lunedì 29 febbraio 2016

FEBBRAIO 2016

                                 


POST PRIMO IN CLASSIFICA:

08 lug 2014


DALTON TRUMBO. LA CACCIA ALLE STREGHE UNO


Una sigaretta, un bicchiere di wiscky, una macchina da scrivere ed ecco l'intellettuale di sinistra americano, tipico del dopoguerra che andava per la maggiore etichettato come geniale. Comunista prego.
In Italia era invece chiamato mangiatore di bambini ed era visto dalla Democrazia Cristiana come il fumo negli occhi in senso letterario tradotto in Vade Retro Satana perchè non era nemmeno ammesso ad entrare in Chiesa soprattutto se era operaio con la tessera.
La Casa del Popolo era la sola sua dimora nel quale sfogare la rabbia delle delle repressioni fasciste che ancora aleggiavano nell'aria facendogli mettere i pugni in tasca. E fine delle vendette.
Le quali invece in America iniziavano proprio per difendere la “democrazia” perchè la Guerra Fredda con la Russia aveva messo in stato di allerta gli States che avevano iniziato una campagna purificatrice  mettendo al rogo le sceneggiature di autori comunisti del cinema di Hollywood come fossero  criminali in quanto diffusori di una ideologia pericolosa capace di distruggere la libertà del popolo americano. A maggioranza Yankee.


La battaglia iniziava nel primo dopo-guerra con Richard Nixon membro a Capo della Commissione per le Attività Antiamericane, alla quale aderirono molti personaggi noti come Ronald Regan in primis, poi diventato presidente paninaro perchè dispensatore di benessere sotto un mandato di edonismo reganiano, con a seguire molti attori eroi dello schermo quali John Wayne, Robert Taylor o Gregory Peck, Edward G.Robinson che facevano la spia sui nomi della lista nera o per intima convinzione o perchè costretti dalla necessità di continuare a lavorare.


A capo della lista nera c'era lo sceneggiatore Dalton Trumbo il quale, supportato dall'affetto e dalla coesione di tutta la famiglia, dopo aver pagato con un anno di prigione la sua strafFotenza verso “l'inquisizione” del Congresso si era reinventato sceneggiatore sotto falso nome facendo prendere l'Oscar per la sceneggiatura di Vacanze Romane al suo prestanome, ma nel contempo prestandosi a sua volta per firmare con  nomi diversi sceneggiature di serie B, primo fra tutti per i due fratelli King (il maggiore interpretato da John Goodman) produttori che operavano all'insegna del gonfiore al botteghino con fica e soldi.
Curiosamente il film premio Oscar Vacanze Romane era interpretato da Gregory Peck che non si sa se fosse all'oscuro del vero nome dell'autore al bando perchè in seguito interpretò il Buio Oltre La Siepe un film sul tema del razzismo facendo così pubblica ammenda.

 Il film di cui sopra è L'Ultima Parola interpretato da Ryan Cranston candidato all'Oscar come miglior protagonista mentre l'unica irriducibile figura antagonista nel ruolo della giornalista Hedda Hopper impersonata da una strepitosa Ellen Mirren è candidata come non protagonista.
L'America non è stata sicuramente fiera di quel periodo oscurantista, che tante sofferenze aveva creato ad autori professionisti seri o geniali alle loro famiglie e a tante maestranze del settore che ruotavano intorno facendo anche  una vera e propria strage di cervelli, tanto che con l 'impeachmen dello scandalo Watergate poi tradotto in film Tutti gli Uomini del Presidente, destituiva Nixon facendolo uscire dalla Presidenza USA con la coda fra le gambe.
Anche la credibilità della giornalista Hedda Hopper (che da attricetta del divano del produttore era diventata una delle più potenti pettegole di Hollywood curando una rubrica di gossip con lo stesso cinismo nel quale era cresciuta) venne a meno dopo la riabilitazione dello sceneggiatore Trumbo grazie all'intervento di Otto Preminger potente regista di Hollywood e al coraggio di Kirk Douglas. Entrambi infatti avevano rivoluto in cartellone il  nome originale a firma Dalton Trumbo rispettivamente nei film Kolossal Exodus e Spartacus ricevendo per quest'ultimo come firma virtuale  di avallo e garanzia l'opinione del Presidente John Kennedy illustre spettatore della prima di quel film.


