sabato 2 febbraio 2019

TEATRO E CINEMA IN CRISI? ANALISI E COSTI

 
Perchè il Teatro non conosce crisi? Perchè è rimasto l'unico punto di aggregazione delle persone di una certa età e di un certo livello, la fascia più presente, che oltre a riunirsi nella sale può socializzare nel foyer dove ristorarsi nei Bar o Cafeteries per scambiare saluti ed opinioni.
Il cinema è in crisi, ma solo quello delle multisale che fanno il pieno sotto le festa di Natale o le domeniche pomeriggio,  offrendo crepes e pop-corn  merendine ma con divieto assoluto di bollicine.
A pensar male perchè  ci si prende sempre sarebbero proprio le bollicine ad attirare pubblico a Teatro. Della  Lirica in primis dove vige la cultura del Libiam di operistica memoria.

Il cinema invece si rivaluta con le sale d'essai nelle quali si riversano i veri appassionati composto da giovani ed anziani che rappresentano la vera cerchia dell'intelliighentia degli amanti dello spettacolo perchè sfidano le intemperie facendo aggregazione in strada a scambiarsi opinioni come una sorta di cineforum On The Road perchè nel cineforum sul palco sotto lo schermo parlano solo gli addetti ai lavori documentando il loro operato sempre comunque frutto di grande ricerca come la fatica di andare a scopiazzare sul web che ormai è diventato fonte di ispirazione per sceneggiatori in crisi.

I cinema all'aperto estivi non fanno testo essendo frequentati esclusivamente per prendere un po' di fresco per rilassarsi con le visioni di film qualunque sia in rassegna con titoli d'antan o di seconda visione,che il pubblico li preferisce pur di disertare le feste campagnole con salsicce e patatine servito con il“lissio”. Va moh!
Questo vale anche per i Teatri all'aperto che fanno il pieno soprattutto di giovani che si impegnano a sgranocchiano patatine a volontà facendo imbufalire star come Elisabetta Pozzi la quale, mentre recitava i classici dell'anticchità nel Teatro Greco di Siracusa (qui nella foto) sentiva gli echi delle pattatine a coprir il coro delle Troiane.

Per non parlar di selfie che sono l'incubo di tanti attori il cui lampeggio li manda in paranoia mettendo in scena invece che la pièce fulmini e saette  perchè dopo il flash scatta la furia del divo verso lo sciagurato che ha pagato il biglietto per vederlo, praticamente sputandoci sopra. Li mortacci...tua.
Gli attori se la tirano? Altra domanda che merita una riflessione. In una intervista televisiva di Rai Uno in bianco e nero ricordo che Umberto Orsini e Corradi Pani raccontavano le loro avventure dei Tour teatrali prendendo in giro la casta degli attori pieni di spocchia (e fra questi mettendosi ironicamente in mezzo, bontà loro) che si ritengono superiori a tutti :”...poi magari finiamo a Boretto in un teatrino fatiscente con quattro gatti che ti guardano ma non si sa se capiscono quello che stiamo dicendo nel dare loro in pasto Tolstoi  Cecov o Dostoevskij,   (con i Fratelli Karamazov in primis, lo sceneggiato che stavano interpretando per la Tv).
Come dire che pur di recitare erano disposti a declassarsi a qualsiasi livello, anche a quello di un Idiota (tanto per ricitare Dostoevskj)
Che dire? Vissi d'arte e di idiozie?


Il lato positivo sta nel constatare che andare a Teatro non sia più un lusso per pochi ancora riservato

comunque alle prime della Lirica  sia per i costi del biglietto che per le sfilate nel foyer con le mises che dovrebbero essere rigorosamente haute couture mentre invece se ne vedono di ogni con un tripudio di cineserie a seguir due scuole di pensiero, quella di Alfonso Signorini dove la cineseria è quella classica dei vasi ming, come una sorta di legge del menga non so chi mi tenga, visto come ha allestito il suo Turandot, oppure a seguir quella scuola di pensiero dell'allestimento rivoluzionario
https://www.youtube.com/watch?v=92klTZYA9CA

https://www.youtube.com/watch?v=xhSid3lsGQs
messo in scena da Stefano Poda spiegando che Turandot sono io, Turandot siete voi, Turandot siamo tutti, Turandot non esiste.
E allora Liù? Sono io.

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