lunedì 1 luglio 2013

BEN HUR FRA MINISERIE E KOLOSSAL passando da I DIECI COMANDAMENTI

  BEN HUR FRA MINISERIE TV E FILM KOLOSSAL
Sto guardando la serie di Ben Hur sulla 7 in replica della quale trascrivo alcuni appunti che avevo preso in diretta nella prima versione.
Mi piace molto perchè la scenografia è  accurata e vicina alla realtà mediorientale cosa che al primo Ben Hur non era riuscito perchè il paesaggio era molto costruito in stile Hollywood.
 A parte le prime sequenze sull'amicizia fra Messala e Ben Hur di quando erano ragazzi, il resto sembra molto sulla linea del primo film. La diversità che si riscontra subito è nella colonna sonora, perchè questa della miniserie è molto dolce e melodiosa passando anche per lo struggente, ispirata a quella del Gladiatore.
Invece la musica del film con Charlton Heston era molto più marziale, a ritmo serrato e trionfale che dava al film un'impronta cazzuta,maschilista in un trionfo di muscoli scolpiti per esaltare la bellezza scultorea di Heston.
Facendo un paragone sulle due scene girate nel galeone la sequenza dove lui è prigioniero sulla nave come rematore nel serial Tv è molto soft, a differenza del primo film in cui il ritmo a tambur battente era un colpo allo stomaco per i prigionieri che venivano aizzati sprigionando odio e rabbia.
 Se la scenografia esterna è molto realistica quella interna non è all'altezza di quella del primo film dove la bestialità della prigionia era molto più marcata: quasi si respirava il fetore dell'aria della sottocoperta, mentre quì è tutto più ordinato. Però è solo un piccolo dettaglio perchè rende ugualmente bene anche qui l'idea della battaglia e del dramma dei prigionieri incatenati. Anzi, forse ancora di più.
 L'interprete è molto giovane Joseph Morgan  un  biondino fisicato come un tipico Californiano per rimarcare l’impronta americana del film.. Il generale Quinto Ario invece è troppo vecchio, così come lo era Jack Hawkins, e questo non corrisponde alla realtà perchè a quel tempo i guerrieri erano tutti giovanissimi in quanto l'età media era di 40-45 anni.
Le interpreti femminili  sono molto carine, la schiava  in particolare Emily Van Camp  ma restano personaggi di contorno per prendere poi più spessore nella seconda parte.
Hanno evitato la marcia trionfale della vittoria della battaglia, un classico dei film in costume, col vincitore sulla biga, i soldati schierati e le aquile sugli stendardi con scritto S.p.q.r.che nel primo Ben hur era molto ben rappresentata.
Ma erano gli anni 60 e le parate militari furoreggiavano ancora memori degli antichi trionfi del Terzo Reich. L’ispirazione è quella perchè in America questo genere di parate non è mai stato molto diffuso per cui la produzione americana si era sicuramente ispirata alle parate militari ante guerra e guerra fredda dell’ Europa, traducendola in quelle da Impero romano.

Queste parate si sono viste ultimamente solo in Russia e Cina  perchè volevano fare sfoggio della loro potenza militare, per ottenere rispetto. Ma oggi non sono più tanto pubblicizzate perchè si punta più alla potenza economica che militare preferendo pensare agli armamenti senza tanto clamore.
C'è in aggiunta un duello corpo a corpo molto strano perchè l'Imperatore fa uno sgarro ad un suo generale vittorioso ed al figlio adottato Ben Hur imponendogli di fargli fare un duello con un gladiatore inducendo poi il Console a suicidarsi.
Però l’introduzione di questa scena arricchisce il film perchè mette in risalto i sentimenti che legano le persone e soprattutto il rapporto tra padre e figlio che nel primo film risultavano piuttosto freddi e poco approfonditi, mancando di passione e qualche scena di sesso perché i sentimenti dovevano svolgersi su un livello molto alto in quanto la passione vera era riservata alla Via Crucis di Gesù.Questo film si svolge più su un piano umano e molto più reale, senza voler investire di aura divina tutti i personaggi che ruotano intorno a Cristo.
Insomma è un bel serial TV. Mi è piaciuto molto. Bel colpo per LA7..
                                 
