lunedì 14 maggio 2018

VOLI PINDARICI LA SERIE

                                                 GF VOLA IN TRASH
Un'ondata di falso moralismo ha investito il GF citato come circo degli orrori.
Non si comprende questa campagna denigratorio verso un format che comunque fa ascolti perchè vuol dire che interessa. Ci sono precedenti ben più peggiori di questa edizione perchè negli anni passati si era arrivati a riprendere i ragazzi in camera mista con la luce infrarossi mentre si raccontavano come fare il c.letto senza provar dolore, ungendolo prima per benino. Le riprese erano state anche ampiamente commentate dalla Gialappa's mentre invece nell'edizione dello scorso anno alla sola parola di “ricchiuncello” veniva squalificato colui che l'aveva pronunciata anche se in modo scherzoso. Incongruenze del GF dove il falso moralismo si combina con le guerre dei conduttori.



Infatti Alfonso Signorini  non approva il  successo del GF di Barbara D'Urso perchè troppo trash evidenziando invece quanto sia geloso. Mica della D'Urso ma di Cristiano Malgioglio seduto sulla “sua” poltrona a dimostrar d'essere più simpatico e alla mano perchè non ha pretese di dirigere un'Opera per i clienti VIP accontentandosi di godere delle sue canzonette in un incessante successo.


                             I984: IL GRANDE FREDDO E’ GRANDE FRATELLO. 


Un letto sfatto, ma vuoto come a significare un deserto. 
Sì perché la vita ruota intorno ai protagonisti riuniti in una sola stanza, quella Del Grande Freddo, film il cui successo (William Hurt, Glenn Close, Mary Kay Place Tom Beregnger.per la regia di Lawrence Kasdan) è esploso nel 1984 anno in cui Orwell aveva datato il suo Grande Fratello.
Accolto con freddezza dalla critica ma calorosamente dal pubblico il film viaggia sulle ali della nostalgia, che fa capo al ricordo di un amico morto (Kevin Kostner), cavalcata a lacrima asciutta, fra prime colazioni e interminabili bevute e poi fra un atto d’amore, uno scambio di partner, un progetto di vita insieme, una chiacchiera, una corsa, lo yoga.

Noia? No, la felice scoperta della necessità di poter essere in-fedeli a se stessi. Perché il film è il riconoscimento franco che  non si è ora se non si accetta di essere stati una volta.
 Senza trucchi né inganni né moralismi i protagonisti si mettono a nudo facendo un bilancio della loro esistenza fatta di contraddizioni di fallimenti e di successi, soprattutto grazie agli ideali traditi. Ma senza rimproveri, incrociati o a sé stessi.

Perché si parla del passato e del presente senza complessi, senza boria né umiltà. In particolare spicca la storia di un reduce dal Vietnam che, se prima di partire era adorato da tutte le ragazze della scuola come guru di una vita alternativa, tornando impotente non piange né recrimina ma accetta semplicemente di andare avanti.
La sintesi del film si può trovare nell’appartamento come metafora di tutti i rapporti di classe esistenti che ci dividono con una sua precisa geografia nella Valle della Morte (nessuna cucina è uguale a un’altra come nessuna città).
E proprio per questo consente una eccezionale concentrazione, per cui i corpi possono fluttuare e scontrarsi meglio fra separazioni e incontri.
Il film Il Grande Freddo è sicuramente la base lancio da cui sono partiti i vari reality Tv, Grande Fratello in primis. 




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