Un Oscar politico contro Trump è stato definito quello assegnato a Green Boock ambientato nell’America razzista degli anni 60.
Periodicamente su Rai 5 viene trasmesso un docu sulla vita di Frank Sinatra dove c’era già un accenno della difficile situazione che doveva affrontare il suo complesso quando lo seguiva nei concerti a Las Vegas composto da artisti di colore perché costretti a musica finita ad andare ad alloggiare fuori dal centro in un Hotel per soli neri.
Frank Sinatra sempre molto generoso già da allora si era opposto a questa ingiustizia pretendendo pari dignità per il suo complesso.
Il problema razziale che l’America aveva cominciato a superare dopo l’uccisione di Martin Luther King, era veramente drammatico se si pensa che un nero poteva essere arrestato solo perché usciva di casa dopo il tramonto.
Per questo un nero per viaggiare aveva bisogno di un autista così come raccontato nel film Green Boock, e come succedo ancora nei Paesi Arabi con le donne occidentali che lavorano in aziende insediate in quei Paesi le quali per andare al lavoro, che siano impiegate o dirigenti devono sempre avere l’autista per questioni di decoro che proibisce loro di guidare una
macchina, o per schivare le attenzioni moleste degli abitanti.
C’ è un altro film che parla di un viaggio in coppia mista con autista nero e signora bianca ed è A Spasso con Daisy, altro premio Oscar, che comunque si svolge in ambito privato facendo risaltare la differenza di classe resa difficile dai pregiudizi e dall’età avanzata della protagonista, Jessica Tandy, severamente inacidita con carattere impossibile pedante e implacabile da non perrdfonare una piccolissima disattenzione per trovare alla fine un punto di incontro grazie alle buone maniere del sottoposto di colore, Morgan Freeman, che anche in questo caso, come nel film Green Boock aveva molto da insegnare in fatto di educazione e savoir faire.
In questo ultimo film, la coppia mista è formata dall’artista di piano di colore Mahershall Alì raffinato e di buona cultura, e dal suo autista un italo-americano interpretato di Viggo Mortensen ex guardia del corpo assunta dal pianista per via della segregazione incombente, siamo agli inizi anni 60. Dopo i primi scontri di due opposti, fine e sensibile il primo. Rozzo e diretto il secondo, si stabilisce un rapporto proficuo nel libero scambio delle competenze di ciascuno: il nero culturalmente evoluto aiuta l’autista a scrivere lettere alla moglie piene di sentimento, mentre “il sottoposto bianco” lo ricambia con una sincera protezione anche manesca verso i razzisti che incontrano strada facendo su segnalazione del Green Boock che indica quali Hotel i neri possano sostare.
Il film è semplice ma di grande sostanza che fa riflettere sui pregiudizi che il viaggio nel mondo e la conoscenza di altre culture possono abbattere.
Infatti alla fine diventano grandi amici. Il messaggio è positivo anche se il film è stato tacciato di buonismo da Spike Lee, messaggio comunque recepito in pieno da Frank Sinatra in tempo reale. E non si può certo tacciare di buonismo il grande Frank la cui carriera è sempre stata in odor di mafia.
Gli interpreti, entrambi candidati all’Oscar come attori non protagonista il nero Alì e protagonista il bianco Viggo Mortensen all’assegnazione del premio si sono fronteggiati con signorilità specie da parte di Viggo che ha applaudito il compagno di viaggio vincitore mettendosi una mano sul cuore come a dire “con sincero affetto ed ammirazione” e cuore in pace sulla statuetta soffiatagli ancora una volta dopo diverse candidature restando in lista d’attesa insieme a Tom Cruise e Gleen Close tanto per citare nomi eccellenti, di ricevere come i veri grandi della storia del cinema, un premio alla carriera
Il faro ha da sempre affascinato facendo sbizzarrire la fantasia degli uomini soprattutto scrittori che lo hanno scelto come sfondo di tanti racconti spesso inquietanti per la lunga rampa di scale da salire fino ad arrivare alla cima con tutti i marchingegni da manovrare ed il panorama a strapiombo da ammirare facendo venire le vertigini.
E' un luogo misterioso al quale solo in pochi possono accedere per cui si presta per fare da scena a delitti perfetti buttando la vittima dalla finestra senza sporcarsi le mani di sangue facendo sparire il cadavere fra i flutti della scogliera.
Il Faro ha fatto la sua parte nella storia rappresentando una delle sette meraviglie del mondo (Il Colosso di Rodi) di cui rimane traccia nel passaparola diffuso da secoli e millenni dalle tribù ai villaggi, dalle campagne alle città mediante il racconto dei cantori che di volta in volta lo rinnovavano sovraccaricandolo di note personali fantasiose giungendo ai giorni nostri sottoforma di leggenda.Il Faro contemporaneo più conosciuto è sicuramente la Statua della Libertà che ha scatenato la fantasia di autori di fantascienza immaginandone la distruzione da parte dell'invasione delle scimmie umanoidi come una sorta di ritorno al futuro che parta dagli albori della civiltà con la comparsa dell'Homo erectus diviso ai giorni nostri fra due scuole di pensiero: quello dell'evoluzione verso l'attuale civiltà e quello dell'involuzione verso un'integrazione con le scimmie nelle quali si è identificato non trovando nella corsa dell'uomo verso il progresso un riscontro alla sua natura di origine animalesca. Il Faro rappresenta l'accoglienza verso i naviganti per cui le scimmie l'hanno distrutto per rinchiudersi nella terra conquistata che in questo caso ' l'America perchè il racconto non si allarga a tutta la terra. In questo periodo sbarca nelle sale un film su questo tema interpretato da Gerard Butler, Guardiano del Faro di una località al largo della Scozia che insieme ad alcuni amici-colleghi trova una cassa piena di oro scatenando la caccia al tesoro dei “proprietari”che l'avevano rubato pronti a tutto pur di rientrarne in possesso.
Il gioco si fa duro perchè la posta è grossa e tutti sono determinati ad impossessarsi del malloppo anche a costo di farsi fuori l'un l'altro come all'epoca della febbre dell'oro (mitico il film con Humphey Bogart Il Tesoro della Sierra Madre)
Ma non è questo il filone che affascina bensì l'ambientazione ostica che in questo contesto è l'Isola deserta in una natura impervia che gira intorno al Faro che come un simbolo fallico avverte i viaggiatori intenzionati a rompere l'eco-sistema incontaminato che saranno cazzi loro. L'oro infatti viene difeso strenuamente creando un Thriller ad alta tensione con un finale che, vista la presenza di Gerard Butler indimenticato interprete di 300, potrebbe sembrare scontato dando una dritta.
Ma per sapere come andrà realmente a finire bisogna andare a vedere il film.
Svegliatevi svegliatevi è il nuovo grido di Berlusconi che ha lanciato nei salotti di Lilli Gruber e poi Barbara D'Urso.