NOTA DI COSTUME UNO
Il film è piacevole perchè supporta l'agiografia dello sceneggiatore Trumbo con spezzoni docu a rendere ancora più avvincente e credibile la storia che va dal dopo guerra fino agli anni 70 con una scenografia dell'epoca molto particolareggiata fra ambienti arredati con i mobili in tec in tono su tono dal beige al marrone, le porte a soli vetri perchè allora c'era sicurezza, i ranch con laghetti artificiali, le donne e le ragazzine con i golfini strizzati i colletti di pizzo e i cappellini ad ogni ora del giorno. Fra gli interpreti anche Diane Lane nel ruolo della moglie Cleo mentre la figlia è interpretata da Elle Fanning sbocciata in tutta bellezza adolescenziale e verginale con un certo caratterino per cui sentiremo ancora parlare di lei.
La macchina da scrivere è sicuramente l'oggetto più presente fra quelli d'epoca a supportare la scrittura fra notti insonni in singole veline. Quest'ultimo particolare è sbagliato perchè i copioni venivano redatti su due fogli separati dalla carta carbone che in quel periodo era molto diffusa per consentire di far diverse copie oltre all'originale per impedire che questo venisse fagocitato dal produttore ad evitare i diritti d'autore,  che comunque in America sono sempre stati rigorosamente tutelati dalla legge anche se poi in realtà  non venivano pagati adeguatamente, specie se la sceneggiatura non era tratta da un libro già in circolazione tanto da inscenare molto spesso scioperi e proteste dalle squadre comuniste di autori con l'adesione di grandi star come Humphrey Bogart e Lauren Bacal.

NOTA DI COSTUME DUE


SULLE MACCHINE DA SCRIVERE...
La Olivetti 22 è un mito. Montanelli e Oriana sono stati immortalati davanti a lei.
Purtroppo io non ho mai avuto il piacere di conoscerla.
Sì perché ho imparato a scrivere a macchina su una Adler, una macchina tedesca di rara robustezza. Sembrava un carro armato indistruttibile sul quale io pigiavo le dita con molta energia come fosse una tastiera di pianoforte.
Le Olivetti invece erano molto più fragili così come ho avuto modo di constatare trovandole accatastate nei mercatini dell’usato.
Una volta alla festa dell’Unità mi era parso di intravedere la mia macchina Adler che poi ho riconosciuto da piccoli particolari. Avrei voluto comprarla ma era troppo grossa e inservibile perché non c’erano più i nastri che ormai sono introvabili.
Mi trovavo talmente bene con la Adler da rifiutami di passare alle macchine elettriche Olivetti che invece la mia collega aveva adottato immediatamente per andare più veloce di me.
Io comunque ero più incisiva ed efficiente (grazie alla macchina è ovvio) perché con la tastiera riuscivo a fare molte copie con carta carbone e con i caratteri molto nitidi che con la Olivetti era impensabile. Insomma la Adler era una forza.
I prodotti tedeschi non mi hanno mai delusa: infatti anche i cartamodelli Burda  erano tecnicamente ineccepibili, di grande precisione e sviluppati in tutte le taglie.


Di questi ho una collezione (Non quelli allegati alle riviste comunque), per fortuna,  molto preziosa perché questi modelli sono ormai introvabili.



