al culmine nel duello finale dove i due rivali si fronteggiavano come in un musical per poi sparar il colpo assassino al rintocco a morte, uno solo, di una campana che dava il gong prima del KO quando la vittima coglieva l’attimo per esalare l’ultimo respiro.
Il regista Inarritu dopo aver vìnto l’Oscar per questo film che aveva colpito nel segno avvincendo con le peripezie dei cacciatori fra una natura ostica ma nel contempo affascinante, è stato scelto per fare da Presidente alla Giuria di Cannes, mentre Leonardo Di Caprio sempre premio Oscar per il
film è sempre più impegnato sul fronte ambientalismo insieme a tante altre star come Harrison Ford.
La curiosità consiste nel fatto che siano comunque i giovanissimi a sentire questo problema che comunque già negli anni 80 stava mettendo le sue radici.
A quel tempo avevo infatti conosciuto una famiglia tedesca in vacanza sull’Adriatico che mi aveva molto stupito dicendo quanto i loro ragazzini simpatizzassero per il partito dei Verdi che qui in Italia ancora non si conosceva. Col tempo è cresciuto tanto da arrivare al Governo
E allora sarebbe cosa giusta dar loro fiducia per la NO_TAV in difesa dell’ambiente soprattutto dopo la testimonianza dei dissidenti in Piemonte, vista nei servizi a Carta Bianca, è stata molto persuasiva e convincente.
Così sarebbe auspicabile che sul rumore esagerato intorno alla TAV calasse un silenzio tombale perché il suono disturba chi abita lavora vive e ama in questo territorio a contatto con la natura comprendendo meglio il problema delle madamine di città Torino. E fra queste Lucianina Littizzettooooooo!
Non c’è niente di peggio di una che stava al palo di minchia sabrì e che si sia imbolsita e ingrassata sul tavolo del Fabio Fazio parlando con la boccuccia a culo di gallina per fare fino citando la jolanda al posto della "figa".
Dopo il minchia in tormentone il passo nella minchiata medio borghese è stato breve come il salto della quaglia. Sì dalla RAI e Mediaset da Berlusconi. Il quale si sa è favorevole alla TAV.
giovedì 14 marzo 2019
PADRE E MAESTRO
Un luogo comune recita che il padre non sempre è certo ed un maestro può essere anche stronzo specie se invidioso.
Un figlio per crescere e maturare deve superare il padre, il quale se è padre si dimostra orgoglioso.
Dice invece il saggio: se incontri il tuo maestro uccidilo. Specie se è stronzo...
mercoledì 13 marzo 2019
ALBANO. QUESTA SERA IN TV CON LOREDANA
Aggiornamento:E' appena finito l'intervento di AlBano con la Lecciso ed i figli ma è stato deludente perchè si sono tutti limitati a far presenza guardando le copertine ed i filmati tra i quali hanno emozionato quelli con "Romina"e Al Bano con molte sequenze su Ilenia da bambina.
Tante sono state le sequenze su Loredana Lecciso ballerina che sgambettava in maniera imbarazzante con i figli che la guardavano.
Che senso ha questa partecipazione non si è capito se non che La D'Urso volesse inviare il messaggio della famiglia allargata che vive in armonia. Purtroppo lo ha dimostrato a metà perchè la vera armonia sarebbe stata presentando anche la prima famiglia così da riunirli tutti insieme non pretendiamo appassionatamente ma civilmente. La famiglia comunque sembrava un filo triste perchè l'unica nota allegra l'hanno intonata Al Bano con Iva Zanicchi. Barbara D'Urso ha chiuso in fretta con un via via...congedandosi da loro senza aspettare il giudizio in diretta del pubblico. Zero appeal zero interesse.
NOTA DI COSTUME
Matrimonio bis? No grazie. Non si sa che cosa ci sia dietro a queste titubanze o netti rifiuti a volersi sposare una seconda volta perchè la delusione per il primo matrimonio fallito non è sufficiente a porre un freno al nuovo rapporto d'amore il quale alla base c'è sempre fiducia sulla reciproca lealtà. Perchè mai una donna dopo tanti anni di convivenza una volta sposata dovrebbe diventare un'arpia? Ogni coppia ha una sua storia ma è curioso che siano uomini al vertice ad avere la vocazione al “celibato”.
