Alcune immagini di Turandot in occasione apertura Expo al Teatro alla Scala di Milano che sta trasmettendo in diretta Rai 5
Un commento a caldo fra lo scrosciar degli applausi a decretare un trionfo:
I costumi sono fantasiosamente ispirati un po’ alla Cina e molto alla modernità nel coro coperto di soprabiti grigio fumo mentre ai protagonisti hanno dipinto le facce e gonfiato i costumi ad effetto pagliacci.
Turandot è caricata al massimo in total black (i Black Bloc invece erano fuori a fare danno)mentre Liù è perfetta nella parte con abito cinese di tradizione operaia prima della Rivoluzione di Mao Tse Tung.
Curiosa la scenografia in controluce con un grosso pannello bucato a cerchio in mezzo e grandi finestre ai lati con porta centrale dai quali fuoriesce tutta la luce anche se sembra più di ispirazione Giapponese che Cinese.
Ma tantè, ormai Cina e Giappone si sono fuse anche in cucina perché i Ristoranti Giapponesi sono gestiti in prevalenza da Cinesi come a dire che la cucina unisce quello che anni di guerre hanno diviso perchè per il resto i due Paesi non sono particolarmente in rapporti amichevoli. Civili sicuramente ma con le dovute distanze.
E allora ecco la ricetta in un mix tra cucina cinese e sushi:
RISO ALLA CANTONESE CON AGGIUNTA DI GAMBERI CRUDI
Per preparare il riso alla cantonese iniziate sciacquando il riso basmati in una bacinella, sotto l'acqua fredda corrente (1), scolatelo bene, poi cuocetelo in abbondante acqua salata per circa 10 minuti (2). Nel frattempo cuocete i piselli al vapore (o scottateli in acqua bollente) (3),e spegnete il fuoco quando saranno ancora al dente e di un bel verde brillante (4). Tritate la cipolla molto finemente (potete servirvi del mixer), poi sbattete le uova in una ciotola con un pizzico di sale (5) e aggiungete metà cipolla tritata (6).
Strapazzate le uova in un wok con due cucchiai di olio di semi, facendole cuocere molto bene. Una volta pronte trasferitele in un piatto e spezzettatele finemente con una forchetta (7). Ponete in una pentola due cucchiai di olio e fatevi saltare il prosciutto a cubetti e i piselli con un pizzico di sale per 2 minuti (8). Quando il riso sarà al dente, scolatelo e mettelo da parte (9).
Infine mettete ad appassire l’altra metà della cipolla assieme a due cucchiai d’olio, poi aggiungete il riso e la salsa di soia (10). Dopo qualche minuto aggiungete al riso i piselli e le uova (11); fateli saltare a fiamma bassa per 2 minuti tutti assieme (12). Amalgamate per bene tutti gli ingredienti con aggiunta alla fine di gamberetti crudi ad ornare e servite immediatamente il riso alla cantonese
UN PASSO (A GAMBERO) INDIETRO: TURANDOT EROTICA DOMINATRICE (recensione 2007 al Teatro Regio di Parma)
“Vincerò, Vincerò….!” Detto e fatto. Il Regio ha consacrato un nuovo tenore (a dirla tutta, l’esibizione della prova generale è stata quella superba) in grado di emergere sulla scena mondiale.
Nei panni di Calaf nella Turandot in scena al Teatro Regio la sera del 22 febbraio 2007, il tenore Marco Berni ha esteso la sua voce possente facendo tremare tutte le lanterne rosse della messa in scena curata in collaborazione con la Royal Opera House Convent Garden di Londra, nella maniera più tradizionale. Come si conviene. Diciamolo.
Piace vedere gli scenari ispirati ai disegni e alle pitture dei vasi cinesi del periodo ming: colori forti e vivaci, laccati in rosso papavero, giallo limone, blu elettrico e bianco-oro-argento che fluttuano fra drappeggi, ventagli, maschere, draghi, pagode, colpi di gong e spade sibillanti ad accompagnar la danza di corte tra mandarini, maestri di cerimonie, ancelle e concubile.
E infatti è proprio il mistero il filo conduttore di tutta l’opera con tutti i suoi enigmi da decifrare per poi arrivare alla soluzione più banale e naturale, che si chiama amore.
Così assistiamo ad un lungo preludio di schermaglie mentali che culminano nel sado-maso con la morte suicida della piccola Liù, a far da sfondo nel tragico connubio di eros e tanathos al complicato rapporto fra la frigida principessa Turandot ed il caldo ed impetuoso principe Calaf, per arrivare all’orgasmo finale con un appassionato bacio introdotto nella fremente bocca della principessa apertasi arrendevolmente nel pronunciare la parola amore.
E il mistero dell’amore così si scioglie in pochi attimi per dare linfa alla nuova vita di coppia felice e contenta.
Applausi calorosi ed ovazioni anche per la soprano Andrea Gruber nei panni di Turandot di cui è stata ammirata anche la notevole fisicità ad esaltare il carattere imperioso ed autoritario della principessa frigidaire e di Valentina Farcas in quella di Liù (incinta di otto mesi: un particolare che ha contribuito ad accentuare la dolcezza e l’empatia con il pubblico).
Tutto perfetto, anche se un unico appunto si potrebbe fare alle acconciature, perché lasciate andare a chioma sciolta, a tutto extentions e in maniera selvaggia privandoci di quellla delizia dei bellissimi intrecci fra nodi e ciuffetti ornati di ciondoli a grappoli rappresentanti le mitiche acconciature da celeste impero.
Che comunque avrebbero evitato, stante i capelli sciolti su vestaglia a Kimono, l’effetto mise da camera da letto.
Un’inezia che non incide nella complessità di tutto l’allestimento apprezzato all’unanimità, visto i consensi entusiasti e favorevoli che venivano espressi nel foyer. A cui vanno aggiunte numerose anche le critiche positive per tutto il programma finora svolto con tre opere ad altissimo livello, per cui l’attesa per il prossimo Otello di GiuseppeVerdi è ancora più sentita sperando che soddisfi le aspettative di una stagione tutta da ricordare.
Intanto ricordiamo tutto il cast: in primis, il parmigiano Marco Spotti nei panni di Timur, Max René Casotti in quelli di Altoum, Fabio Maria Capitanucci, Gianluca Floris e Mauro Buffoli in quelli di Ping Pang Pong. Armando Garba Mauro Buffoli Azusa Kubo e Maria Chiara Pizzoli, rispettivamente mandarino, Re di Persia e due ancelle.
Orchestra e Coro del Teatro Regio diretto da Donato Renzetti, quello delle voci bianche dirette da Sebastiano Ralli. Regia Andrej Serban. Compagnia del Balletto di Roma, per le danze orientaleggianti.
E un lungo applauso al sovrintendente Mauro Meli per il talento raro ed eccezionale di stupire.
Nessun Dorma da Turandot cantata da Luciano Pavarotti.nel 2007 a Parigi
Collezione 2015 Liu Jo
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