Se il Lago dei Cigni del Balletto dell'Opera di Kiev è stato tutto un tripudio di luccicanti Svarowsky,col Balletto di Roma Il Lago dei Cigni ovvero il Canto è stato tutto una distesa di stracci.
Due versioni e due chiavi di lettura fra classico e giovani promesse e innovazione a fili argentei fra i capelli sul viale del tramonto.
Piume e piumazzi sono comunque di rigore, svolazzando fra le scene danzando con la leggerezza dei fiori di pioppo o la pesantezza dei fiocchi di neve.
Nel Balletto di Roma i fiocchi scendevano fitti come se nevicasse, fra vecchi cigni stanchi e alle prese con il bilancio della loro vita. Un bilancio in rosso fatto di sperperi per stare in scena fra un teatro e l'altro per strappare un applauso a dare un soffio di vita ad un'esistenza polverosa e grigia come solo quella dei camerini può offrire.
Ma ogni entrata in scena è come una nuova linfa vitale che dura comunque il tempo di una esibizione. Performance dopo performance, quella che un tempo era la piroettante ballerina nei panni di Odette si ritrova vecchia e affaticata alle prese con un'Odile giovane e seducente che incalza per scalciarla dalla posizione di étoile, mentre i suoi partner, coreografo e principe sono rispettivamente uno spietato maestro che mette in pratica le dure regole del gioco dove chi invecchia è destinato a passare in secondo piano mentre il principe si crogiola in un narcisismo infantile tipico dei primi ballerini “sono-io-la-grande-fica”
Ragazzi che figata verrebbe allora da dire perchè tutti sgomitano per farla vedere: le ballerine a gambe levate, i ballerini in perizoma a battacchio in sforbiciata e retro a filo dentale in bellavista.
C'è comunque una variante che è stata introdotta in più spettacoli di danza moderna, ed è quella di mettersi a nudo facendo scattare l'erotismo del vedo-non-vedo classico in nudo d'autore moderno con applauso asscicurato.
Il Cigno del Balletto di Roma si ispira Al Canto del Cigno di Anton Cechov mixando la messa in scena del balletto con la vita dietro le quinte dove la scena a volte è ancora più interessante coinvolgendo la sfera delle emozioni intrise di odio e amore, rivalità ripicche e crudeli vendette perpetrate in diretta a spettacolo in corso, quando uno meno se l'aspetta e non preparato a parare il colpo. Insomma una vita di polvere di stelle che si rivela tale sia nei piccoli teatri di periferia che in quelli delle grandi metropoli dove gli aneddoti non si contano ma spesso rimangono sconosciuti perchè non c'è un biografo come per esempio un Paolo Limiti in Tv a raccontarceli. Il Teatro è un piccolo Mondo abbastanza chiuso e di nicchia per cui la polvere del palco e quella dei palchi si uniscono per stendere un velo a fine applauso aprendosi alle recensioni del critico autorevole.
Non sono regole rigide queste perchè qualche volta gli attori fanno anche rete. Ne ho avuto la prova con uno di Teatro Due che recita spesso con Elisabetta Pozzi definita da lui la più grande attrice. “Della Compagnia?” chiedo io: “No a livello Nazionale” ribatte lui deciso e ammirato. Ecco il segreto di Teatro Due, quella Compagnia di Giro è un Carro di Tespi dove tutti sono fraternamente amici dividendo la sorte fra alti e bassi: Teatro Stabile e Stabilità fanno garanzia di continuità.
Tornando ai nostri Cigni, il Balletto di Roma ha galvanizzato la platea che ha risposto entusiasta con tanti applausi specie nell'entrata in scena del mitico gruppo di cigni a quattro che danzavano ricurvi con braccia e mani a mimare la danza delle gambe proiettate sullo schermo gigante. Un connubio divertente e ironico che ha alleggerito il gioco al massacro nell'unione fra teatro e danza come metafora di arte e vita non risolvendo la domanda se sia la vita ad ispirare l'arte o viceversa.
Quel che è certo è che sia il sogno ad ispirare l'arte perchè si crea tutto quello che viene immaginato ad occhi aperti come rappresentazione dell'inconscio con un'elaborazione fantastica che copre anche la sfera della realtà.
Il Lago dei Cigni dell'Opera di Kiev invece è stato fedele all'allestimento classico del balletto russo (in questo caso Ucraino) con i fondali dipinti ed i costumi di maniera come da tradizione che vanno da quelli bucolici del divertissment ai tutù rigidi ma sinuosamente onduleggianti cosparsi di svarowsky ad adornar anche le piume del capo di Odette o a diadema di Odile, passando da quelli delle varie etnie spagnoleggianti od orientali per le adunate a Palazzo degli invitati di altri Paesi, scelti fra principi e regnanti come nelle favole che ci hanno fatto sognare da bambini.
Insomma tutto da copione come da partitura di Tchajkovskij e coreografie di Petipa portate rigorosamente avanti fin dal secolo 800, quando venne tradotta in Balletto del Lago dei Cigni.
Gran finale per Parma Danza 2015 con il Teatro Regio finalmente tutto esaurito segno che questo genere di spettacolo resta il preferito per cui gli applausi sono stati sinceri e di lunga durata per tutto l'ensemble di ballerini che ha eseguito con impeccabile tecnica tutti i quadri del balletto con tanti wow di apprezzamento rivolti a Olesia Shaytanova nel doppio ruolo di dlile-Odette molto brava nelle movenze del cigno con le lunghe braccia arquate e il capo inclinato la cui statura minuta e delicata ha permesso di spiccare agilmente il volo sostenuta agevolmente dal partner nel ruolo del classico principe. Con tanto di pacco.
Anche questo un classico del balletto molto importante per far sognare tutto il pubblico di donne. E non solo, questo va detto.
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