Ma Svegliatevi è anche la rivista dei testimoni di Geova.
Che messaggio avrà voluto mandare Berlusconi?
Per la cronaca gli ultimi testimoni di Geova che sono saliti alla ribalta sono la famiglia di Sara Scazzi uccisa ad Avetrana la cui mamma si chiamava Concetta. Concetta la Qualunque Geova
Geova Concetta la Qualuinque...Antonio Albanese, tu ce l'hai piccolo...
Sara svegliati è prima-vera...La Sabrina Misseri.
Sabrina liotta. Liotta Sabrina. Sabrina Liotta. Liotta Sabrina.
Che brutta mossa signor Berlusconi. Così si è mangiato le Europee. Aveva ragione Corona quando ha duettato con Bianca Berlinguer dicendo di lui: " Lasciamolo parlare non ha possibilità".
A me dispiace solo aver speso due parole in suo favore così come ho postato il 18 febbraio c.m..con il titolo "Silvio Berlusconi torna in campo". Sì in campo baseball...
Countdown alla serata degli Oscar facendo scattare previsioni e scommesse. Io punto su Yalitza Aparicio, la dolce protagonista di Roma di Alfonso Cuarón, film che ha già vinto una montagna di premi (il Leone d'Oro, due Golden Globe, due BAFTA, per nominarle soltanto alcuni).
Potrebbe vincere?
Secondo i bookmaker la risposta alla seconda domanda è: probabilmente no. Probabilmente no perché questa candidatura suona un po’ come un "non ti conoscevamo, sei stata brava, parti da qui e costruisciti una carriera internazionale".
Io penso invece che l'Oscar ad una protagonista messicana, visto che è stata comunque anche brava così come riconosciutole internazionalmente, sia giusto assegnarglielo come Oscar Politico.
Ebbene sì, senza tante ipocrisie, la politica ha già fatto la sua parte agli Oscar uno dei quali assegnati ad Argo da Michelle Obama dalla postazione presidenziale della Casa Bianca.
Era un premio all'America che vinceva sull'Iran per cui questo a Yaliza Aparicio potrebbe rappresentare una protesta contro la politica di Trump ed il muro che sta costruendo il quale sta mettendo in ginocchio non solo i messicani, ma anche gli americani perchè le casse saranno dissanguate per affrontare un'emergenza che ha creato appositamente il Presidente. Il quale così si è inimicato anche quelli che l'avevano votato per costruire il muro. Perchè come si suol dire avevano fatto i conti senza l'Oste!
Countdown alla serata degli Oscar facendo scattare previsioni e scommesse. Io punto su Yalitza Aparicio, la dolce protagonista di Roma di Alfonso Cuarón, film che ha già vinto una montagna di premi (il Leone d'Oro, due Golden Globe, due BAFTA, per nominarle soltanto alcuni).
Potrebbe vincere?
Secondo i bookmaker la risposta alla seconda domanda è: probabilmente no. Probabilmente no perché questa candidatura suona un po’ come un "non ti conoscevamo, sei stata brava, parti da qui e costruisciti una carriera internazionale".
Io penso invece che l'Oscar ad una protagonista messicana, visto che è stata comunque anche brava così come riconosciutole internazionalmente, sia giusto assegnarglielo come Oscar Politico.
Ebbene sì, senza tante ipocrisie, la politica ha già fatto la sua parte agli Oscar uno dei quali assegnati ad Argo da Michelle Obama dalla postazione presidenziale della Casa Bianca.
Era un premio all'America che vinceva sull'Iran per cui questo a Yaliza Aparicio potrebbe rappresentare una protesta contro la politica di Trump ed il muro che sta costruendo il quale sta mettendo in ginocchio non solo i messicani, ma anche gli americani perchè le casse saranno dissanguate per affrontare un'emergenza che ha creato appositamente il Presidente. Il quale così si è inimicato anche quelli che l'avevano votato per costruire il muro. Perchè come si suol dire avevano fatto i conti senza l'Oste!
Paris Profumo e crema corpo di YSL...e giacca Chanel
Un ricordo del "Kaiser" stilista di Chanel perchè oltre ad essere una notizia di attualità si ricollega a quanto detto sopra su Parigi ed Irma La Dolce interpretata da Shirley Mc Laine che aveva anche sostenuto il ruolo di mademoiselle Coco nella miniserie televisiva Coco Chanel del 2008.
OUI, JE SUIS EGOCENTRIQUE
Parlando di Tv ho trovato molto interessante un docu di alcuni anni fa, di Rai 5 su Karl Lagerfeld in versione privata.
Eccentrico e geniale anche fra le pareti di casa ha accolto la troupe televisiva nel suo studio pieno di libri dicendosi assetato di conoscenza e gran lavoratore. Però meglio non dirlo troppo perché agli altri è importante dare un’immagine di leggerezza. Quella che lui offre con le sue muse Caroline e Charlotte principesse di Monaco quali testimonial d’eccellenza di Chanel.
Con Caroline è legato da grande amicizia le la principessa lo onora chiamandolo al suo fianco in occasioni ufficiali e condividendone le idee in particolare quelle espresse in questa trasmissione Tv a cena insieme a lui e vari ospiti. Prima fra tutte quella di andare a letto presto perché alla loro età è finito il tempo delle notti passate a folleggiare.
Insomma tutto all’insegna della normalità impensabile in personaggi che vivono nella favola.
Sfatata la leggenda Karl Lagerfeld ne ha demolito un’altra, quella della cultura alla base del bello e dell’eleganza.
Infatti lui non si è vergognato di dire di non aver mai studiato alcunché e di essere approdato alla moda completamente ignorante.
La sua particolarità sta nell’improvvisazione perché tutto quello che crea è frutto della sua immaginazione con la quale si sbizzarrisce anche nei vecchi modelli di Coco Chanel avendo rispolverato la Maison da uno stato di assopimento in cui era piombata la collezione dopo la morte di Mademoiselle dandole quell’impronta di eccentricità che mancava e che la piccola Charlotte sa esaltare alla perfezione.
Parlando della sua omosessualità ha fatto dichiarazioni interessanti diverse da quelle che si sentono da chi fa outing perché ha rivelato di essere sempre stato omosex fin da bambino supportato da mamma che trovava la cosa molto normale perché il mondo è vario e c’è posto per tutti per cui la sua diversità l’ha vissuta serenamente senza problemi.
Una filosofia di vita che ha poi tradotto in stile Lagerfeld della Maison Chanel affermandosi con la sua identità di figlio per affinità elettive.
Alcune osservazioni sulla moneta unica mi portano a fare un parallelo con L'Orlando Furioso liberamente tradotto (e ne chiedo scusa) così come hanno fatto e stanno facendo tanti autori teatrali con Luca Ronconi in primis che aveva aperto a una fantasiosa interpretazione del Poema, interpretato da Mariangela Melato, perchè molto macchinoso nella trama.
