BIRDMAN DA OSCAR ( 16 febbraio 2015)
Trionfo per Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu: ha vinto 4 l’Oscar. Miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior fotografia.
Da tempo non avevo visto la sala con tutto esaurito, galleria compresa: abbiamo assistito al miracolo con il film Birdman accompagnato dal promo delle 9 nomination agli Oscar.
Purtroppo è un brutto film. Ma è confezionato bene: dalla sceneggiatura ai costumi, dalla musica alle scenografie in un Teatro a Brodway con i piani di sequenza ininterrotti, dagli interpreti eccellenti che si sono distinti “facendo ciascuno la sua parte”. Anatomica in primis: Emma Stone con il culo, Naomi Watts con la vagina, Edward Norton con il cazzo in erezione, Michael Keaton sempre incazzato perseguitato dall'ombra dell'uccello che fu.In Cartoon.
Un cazzo di troppo comunque che come una sorte di uccello di fuoco lo sprona a lottare per stare sempre in piedi, senza adagiarsi mai. E come potrebbe con quel fuoco sacro sempre dietro...
Infatti alla fine ne uscirà vincente inscenando una cruda realtà nello spararsi veramente con un proiettile che comunque gli sfora solo il naso.
Sul palco ha la sua rivincita anche se la figlia lo sminuisce nella sua importanza perchè “Non sei nessuno se non vai su you tube”
You Toube? Che è? E' il nuovo potere, quello che la figlia crede lui abbia acquisito quando involontariamente rimane chiuso fuori dal teatro con l'accappatoio infilato nella fessura della porta, per poi entrare in scena in mutande. “Guarda guarda...ora hai milioni di follower” gli dice orgogliosa la figlia dopo avergli aperto un sito, facendogli rivedere la scena su you tube. Questo è potere.
Imvece lui vuole ritornare a volare e caparbiamente si impegna in quello che ha scelto, lasciando l'eroe dei fumetti in volo sulla carta per quello in cielo sotto metafora. E qui che casca l'asino, perchè il film da realista all'inverosimile cerca di sublimare nello spiccare un volo pindarico.
Ma se la caduta sull'uccello è un classico del quiz, la nuova caduta sull'uccello bis è una certezza, stante il rumor che si è sentito fra gli spettatori. Il film non è all'altezza delle aspettative promo: non è un film che stupisce ad effetti speciali ma con un cazzo in erezione che ruba la scena a tutti.
La rivelazione infatti è Edward Northon che gigioneggia nella vita mentre si eccita solo nella finzione: basta guardalo che lui, come un io ipertrofico, si gonfia.
Lui è l'artista folle che, pur galvanizzando la platea, rimane immaturo facendo coppia con la figlia tossica del suo antagonista, mentre Michael è l'evoluzione del personaggio che da fumetto si trasforma in un grande attore in grado di emozionare la platea al di sopra di quanto stabilisce il critico perchè il giorno dopo “con quel suo foglio si incarta il pesce”.
Perchè questo è Teatro bellezza, meglio dal vivo che su you tube.
Il messaggio è forte ma non chiaro perchè il Teatro ormai si alimenta solo ricorrendo ad effetti speciali in digitale per cui nell'ultima frontiera non resta che inscenare la morte in diretta con uno sparo vero dove l'importante è sbagliar bersaglio per togliere di mezzo con un colpo solo due cazzi di troppo: quello davanti che vuol rubar la scena e quello dietro che tampina perchè ci vuole ritornare da uccello di fuoco mattatore mentre le donne praticamente girano intorno a un palo come contorno di patatine.
Diciamo la verità: Brodway sta bollendo nel suo brodo perchè di gente che fa la fila fuori è rimasto solo il ricordo anche se le star insistono per dare almeno una prova di coraggio per essere etichettate come grandi interpreti.
Il suo fascino resta comunque immutato e questo film Birdman lo esalta in tutta la sua grandezza cerebrale perchè recitato con grande classe, al suono di una batteria che gli dà un ritmo jazz nelle sequenze interne fra camerini interminabili e spogliatoi pieni di costumi, trasformandosi in brusìo della folla negli esterni in un aprir e chiudere incessante di porte a vetri e in exit sicurezza.
E' un film perfetto nell'insieme anche con la caduta sull'uccello che comunque lo rende speciale con il trailler. Perchè questo è cinema civetta dove l'articolo in promo a volte supera un film.