venerdì 26 febbraio 2016

LA CACCIA ALLE STREGHE DUE


La Caccia alle Streghe sembrava definitivamente chiusa perchè ultimamente l'America svoltava verso la nuova frontiera delle minoranze che culminavano con il mandato di Barack Obama alla Casa Bianca ma la campagna elettorale del 2016 sembra che stia facendo un passo indietro con la candidatura del magnate dell'industria Donald Trump il quale sta proponendo nel programma la chiusura delle frontiere a tutti i mussulmani ottenendo grandi consensi.
La caccia alle streghe per gli Americani non è ancora finita perchè il puritanesimo ha radici ben radicate nella razza yankee ancorata al sogno americano di libertà che associa al candore dei loro volti bianchi e puri sempre puerilmente  attaccati al petto di tette forti.
Infatti sono stati i primi a creare la tendenza di gonfiare le tette a dismisura come simbolo di grande mela materializzata nella città di New York accogliente e poliglotta. Nella quale comunque l'America non si idenfica più dopo il crollo delle Torri Gemelle da parte di terroristi mussulmani perchè hanno infranto questo sogno mettendola di fronte al fatto che il Paese non è più inattaccabile. Così invece di pensare a una politica estera passando all'azione ora sembra che gli Americani preferiscano arrocarsi nel loro benessere fino ad esaurimento scorte come una sorta di città di Troia che in questo caso potrebbe avere come simbolo di fulcro di grande bellezza proprio la moglie bellissima di Donald Trump.


Ora  l'America per difendere la novella Elena di Troia sarà disposta a dare la caccia alla strega Hillary? La quale comunque con un tempismo da politica di razza ha preso le distanze da questo ruolo considerato imbarazzante privilegiando le minoranze etniche piuttosto che le femministe per prendere anche lei le distanze dalle “streghe”, alle quali darà sicuramente la caccia. A cominciare da Hollywood dove si annidano le lobby lesbiche con lista nera composta da sceneggiatrici, registe, produttrici e numerose attrici amichette-lesbo sul divano. Le quali saranno le prime a far far voltagabbana che da lingua in bocca al gossip passeran a spifferar il nome della passerella tanto leccata?



Giustamente Hillary Clinton ne vuole stare fuori arrivando a licenziare dallo staff la sua segretaria mussulmana un filo appiccicosa non tanto perchè la ritenesse una potenziale strega quanto perchè spifferasse troppo alla stampa le sue mail private con le quali ne uscì una gamba.
Gli unici di cui fidarsi per Hillary restano il marito infedele ma leale Bill Clinton e la figlia Chelsea nonché la sua esperienza di sincera appassionata per tutto quanto faccia politica della quale è grandissima esperta non avendo fatto altro nella vita tanto da non saper nemmeno come si cucina un uovo.
Più che femminista una donna in carriera, più che una santa una faccendiera, più che una di razza bastarda una yankee, più che una grande passera... passerà comunque alla storia.

sabato 20 febbraio 2016

IL BUGIARDO. COMMEDIA DELL'ARTE TRAGICOMICA


Dopo il grande successo della Locandieraa  con la regia di Walter Le Moli in minuetto a costume d'epoca, torna Carlo Goldoni alla Fondazione Teatro Due in co-produzioine con il Popular Shakespeare Kompany con il Bugiardo per la regia di Valerio Binasco, innovato ai giorni nostri ma con le solite maschere :  Pantalone e Ballanzone, Colombina, Rosaura, Brighella e Arlecchino  che fanno da contorno al protagonista  Bugiardo nell'asse Venezia-Napoli dove la commedia dell'arte si traduce nell'arte di arrangiarsi rubando qua e là giusto per esserci. Canta Napoli!
Infatti il protagonista abbandonato dal padre quando aveva dieci anni è cresciuto a Napoli imparando l'arte di Pulcinella, (non la maschera ma il burattino archetipo di vitalità, un antieroe ribelle e irriverente alle prese con le contrarietà del quotidiano e i nemici più improbabili perchè bacchettoni creduloni e sciocchi) mettendo la pulce nell'orecchio di chiunque gli passi sottomano per manipolarlo facendone strumento del suo piacere in un mix fra il Don Giovanni ed il Petrucchio de La Bisbetica Domata passando dal Cyrano in conto alla rovescia.