Anche Stefano Accorsi lo ha tradotto a teatro prima con Il Furioso Orlando e poi in assolo con Giocando con l'Orlandoo entrambe con molto successo che hanno promosso così l'attore cinematografico Accorsi il quale dell'Orlando ha fatto il suo cavallo di battaglia. Eccolo in un flash dove esplode in tutto il suo potenziale di interprete fuori classe: concentrazione, grinta, gestialità "in circolo" e... diventi padrone della scena.
Non sempre infatti le carriere, teatrali o cine-Tv combaciano nel ricevere consensi perchè il Teatro è una prova difficile da superare richiedendo la presenza di tutta la persona e non solo dei primi piani che spesso, soprattutto in Tv, aiutano a mettere in secondo piano la recitazione perchè ad attirare l'attenzione sono le emozioni che trapelano dal viso o la perfezione di una bellezza dal make-up perfetto.
Quando era sceso in campo la prima volta, diventato Presidente del Consiglio, il tormentone che girava era: “Lasciatelo lavorare” perchè preso di mira dall'opposizione che l'aveva demonizzato infierendogli colpi bassi a non finire.
Oggi invece si sente un commento bonario sul ritorno in campo di Silvio Berlusconi per sbarcare alla UE in una sorta di Cucu' 2 la vendetta: “Alla sua età lasciamolo fare. Tutto fa per sentirsi vivo e utile al Paese anche se non avrà possibilità come vecchietto incapa
ce di mordere”.
Parole più parole meno pronunciate da Mauro Corona eletto il saggio della Bianchina che di cognome fa Berlinguer.
Berlusconi è un guerriero che non vuol mollare per cui si ripresenta in veste nuova rinnovato nel lifting e nella dentatura da vecchio predatore. Caimano, come direbbe Nanni Moretti, Silvio Forever come dicevano compiaciuti i suoi estimatori di destra e ironicamente quelli di di sinistra.
OK Silvio, basta che tu ti sia liberato della zavorra di olgettine pasqualine e l'ombra di Ruby che...yes we can.
Ironia della sorte che chi di yes we can perisce di yes we can ferisce.. Fuori i renziani ora tocca a al nuovo triumvirato a governare nei rispettivi ruoli di Pompeo Marc'Antonio e Crasso visto che lui stesso, Silvio Berlusconi, aveva espresso il sogno nel cassetto di identificarsi in Giulio Cesare. Nespresso? Nespresso Detto e fatto, il Triumvirato è apparso sulla scena in tutta la sua determinata ambizione di governare per contrapporsi a Forza Italia con tutte le alleanze impossibili.
A Silvio Berlusconi non tocca che toccarsi anche se ormai il dado è tratto attraversando il Rubi-c-one in primis che come un 'ombra del suo passato l'opposizione torna a riesumare rimettendogliela sul trono come una sorta di Spada di Damocle sopra la testa che tormentandolo gli dice: “Ricordati che devi morire”. Tiè! Purtroppo Berlusconi, anche se guarda avanti, non ha futuro ma è ancora molto presente nella realtà del nostro Paese il quale ha un Governo che non guarda avanti ma comunque è molto intenzionato a risolvere i problemi spiccioli del presente senza trovare sbocco per evidente dilettantismo e mancanza di una strategia professionale.
Ebbene la soluzione ci sarebbe: basterebbe aprire un tavolo insieme prima delle elezioni per trovare un accordo nel sostenere la candidatura di Silvio Berlusconi alle Europee che metterebbe l'Italia, con la nuova veste di Nonno di famiglia che l'ex Premier si è modellato, in una posizione autorevole e di prestigio.
A meno che il Giorgio Taiani non diventi il nuovo Alfano a ripetere la storia Tu Quoque Brute?
Tranquilli, state sereni. La mia storia di Politica è inaffidabile. E se non fosse non potremmo che dare atto che la Storia siamo noi e la storia si ripete in un connubio di Luoghi Comuni e Storia che fan della cultura Italiana un punto di Forza. Forza Comune e Lega che della Capital non ce ne può fregar di meno. Divisi è meglio per un ritorno ad un Nuovo Rinascimento dove la tecnologia è un optional giusta per i video e fair-game. Mah! Non so quello che ho detto ma giuro che non lo dirò più.
Sì, sono totalmente inaffidabile.Non conti su di me l'ex Presidente. Contestare sempre e comunque il Potere "mi viene"meglio.
La vita in un attimo è un film molto originale che commuove fino alle lacrime cosa ormai rara al cinema, perchè intriso di una dolcezza infinita che in un lampo si trasforma in tragedia.
La vita è il racconto più inaffidabile perchè ti mette in ginocchio a tradimento quando meno te l'aspetti.
Questo è il tema nel quale si dipana il film il cui punto di forza sono i personaggi pieni di bontà e amore raccontati in vari capitoli che si intrecciano fra loro con un filo conduttore richiudendosi alla fine per formare il cerchio magico della famiglia in tutta la sua sacralità, dalla concepizione in grembo fino alla morte che si accendono o si spengono in un attimo.
Gli interpreti tutti indistintamente sono eccezionali sia per le phusique du role che di carattere.
Una sorpresa è rappresentata da Antonio Banderas che finalmente dà il meglio di sé invecchiato nella sua anima spagnola facendo riflettere su come Hollywood abbia creato il divo senza valorizzare la sua umanità alla quale è stato inferto il colpo di grazia in Italia con gli spot della gallina, umanità che traspare in tutto il suo potenziale di vecchio leone facendoci accorgere delle sue doti di grande attore appannate dal suo fare gigione con il quale si è sprecato in tanti film e filmetti commerciali.
La vita in un Attimo raggiunge punte di grande intensità emozionale perchè le disgrazie improvvise colpiscono persone fragili come donne incinte, bambini e madri che si sono sacrificate concedendosi al ricco proprietario di un'azienda agricola per amore del figlio, che lui dimostra di amare, lasciando che il marito si allontani perchè frustrato dalla sua condizione di inferiorità.
La malattia della donna lo riavvicinerà non prima di aver lasciato al figlio la sua eredità d'amore verso la vita che continua con lei mamma sempre dentro per accompagnarlo nel suo percorso.
Parole semplici che scaldano il cuore e che concludono ill film apertosi invece con le effusioni di una coppia in attesa che con tanti flash-back racconta il loro incontro soffermandosi sulla vita di lei perchè segnata da bambina da un incidente d'auto nella quale morirono i giovani genitori alla cui vista, con il padre decapitato, la piccola è rimasta un'ora in attesa di soccorsi.
Il trauma è superato e sublimato nella scrittura con la tesi che si basa appunto sul Racconto della Vita Inaffidabile.