La citazione più graffiante di Birdman L'Imprevedibile virtù dell'Ignoranza è quella che dice:
“E' vero che lei rimane giovane con sperma di maialino?
L'ho letto su www.informaprostata.com”
Blob . Insomma questo è cinema. Il Teatro idem con patate.
Isso impara, incarta e porta a casa. Il pesce.
LA STREGA GOTICA E HAUTE COUTURE (6 FEBBRAIO 2015)
Nuovo trionfo per Milena Canonero, l’unica candidata italiana alla 87esima edizione degli Oscar del cinema. Ha vinto per costumi di The Grand Budapest Hotel del regista Wes Anderson. Per lei è la quarta statuetta su nove nomination.
Gli Oscar 2015 sono ormai vicini ai festeggiamenti che quest'anno sono ricchi di sorprese perchè nella rosa dei candidati ci sono le favole gotiche, Into The Woods interpretata da Meryl Streep che Hollywood non si stancherà mai di pluripremiare Maleficent, in lizza per i costumi. interpretata da Angelina Jolie irresistibile quando appare con il ghigno dicendo “bene bene bene!”
Favole e non solo perchè per i film in costume è candidata anche la nostra Milena Canonero l'italiana che ha portato il made in Italy a livello di eccellenza richiestissima per tanti film in costume da lei firmati, i più conosciuti Barry Lindom e Marie Antoinette.
Quest'anno è candidata per la terza volta per Grand Budapest Hotel dove ha curato i costumi anni 20/30 travestendo in maniera caricaturale Tilda Swinton da renderla irriconoscibile.
Il confine tra costume e caricatura è molto labile e gli stilisti si destreggiano come fossero border line, in bilico fra elegante lussuosità e follia carnevalesca (molto amata da Federico Fellini).
Se nelle fiabe il libero sfogo alla fantasia arricchisce il film appagando l'occhio, nei film diventa più difficile fare una scelta tra il rigore nel riproporre lo stile d'epoca dando nuovo smalto come a un quadro restaurato, oppure ridipingere con una nuova colorazione sovrapponendo l'antico con il moderno ad effetto originale.
Milena Canonero li aveva sperimentati entrambi: in Barry Lindom attenendosi alle pitture del 700 facendo un affresco molto veritiero, mentre in Marie Antoinette si era sbizzarrita vivacizzando i costumi con colori elettrici ad effetto rock.
Con questo Grand Budapest Hotel invece ci sembra che sia un filo scivolata nella caricatura trasformando Tilda Swinton una sorta di strega stile Liberty (più anni venti che trenta come invece è ambientato il film). che comunque è in linea con il fiabesco gotico, e quello di tanti stilisti in vena di strafare.
Uno di questi è Alexander Mac Queen, stilista preferito da Kate Middleton il quale ha raggiunto la sua massima creatività eccentrica travestendo Elizabeth Bank nei serial degli Hunger Games. Anche lei strega sanguinaria ma in haute couture elevandosi dalla massa di giovani in lotta per sopravvivere.
Ci sono streghe che incutono paura, altre che affascinano altre ancora che sembrano la vicina della porta accanto tanto rasentano la normalità (v. il celebre ho Sposato una Strega con una moderna Elizabeth Montgomery poi in remake con Nicole Kidman), ma quella di Elizabeth Bank emerge fra tutte per antipatia, indisponenza e insopportabile odiosità.
Certo che la strega in haute couture non ci mancava ma a lei Elizabeth Bank mancava un pubblico numeroso che ha trovato al seguito di Jennifer Lawrence e dei giovani delle fazioni che si scannano fra loro per poter sopravvivere.
L'atmosfera è fra le più cupe, nei quali questi giovani sono sforzati a giocare in competitività sanguinaria perchè sopravvivere è diventato sempre più difficile.
La lotta è dura senza paura se non fosse che a rallegrare il gioco di squadra non conducesse questa sorta di oca giuliva che sfila in haute couture in attesa che vadano tutti morire, meno uno: il vincitore, anzi la vincitrice la sua giocatrice, moritura te saluta, preferita.
Difficile spezzare una lancia in suo favore ma come in tutte le fiabe o fantastorie c'è la sua morale:
Ragazziiiii poveri, disgraziati e affamati se non sorridete in vita, almeno guadagnatevi una giocosa morte. Molto Hunger!
