Gli Oscar 2015 sono ormai vicini ai festeggiamenti che quest'anno sono ricchi di sorprese perchè nella rosa dei candidati ci sono le favole gotiche, Into The Woods interpretata da Meryl Streep che Hollywood non si stancherà mai di pluripremiare Maleficent, in lizza per i costumi. interpretata da Angelina Jolie irresistibile quando appare con il ghigno dicendo “bene bene bene!”
Favole e non solo perchè per i film in costume è candidata anche la nostra Milena Canonero l'italiana che ha portato il made in Italy a livello di eccellenza richiestissima per tanti film in costume da lei firmati, i più conosciuti Barry Lindom e Marie Antoinette.
Quest'anno è candidata per la terza volta per Grand Budapest Hotel dove ha curato i costumi anni 20/30 travestendo in maniera caricaturale Tilda Swinton da renderla irriconoscibile.
Il confine tra costume e caricatura è molto labile e gli stilisti si destreggiano come fossero border line, in bilico fra elegante lussuosità e follia carnevalesca (molto amata da Federico Fellini).
Se nelle fiabe il libero sfogo alla fantasia arricchisce il film appagando l'occhio, nei film diventa più difficile fare una scelta tra il rigore nel riproporre lo stile d'epoca dando nuovo smalto come a un quadro restaurato, oppure ridipingere con una nuova colorazione sovrapponendo l'antico con il moderno ad effetto originale.
Milena Canonero li aveva sperimentati entrambi: in Barry Lindom attenendosi alle pitture del 700 facendo un affresco molto veritiero, mentre in Marie Antoinette si era sbizzarrita vivacizzando i costumi con colori elettrici ad effetto rock.
Con questo Grand Budapest Hotel invece ci sembra che sia un filo scivolata nella caricatura trasformando Tilda Swinton una sorta di strega stile Liberty (più anni venti che trenta come invece è ambientato il film). che comunque è in linea con il fiabesco gotico, e quello di tanti stilisti in vena di strafare.
Uno di questi è Alexander Mac Queen, stilista preferito da Kate Middleton il quale ha raggiunto la sua massima creatività eccentrica travestendo Elizabeth Bank nei serial degli Hunger Games. Anche lei strega sanguinaria ma in haute couture elevandosi dalla massa di giovani in lotta per sopravvivere.
Ci sono streghe che incutono paura, altre che affascinano altre ancora che sembrano la vicina della porta accanto tanto rasentano la normalità (v. il celebre ho Sposato una Strega con una moderna Elizabeth Montgomery poi in remake con Nicole Kidman), ma quella di Elizabeth Bank emerge fra tutte per antipatia, indisponenza e insopportabile odiosità.
Certo che la strega in haute couture non ci mancava ma a lei Elizabeth Bank mancava un pubblico numeroso che ha trovato al seguito di Jennifer Lawrence e dei giovani delle fazioni che si scannano fra loro per poter sopravvivere.
L'atmosfera è fra le più cupe, nei quali questi giovani sono sforzati a giocare in competitività sanguinaria perchè sopravvivere è diventato sempre più difficile.
La lotta è dura senza paura se non fosse che a rallegrare il gioco di squadra non conducesse questa sorta di oca giuliva che sfila in haute couture in attesa che vadano tutti morire, meno uno: il vincitore, anzi la vincitrice la sua giocatrice, moritura te saluta, preferita.
Difficile spezzare una lancia in suo favore ma come in tutte le fiabe o fantastorie c'è la sua morale:
Ragazziiiii poveri, disgraziati e affamati se non sorridete in vita, almeno guadagnatevi una giocosa morte. Molto Hunger!
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