L'interprete è anche lei una sorprendente Olivia Withe che dopo tanti film in gridolini e wow americani, si impegna con un dialogo difficile e cervellotico che possono comprendere solo quelli a conoscenza del suo passato che tornerà puntuale a segnarla per sempre falciata da un Bus quando era vicina al parto.
Il professore per esempio le boccia la tesi provando a portarla a letto perchè carina e seducente e secondo lui un filo svampitella “e dunque da letto” non avendo capito niente.
Così come la strizzacervelli interpretata in un flash da Anne Bening che ha in cura il marito praticamente impazzito dal dolore non rendendosi conto fino in fondo della sua disperazione perchè si limita a svolgere al meglio le sedute interrotte tragicamente da un colpo di pistola che il paziente ha puntato si di sé.
Il film ha comunque un lieto fine quando il cerchio magico si chiude con l'incontro dei figli nati dalla disperazione di due famiglie agli antipodi riuscendo finalmente a comporne una longeva bella e felice come a compensare gli antenatri di tutto il dolore subito ed i sacrifici affrontati. Perchè nonni e genitori sono quello che noi viviamo nel presente ed in questo film sono rappresentati tutti indistintamente come persone buone e piene di amore per dare il messaggio che solo con l'amore si può sperare ad un futuro di benessere e felicità.Bellissimo film. Ci voleva.
Non è difficile collocare il Giardino dei Ciliegi di Anton Cecov ai giorni nostri. (osservazioni del 5 febbraio 2008 pubblicate sulla Voce di Parma)
L'ozio e lo sperpero di una famiglia di signori di campagna potrebbe benissimo paragonarsi a quelli di una classe dirigente de' noantri.
Una tenuta-azienda di grande potenzialità in grado di dare buoni frutti come il tempo in cui era ricca e prosperosa, è lasciata andare nell'incuria con i frutti che marciscono.
“Mio marito accumulava debiti ed è morto per aver bevuto troppe bottiglie di champagne”. Allegria Ozio, sperpero e...vizio. Sono queste le caratteristiche di base della conduzione di un'azienda-casa che portano inevitabilmente a fare i conti col destino. Il quale mentre nella natura delle cose si rinnova puntualmente ad ogni stagione in una continuità sempre uguale, nella natura dell'uomo viene lasciata al suo libero arbitrio.
Per cui vale quel detto che non si dovrebbe mai piangere sul latte versato dando la colpa agli altri, ma assumersi ogni responsabilità con dignità, pagando il prezzo del dovuto.
Un prezzo che in questo caso si poteva evitare quando in piena tragedia fallimentare il solito volgare contadino sussurra alla padrona – appena tornata da Parigi da un viaggio di piacere” e rimasta in bolletta per essere stata depredata dal secondo marito truffatore e fedifrago – che si poteva affittare la tenuta divisa in lotti con case sovra costruite.
“Ma che volgarità. Giammai!” La signora Ljubov Andreevna è persa fra le stanze ed i ricordi.; la figlia più giovane è tutta protesi per il cambiamento di vita; mentre la maggiore è disgustata dalla corte del fattore volgare, perchè è solo capace di moltiplicar denaro-
Eh già, come scriveva fin d'allora Giovanni Verga in Mastro Don Gesualdo “non si innesca il pesco con l'ulivo”.
Purtroppo sarà lui,il fattore, ad acquistare all'asta la piena proprietà della tenuta ivi compreso quel bellissimo giardino dei ciliegi invidiato dal mondo intero che sarà abbattuto non appena le valigie dei signori, raccolte fra quadri appannati e animali imbalsamati, sono pronte per il trasloco..
La signora torna a Parigi, con un bel gruzzolo lasciatole dalla nonna pietosa a raggiungere il marito arraffone; la figlia minore senza arte né si unisce ad uno studente da tempo fuori corso; la figlia maggiore è destinata a dirigere, come non si sa, un'altra ricca casa.
Poveri signori! E poveri anche i servi, uno dei quali, il più vecchio che viene dimenticato nella villa, si sofferma a meditare sull'inutilità della vita, ormai passata e mai vissuta.
“L'amore innanzitutto” diceva la signora, ma se signori si nasce, se non si lavora, poveri si diventa. Perchè sono l'ozio lo sperpero ed il vizio che portano alla rovina. Un monito per le classi dirigenti oziose sperperatrici ed indifferenti. Ma anche per i servi che accettano di stare al loro servizio. Canzone correlata: La Collina dei Ciliegi di Lucio Battisti
Un viso difficile da dimenticare, un viso d’angelo con un berrettino peruviano in testa che sorrideva fiduciosa mentre entrava nella tana dell’orco suo molestatore che, se non fosse stato per il paio di baffi la faccia sarebbe stata normale come tanti.
Dolcissima e intraprendente la bambina era interpretata da
Saoirse Ronan, era stata violata dal mostro e mangiata lasciando i suoi amabili resti vagare nel tunnel fra la vita e la morte
Il film aveva emozionato tantissimo soprattutto per la presenza di questa ragazzina dal sorrisino furbetto e due occhi azzurri vivaci e svegli, Ma non abbastanza da riconoscere il male che può nascondersi dentro agli uomini viziosi e malati. Era una vittima predestinata.
E’ bello vedere crescere le piccole star anche se a dire il vero Soairse Rohan non è cresciuta di statura ma nella professionalità acquisita con tanti film ultimo dei quali nel ruolo di Maria Stuarda giustiziata per ordine di Elisabetta I.
I film sulle regine interessano sempre molto e questo in particolare è dovuto anche alla presenza di Margot Robbins irriconoscibile con il tipico trucco sbiancato di questa sovrana. Secondo la storia LE DUE Regine di Scozia e d’Inghilterra non si sono mai incontrate ma molti autori si sono sbizzarriti immaginando un incontro tra le due che alcuni descrivevano anche con un bacio saffico al veleno mentre in questo film duettano in modo drammatico dove Maria Stuarda fa appello a Elisabetta ed alla natura femminile pietosa per distinguersi dai giochi di potere dei maschi che li rende violenti e crudeli. I quali appena vedono un pericolo lo eliminano senza pietà.
Elisabetta invece ascolta i suoi consiglieri facendo eliminare Maria Stuarda (vittima sacrificale) e tutti i nemici del regno cattolici in primis regnando molti anni con lungimiranza.
Le donne per gestire il potere hanno bisogno sempre di un maschio? Diciamo che Elisabetta si è servita dei consiglieri maschi per fare il lavoro duro per poi proseguire da sola secondo la sua volontà. Questo non toglie che si sia macchiata di sangue per salvare la corona e il Regno Unito. In questo caso il fine giustificava i mezzi. Il Potere è terribile e bisogna esserci portate per gestirlo.
Nel film La Favorita sempre sugli schermi in questo periodo il potere viene gestito dalle donne a loro piacere ed infatti ne combinano di tutti i colori associando l’idea di potere al sesso.