OSCAR CENTO PER CENTO A CARNE BIANCA (22 gennaio 2015)
«Glory» di John Stephens e Lonnie Lynn ha vinto l’Oscar come miglior canzone nel film Selma.
IL 2015 con l'assegnazione degli Oscar segnerà una svolta in controtendenza: nessun accenno alla candidatura di attori di colore ma tutti rigorosamente in bianco.
Gli Oscar ai neri ne sono dati abbastanza con l'anno scorso in 12 Anni Schiavo che, a conti fatti, non ha reso al box office insieme al tanto caldeggiato Butler.
Il problema razziale in America non è più tanto seguito sopratutto perchè viene ambientato ai tempi della Capanna dello Zio Tom e di Via Col Vento. Il tormentone “zi buana” non attacca più né tanto meno le lotte per ii diritti civili di Correva l'Anno 50, tra Martin Luther King e i Fratelli Kennedy.
L'America ne ha abbastanza dei Fratelli Kennedy, delle Sorelle Jaqueline e Lee, dei miti che hanno aperto ad una Nuova Frontiera fino ad arrivare ad un Presidente a nome Obama.
Il quale invece di “portare avanti questo discorso” lo ha chiuso facendo dell'America uno Stato che si fa 'azz... suoi.
Ne ha abbastanza di impicciarsi delle guerre in Medio Oriente in primis.
La Casa Bianca è diventata una sorta di La Valle degli Orti di Michelle, dove coltivare l'orticello di casa nostra con le verdure fresche è diventata una filosofia di vita.
La coppia Presidenziale di Colore ha messo la puzza sotto al naso facendo scelte bio che tanto hanno attecchito fra le star.
Tutte pazze per Obama e lui idem: accolto come il nuovo messia, è diventato superstar. Le feste alla Casa Bianca si sono susseguite in una girandola di VIP fra le quali Michelle detta il trend con il suo look: non importa se il fondo schiena è a due piazze perchè a svitare sexy ci pensa Obama.
Svita di qui, svita di là il giro di vite lo ha dato alle minoranze che stavano a guardare a bocca aperta non potendo credere che quello lì fosse il loro paladino specie quando in occasione di uccisioni di ragazzini inermi di colore quel Presidente era uscito dicendo ai manifestanti: “Sono uno di voi”. Sì, l'indignato special one.
In realtà lui è sempre stato dalla parte delle Star e dei ricchi del Paese chiamato Stati Uniti perchè uniti e ricchi si vince. Infatti la famiglia Presidenziale si è unita anche agli Oscar in un The Winner Is...Argo!, il film che esalta il connubio tra cinema e politica.
Piuttosto che cinema per Obama era meglio piuttosto: più tosto in Politica avrebbe fatto sicuramente meglio. Ma tant'è quel che conta è essere uomini di buona volontà. Infatti è stato rieletto con la supplica di Michelle: “Votatelo perchè è un bravo ragazzo”. Una frase che fa scattare l'emotività come a dei bambini davanti ad una merenda al cioccolato.
Da Premio Nobel per la Pace a Compagno di Merende il passo è stato breve. Le merendine pomeridiane fra gli orti della Casa Bianca sono state tutte un susseguirsi fra bambini festosi in abiti carnevaleschi e bambine della coppia Presidenziale in abiti casual e sguardo annoiato come a dire “ma che ci tocca fa per stare alla Casa Bianca”. Piuttosto che, meglio piuttosto. Appunto.
Punto e Capo A. Fiat e Crysler sono stati un connubio tosto per Obama perchè per il resto non pare averne fatta una giusta.
Infatti la sua popolarità è scesa in picchiata tanto che agli Oscar 2015 non c'è nemmeno l'ombra di un nero. E gli Oscar si sa che fanno tendenza in fatto di costume per cui è stato escluso il film SELMA biopic su Martin Luther King dove a partecipare è anche l'attrice Ophra Winfrey la quale era stata candidata all'Oscar lo scorso anno con Butler senza vincerlo.
Forse perchè diventata un filo invadente, tra talk show e cinema è fin troppo presenzialista per cui Hollywood ha preferito darci un taglio con il colore Viola, optando per il cento per cento di carne bianca!
Il nero in America non è un prodotto DOC.
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