PHIL E LILLY COLLINS
BIANCANEVE E IL NANO
Fra le tante puntate del Kilimangiaro mi ha colpito l’accoppiata più improbabile che si possa immaginare che comunque ha funzionato alla grande.
No non sto parlando di Federica e i suoi spasimanti ma di Licia Colò e Gian Piero Mughini.
Al Kilimangiaro Mughini era ospite di Licia la quale si era agghingata come al solito con i suoi abiti “fatti in casa” semplici e modesti come lei dal viso angelico, che ha sempre amato condurre portando in scena le varie etnie di tutto il mondo ivi compresi emarginati e disabili per dare loro visibilità perché non sei nessuno se almeno una volta non vai in Tv.
Tutta in lungo in abito Patchworth anni ’70 da post figlia dei fiori reduce dall’isola di Wight
Infatti come regalo gli presentava la statua di un nano da giardino, Brontolo per la precisione, non si è capito se pensando di fargli cosa gradita o se prenderlo proprio per il…”Culo!”.
Al che Muggini è rimasto impietrito rispondendo che era peggio di quanto si aspettava non riuscendo a controbattere a tono alla sorpresa che gli aveva fatto Licia come una sorta di Biancaneve un poco birba.
Talmente dolce ed avvolgente da neutralizzare la verbosità ampollosa del Mughini.
Impresa ardua che nemmeno Elisabetta Canalis era riuscita a portare a termine inscenando con Gianpiero Mughini un battibecco (non si sa se da copione) rimasto comunque nella storia di Controcampo come unica performance televisiva della Canalis degna di nota.
Tutto questo per dire che l’accoppiata Licia e Gianpiero ha funzionato perché la torta in fondo non è dispiaciuta al Mughini. In fondo, ma molto in fondo…visto il buon viso impassibile che è riuscito a mantenere fino alla fine.
BIANCANEVE vs BIANCANEVE E LA DANZA DI BIANCANEVE
Un conto è il bisex, un altro è il dualismo ovvero quella femminilità vissuta in bianco e nero portata alla ribalta dal premio Oscar Black Swan.
Un dualismo che persiste nella favola di Disney, rivisitata e corretta in chiave dei costumi: uno ispirato ai cartoon di antica memoria con personaggi animati e l’altro al periodo oscurantista delle streghe dove le donne non sono mai innocenti, perseguitate dalle donne stesse.
La favola in questione è quella di Biancaneve portata contemporaneamente sugli schermi da Julia Roberts (Regina ) e Lilly Collins (Biancaneve) e da Charlize Theron con Kristen Stewart.
La prima è la classica favola presentata in versione comica con Biancaneve (Lilly Collins) oca giuliva che si è messa in testa di diventare cigno, la quale canta insieme agli uccellini a farle da contorno insieme ai sette nani che mette in riga uno per uno prima di mordere la mela per arrivare ad essere come Dio comanda: principessa sul pisello giusto, da farla felice da mattina a sera.
L’altra Biancaneve (Kristen Stewart) è il suo lato oscuro, la forza bruta che il cacciatore (incaricato dalla regina di ucciderla) fa invece emergere in lei addestrandola alle armi per poi capeggiare l’esercito dei nani a riconquistare il trono dopo aver morso il veleno della mela matrigna che glielo aveva usurpato. Una Biancaneve guerriera con l’intento di regnare con la spada in mano.
Ancora più cattiva della regina usurpatrice che aveva il solo difetto di veder riconosciuto il fatto reale di esser la più bella (Charlize Theron) a dispetto dello specchio che non la giudicava tale.
In entrambi casi, la favola è sempre e comunque incentrata sul gioco dello specchio delle mie breme come tiro mancino verso la regina per favorir la principessa.
Come il nuovo che avanza? No, come segno di inferiorità che il ruolo della donna deve sempre mantenere. Perché la principessa sta al pisello così come la Regina ci sta sopra. Cose viste e riviste.
Quello che interessa è sicuramente il confronto fra tante star per vedere chi emergerà fra tutte. Se Julia Roberts ha fatto il suo tempo, se Charlize Theron ha fatto di meglio, se l’esordiente Lilly Collins è ancora troppo piccola, si punta molto su Kristen Stewart, la protagonista di Twilight, per bruciare definitivamente le ali del cigno come massima aspirazione delle adolescenti di oggi, e riproporre un modello più incisivo e tosto capace di riportare una rivoluzione.