Amore e morte? Assolutamente no. Amore amore amore in una leccata infinita che alla fine sfocia nel dramma come da copione perché le donne lesbo consumano il sesso mettendo sentimento anche dove non ci dovrebbe essere diventando gelose e irrazionali possessive e perfide perdendo ogni controllo.
Il film è ambientato nei primi anni del 1700 raccontando il breve regno della Regina Anna afflitta da pazzia per aver subito 17 aborti che l’avevano resa succube delle particolari attenzioni di una sua dama di compagnia alla quale aveva delegato la gestione del potere che in seguito si vedeva rubare da una sua cugina chiamata a corte per fare la sguattera sottovalutando la sua volonta di essere pronta a tutto per diventare la favorità della regina che in privato amava molto sollazzarsi con le donne.
In questo caso non è tanto l’intelligenza strategica a mettersi in gioco quanto la professionalità acquisita in pratiche sessuali dove si impara a non guardare in faccia a nessuno, tanto meno a vecchie volgari e grasse donne mature e vogliose così come impersonata da Olivia Colman nel ruolo della Regina Anna. Insomma ci vuole pelo sullo stomaco delle professioniste del settore che le due “dame” posseggono in pieno facendosi la guerra per poi vedere soccombere la prima (Rachel Weisz) in favore della seconda (Emma Stone) il cui destino sarà quello di essere l’unica ad aver l’onore di intrufolarsi fra le gambe della Regina perché lei ha il potere di ordinarglielo prendendola per i capelli e posizionarla lì come e quando ne voglia. "Lecca!"
Bisogna esserci portate per il potere e anche per i relativi giochi non si scherza: è sempre gioco duro e sporco. Già. ma qualcuno lo deve pur fare. L’importante è non farsi logorare. Dall’ambizione? No dalla mancanza di buon gusto. E non si fa per dire!
INTERVISTA VIRTUALE AD ABIGAIL Il tuo personaggio nella Favorita è quello che emerge per intraprendenza, mancanza di scrupoli di ogni ritegno e di cattiveria. Ma non è questo il punto perchè vorrei sapere se lo consideri un personaggio attuale.
Io penso che Abigail si trovi alle prese come rampichina in una situazione molto simile a tanti ambienti lavorativi di potere anche se non credo si giunga a questi livelli bassi e beceri ambientati in un’epoca dove si andava poco per il sottile tanto che le ragazze che facevano le preziose le chiamavano Les Precieuses ridicules. Le donne non portavano le mutande perché dovevano essere sempre pronte a soddisfare i loro uomini. Solo con la Rivoluzione sono cambiati i costumi.
Fra i contemporanei a livelli alti ci si muove con più velenosa perfidia senza arrivare a rapporti sessuali come per esempio ne Il Diavolo Veste Prada dove le due segretarie si possono considerare due “lecchine”.
Questo è il succo anche se non lo hanno succhiato. Il succo.
Ti sei mai trovata a fronteggiare queste situazioni nel corso della tua carriera?
Le situazioni più frequenti sono quelle a livello di fellatio perché per la maggior parte sono i maschi a gestire il potere i quali lo considerano un lasciapassare per avere una parte perché se fai un “pompino” ad arte sei probta per qualsiasi ruolo.
IO comunque me la sono sempre cavata.
Che vuoi dire?
Quello che ho detto. Poi lasciamo la libera interpretazione.
E con le donne sul set?
Con le donne ho sempre avuto un rapporto filiale di rispettosa sudditanza anche se sul set è tutta una finzione ma ammetto che qualche volta si vada oltre con i partner maschi perché loro non fingono facendosi sentire eccome negli approcci ma tutto spesso poi finisce con il film.
Con la Favorita i rapporti sono stati molto burloni per cui non c’era nulla di morboso. E’ come quando si guardano film porno in compagnia: si ride molto facendo svanire l’eros.
La risata è dissacrante ed irriverente abbattendo ogni tabù con naturalezza.
Così dal dramma alla farsa il passo è breve. Nel film c’è molta ironia nonostante il tema sia drammatico più di quanto sia stato rappresentato perché mette il dito sulle piaga della condizione femminile sottoposta che va oltre il “ditalino” perché per ottenere una fetta di potere si devono abbassare sessualmente umiliandosi fino all’annullamento di sé per cui difficilmente riusciranno ad assurgere a dignità una volta salite di rango perché restano marchiate per sempre.
Vedasi la Du Barry trattata da tutti con sufficneza nonostante la sua posizione di favorita del Re per esempio o ancora la Pompadour che per sopravvivere a Corte dopo essere stata la favoritasi era abbassata a fare la maitresse scegliendo giovani fanciulle da donare al Re.
Il finale della Favorita è terrificante perché nonostante Abigail sia diventta nobile , il suo ruolo a Corte resta quello della prostituta al servizio della Regina che una volta scoperta la sua infedeltà scoprendola ad infierire su un coniglietto, invece di distruggerla la tiene sadicamente a sua disposizione fra le gambe godendo del suo disgusto perpetrando una vendetta tutta femminile perché un Re l’avrebbe fatta frustare o decapitare.
Il film è interessante perché non si è mai vista un’intraprendenza da parte di governanti o serve a questi livelli dove si è raggiunta una sfacciataggine che non si sa se rispecchi la realtà dei fatti perché le “favorite” esercitavano il loro potere sempre sotto il controllo delle eminenze grigie di Corte che le tenevano d’occhio qualche volta manipolandole o facendole fuori quando diventavano ingombranti.
Sì il film è un po’ troppo caricaturale perché a dire il vero nemmeno alle Regine era consentito di governare in maniera assoluta perché erano circondate da uno stuolo di consiglieri che praticamente le gestivano imponendo di osservare rigidi cerimoniali con regole scritte da secoli e perché non erano in grado di fare strategia di guerra o di fronteggiarle senza entrare nel panico. L’unica che si ricordi indipendente nel governare nella storia è stata Elisabetta I che non ha mai voluto sposarsi preferendo le consulenze esterne di esperti fidati. Tu ti sei immedesimata molto bene nel ruolo di arrampicatrice.
Io amo questo personaggio perchè lo capisco. Abigail è una vittima in quanto donna venduta dal padre per pagare debiti di gioco che si è trovata in strada per cui non le restava che vendersi a sua volta nel buttarsi in un gioco che l'avrebbe riscattata dalla sua condizione. Purtroppo aveva sottovalutato quanto il gioco fosse duro e più grande di lei.
Infatti pur maneggiando in ogni dove anche fra le gambe della Regina non poteva aspirare a diventare tale. Se fosse stato un Re avrebbe avuto più possibilità così come era stato per Anna Bolena la quale ha soddisfatto la sua sete di potere anche se solo a metà dividendola col Re trovando poi l'apogeo con la figlia Elisabetta che l'ha riscattata alla perfezione.
