domenica 14 luglio 2013

LOLITE CHE TORMENTO.

         

   Le “lolite” sono il genere che tormenta l’immaginario maschile, questo si sa. Al cinema lo hanno incarnato varie attrici sia nel film omonimo Lolita di Nabokov che in  altri.
La prima versione di Lolita, che fece tanto scalpore al festival cinematografico di Venezia aveva come protagonista l’attrice americana Sue Lyon che fulminò la platea sdraiata su un prato con un micro-bikini, i lunghi capelli biondi e un cappello a ombrellone. Era bellissima e se non fosse stato per la foto-promo in cui col rossetto succhiava un lecca-lecca con gli occhialini a cuore, non avrebbe avuto più nulla di conturbante da trasmettere.





Ancora più terribile la seconda versione, quel remake con Jeremy Irons impacciatissimo con una ragazzina e monella e maliziosa che, masticando gomma, perdeva ogni attrattiva risultando ancora più sciacquetta della prima. Negli anni 70 la Lolita più pruriginosa era rappresentata da Natasha Kinsky che in un film in coppia con Marcello Mastroianni “Così come Sei” giovanissima e forse minorenne, veniva sempre inquadrata con il pelo del pube in primo piano.















 Molto eccitanti erano anche le inquiete protagoniste del film American Beauty, con la bionda Mena Suvari disinibita e seduttiva e l’esplosiva, e non si fa per dire, Thora Birch. Se la prima era stuzzicante, la seconda toglieva il sonno. Sì perché era arrapante in  modo vergognoso.

  Il faccino tondo tondo, la boccuccia piena di rossetto che straripava dai bordi in modo osceno, le conferivano quell’espressione viziosa difficile da evitare, per non farsi ipnotizzare, guardando altrove. E con lo sguardo abbassato sarebbe stato peggio, perché la visione non sarebbe riuscita a contenere i più bassi istinti, esplodendo senza alcun ritegno. “I ragazzini non li sopporto perché lo fanno subito nelle mutande” diceva a bruciapelo la ragazzina. Anche gli adulti. A volte succede. Chissà a quanti seduti al buio in poltrona sarà capitato di sentirsi turbato da quel seno “esageratamente” (anche se non è mai abbastanza) grosso e prosperoso che la bambinetta esibiva in un contrasto perverso con l’espressione pur sempre infantile del volto truccato pesantemente. Nessuno osava sostenerlo, perché la Suvari era tutto sommato più rassicurante, ma la rivelazione era proprio lei, Thora Birch. Ma la carriera è proseguita ugualmente per entrambe senza alcuna scossa: il terremoto che avevano provocato con la loro apparizione si era quasi subito assestato, come succede a  tanti Enfants prodige, Lolite comprese. Le quali però, più che prodige, si sono precocemente prodigate. E Dio probabilmente avrà chiuso un occhio, con tutti quelli che le han sognate!                                                                                                          

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