Infatti lui, Il Bugiardo sig.Lelio Balanzone, si presenta mettendo la sua faccia ma come cavaliere bello e cortese che si destreggia abilmente in maniera truffaldina per conquistare due sorelle da tempo in attesa di maritarsi-bene perchè la maggior non si era mai decisa.
Con la complicità di una serenata che lui ruba al vero autore innamorato segretamente della maggiore Rosaura, il Bugiardo intorta tutti ivi comprese le due ochette in bellavista sul balcone le quali rientrate in casa litigano per contendersi la sua mano in quanto lui si è presentato come  nobile Marchese ricco e generoso.
Ben presto le balle di questa sorta di Don Giovanni che ha sedotto e seduce tutte senza mai averne accontentata una vengono scoperte riducendolo a capro espiatorio di una società perbenista e avida ma piena di malessere nella quale non si salvano nemmeno i servi Arlecchino e Colombina  perchè, bugiardo il primo e perbenista la seconda, assomigliano rispettivamente a Lelio e alle due sorelle  pese Rosaura e Beatrice. Quest'ultime rappresentano le piccolo borghesi contemporanee (anni 50), smaniose sotto le gonne ma ancora in condizione di assoluta soggezione al padre al quale acconsentono di trovar loro un marito con giudizio senza coinvolgimento della passione che le porterebbe al sicuro fallimento.

Fatti due conti infatti si rifugiano entrambe fra le braccia di professionisti in grado di dar loro lustro e decoro nella società lasciando intendere comunque che Il Bugiardo scacciato in malo modo  non tornerà a rinfocolar le loro case fredde e agiate. Perchè un conto è chiacchierare un altro è passare ai fatti dei quali loro si accontentano di sparlare. facendosi  i ...'azz d'altri. Così va il mondo  a misura di piccolo Paese.
 Per questo Il Bugiardo Lelio (Maurizio Lastrico) bello e solare con tanto di codino a capello riccio, collanina da vu' cumprà al collo, alto e dinoccolato quanto basta a renderlo accattivante e a dominar la scena, è il personaggio che attira più simpatie e consensi in quanto emarginato in una società imbiancata a sepolcro che lui per primo rifiuta finendo giustamente per venire rifiutato.


Ma che importa perchè proprio grazie a lui gli applausi sono scroscianti come irresistibile mattatore (visto anche in tv fra i comici di Zelig)
                   http://www.video.mediaset.it/video/zelig/storici/379246/maurizio-lastrico.html

 di una performance azzeccatissima insieme a tutto l'ensemble che coralmente si muove intorno in un  rimbalzo esilarante di botta e risposta che strappa tante risate spontanee e sincere a tutta la platea. Bellissimo spettacolo che ha entusiasmato dalla prima battuta fino all'ultima senza mai perdere un verso perchè questa performance di poesia si tratta con tanto di licenza fra le rime che non sono baciate dal sole “L-elio” ma da una Luna piena che capeggia nella notte fonda. Bugiarda come in tutti i sonetti di William Shakespeare ai quali si sono ispirati Carlo Goldoni ed il regista Valerio Binasco della Popular Shakespeare Kompany in un felice connubio in tragicomica commedia  molto applaudita.

venerdì 19 febbraio 2016

COME NE VENIMMO FUORI. DALLA CACCA.


Sabina Guzzanti è stata mattatrice, in una sorta di molologo di una stronza, folle e delirante all'Auditorium Paganini, un teatro che l'acustica non aiuta moltissimo a recepire bene le parole che  in questo spettacolo erano proferite da Sabina a mitraglietta facendo sfuggire importanti battute al folto pubblico
Il quale è rimasto in religioso silenzio per non perdere il filo rotto soltanto da una fila di spettatrici che ridevano continuamente. Bastava una parola: pizzeria. Ah ah ah, idoelogia...ah ah ah! Siamo tutti ...ah ah ah! nella merda (ed era qui che ci sarebbe stata la risata, ma ormai era già fatta).
Forse conoscevano il testo a memoria o forse no. Sabina ha tenuto il palco con un lungo monologo incessante e piroettante a ritmo frenetico (alternando la recita dal vivo a brani in stile rapper con microfono aiutata dal play-back) decisamente istrerico in una sorta di opera buffa proponendosi come la bella di Siviglia che tutti la vogliono ma nessuno la piglia. La battuta. Se non fosse stata... per la claque?