Infatti Elisabetta non ha avuto eredi perchè si era compiuto un destino e Anna Bolena era una predestinata.
Abigail non è una predestinata. L'omosessualità non porta a niente perchè è una chiusura nel sé e per sé. E solo un gioco narcisista ammesso che rimanga a livello di gioco perchè nella vita prende tutta un'altra “piaga”scadendo nel patetico. Non per nulla si dice Che Lecca quando il latte arriva alle ginocchia.
Il maschio omosex per esempio preferisce prenderlo nel culo. Contento lui, contente tutte.
I dolori e gli amori superficiali durano nel tempo. Quelli profondi si bruciano presto uccisi dall loro stessa intensità. E l'amore fra la regina Elisabetta ed il principe Filippo di Edimburgo è quello di due anime gemelle profondamente superficiali.
Iniziato con un grande innamoramento è poi continuato all'insegna della complicità dell'affetto simpatia e nella tolleranza delle rispettive infedeltà fino ad arrivare alle nozze di diamante dei sessant'anni insieme.
Da un diamante non nasce nulla ma fa sognare e trarre insegnamento.
Elisabetta infatti come madre è stata molto fredda e poco presente insensibile ad ogni richiesta di di baci e abbracci da parte dei figli.
Di lacrima asciutta che non ha nemmeno sciolto alla morte di Diana, né della madre o della sorella, si è sempre sentita più a suo agio immersa nella natura fra i suoi castelli di campagna con gli animali ed al suo compagnoa con il quale fare passeggiate a cavallo ed andare a caccia.
Poco umani, ma molto terra terra , lontani dal popolo chiusi nel loro mondo come una sorta di avorio, hanno regnato mano nella mano come due fidanzatini di Peynet a dimostrare che il loro amore è eterno.
Sicuramente dopo la morte resteranno insieme come due anime gemelle . Sono fortunati perchè hanno la stessa età e non dovranno cercarsi di nuovo come succede a quelle divise prematuramente nella vita bruciate nella loro passione totale ed assoluta. Ma devastante sul quale è steso un velo pietoso tombale e glaciale. Perchè le anime gemelle resistono solo dietro la porta del Grande Freddo.
Una donna vestita elegantemente non sempre svestita fa la stessa figura.
Tra pubblico e privato c'è a volte una netta differenza. Audrey Hepburn per esempio considerata un'icona fashion per l'impareggiabile grazia ed eleganza non solo nel vestirsi ma anche nel modo di porgersi sia in pubblico che nei suoi film, indimenticata in Vacanze Romane o Colazione da Tiffany dove anche se interpretava un tipino turbolento in realtà era di tempra nobile o di classe, in reasltà aveva robusti appetiti a confermare la sua appartenenza al segno astrale del Toro segno di terra che bada al sodo.
Così Audrey se in pubblico è sempre stata l'emblema delle virtù femminili dissociate dalla carnalità considerata troppo volgare, nel privato si è concessa diverse scappatelle. Alcuni nomi? William Holden, Albert Finney e udite udite John Kennedy.
Nessuno lo immaginava anche perchè il vento del gossip soffiava piano per non scalfire la sua immagine nello star system, ma c'è un film che aveva messo in luce questa sua personalità intimamente tormentata ed è stato Guerra e Pace dove aveva conosciuto il futuro marito Mel Ferrer nel ruolo del principe Andrea tradito da Natasha.
Un ruolo che Mel Ferrer si è portato dietro anche nella vita privata nei panni del principe consorte della diva Audrey con relative corna.
Quando si dice entrar nel personaggio. Infatti Mel Ferrer fece soffrire Audrey afflitto, come si leggeva nel divorzio, da crudeltà mentale, mentre Andrea Dotti la ripagò rendendole pan per focaccia. Solo con ilterzo compagno Audrey trovo la serenità dedicandosi alla sua missione Unicef e restando fedele. Per raggiunti limiti di età.
Ad una certà età si può fare tutto ha chiosato Ornella Vanoni a Virginia Raffaele sul palco dell'Ariston. Sì, anche anche restare fedeli al proprio compagno.
Natasha di Guerra e Pace contrariamente a quanto è stato tramandato, è il personaggio che più assomiglia alla personalità di Audrey.
Nota di costume vintage: in posa con mani sui fianchi e dentro le righe.
Fra i tanti duetti di ieri sera è spiccato il monolgo di Claudio Bisio con una interpretazione strepitosa del rapporto padre-figlio nel quale si è identificato ricordando conme una una sorta di reality che ha fatto ricordare un film sempre da lui interpretato sulla nostra bella gioventù maleducata della quale riporto le mie osservazioni.
GLI SDRAIATI
Fra i tanti registi fratelli o figli-di, è ricomparsa Francesca Archibugi che tanto era piaciuto con Il Grande Cocomero e a me personalmente Verso Sera con un malinconico Marcello Mastroianni per poi perdersi nella commedia italiana genere fuori di testa come Pazza Gioia.
L'Archibugi è sempre stata molto attenta al mondo dei giovani e bambini che descrive in maniera realistica strappando anche emozioni, purtroppo pagate a caro prezzo.
Infatti con Gli Sdraiati bisogna vedere tutto il film, purtroppo, nel quale i giovani la fanno da padroni specie i maschi che si ritrovano a far “squadra di froci” scorazzando per la città in bici in quanto ancora minori, mentre l'unica ragazza del gruppo si attacca al Bus dopo averli snobbati.
Ecco è proprio la ragazza a fare manico d'ombrello mandando tutti a quel paese giovani e vecchi insieme di una società di merda - dove si va da un estremo all'altro, tra famiglie disastrate, allargate o in disaccordo, a quelle di tradizione cattolica dove si prega ancora intorno al tavolo prima di iniziare il pranzo - come se la colpa sia tutta della scuola che non insegna oltre alle materie di pagella, la buona educazione.
Ed in specie a questi ragazzi “sdraiati” che ci fanno vergognare di esportarli all'estero ammesso che il film vi sia distribuito. Infatti sono ribelli in maniera esasperante come se fosse tutto loro dovuto esagerando nelle esternazioni della loro rabbia di adolescenti confusi e persi.
In confronto i ragazzi di Gioventù Bruciata sembrano lattanti (sempre a bere latte piuttosto che alcolici) dilettanti perchè trasgrediscono senza con questo offendere i genitori ma prendendosi le loro responsabilità. Invece nel film è tutto un turpiloquio verso gli adulti “Come rompi, Togliti dalle pallle e il classico Vaffanc...”. Nessuna indulgenza, nessuna pietà e tanta presa per i fondelli ripetuti fino all'ossessione tanto da mandare in paranoia l'unico genitore protagonista sulla scena (interpretato da uno strepitoso Claudio Bisio) la cui sola colpa è quella di essere fin troppo presente ed apprensivo, e che solo alla fine riesce a recuperare, dopo un incidente del figliolo e un colpo apoplettico a lui, un filo di speranza che possa chiamarsi comprensione ed affettuosa accettazione reciproca.