Essere moglie è ben diverso dall'essere compagna ed un uomo dovrebbe sapere che per una donna il matrimonio è la giusta coronazione di un sentimento sincero e profondo.
Al Bano per esempio ha dato una motivazione molto significativa dicendo che il primo matrimonio sia stato una bellissima favola ma solo a metà per cui la sua seconda esperienza si presume che sia metà realtà e metà favola: quella che continua a vivere in Tour con Romina? Anche quello comunque è alla fine per cui tornando a casa giustamente vorrebbe una compagna sempre presente non certo in giro per l'America come Romina o a fare “Danza” come Loredana. Ecco, Al Bano per una volta ha tutta la comprensione del mondo anche da fans di Romina sicuramente.
martedì 12 marzo 2019
lunedì 11 marzo 2019
COGNATINE REALI LA SERIE
Meghan e Kate si sono abbracciate come a dire facciamo pace.
Probabilmente le tensioni sono gonfiate dai media perchè sono quelle normali di tutte le famiglie.
Non c'è motivo per odiarsi a morte per qualche flash in più anche se magari permane un'antipatia profonda.
NOTA DI COSTUME
Il Nome della Rosa
Aggiornamento Seconda Puntata
La seconda puntata, questa sera appena finita, invece ha deluso parecchio perchè ci sono troppe lungaggini e troppe scene che si ripetono.
Inoltre sta scadendo un filo nella favola con tanti flash back e racconti collerati intorno all'Abbazia verso la quale così si disperde l'interesse.
Il film era più concentrato senza perdersi in tanti preamboli come la storia fra Adson e la ragazza che si dipana nel serial fra bacini e bacetti, ritrosie e ardori, mentre al cinema era pieno di pathos avendo colto entrambi l'attimo fuggente nel quale si sprigionava il fuoco di tutta la passione di due giovani famelici d'amore. John Turturro è comunque bravo e convincente nel ruolo di un frate indagatore compassato e sicuro di sè perchè supportato da una profonda cultura non solo religiosa. Alla prossima.
Prima Puntata - Il Nome della Rosa non ha deluso le aspettative anche se gli appassionati della versione cine con Sean Connery attendeva la fiction al varco.
Invece, dado tratto, la serie ha incantato per la cura delle location sia in interni che esterni mentre i costumi sono gli stessi di quelli dei religiosi dell'Abazia in ensemble in tutte le monacali declinazioni dai francescani ai benedettini passando per i domenicani (tramandati dalla storia come i più spietati inquisitori)
Il saio di Guglielmo da Baskeville (interpretato da John Turturro) è di grande stile con il cappuccio avvolgente a conferire un'aura di grande fascino lo stesso che aveva caratterizzato il Connery indimenticato fin dalla prima apparizione quando si trova davanti alle mura del convento per prendere parte a una disputa sul ruolo e gerarchie dei vari ordini indagando nel contempo su morti misteriose dentro al convento.
L'ambientalismo è diventato una delle maggiori attrattive di un serial Tv, ma non solo, così come avevamo già constatato con Sorelle prima in location suggestiva di Matera e poi a seguir Le Amiche Geniali anche se quì l'ambiente è stato ricostruito ma comunque nel rispetto preciso e puntiglioso dello stile dell'epoca ad effetto di grande raffinatezza nonostante il contesto di quartiere periferico di una Napoli del dopoguerra mentre invece nei Medici si è assistito ad un pressapochismo degli interni (a parte i Palazzi storici di Firenze che hanno fatto da sfondo) poco “edificante” come trovarsi dentro a monolocali, camera da letto salotto e angolo cottura in arredo antico (v. esempio la casa di Lucrezia che andava personalmente ad aprire alla porta dell'amante). Piccolezze ma significative.