A pensar male si fa peccato e comunque ci aveva già pensato abbondantemente la Guzzanti a raccontare un secolo di “merdolanum” dal quale lei emergeva con una visione a posteriori, perchè partiva dal 2041 correndo l'anno a retro fin dagli albori della nascita dell'ideologia liberale dopo la rivoluzione del 700 francese, che si espandeva a macchia di leopardo. A tal sproposito citava il premio dell'economia Nobel Freedman come capostipite di un'amministrazione canaglia che andava da Margaret Tatcher ad Angela Merkel, passando da Emma Marcegaglia.  La solidarietà tra donne specie quelle superiori di potere non è nelle sue corde essendosi auto-assurta a vestale dell'ideologia ad personam neo-liberista dura e pura super partes. Parte extremista  in contrapposizione a Matteo Renzi che con la sinistra vira a destra.
Alzi la mano chi sia stato escluso. Per fortuna sua, perchè la Guzzanti andava giù molto duro facendo l' imitazione di Silvio Berlusconi che, dopo aver ingoiato una pasticca come Gary Oldman in Leon, si trasformava da Presidente del Consiglio con l'accento meneghino a Capo mafioso con l'accento siciliano intercalando le parole con un minchiono a destra e a manca. Mancava solo un passo, quello che dalla farsa portasse alla tragedia per dare un tocco di lirismo ai versi gutturali della Guzzanti ad elevar in alto la performance.



Ed ecco allora che in sottofondo si udiva il canto della Maria Callas in Casta Diva mentre la Sabina-vestale dell'ideologia faziosa continuava nelle sue elucubrazioni immersa ieraticamente come in una sorta di masturbazioni mentali simil vergin-fica-economy dove era solo lei a godere nell'ascoltar i suoi versi di un piacere sadico e perverso che si libravan in liberal-cazzeggio a “dido” roteante puntato in alto.
Un due tre...stalla. La sinfonia era spietata e dissacrante ma fino ad un certo punto. Infatti dalla mischia tra il sacro ed il profano salvava il Papa dicendo che finalmente Uno facesse  il cristiano, portandoci alla mente il nostro Francesco. Il quale effettivanente per questa sua riscoperta cattolica-gesuita riceve il plauso da tutto il mondo Sabina inclusa che in questo caso era nella parte come icona con tanto di corona simil spine a tutto gel extra strong.


Stroncando quì e là ce ne aveva per tutti senza esclusione di colpi attribuendo ai ricchi di potere che tengono le fila delle borse e quant'altro tutte le colpe del mare di merda in cui siamo (eravamo) affondati e dalla quale "Ce ne dobbiam tirare fuori".
Purtroppo non diceva come, perchè  di fare opposizione son capaci tutti chi più, come lei, chi meno come la massa di pecoroni in cui lei ci ha identificati, mentre trovare la soluzione per un problema così grande bisogna essere geni. Mica affabulatori stronzi. Come ne Venimmo Fuori è infatti il titolo del monologo con il quale è uscita  la Guzzanti in questa performance per  indottrinare ulteriormente i suoi fans televisivi, visto che dai palinsesti della Tv è stata sospesa  per scarsità di ascolti.


mercoledì 17 febbraio 2016

BACI SOTTO LA PIOGGIA





DEAR JOHN











L'UOMO RAGNO











MATCH POINT














AUSTRALIA












COLAZIONE DA TIFFANY


















SOLDATO JANE
                                                                                "...e adesso succhiami il cazzo!"

martedì 16 febbraio 2016

UNIONI CIVILI TRA REALTA' E FICTION PER SCIOGLIERE OGNI DUBBIO

Le unioni civili hanno acceso il dibattito fra i Parlamentari che su questo tema si sono spaccati avendo Papa Francesco pontificato dichiarando fermamente che il matrimonio possa essere solo fra uomo e donna mentre la Presidente della Camera Laura Boldrini come una mater afflitta si è messa una mano sulla costituzione spergiurando fedeltà al diavolo al quale ha messo in braccio il pupo orfano per consentirgli, una volta rimasto vedovo del partner omo, di continuare a mettergli il ciucio. In bocca? A piacere. Questo spetta alle coscienze di chi va a votare ha dichiarato a sorpresa il Beppe Grillo per dare le dritte al M5S il quale in questo frangente è ago della bilancia fra PD e Forza Italia nuova con Silvio Berlusconi Matteo Salvini e Giorgia Meloni.