Tutto bene quel che finisce bene anche se in realtà non è così perchè rimane aperto il problema di base che la Archibugi non ha affrontato delegandolo al solo rapporto padre e figlio con la scuola che resta in sottofondo pur avendola individuata come falla del sistema.
Pertanto il film fa acqua da tutte le parti in un affondo della società italiana dove il nucleo si è disintegrato aprendo a una generazione di giovani confusi e sballottati da una famiglia all'altra e dunque sottoposti a doppie regole da osservare, con una scuola che si solleva indignata solo quando “dalla finestra volano preservativi” senza curarsi di domandarsi cosa facciano i ragazzi nel loro tempo libero, ben sapendo che sono occupati solo a far due cose:_ sbevazzare o scopare.
In questa ultima applicazione sanno essere particolarmente consapevoli conoscendo le dinamiche così come insegna la ragazzina Alice Bendidio (figlia di nessuno interpretata da Ilaria Brusadelli) di poche parole ma giuste: “Toccami qui...prendimi così che mi fai godere...” dimostrando alla sua età di sapere il fatto suo nella consapevolezza che la gioia vera della vita si provi a letto. Fatti non parole.
E' già qualcosa come conquista importante per l'emancipazione delle donne che non sono ancora arrivate ad imparare dove sia la fonte del loro piacere per godere a modo, perchè secondo l'Istat la maggior parte pensano ancora che l'orgasmo si raggiunga solo a tavola come in Harry Ti Presento Sally.
Per questo adorano i master-chef.
La gioia di vivere fa parte della furbizia giungendo subito là dove l'intelligenza prima deve analizzare, poi elaborare ed infine scegliere. (Nietzsche)
Ora la domanda è: meglio essere furbi o intelligenti?Con la furbizia si può sbagliare con l'intelligenza è più difficile perchè le scelte sono ponderate con la volontà di andare fino in fondo e dunque più lontano.Ma questa è un'altra storia non del film Gli Sdraiati che da un sondaggio fra il pubblico in uscita dal film è stato giudicato insulso e non rispecchiante la realtà dei giovani. Insomma come detto sopra, la solita burletta all'italiana. Non sempre il pubblico è sovrano perchè è l'Archibugi che c'azzecca con un Claudio Bisio che ha dato un'interpretazione veritiera.
La musica è finita, gli amici se ne vanno, che inutili serate... Già perchè tante serate? Sembra che l'Italia si debba fermare mentre invece fatica a seguire fino alla fine chiudendo la Tv prima del Dopo Festival.
Già il dopofestival nel quale erano i critici ad emergere per commentare le canzoni (ma il Luzzato Fegis dov'è) nella loro sostanza anche se “sono solo canzonette”.
S' canzonette che parlano di incesti, stupri, bambini maledetti il cui unico reato è stato quello di nascere.Il dopofestival serve a questo a far riflettere. Una puntata l'ho seguita riuscendo a tirare tardi giusto per approfondire ma mi sono soffermata sul look di Anna Foglietta: spigliata come lei attrice brillante delle commedie d'autore ma con un tocco sexy di eleganza raffinata senza ricorrere a strascichi, scollature abissali o gambe nude a spacco inguinale.
Semplicemente deliziosa nel volteggiare le braccia con le maniche a farfalla in una girandola che galvanizzava come una sorta di gheisha nera.
Oltre ad essere una brava attrice è una delle poche dotate di un fisico importante che si impone prepotentemente sulla scena.
Non è il caso di citare Nessuno Mi Può Giudicare dove la Foglietta faceva la Bunny che insegnava l'arte della seduzione ordinando una tazzina di caffè con voce melliflua perchè faceva scadere il film in una burletta, ma in Perfetti Sconosciuti dove emergeva in tutta la sua carica sexy con un taglio corto di capelli ed un vestito verde-fondo-di-bottiglia e con sotto niente, completamentre smutandata. Così per scadere nella bonazza bastava fare un passo che lei non ha varcato facendo la “vacca” con classe nell'alzare l'orlo della gonna ad effetto ruota per mostrarla a tutti i presenti...Sì ma tutti tranne che al pubblico con un vedo-non-vedo che faceva venir l'acquolina in bocca ma che lo lasciava a bocca asciutta. Brava ! L'arte di sedurre non ha regole perchè l'unica che vale è quella di lasciar liberi di esprimersi intuendo comunque quello che potrebbe smuovere l'oggetto del desiderio.
Anna Foglietta è un'attrice di cinema che si è prestata alla Tv quando le conduttrici o attrici di fiction farebbero carte false per sbarcare al cinema, ma l'evento S.Remo era un'occasione irresistibile perchè è una vetrina che porta sempre al successo.
Le mutande sono un optional anche se la tremarella si sa può fare brutti scherzi.
Miss mia cara miss tu dammi il bis e sai cos'è...Chiamami Baglioni e a S.Remo farò il tuo bis. Il mattatore Alfa invece è stato Claudio Bisio che ha confermato la sua tempra di professionista della comicità tenendo la scena con brio e vivacità riuscendo ad oscurare i meme di Virginia Raffaele. Perchè la Raffaele? Già perchè?Forse a confermar quel detto che in ogni salotto ci voglia sempre una scema (e lei ci fa) perchè così le altre faranno la figura delle intelligenti.Infatti Michelle Hunziker che non ha ancora svelato se c'è o ci fa, ha fatto la figura di quella che ti-dà-un-lezione-di-come si faccia-a-condurre-S.Remo, facendo un impeccabile stacchetto con Claudio Bisio come ai tempi di Zelig e presentando con la giusta dizione a sorriso aperto ma senza i denti in fuori e con la S-Lunga della Raffaele.
Alla quale non è rimasto che prendere atto che “lo fo, lo fo... fi-fi-... fei tu la gran fica”.
Qualcuno lo dubitava? Antonio Ricci, no. Per lui Michelle Hunziker c'è.
Del giudizio di Claudio Bisio non c'è da fidarsi perchè lui lo dice a tutte, tanto per parafrasare S.Remo, comunque vada a fare coppia, sarà un successo. Vedasi Vanessa Incontrada per esempio con la quale ha lavorato in grande sintonia dopo che questa aveva scalzato Michelle sostituendola egregiamente a Zelig.
Virginia Raffaele è apparsa goffa nelle mise haute couture nelle quali sembra si sia infilata come una turista per coso trovandosi più a suo agio in quelle di Mary Poppins .E' curioso come a questo Festival sia dato spazio a tutti per esibirsi nel campo in cui eccellono mentre a Virginia sia stato riservato solo il ruolo di velina penalizzando la sua professionalità come imitatrice, la più grande che abbia messo in scena la RAI.
