giovedì 5 marzo 2015

KEIRA KNIGHTLEY LO STILE DOLENTE DI UN'ANIMA ARDENTE


Keira Knightley è un’attrice difficile quanto lo è scrivere il suo nome, che comunque suona in maniera armoniosa in perfetta pronuncia British.
E lei è un’icona di stile perché qualunque personaggio interpreti, anche il più turpe ed invasato, non perde quell’aura di eleganza che l’ha contraddistinta fin dagli esordi quando, ragazzina, faceva gruppo con i compagni esibendosi provocatoriamente nuda per accarrezzarsi i  seni ancora molto acerbi.  Rimasti immutati nel tempo ad esaltare una forma filiforme e aristocratica ben lungi dal modello delle pettorute siliconate  starlette costruite in serie.



Keira Knightley è un’attrice di serie androgina, genere teen agers inglese tutta occhioni e pelle e ossa che si macerano in cervellotiche storie sentimentali trasgressive perché dipanate quasi sempre in triangoli o rapporti complicati da una sensibilità profonda che le rende vittime predestinate di rapporti sado-maso. Vissuti con sofferenza e pathos  distinguendosi nettamente dalle teen agers americane, bianche o nere,  che si esibiscono con disinvoltura in ogni tipo di esperienza sempre con i genitali in bellavista.
Un trionfo della "silycon valley" che le tipologie in linea androgina di Keira non si possono permettere.
Da quì l’introspezione, l’espiazione, la sofferenza a distinguere sempre il taglio dolente della loro interpretazione con  un”taglio” molto raffinato.




Con quel suo sguardo da cerbiatta, da esile figura ad evanescente creatura il passo è stato breve e tale da renderla quella più simile alla mitica Audrey Hepburn anche se solo a livello superficiale di un glamour rivisitato e corretto per i giorni nostri. Nella scelta dei ruoli invece Keira ha fatto un percorso più trasgressivo, non disdegnando di sottomettersi a pratiche  sado-maso come nel film A Dangeroux Method interpretato con inquietante partecipazione. Inquietante perché sembrava che ci fosse molto di sé tanto le appartenesse quel personaggio di lucida follia così magistralmente delineato.






Operazione riuscita in pieno anche con The Duchess, con Espiazione, con Orgoglio e Pregiudizio, con King Arthur, Non mi lasciare o London Boulevard. Questo per dire che nei personaggi ha messo veramente l’anima di un femminile di antica memoria che si esprime nella passività esaltandola nel ruolo di compagna sottomessa pur trionfando nello spazio ritagliato per sè tanto da arrivare ad oscurare i partner, così come nella serie dei Pirati con Orlando Bloom e Johnny Depp o in King Arthur con Clive Owen.
Insomma un’attrice completa che è cresciuta tantissimo nonostante il fisico rimasto acerbo. Una rarità. Sarebbe come dire una donna matura in un corpo di bimba. Ce n’è quanto basta per scatenare la fantasia morbosa di maschi con delle problematiche irrisolte a livello sessuale sia di forma che di sostanza i quali attirati da quello sguardo da cerbiatta sfogano tutte le loro repressioni avendola scambiata per una calda preda e vittima sacrificale.



Ma dietro la baby c’è la donna. Infatti Keira si è cimentata in un ruolo di grande spessore tratto dai classici russi di Tolstoj, accettando la sfida di confrontarsi con Greta Garbo, Vivien Leight e Sophie Marceau (ma non fa testo) al cinema e con Lea Massari in serial Tv, nell’interpretare Anna Karenina. Suo partner è Jude Law.



Ancora una volta Keira si veste nei panni di una donna d’altri tempi, di stampo romantico e decadente,  disposta a sacrificare la famiglia per inseguire il bellissimo amante che la rinnegherà quando la sua presenza diventerà scomoda per la carriera. Quel rifiuto lacerante di quel che credeva il suo campione mentre invece era solo un asino, porterà la Karenina a sopprimere la sua vita buttandosi sotto a un treno
Così dopo un percorso di espiazione, di torture fisiche, psicologiche e perfino clonate che lo star System le ha etichettato ecco che arriva il suicidio come atto estremo a porre fine al suo calvario del percorso di attrice.



Non ci resta che sperare che Keira metta anche lei due belle tettine siliconate allineandosi allo star system per uscire da quel suo aristo-masochismo, restando in attesa di sviluppi. Di queste nuove tettine.
Per rinnovarsi in ruoli di fisicità sexy ad appagar finalmente la vista anche di quella fetta (esigua ormai) di maschi mammoni che con le tettone hanno creato il mito.
Purtroppo sono questi a mantenere un gusto di sapore antico chiamato mamma.




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