venerdì 1 febbraio 2019

GIUSEPPE CONTE UN PREMIER INSICURO


Che delusione a Davos vedendo Giuseppe Conte che spifferava all’orecchio di Angela Merkel i giochi della sua coalizione del quale lui è premier.
Ha sempre dato un’immagine al di sopra delle parti che dava una certa sicurezza per il suo modo di presentarsi con tanto buon senso che purtroppo non si riscontra nei fatti perché i panni sporchi non si lavano in piazza.
Infatti il fuori onda è stato pubblicato A Piazza Pulita che in questo caso si è resa complice di un’azione politicamente scorretta anche se giornalisticamente parlando tutto è concesso per far notizia. Come se fossimo in guerra. Guerra degli ascolti in primis che comunque la Merkel non ha raccolto liquidando il Conte con una lezione di buon governo: la politica è complicata. Come a dirgli sei un dilettante.
Cosa pensava Conte che la Merkel gli rivelasse le mosse di Macron o di tutto lo scacchiere d’Europa come una prostituta sedotta da un bel giovanotto?
Prendere spunto dai grandi della storia aiuterebbe anche a Conte a non fare gaffe. Infatti Napoleone appena una signora con la quale si intratteneva per flirtare gli chiedeva ragguagli sulla politica la liquidava senza tanti complimenti. Se la miglior difesa in campo è l'attacco come sosteneva lui, con le donne si metteva sempre sulla difensiva subendo gli assalti alla baionetta della prima moglie Josephine e della seconda che aveva convolato a ingiuste nozze per ragioni di Stato la quale lo subissava di lettere piene di leziosaggini ma si consolava con uno stallone.

La Merkel invece giustamente fa gli interessi della Germania che Conte doveva ben tener presente anche nei confronti dell’Italia nella sua veste di Ministro del Consiglio, che non vuol dire Consiglio per gli Acquisti rivelando il prodotto più gettonato.
Il Triumvirato non ha mai funzionato: La storia insegna che  là dove c’è sempre una testa con due palle sotto questa vale come testa di cazzo quando queste due non funzionano a dovere.
E’ una delusione cocente quella di Conte perché tra i sondaggi lui era l’immagine di un’Italia equilibrata e di stile con Conte che le rendeva giustizia come ago della bilancia
Invece la professione di avvocato ha prevalso deformando quella del Premier presentandosi in pratica come Pubblico Ministero che chiede la condanna di Salvini perché Uno contro Tutti, in pratica una mina vagante pronta a scoppiare in ogni momento.


I giochi son fatti, fate il vostro gioco: ebbene ci proviamo. Luigi Di Maio ha in mano la sorte di Salvini nella votazione della legge per l’immunità.
Insomma Di Maio dovrebbe fare quello che Conte avrebbe in mente se la Merkel desse il suo appoggio per far fuori Salvini così come era stato fatto con la richiesta di aiuto di Napolitano contro Berlusconi.
Un po’ come fece Marc’Antonio con la testa di Pompeo  perché Crasso contava poco.
Ma la Merkel non è Cleopatra, una regina d’Egitto, perché finchè non lascerà il mandato lei metterà sempre una mano sul cuore (senza aspidi al veleno) e una sul portafoglio (l’importante è crear lavoro). Questo è il segreto del suo governo. No manomorte e perditempo.
L’anagramma è: aspide tra manomorta e perditempo. Attenti a quiei tre: Mimì Cucu’ e Scassam’u’azz, Ha!



p.s. Potrebbe interessare  GIUSEPPE CONTE L'AVVOCATO DELLA MANOVRA PERSA (appunti del 12 NOVEMBRE 2018)
Sembrava un trio rivoluzionario Mimì Cucù e Scassam'u'cazz...caduti a fagiolo per sistemare il Paese, sì ma dalla parte del Popolo.
Luigi Di Maio e Matteo Salvini viaggiavano in coppia come Pappa (per i disoccupati) e Ciccia (ciccio bello in privato) mentre Giuseppe Conti come una sorta di  “io fra di voi, sì ma al di sopra delle parti”, faceva l'ago della bilancia di due pesi e due misure.

Infatti il piatto di Di Maio piangeva per raccolta fondi da distribuire agli aventi diritto mentre quello di Salvini saliva in senso inversamente proporzionale al respingimento dei migranti.
Pappa e Ciccia infatti hanno subito cominciato a litigare facendo perdere pezzi alla manovra di Governo raccolti da Conte nelle doppie vesti di avvocato e Presidente del Consiglio cosicchè da avvocato del popolo diventava avvocato di un populismo di maniera.
Infatti Bruxelles rispondeva con la maniera forte respingendo manovre e manovrine prima ancora di averle lette perchè oltre alle cose ci sono le persone e se un tanto di cose mi dà certe persone...si fa presto a capire come giri una manovra sbilanciata in partenza.
In politica contano prima propositi e proposte, poi vengono i conti.
I quali, Conte alla mano, li presenterà presto quando fra Pappa e Ciccia tornerà il sereno anche se lo star sereno non rasserenerà come insegna la storia del parlamento italiano dove il tormentone Stai Sereno è diventato sinonimo di sgambetto.


Luigi Di Maio ora è arrivato al punto di dichiararsi stanco nel vedersi bistrattato dal suo partner politico mentre Matteo Salvini è triste  nel vedersi abbandonato da Elisa dopo aver postato una foto-social nel quale lui dorme e lei vigila con l'aria da furbetta di chi ha colto l'attimo per fare il selfie e dire a tutti che tra loro non ci fosse solo del tenero.
In genere in questi frangenti lui, dopo la sbornia di felicità, si accende la sigaretta mentre lei rimane a guardare il soffitto con ancora tanta voglia di coccole.
Questi sono comunque i quadretti di un Governo ancora tutto da seminare mentre a godere dei frutti di una poltrona fra i due è proprio l'avvocato Conte che, in qualità di Presidente del Consiglio si è messo a girare il mondo in lungo e in largo per convincere che l'Italia ce la farà perchè sta andando forte.
Un avvocato difensore è quel che ci voleva e dunque lui è l'asso nella manica, anzi nello stivale, per portare l'Italia a vincere la sua battaglia a Bruxelles sperando di non diventare l'avvocato di una manovra persa.
Comunque vada l'Italia non potrà che dirgli grazie avendo dimostrato una grande professionalità sia come avvocato che Presidente del Consiglio a rappresentare l'Italia finalmente in dignità e buon senso al di là di battute e sbruffonate che avevano caratterizzato i predecessori Presidenti, Berlusconi in primis con a seguir Matteo Renzi.
I quali curiosamente anche loro hanno viaggiato in coppia come una sorta di Pappa (dei ricchi) e Ciccia (cicciobello delle zie!).

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