Di storie di sesso è ormai pieno il cinema. Quello che manca sono le passioni d'amore, vissute nell'estasi dell'anima e nei tormenti della carne bruciata dal fuoco di un forte sentimento. D'Amore.
Tutto questo è raccontato nel film Suite Francese incentrato su una storia d'amore fra una donna francese (Michelle Williams) ed un Ufficiale tedesco (Matthias Schoenaerts) con sottofondo gli orrori della guerra fra resistenza, rappresaglie, intrecci misti sessuali molestie e torture perpetrate anche alle donne.
https://www.youtube.com/watch?v=P2S2PyEbJ2w
In primo piano, e non si fa per dire, è comunque il rapporto che si sviluppa sempre più fino ad esplodere in baci appassionati facendole sentire da parte di lui quanto fosse duro nel comandare ed intuire tutta la tenerezza che aveva racchiuso mentre le sussurrava piano: “Vedrai che uomo sarò per te quando non farò più il soldato” . Il bacio galeotto esplode dopo essersi scambiati un foglio con le note romantiche suonate sul pianoforte di lei di un brano da lui composto “suite francese” appunto che fa da preludio al rapporto romantico ed appassionato della coppia innamorata dopo aver vinto la diffidenza della sposina col marito al fronte.
https://www.youtube.com/watch?v=eKuZoP_5rQE
Ma è una diffidenza manifestata più per paura della suocera prepotente e arcigna (Kristin Scott Thomas)che veglia sulla sua virtù di fedele “vedova bianca” , piuttosto che per una vera repulsione per un nemico dai i modi educati e civili che invece lo rendono affascinante ai suoi occhi.
Il rapporto fra le due donne è molto teso perchè il matrimonio fra il figlio e la nuora è stato troppo frettoloso e combinato per essere solido, rompendosi del tutto quando la sposina scopre, con una soffiata in lettera anonima, che il figliolo tanto adorato aveva una relazione con un'altra.
In tempo di guerra la gente dimostra la sua vera faccia ed in questo piccolo Paese di Bussy, così come in tante altre località invase dai tedeschi, comincia a comportarsi molto male inviando missive anonime all'Ufficiale ospite delle due donne.
Inutile dire che in questa guerra la gente ha tirato fuori peggio di sé perchè era disperata e spaventata e le regole di convivenza civile erano sovvertite facendo insorgere delazioni di collaborazionismo stante il rigido sistema di classe che metteva le persone le une contro le altre, perchè ci sono stati anche episodi di eroismo. Da parte di entrambe le parti.
Infatti, dopo un episodio di rappresaglia i due innamorati aprono gli occhi mettendoli di fronte alla dura realtà di una guerra che li vuole solo nemici.
Una cruda realtà che alla fine, le due donne insieme all'Ufficiale, riescono a superare con un atto di coraggio nel salvare un contadino che ha fatto resistenza in quanto marito oltraggiato da un Ufficiale tedesco che lo voleva far arrestarsi perchè “...così mi scopo tua moglie”.
Il finale del film viene lasciato in sospeso per non togliere la speranza di un possibile incontro tra i due dopo la Pace, ma l'autrice del racconto di vita vissuta dal quale è stata tratta la sceneggiatura del film, Iréne Nemirovsky, è morta ad Auschwitz nel 1942.
Il film è ambientato invece agli inizi degli anni 40 quando i Tedeschi ancora si sforzavano di dare una parvenza civile, anche se militarmente dura e punitiva, alla convivenza invasiva per poi scatenarsi negli anni a venire facendo razzìe di opere d'arte e cibo, con stupri di massa e barfbare uccisioni di civili inermi. Questa è la guerra bellezza, uguale in tutte le sue manifestazioni.
Molto bravi gli interpreti a cominciare da Kristin Scott Thomas che sempre più spesso interpreta ruoli di donna dura ma in fondo dal cuore tenero portandosi addosso il personaggio che l'ha resa accattivanmte al grande pubblico di Fiona nei 4 Matrimoni e un Funerale, molto convincente come suocera matriarca da incutere terrore e rispetto da parte dei fattori sottoposti e soprafattori nemici, mentre Michelle William si ripropone ancora come vittima timida e sensuale ma di grande sex appeal, nel quale alla fine ha un sussulto di generosità e coraggio che la riscatta togliendosi di dosso i panni dell'oca sempre triste,esaltati con il biopic di Marilyn Monroe.
La rivelazione invece è Matthias Schoenaerts, in un dualismo molto affascinante
che ha conquistato non solo Michelle perchè ha inchiodato anche il grande pubblico galvanizzato dai suoi modi educati e gentili e dalle parole dolci strimpellate piano trasformatesi poi in un urlo bestiale: “Attenti!” da far rientrare tutti dentro i ranghi. Dei soldati tedeschi. Un urlo che a tutt'oggi mette ancora paura nonostante siano passati settant' anni dalla fine della guerra.
Il film è girato con una tecnica che si avvicina molto alle fictions con insistenza sui primi piani e sequenze al rallenty che comunque hanno un loro perchè: lui la guarda, lei gli sfugge, lui le suona la suite lei lo sbircia dalla porta, lui la insegue lei è titubante, lui la invita a bere un bicchiere di vino e lei accetta guardandolo negli occhi, prima in silenzio e poi entrambi raccontandosi le reciproche infelicità coniugali. Ma quando lui le dona lo spartito è allora che si riconoscono come anime gemelle e la musica suona come una melodia romantica che accompagna il crescendo della tensione erotica fino a sbocciare quando si allacciano carnalmente (senza avere il tempo di consumare) per poi lasciarsi, rincorrersi di nuovo e dichiararsi il loro amore con una frase che la dice tutta sulla drammaticità del contesto: “Prenditi cura della tua Vita” le dice lei “E' preziosa per te?” “Si”.
Che bel film, dolce romantico struggente: qualche fazzoletto ad asciugar la lacrima e il The End mi apre gli occhi sul quotidiano che mi aspetta apprestandomi a tornare verso casa. Casa dolce casa.
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