Nel nome della Rosa la scenografia è tutta naturale essendo girato intorno ad un'Abbazia che rappresenta una delle meraviglie turistiche del nostro Paese.
Quì invece si arriva al santuario del sapere con una biblioteca ricca e rara composta grazie alla quotidiana scrittura calligrafica in stile gotico incessante da secoli (siamo nel 1300) di monaci che operavano sotto l'imperativo di ora et labora, sempre curvi sui fogli per riportare storie religiose o di miti e leggende raccontate dai pellegrini di passaggio provenienti da tutte le parti del mondo.
I monaci dell'Abbazia sono tutti colti e preparati in qualsiasi mansione come il frate erborista che si ingegna come medico-legale mettendo a frutto studi di medicina che aveva fatto da giovane, o lo scemo del convento che parla in latino mentre il maestro benedettino impreca in tedesco contro il francescano Guglielmo che raccoglie gli insulti rispedendoli al mittente in perfetto tedesco perchè a conoscenza di molte lingue oltre che di molti saggi e testi antichi nonché dei precetti della Chiesa che segue per portare avanti le indagini di medicina legale, non mancando di citare i grandi religiosi maestri del passato che cita spesso per guidare il suo novizio Adso da Melk (Damian Hardung) o cercando di fargli amare la cultura per farne come lui stesso una ragione di vita senza farsi sviare dalla seduzione di una donna che, anche se la Chiesa la paragona al demonio, lui invece ne riconosce le virtù in quanto creatura del buon Dio dimostrando così una paterna indulgenza verso l'attrattiva del suo novizio per una fanciulla che gira intorno al convento fra i rifiuti in cerca di cibo.
E qui casca la fiction perchè la fanciulla è bellissima con i capelli freschi in odor di shampoo i riccioli a turacciolo a ferro caldo, con il viso pulito ma truccato ad arte quando invece si sa che a quel tempo le ragazze del popolino avevano i capelli unti, le facce macchiate di fango e gli abiti di stracci, così come invece è stato perfettamente rappresentato nel film dove la fanciulla pulciosa che spuntava dai rifiuti, togliendosi gli stracci per mostrarsi nuda diventava una dea. La dea dell'amore sconosciuta e senza nome che odorava di rosa per cui da qui Il Nome della Rosa il cui profumo era un richiamo irresistibile al quale rispondeva Adso con tutto l'impeto dei suoi giovani anni congiungendosi a lei con dolcezza e passione.
Sarà questo l'unico peccato carnale della sua vita ma ci sta come arricchimento della sua cultura. Perchè cosa puoi sapere della vita se non hai mai assaporato il gusto di un fiore di carne che si offre con amore per placare la tua sete... di sapere?
Sapere che Guglielmo da Baskeville aveva acquisito solo studiando approfondendo la sua vasta cultura che gli permetteva di penetrare dentro ad ogni cosa cogliendone l'essenza a renderlo conscio della sua superiorità che esternava con l'arroganza dell'uomo disincantato in grado di riuscire a dare spiegazione ad ogni provandola scientificamente con la paziente ricerca (gli alambicchi con preziosissimi e rari estratti del laboratorio del frate erborista sono una preziosa testimonianza del livello "farmacologico" raggiunto a quel tempo e che a tutt'oggi rappresentano le basi dei medicinali).
Il serial è intrigante anche per questi particolari e tante altre minuzie facendo restar desta l'attenzione per le prossime puntate.
Il Nome della rosa, Sacra di San Michele
Complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano, all'imbocco della Val di Susa, la Sacra di San Michele è il monumento simbolo del Piemonte. Le origini di questo santuario sono incerte, anche a causa delle numerose leggende legate alla sua storia. La più famosa è quella della "Via Michelita" o "Via Angelica", secondo la quale fu San Michele a tracciata la via che unisce la Sacra con quella di altri due famosi santuari a lui dedicati: Moint Saint Michel in Normandia, e Monte Sant'Angelo in Puglia.
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