sabato 14 novembre 2020

L'AMORE PASTORALE DI ASTREA E CELADON

Gli Amori di Astrea e Céladon (su Rai Play)  è la storia di due pastorelli che si amano in una comunità gallica isolata nella pianura del Forez un fiume che sfocia nella Loira ai tempi di Enrico IV. La regia è di Eric Rohmer il romantico scrittore di tanti libri d'amore molto letti negli anni 80.

Il film non poteva che essere romantico con pastori e pastorelle bellissime come lo possono essere le giovani età di adolescenti  che si infiammano d'amore infinito ed esclusivo senza se e senza ma ed è girato seguendo il metodo pasoliniano ai tempi del trittico sul Decameron con tanti fanciulli in amore, ma in linea di una favola fashion style ispirata alla primavera del Botticelli con tante fanciulle in fiore con tuniche di tessuto bianco impalpabile con le spalline lasciate morbide per farle abbassare lasciando libero un seno in una nudità pagana pura e mai peccaminosa.

Infatti l'amore è raccontato fra anime gemelle dove l'anima dell'uno si fonde con quella dell'altro restando avvinghiate fino all'eternità. Le anime gemelle si riconoscono al primo sguardo perchè gli occhi sono lo specchio dell'anima.

La pastorella Astrea infatti conquista il bellissimo pastore Céladon con lo sguardo orgoglioso e fiero tale da surclassare quello vittorioso della rivale che rubava un bacio a Cèladon dopo aver ballato con lui ad una festa dalla quale era stata esclusa Astrea per non offendere i genitori che non vedevano di buon occhio la storia d'amore perchè il padre di Astrea era stato l'amante della mamma di Céladon prima che si sposasse. Da uno scatto di gelosia di Astrea che non perdona il bacio nasce una tragedia perchè il dolore di Cèladon è talmente intenso da scegliere di buttarsi nel fiume dove sarà raccolto da altre dame...



E la favola continua fino ad arrivare al lieto fine e vissero felici e contenti.L'ambiente bocolico, la semplicità della condizione di pastorelli la storia agro-dolce poteva far pensare a un film per anime semplici invece grazie al dialogo profondo e intelligente non solo degli amanti ma di tutti i pastori che fanno coro intorno avvince come un'opera teatrale di raffinata sceneggiatura essendo la storia dipanata come una pièce dove è la parola a farla da padrone per esprimere ogni emozione e sentimento, superando l'effetto fumettone di tante fiction che spopolano in Tv.

L'amor cortese ed il dialogo corale  poetico è contestato dal menestrello vagabondo (Rodolphe Paulv) che tra versetti melodiosi in frizzi e lazzi inneggia all'amor sessuale l'unico che può dare vera soddisfazione. Ma è una nota stonata in un contesto di beatitudine pastorale in bilico fra la tradizione druida e quella pagana dei Romani che hanno lasciato traccie con le statue in onore ai loro dei, con Venere in primis.

 Fra tutti i pastorelli spicca Cèladon interpretato dal bellissimo e accattivante modello francese Andy Gillet che come una sorta di amorino irresistibile tutti vorrebbero rubare ma niente male anche il di lui fratello interpretato da Jocelin Quivrin mentre le pastorelle sono Stephanie Cravencour (Astrea) e Cecil Cassel (la protagonista del Barbarossa televisivo nel ruolo della sua giovane moglie) l'artefice della pace fra i due amanti. 

Il coro angelico dei pastorelli intorno  è all'altezza del lirismo di questa opera all'insegna della soave leggerezza di un amore puro dove i corpi si congiungono alla fine con l'eleganza sacrale di due anime incarnate.




Nessun commento:

Posta un commento