La genitorialità non è un diritto per cui non si comprende come possa essere inserita negli emendamenti della costituzione. Pertanto le adozioni dovrebbero essere trattate con scritture private a parte valutando caso per caso, anche perchè a dare una mano a crescere il pupo orfano di coppia omosex secondo la legge sancita dalla costituzione ci sarebbero nonni e zii  prima di tutto anche dei compagni omosex.
Ai quali comunque andrebbero riconosciuti dei diritti concedendo autorità e dignità come compagni per decisioni da prendere al capezzale del partner malato, dell'eventuale defunto e della quota di eredità, nel caso ci siano figli.
Non bisogna essere avvocati per sostenere questo perchè basta il buon senso tenendo presente che i minori vanno sempre tutelati come fossero figli nostri.

La domanda allora  è “Una madre lascerebbe il proprio figlio a un gay per essere educato a modo?” 

A rispondere è Viola Davis nel film il Dubbio nel quale un sacerdote molto zelante verso un alunno di colore viene accusato di pedofilia dalle consorelle di un college.
Pedofilia o guerra di potere? Sì perchè a muovere le accuse è la superiora che si sente minacciata nella sua posizione di Preside della scuola nel quale il prete si sta sempre più imponendo per carisma e bonaria autorevolezza al di là del rigido rigore della superiora.





La madre del piccolo di colore prende invece le difese del prete perchè è l'unico ad essere stato gentile con il suo figliolo che riconosce come particolare e diverso. Se questa è la  natura di entrambi che importanza può avere per una madre lasciare la sua creatura in mano ad un sacerdote praticante di fronte all'obiettivo di riuscita del figlio nella società?
Insomma a sciogliere ogni dubbio è la forza di natura di una madre africana  che si coniuga con il pragmatismo tutto americano in un mix di tolleranza e rispetto del diverso purchè il minore ne tragga vantaggio costruendo un futuro migliore.
Come a dire sì per le adozioni fra le coppie omosex ricche e famose perchè  i minori ne avrebbero tutto da guadagnare.





E' ovvio che con i poveri il dubbio resti con la condanna della Chiesa in primis mentre i ricchi facciano pure quello che vogliono tanto non entreranno mai nel regno dei Cieli!
C'è anche un'altra chiave di lettura ad aprire una porta abbattendo il tabù delle adozioni ai gay i quali secondo la scienza sono afflitti da vizio cromosomico in un incrocio sbilanciato di x e y per cui l'omosessualità si può individuare nel dna di un individuo. Pertanto il minore se lo porta dentro senza così correre alcun pericolo di manipolazione in quanto copia conforme nel destino del genitore. Come a dire se da cosa nasce cosa, da gay nasce gay...? La domanda è lecita quanto licenziosa è la risposta per cui o forse per cul, in tutta coscienza sarebbe preferibile tenerla custodita dentro a ciascuno, mandando la decisione al voto segreto.

sabato 13 febbraio 2016

CINTHIA NIXON IL RITORNO




 L'avevamo persa di vista dai tempi del serial più seguito di tutti i tempi,  che aveva chiuso le puntate televisive con i due film molto colorati ed esteticamente perfetti tranne che per l'aura incantevole che aveva caratterizzato la serie tv facendoci tutte immedesimare nelle storie delle quattro amiche Newyorkesi.
A distinguersi nel gruppo era sicuramnente Miranda nel ruolo di avvocato che dava un'oppoirtunità a tutti i partner che incontrava di dividere con lei la camera da letto senza fare un distinguo tra uomini di colore, professionisti in carriera o studenti senza arte né parte.
Il su e giù fra le lenzuola non era quello carnale e giocoso delle altre sue compagne perchè lei a letto era sempre vigile senza mai lasciarsi andare  dando il voto a ciascun maschio per la sua prestazione.
Perchè la paricoolarità di Sex and the City era proprio quella delle pari opportunità alle donne che per la prima volta venivano inquadrate facendo sesso senza coinvolgimento sentimentale. Troiette sì ma con stile.


