venerdì 20 maggio 2022

A MUSO DURO, ALLA PRIMA PARALIMPIADE

Roma 1960 anno delle Olimpiadi nelle quali per la prima volta si sono visti sfilare atleti disabili per partecipare alle prime Paralimpiadi del mondo. Questi atleti avevano già vinto perchè la manifestazione apriva le porte alla piena integrazione delle persone con disabilità in tutti settori della vita, ma sport in primis essendo il mezzo principale per raggiungere questi obiettivi. Dietro alle Paralimpiadi c'era l'opera e la professionalità di un medico dell'INAIL Antonio Maglio che da funzionario di un ufficio pieno di scartoffie si rimetteva in gioco nel settore della riabilitazione. La fiction su Rai Uno, A Muso Duro, racconta il percorso di questo medico interpretato da Flavio Insinna, il quale dopo aver soccorso un ragazzino caduto da un'impalcatura edile si prende talmente a cuore il suo calvario di sofferenze da convincersi di riprendere il lavoro di medico specializzato nella riabilitazione. Il suo carattere è chiuso e coriaceo a causa della perdita per meningite del suo unico figlioletto di pochi anni con conseguente separazione dalla moglie, ma fa comunque breccia nel cuore della sua vicina di pianerottolo, funzionaria di Banca, che lo esorta ad attivarsi per aprire una vecchia clinica abbandonata per trasformarla in un Centro per la riabilitazione di ragazzi paraplegici.

I problemi da superare sono tanti e primo fra tutti un nemico medico rivale che comunque sconfigge trovando fondi e appoggi nelle istituzioni governative convinte dai primi sorprendenti risultati ottenuti con i ragazzi in carrozzina alle prese con attività sportive come la pallacanestro nella quale si distingue un ragazzo di ricca famiglia (l'attore Matteo Bianchi, la rivelazione della fiction per la bellezza particolare molto volitiva ed incisiva) che dovrà vedersela con il padre contrario alle esibizioni sportive di questi ragazzi che paragona a “fenomeni da baraccone”. Fenomeni che comunque arriveranno alle Paralimpiadi a dimostrare di essere invece uguali a tutte le persone normali. Insomma una bellissima e commovente storia trattata un po' all'acqua di rose perchè la strada viene abbastanza spianata con il superamento degli ostacoli senza grossi problemi che per esigenze di fiction sono ben altri come le complicate storie d'amore dei giovani e degli operatori sanitari della Clinica. Giusto così perchè la fiction è piacevolmente apprezzata anche per la sorprendente interpretazione di Flavio Insinna molto credibile nel ruolo di medico a muso duro ma dal cuore tenero. E' un bellissimo personaggio forse il più accattivante della sua carriera artistica dove, pur avendo alle spalle molte fiction e serie Tv, è conosciuto più come conduttore televisivo. 

Non era facile per Flavio Insinna calarsi in un personaggio tanto diverso dal suo modo di essere nei rapporti con il pubblico nelle dirette televisive, così come abbiamo visto con tanti conduttori che nelle fiction ripropongono sempre sé stessi, invece lui con questo A Muso Duro ha veramente convinto come attore di grande professionalità. Il Muso Duro c'era eccome ma poi rivedendolo sorridente e allegro ne' L'Eredità, riusciamo ad apprezzare la sua bravura di attore capace di trasformarsi dal drammatico come in questa fiction, al comico. Infatti lo vediamo attualmente in Don Matteo in una sorta di macchietta a far da spalla alla comicità di Nino Frassica. Ad affiancarlo nel ruolo di Stella è l'attrice Claudia Vismara (già vista recentemente in Nero a Metà del regista Marco Pontecorvo che dirige anche questa fiction e in Rocco Schiavone), deliziosamente vestita anni 50 con tailleurini stile Liz Taylor nel Gigante prima di diventare la signora Benedict, modellati con vitino a vespa e gonne godet in un tripudio di giro-perle e orecchini in pendant.

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