Infatti si parla di candidatura all’Oscar 2012 per l’interpretazione molto sexy di On The Road, una sorta di remake di Easy Ryder improntato sulla generazione beat libera e idealista degli anni ’70, quella dei mettete dei fiori nei vostri cannoni. Le guerre in Iraq e Afghanistan lo esigono, così come lo era stato con il Vietnam.
La Pace non si raggiunge né in punta di piedi né in punta di spada perché è un lavoro duro e qualcuno lo deve pur fare. La sexy. L’importante è avere dentro il sex appeal. E mica tutti ce l’hanno...! Vabbè puntiamo sulla Kristen perché con lo scudo è molto accattivante in una sorta di vergine in difesa pronta all’attacco. C’è da Dio, diciamolo!
LA DANZA DI BIANCANEVE
Molta attesa per Biancaneve e il Cacciatore di imminente programmazione nelle sale con l’interpretazione di Charlize Theron e Kristen Stewart in una rivisitazione molto intrigante perché lo scontro Grimilde Biancaneve è supportato anche da una vera battaglia in campo con a capo il Cacciatore insegnante di armi della piccola Biancaneve.
Il film sembra ispirarsi al Ballet Preljocaj Biancaneve che ho mixato alle immagini del film con una sovrapposizione in un curioso gioco ad incastri.
------- O ------
Con il Ballet Preljocaj è andato in scena Biancaneve. Finalmente uno spettacolo di rara bellezza e perfezione, per le scenografie e i costumi a sfondo classico unite alle coreografie moderne danzate tutte a piedi nudi, in un mix che esplode nella potentissima musica di Gustav Mahler. I costumi sono curati da Jean Paul Gautier, firma prestigiosa che ha saputo cogliere l’essenza dei personaggi esaltandoli all’estremo. Biancaneve, interpretato da una giovanissima giapponese Nagisa Shirai, è avvolta in una
candida tunica tipo peplo diviso a metà senza cuciture laterali che lasciano intravedere il corpo nudo, unito da sole due corde sotto il seno, che scende per raccogliersi a drappeggio ad effetto body, ondulando morbidamente fra le gambe per finire dietro con un piccolo strascico.
Un moto ondulatorio, quello del peplo fra le cosce, molto sensuale che accompagna le movenze di una Biancaneve assai discinta, a rappresentare una giovane fanciulla in fiore piena di vita e smaniosa di essere colta.
I suoi assolo parlano tutti in questo senso, con le movenze dapprima saltellanti e spensierate per poi avvolgersi in un duetto fra le braccia del principe, Sergio Diaz, in adagi pieni di languore.
L’ensemble fra cortigiani e creature del bosco è vivace, mettendo in special modo in evidenza la performance del ballerino che mima il cervo (che verrà squartato dal cacciatore
per rubargli il cuore da sostituire a quello di Biancaneve) con un virtuosismo figurato da scuola di eccellenza.
L’apparizione della Regina-strega Emma Gustafsson, è quella che fa il botto: imperiosa, dominatrice, tutta in stile sado-maso, accompagnata da tuoni e lampi, fa il suo ingresso con due gatti neri rubando a tutti la scena che si mangia con la falcata degli stivali fetish. Il costume è da urlo, con tuta in lattex stracciata nei punti strategici che coprono appena appena i capezzoli del seno, con una scollatura (in un gioco di inserti a tessuti color carne) talmente abissale da lasciar quasi scoperta la cosina. Dopo la furia a Corte ecco lo specchio: sola, davanti a lui, inizi una danza erotica, piacere solitario in cui si stira, ammira e ancheggia in maniera oscena soddisfatta di sé perché bellissima, fino a quando in un flash appare la figura di Biancaneve a togliere ogni piacere facendo nascere il seme della gelosia di fronte all’implacabile giudizio sull’età che lo specchio le offre.
