La Via della Seta sta mettendo in ansia il Governo perchè la Cina è vista come una Potenza inquietante.
La domanda è: siamo noi ad aver bisogno della Cina o il contrario?
Senza fare tante analisi di economia, basterebbe guardarsi intorno fra la quotidianità e la realtà del nostro Paese, dove i cinesi dalle bancarelle dei mercati si sono allargati ad empori sempre più grandi fornitissimi di ogni genere.
I cinesi lavorano bene in tutti i settori ma purtroppo non sono ancora all'altezza del made in Italy per la scarsa qualità dei tessuti per esempio che sono poco pregiati perfino con la seta che dovrebbe essere il loro cavallo di battaglia che comunque non galoppa come le seterie di Como i cui rotoli si trovano ancora nelle botteghe ricche di magazzino.
Della lana non ne parliamo così pure come cotone e lino che non sono della stessa qualità di quelli italiani.
Dopo un primo exploit comunque i cinesi si stanno restringendo perchè molti negozi fornitissimi fino all'inverosimile stanno chiudendo o hanno chiuso dopo un paio di anni perchè non c'è un grande scambio di merce con nuovi arrivi, sempre uguali da alcuni anni. Come a dire che la Cina sta raschiando il fondo del barile.
Pertanto sarebbe giusto non avere un atteggiamento di sudditanza ma di superiorità perchè sono loro che hanno bisogno di noi anche perchè l'America penalizza la Cina con i dazi.
La vera potenza ancora in ascesa è quella indiana e Pakistana per cui la Cina va tenuta a debita distanza. Gli affari si possono fare senza far loro ponti d'oro. Basterebbe che fornissero un supporto per progettarli e costruirli senza rischio di crollo sperando che non pretendano in cambio di fornire la loro mano d'opera facendola sbarcare in massa in Italia. Su questo punto bisognerebbe essere molto rigorosi nel dire no e non Xi.
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