Un libro che fece molto scalpore uscito diversi anni fa è Il Divano del Produttore nel quale si racconta la Hollywood degli anni d'oro quella del periodo di passaggio dal muto al sonoro nel quale splendevano i Musical con il tip tap che la faceva da leit motiv.
Il mondo di Hollywwod era scintillante facendo impazzire le masse che ricnorrevano le star dei primi red carpet, ma dietro la facciata di carton gesso delle scenografie negli studios si annidavano miserie e compromessi che tutte le aspiranti star dovevano ingoiare per ottenere una scrittura e diventare una stella. E' una storia ancora attualissima anche se sviluppa in certi ambienti del sottobosco dello spettacolo e non solo perchè oggi si guarda al business di serie A.
Infatti attori e produttori della Hollywood di quegli anni era composta quasi esclusivamente da attori di identità incerta che comunque sullo schermo i produttori viziosi e i registi leccaculo ne esaltavano la bellezza con ruoli importanti, di prestigio o ancor meglio tenebrosi facendoli assurgere a sex symbol che infiammavan di passione tutti i fans.
Di Charlie Chaplin si racconta che le mamme gli portassero le figlie minorenni e che lui le provasse sul divano mentre mammina aspettava fuori.
Per non parlare di Robert Michum che per accapparrarsi i ruoli da duro si era slacciato i pantaloni e lo tirava fuori sbattendolo sul tavolo dei membri del cda della casa di produzione mandando subito al vertice il suo e al sodo quelli degli esaminatori.
Per iniziare la carriera molte attrici si prestavano a fare film hard e qualcuna riusciva anche a diventare una stella come Jean Harlowe che non si faceva scrupolo di girare filmetti facendosi tutti i maschi che le capitavano a tiro fino a quando non diventò divina sul grande schermo così come Joan Crawford che aveva dei trascorsi come prostituta o tante altre.
Sepolcri imbiancati si legge fra le righe del vangelo e mai definizione fu tanto appropriata per lo star system Hollywoodiano il cui livello di corruzione e degrado è stato così ben trattato con il film The Blak Dahlia.
Il sottobosco del cinema in questo film è rappresentato come inquietante scadendo nell'horror perchè alla corruzione delle divette si associano omicidi a sfondo sessuale che si intrecciano alle malefatte dei ganster.
L'interprete intrigante è Josh Artnett un attore dal fascino tenebroso come pochi altri che pur avendo colpito molto in questo film e nella serie Penny Dreadfur nel ruolo di licantropo, non è ancora riuscito a sfondare come sex symbolo al top.
Eppure quegli occhi a fessura sottile ad espressione feroce uniti al labbro carnoso a sapore dolcissimo sono un mix afrodiasiaco che lo ammanta di un sex appeal di irresistibile richiamo a un languido morso piuttosto che a passionale bacio per cui queste qualità non potranno che esplodere molto prima.
Bello e impossibile con quella bocca mediorientale verrebbe da cantare con i versi della Nannini. Ma lui è possibilissimo perchè regolarmente sposato con prole. Tenebroso sullo schermo ma tranquillo nel privato: la doppia faccia dell'attore classico.
Nel suo prossimno film lo vedremo nei panni di un Cow Boy diretto da James Franco anche lui attore in dualismo: sullo schermo fa sempre il bravo ragazzo, addiritttura lo scienziato, mentre nel privato è un grandissimo sporcaccione che si fa immortalare al cesso oppure mentre si fa le seghette che poi mette su Facebook e Instagram. Questo per dire quanto si siano "evoluti", si fa per dire, gli attori nella loro duplicità perchè prima la nascondevano vergognosamente con la complicità dei Press-agent molto attenti a non far "scadere la loro merce" per non perdere la percentuale, mentre oggi se ne vantano pubblicamente. Tutto fa curriculum per far carriera. Oggi non ci si
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