                           
                      JOSEPH MORGAN DA BEN HUR A LISANDRO


 Infatti la miniserie aveva fatto un boom di ascolti. Ben Dur. Si fa per dire.
Sì perchè c'è una curiosità consistente nel fatto che il protagonista Joseph Morgan era fra li interpreti di The Immmortals al cinema dove faceva la parte del traditore Lisandro.
Un ruolo secondario ma molto incisivo che ha lasciato il segno. Infatti era quello colpito dal gigante proprio a livello palle schiacciate senza pietà con un martello. Pum!
Spumeggiante!
Quello che mi piacerebbe capire è perchè mai abbiano voluto scegliere (gli americani non lasciano mai nulla al caso perchè i film vengono studiati nei minimi particolari senza lasciar spazio all'improvvisazione)un personaggio legato ad un eroe ebreo come Ben Hur.
Secondo me ci sono due scuole di pensiero:
- quella della guerra di religione dalla quale anche Obama stesso si è distanziato visto che nel ringraziamento non ha nominato Dio.
- quella della guerra fra mega produzioni cine e televisive.
Con questo gesto brutale verso il protagonista di Ben Hur si è voluto demolire il mito televisivo per mantenere la supremazia di quel Kolossal cinematografico con Charlton Heston.
Io sono comuque della scuola di pensiero della guerra di religione perchè in The Immortals il tema viene trattato ampiamente là dove Giove spiega chiaramente agli Dei che non devono interferire nelle azioni degli umani per lasciar loro il libero arbitrio. Questo per prendere le distanze su storie inventate come quella di Ben Hur diventato vincitore perchè il suo Dio, quello degli Ebrei, parteggiava per lui.
Però anche la versione della guerra fra Kolossal cine e Tv non è da scartare.
Quello che non capisco è come mai sia stata messa in onda da La 7 in una prima replica proprio in concomitanza del ringraziamento di Obama che ha omesso di nominare Dio. Non penso che vogliano fomentare una guerra di religione. Credo invece che sia una questione legata alla pubblicità che include anche quella di cavalcare l'onda.
Per i manager televisivi sponsor e spot sono l'unico Dio al quale danno ascolto.
                                

 NEFERTARI E I DIECI COMANDAMENTI
Charlton Heston era il divo che negli anni 50 andava per la maggiore nei ruoli di grande condottiero. Prima di Ben Hur aveva interpretato Mosè Ne I Dieci Comandamenti.
Anche questa una replica classica che la Tv mette puntualmente in onda che comunque si guarda volentieri non tanto per la recitazione di maniera quanto per i costumi e l’ambientazione.
La sceneggiatura è quella classica della Bibbia un filo romanzata perché della storia fra Nefertari e Mosè
 non c’è traccia nella Bibbia.

Nei geroglifici invece viene magnificata la sua storia con Ramsete II il faraone che lasciò liberi gli schiavi dopo le DIECI piaghe che avevano colpito l’Egitto.
Parliamo di costumi….orrendi. Tutto un fruscio di voile quelli della principessa in tecnicolor con colori accesi perché il nylon si sa che negli anni 50 era il tessuto nuovo d’eccellenza, usato per fare Baby Doll e foulard. Assente completamente il lino perché con il cotone in America evocava roba da schiavi.
 Per fortuna le fibre naturali ora sono state rivalutate e considerate una rarità.
Anche i gioielli sono inguardabili: tutti in incastro a pietrine colorate tagliate uguali lucide e di fabbrica, come una sorta di cineseria.
 Non parliamo poi dei copricapi egiziani, tutti scolpiti e sistemati senza fare una piega, così come i costumini posizionati a drappeggio sexy con un décor fra intarsi e metalli tirati a lucido in un trionfo del kitsch.
Ben lontani dai manufatti del cinema italiano, esatati da Pier Paolo Pasolini in primis con la collaborazione di Danilo Donati e i suoi costumi a tessitura grezza e naturale. Molto raffinati e rigorosi anche nel drappeggio e nelle cuciture a mano.
In questo senso avevamo molto da insegnare agli Americani, non solo come costumi storici ma anche con le scenografie in esterni per presentare sempre più un cinema verità.
Che comunque gli americani hanno appreso molto bene, vista la location dell’ultimo serial Ben Hur tutta girata in esterni nel Maghreb.
Loro hanno imparato l’arte e messa da parte, mentre noi ce la siamo dimenticata perché nei serial ambientati in Toscana si vanno a cercare le location in Argentina.

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