Lo stile di Miranda andava comunque oltre perchè capitolava per amore di quello che sarebbe diventato il suo compagno della vita, perchè la faceva innamorare per la sua dolcezza e discreto ma costante corteggiamento tanto da indurla a sorvolare sul fatto che lui fosse decisamente socialmente inferiore anche se a letto lui ci sapeva fare facendola per la prima volta godere. Le scene di sesso più intriganti infatti sono state quelle di lei in coppia con Steve perchè lui la sapeva prendere in tutte le pose mettendola a nudo a vistavision  anche quando  lui la cavalcava dietro con tanta stima e amore.


Infatti è stato il sentimento il vero collante della loro unione sfociata poi nel matrimonio con annessi e connessi che in questo caso era una madre anziana da accudire. Missione da Miranda compiuta con amore e coraggio perchè si prendeva cura della suocera colpita da alzeimer accudendola come fosse una bambina. Insomma il suo era un amore totale che la impegnava con lo stessa passione sia per seguire il figlio, la casa, lo studio legale e i rapporti con le amiche e soprattutto quello molto stretto con Carrie (Sarah Jessica Parker) nel quale il marito si sentiva un filo messo da parte facendole il fatidico cornino che solo dopo averglielo fatto pagare con un periodo di gelo, Miranda si decideva a sciogliere.


Il grande successo del serial metteva a nudo la vera natura di Cinthia Nixon alias Miranda perchè quel ruolo da capo-famiglia e un po' maschietta lo portava fuori dal set come fosse stato per lei una rivelazione della sua vera identità di natura omosex. Infatti aveva intrecciato, e ancora in corso, una relazione lesbica facendole assumere una forma decisamente mascolina anche nel look con il capello rasato a discapito dello stile a tutto fashion manageriale di avvocato in carriera del sertial Tv che le aveva fatto ottenere tanti consensi.
In questa fase lesbo-shock aveva avuto una parentesi (e non si fa per dire perchè dimenticata) teatrale nella quale comunque era stata notata dal solito produttore che aveva creduto ancora in lei proponendole una partecipazione ad una produzione Kolossal come Brooklyn a fianco della protagonista Saoirse Ronan.candidata all'Oscar 2016 e come protagonista del film A Quiet Passion nel ruolo di Emily Dickinson, la grande e prolifera poetessa che aveva scritto diversi volumi, a tutt'oggi riscoperta,  in concorso a Berlino 2016.


Un bel salto per Cinthia Nixon più in alto di quanto abbiano fatto le altre tre sue amiche seriali con Sarah Jessica Parker in primische  al cinema, in età matura, non ne ha più imbroccata una perchè ben lungi dalle prodezze tutte mossette di Carrie quando ancora era giovane e bella ormai svanita come in una sorta di bellezza del ciuco. L'unica a invecchiare bene come il buon vino è invece Cinthia Nixon sempre più richiesta per quel suo cipiglio ironico e distaccato che nemmeno l'abito in crinoline riesce a sbattere facendole abbassar lo sguardo come una damina sottomessa perchè con una poesia al giorno, come faceva Emily, si è tolta ogni maschio di torno. Appunto.

Poesia di Emily Dickinson 
L'anima sceglie i suoi compagni        
e poi chiude la porta;
la sua divina maggioranza
estranei non sopporta.
Impassibile, sente il cocchio che si ferma
presso il cancello esterno.
Impassibile, guarda un re prostrarsi
sul suo tappeto.
So che da tutto il mondo
può scegliere uno solo:
chiuder le valve poi dell'attenzione
come fossero pietra.

venerdì 12 febbraio 2016

SAN REMO 2016 UNA SFILATA FRA LE NOTE

THE PRINCE VS PRINCE


http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-66f2d1b7-94e1-4816-a964-85792565bc3c.html





https://www.youtube.com/watch?v=1Lmq6RDn5O8&list=PLnrHN-Qk9GVNBFFbonMJM5cjgC9oCWGiS



San Remo 2016 - Quarta serata
Diciamo la verità, dopo alcune puntate,
Gabriel Garko in questo S.Remo 2016 è proprio una rivelazione: giuggiolone come un ragazzino.
Sbaglia le battute ma lui tra frizzi e lazzi fa boccacce con colpi di gomito a Carlo Conti come fosse amico di vecchia data. E' spontaneo e come un adolescente insicuro si gongola senza ironia se gli dicono quanto è bbono perchè questo lo rassicura del suo fascino.
Irresistibile quando è arrossito davanti a Nicole Kidman.
Proprio per questo le sue performances televisive sono incredibili. E' un bravo attore perchè in scena sa trasformarsi calzando a pennello i ruoli da duro.
                     