Specchio delle mie brame…ma le brame sono anche quelle di Biancaneve che lasciata sola nel bosco, incontra i nanetti i quali, contrariamente alla fiaba, sono tutti bellissimi in braghette corte con caschi da aviatore, facendo dell’ensemble con lei, dove se la passano da una mano all’altra fra salti e piroette, una sorta di ammucchiata.
Sì perché tutto è ambiguo in questa fiaba post-moderna, dove a saperla lunga sembra proprio Biancaneve, mentre la Regina è quella che in fondo brucia di passione.
Tanto è vero che alla fine le vengono infilate delle scarpette rosolate sui carboni ardenti, costringendola a danzare come un’ ossessa, magnifica nella sua disperazione, mentre Biancaneve si concede al Principe in un duetto romantico e melò. Nulla a che
Un moto ondulatorio, quello del peplo fra le cosce, molto sensuale che accompagna le movenze di una Biancaneve assai discinta, a rappresentare una giovane fanciulla in fiore piena di vita e smaniosa di essere colta.
L’ensemble fra cortigiani e creature del bosco è vivace, mettendo in special modo in evidenza la performance del ballerino che mima il cervo (che verrà squartato dal cacciatore
per rubargli il cuore da sostituire a quello di Biancaneve) con un virtuosismo figurato da scuola di eccellenza.
L’apparizione della Regina-strega Emma Gustafsson, è quella che fa il botto: imperiosa, dominatrice, tutta in stile sado-maso, accompagnata da tuoni e lampi, fa il suo ingresso con due gatti neri rubando a tutti la scena che si mangia con la falcata degli stivali fetish. Il costume è da urlo, con tuta in lattex stracciata nei punti strategici che coprono appena appena i capezzoli del seno, con una scollatura (in un gioco di inserti a tessuti color carne) talmente abissale da lasciar quasi scoperta la cosina. Dopo la furia a Corte ecco lo specchio: sola, davanti a lui, inizi una danza erotica, piacere solitario in cui si stira, ammira e ancheggia in maniera oscena soddisfatta di sé perché bellissima, fino a quando in un flash appare la figura di Biancaneve a togliere ogni piacere facendo nascere il seme della gelosia di fronte all’implacabile giudizio sull’età che lo specchio le offre.
Specchio delle mie brame…ma le brame sono anche quelle di Biancaneve che lasciata sola nel bosco, incontra i nanetti i quali, contrariamente alla fiaba, sono tutti bellissimi in braghette corte con caschi da aviatore, facendo dell’ensemble con lei, dove se la passano da una mano all’altra fra salti e piroette, una sorta di ammucchiata.
Sì perché tutto è ambiguo in questa fiaba post-moderna, dove a saperla lunga sembra proprio Biancaneve, mentre la Regina è quella che in fondo brucia di passione.
Tanto è vero che alla fine le vengono infilate delle scarpette rosolate sui carboni ardenti, costringendola a danzare come un’ ossessa, magnifica nella sua disperazione, mentre Biancaneve si concede al Principe in un duetto romantico e melò. Nulla a che
vedere con quello di struggente pathos che ritroviamo nei duetti di Manon e Giulietta e Romeo.
Ma questa Biancaneve viene sicuramente ricordata per ben altro duetto: quello fra la piccola e la Regina che le ficca letteralmente in bocca la mela avvelenata strapazzandola sadicamente fino a metterla in ginocchio dandole il colpo di grazia cavalcandole la faccia e godendo nel vedere il totale annullamento della fanciulla strozzata, come in un’accoppiata sado-lesbo che lascia anche gli spettatori senza fiato.
Le performances più accattivanti sono quelle dei nanetti che escono da piccole grotte scavate nella parete rocciosa (quadro scenografico che ricorda molto quello del musical di Notre Dame de Paris), dalle quali scendono per danzare in verticale attaccati a funi elastiche, giocando a rimbalzare come tanti yo-yo.
Le performances più accattivanti sono quelle dei nanetti che escono da piccole grotte scavate nella parete rocciosa (quadro scenografico che ricorda molto quello del musical di Notre Dame de Paris), dalle quali scendono per danzare in verticale attaccati a funi elastiche, giocando a rimbalzare come tanti yo-yo.
Nessun commento:
Posta un commento