Claudio Baglioni ha già anticipato che per il prossimo presentatore a S.Remo saranno cavoli suoi. Un po' come è stato per lui chiamato al festival per presentare le sue canzoni che ha intervallato tra l'una e l'altra di quelle in gara senza mai entrare nei panni del direttore. Il quale si sa deve lavorare dietro le quinte.
E' un vizio di procedura che colpisce i grandi così come era successo a Domenico Modugno con Delia Scala in Tourné con il musical Rinaldo in Campo: chiuso il sipario a grande richiesta Modugno si metteva a cantare Volare lasciando la collega in un angolo così com'è per Virginia Raffaele nonostante sia la conduttrice ufficiale del Festival. E pensare che negli anni passati quando era ospite d'onore sul palco dell'Ariston erano bastati pochi minuti di performance in scena per far alzare gli ascolti.
I quali sono in calo perchè la Raffaele lavora meglio da sola piuttosto che con “Claudio” visto che insieme a SantaMaria (facendosi ben tre Claudio) l'audience è sceso in picchiata. Come a dire che per lei Claudio c'entra come i cavoli a merenda e che il troppo storpia. L'ideale sarebbe (non è mai troppo tardi per ricominciare) tenere in scena i due conduttori, e dopo una prima presentazione, separarli lasciando loro la scelta di esibirsi in coppia con ospiti d'onore a “piacer loro”. E nostro. Con le esternazioni in libertà ci si esprime sempre al meglio. Di sè.
Maria Callas amava moltissimo gli Swarovski dei quali si adornava facendoli creare e incastonare appositamente per lei, per portare in scena i personaggi delle opere da lei interpretati.
L'incontro con Aristotele Onassis fu un colpo di fulmine che colpì soprattutto la Callas la quale per lui non esitò a lasciare le scene per entrare nella cronaca rosa nella quale, dopo i primi anni di splendore come icona fashion, fu umiliata da Onassis perchè scelse di sposare Jackie Onassis ved Kennedy non esitando a calpestare l'unico vero amore della sua vita perchè si era concessa a lui ancora vergine lasciandosi poi morire dal dolore.
Dopo la sua morte i gioielli (così si possono chiamare per le fogge elaborate e uniche) Swarosvski di Maria Callas sono stati presentati in diverse mostre, prima fra tutte al Teatro alla Scala di Milano nella quale spiccava una parure di rubini in collier e orecchini.
Un filo rosso univa le vite di Maria Callas e Onassis, perchè gli swarovski segnavano la vita dell'armatore quando il giovane figlio si fidanzava con l'ereditiera dei cristalli Fiona molto più anziana di lui, per poi morire poco dopo a seguito di un incidente aereo lasciando Onassis nella disperazione dalla quale mai più si riprese fino a morire di dolore.
Natalie Dormer aveva cominciato alla grande mettendosi in luce nel serial dei Tudors nel ruolo di Anna Bolena alla quale dava corpo come una sorta di rampichina cortigiana d’alto bordo ben lungi da quella nevrotica e frustrata divorata dall’ambizione portata sullo schermo da Natalie Portman sempre riottosa nel fare sesso, a musetto duro e con molta alterigia non potendo essere che così se si voleva generare una Regina come Elisabetta passata alla storia come Regina Vergine, pur avendo preso molto dal carattere imperioso del rosso e iroso padre il quale comunque a differenza della figlia era sessualmente smodato.
Natalie Dormer faceva un ritratto della Bolena molto televisivo più sulla fiction che reale tutta moine e sbattito di ciglia come arma di seduzione prima di passare ai fatti dopo la sorella la quale per prima aveva avuto l’onore di entrar nel letto del re: così se la prima aveva incantato la seconda l’aveva stregato come da copione anche se non hanno reso giustizia alle Bolena, Anna soprattutto perché dai ritratti che ci pervengono non sembra bellissima per cui deve aver sicuramente avuto molto spirito di richiamo irresistibile per farla brillare a Corte al di là del colpo di coscia quanto meno fino a quando il matrimonio non diventava la tomba dell’amore (e non si fa per dire). Un conto è fare la reginetta della festa un altro la regina che si monta la testa con la corona specie se lo scettro continua a tenerlo in mano lui.
In ogni caso la strategia tecnico-tattica in questi frangenti consiglierebbe di giocare in difesa tirando fuori la grinta solo per stuzzicare l’eros concentrandosi sull’oggetto d’amore evitando di avere la testa altrove ed immischiarsi nelle questioni poltiiche se non richieste.
La serie Tv dei Tudor anche se molto accattivante nel delineare i personaggi esaltandoli nella loro bellezza in dignità e in erotismo si è rivelata penalizzante per le attrici che hanno dovuto pagare le conseguenze rimanendo ancorate a questa serie senza possibilità di crescere.
Natalie Dormer infatti non è stata più protagonista né in Tv né al cinema dovendosi accontentare di ruoli minori anche se fisicamente si è trasformata diventando sempre più bella ed attraente come non era mai stata nei Tudor.
I lunghi capelli biondi incorniciavano un viso levigato e fine con due occhi verdi come quelli di un giaguaro. Infatti come amica del giaguaro è stata ingaggiata nel film The Counselor dove si vede in due sequenze come commessa e corriere della droga, un ruolo ambiguo molto praticato da vendeuse in giro per il mondo nel quale vendono di tutto. Insomma una prostituta d’alto bordo con le mani in pasta. Non insanguinate comunque perché un conto è spacciare o prostituirsi un altro è macchiarsi di sangue prendendo un compenso per la prestazione erotica d’acchiappo.
Stesso tema nel quale si è trovata invischiata accettando il ruolo in Posh di una prostituta per fare la reginetta della festa in un gruppo di studenti
universitari inglesi ai quali si offre a tutti con gagliarda partecipazione fino a quando la festa non degenera in omicidio facendole prendere le distanze dai suoi clienti rifiutando il compenso. Insomma sarebbe come dire che una filosofia di carriera che indulge su reati minori l’interprete sia poi destinato a ruoli minori.
Così è stato per Natalie Dormer. E pensare che era partita come regina e come tale era rimasta impressa nell’immaginario rinascendo nell’antico splendore dei Tudor in uno spot di una manciata di secondi a fianco di George Clooney che l’ha ripagata di tanti rospi che ha dovuto ingoiare con comparsate di personaggetti.
Non ha portato molto bene questa serie perché a trionfare sono stati solo i maschi: le 6 mogli di Enrico VIII non hanno più avuto scritture importanti compresa Joely Richardson l’interprete della serie Nip e Tuck che non si vede più sugli schermi Tv o cinema. Nota di costume vintage: Lingerie di seta con coulotte un intimo sexy anni 80 tornato in auge