 E ALLORA ....ONORE E RISPETTO... http://ritaguandalini.blogspot.it/2014/01/onore-e-rispetto-per-il-regista-samperi.html























Un’altra rivelazione è Madalina Ghenea non tanto per la bellezza e l’eleganza degli abiti che sa portare con regalità avendo una figura longilinea quanto per il modo di porgersi  timido e incerto, pio pio pio…., ben lungi da quella falcata imperiosa e arrogante sulle acque di Venezia in Youth La Giovinezza vestita da missUniverso che toglieva il fiato a Michael Caine.
Il film presentato a Cannes girava tutto intorno a lei come fosse la protagonista assoluta anche se aveva fatto solo qualche comparsata. Folgorante, comunque.
A S.Remo invece passa quasi inosservata (anche perchè  tra lei e Conti non c'è sintonia) surclassata dalla Raffaele molto più padrona della scena.

http://ritaguandalini.blogspot.it/2015/06/youth-la-giovinezza.html




San Remo 2016 seconda serata
KIDMAN e VIRGINIA SHAPO E CHAPEAU!
Ho ASPETTATO fino adesso per vedere la Kidman, molto bella sicuramente (col botox riassorbito) ma mi chiedo perché io mi sprechi tanto a scrivere per queste star che se al cinema mi incantano appena le sento parlare mi cascano giù tanto sono shapo                   .https://www.youtube.com/watch?v=nLBZwJUOixc



Madalina Ghenea invece ha appena finito di emozionarsi dicendo di aver vist finalmente da vicino la sua attrice preferita ma io ricordo la testimonianza di un giornalista il quale vedendo la Kidman fuori dal set di The Interpreter aveva notato quanto fosse alta e con la testa grossa. Vabbè esageriamo anche se in effetti ha la fronte molto spaziosa indice di grande intelligenza.
Però come mi sono sbracata io con Omaggio a Nicole Kidman (11.5.2014)
http://ritaguandalini.blogspot.it/2014/05/omaggio-nicole-kidman-che-aprira-il.html

 credo non ci sia nessuno. E infatti ho cancellato il Tweet che avevo appena inviato perché penso di aver ingenuamente esagerato.
Preferisco quando sono cattiva. A pensar male si fa peccato ma ci si prende sempre.
Come la Virginia Raffaele (in questa serata nell'imitazione di Carla Fracci). Lei è la vera animatrice di San Remo. Chapeau!

San Remo 2016 Prima Serata
CHE FIGATA
Non ha emozionato l'apertura del Festival 2016 con l'entrata trionfante di Gabriel Garko con un cespuglio in testa a ribadire che “La-figa-sono-io” (e voi non siete un cazzo).
Ma a strappare un'altra risata è stata Virginia Raffaele vestita in vedo nudo per togliere l'attenzione dalla faccia a tutto botox.
Madalina Ghenea invece poiché tutti sanno già come mamma l'ha fatta si è conciata in animalier per fare predatore della scena, andata a ruba da Laura Pausini che è apparsa in stile grand signora con spacco inguinale a mostrare un paio di culotte nere perchè la cosina open-air l'aveva già mostrata in esclusiva in un Tour al Gran Estelar de la Feria del Hogas, un centro a Lima, in Perù.


Elton John sembrava una badante moldava.
A rendere tutto estremamente freddo era sicuramente il palco in una scenografia troppo tecnologica come se fosse un talent di cloni: Tale e Quale dove anche le canzoni sono tutte uguali fra di loro da venir come ogni volta da alcuni anni a questa parte dimenticate.
Non si capisce perchè la scenografia sia così sosfisticata quando ad emozionare il Festival di S.Remo è sempre stato il Palco dell'Ariston con tanti fiori che sono il simbolo di quella città Ligure.


Chissà perchè tanti carciofi...