Com'è Triste Venezia cantava Charles Aznavour, solo un anno dopo, perchè non ci sei tu. Il tu confidenziale lo diamo a George Clooney che l'anno scorso aveva blindato Venezia per le nozze con Amal la quale si era presentata scendendo dalla gondola con un vestito bianco corto e gonfio a mongolfiera con tanti fiori rosa sparsi in una sorta di mise da Primavera Araba (lei è di origini libanesi) sfoderando un bel sorriso con dietro un curriculum di paladina dei diritti umani (quelli dei ricchi, dai giornalisti di Alzazeera al Pantheon. Profughi e perditempo no.)
La coppia aveva comunque ravvivato il Festival di Venezia che sembrava tornato agli antichi fasti. Quest'anno la rassegna è stata tutta incentrata sull'effetto emulazione: le dive hanno sfilato tutte in un tripudio floreale portandosi appresso i loro partner ai quali hanno rubato la scena anche a divi sex symbol del calibro di Johnny Depp (da parte della moglie Amber Heard e della partner Dakota Johnsson) e l'emergente per il quale tutte le star vanno pazze facendo a gara per affiancarlo nei film, Matthias Schoenaerts del quale si parlerà ancora molto.
Sì per un altro remake: a volerlo fortemente al suo fianco è la star Carey Mulligan che dopo il successo del Grande Gatsby detta condizioni ai produttori. Il film non ha nemmeno cambiato il titolo facendo un rifacimento di Via dalla Pazza Folla interpretato da un’appassionata e dirompente Julie Christy indimenticata Lara del Dr.Zivago, al cui confronto la fin troppo dolce e delicata Mulligan non era da prendere in considerazione per cui ci si domanda doppiamente a cosa servano questi remake.
Forse a migliorare la fotografia ad alta definizione, il sonoro, ad innovare gli arredamenti quando basterebbe un’opera di restauro fatto ad arte? Ma qui ci vogliono specialisti del settore che vadano oltre gli specialisti di selfie o del digitale che fanno prima a ricostruire ex novo che non a restaurare pellicole di vecchia data per le quali occorre essere specializzati nel settore. Nessun problema comunque per Matthias che invece si sta specializzando nel bello e dannato per tutte le stagioni.
https://www.youtube.com/watch?v=IoTmYTSRgyo
L'emulazione se si fosse fermata al look non ci sarebbe stato alcun male perchè le mises in fiore (portate in trionfo dall'abito di Charlotte al matrimonio del fratello Andrea con Beatrice Borromeo) sono sempre un belvedere, ma purtroppo si è allargata anche alle idee.
Infatti la rassegna del Festival ha portato in concorso molti remake, da Orwell 1984 tradotto da Kristen Stewart in Con L'Amore è Diverso, alla Piscina ora A Bigger Splash sempre con Dakota Johnson e una Tilda Swinton che spicca su tutte facendo “un tipo” (definizione usata per donne non proprio belle ma eleganti in maniera originale).
Juliette Binoche ha superato se stessa riproponendo Clouds of Sils Maria (affiancata da Kristen Stewart) in coppia con una ragazzina sperando questa volta, di farla ingelosire? no, di prendersi quel premio (con regista italiano) che Cannes le ha negato, perchè quest'anno in giuria c'erano i fratelli Cohen che del cinema italiano non hanno una grandissima opinione. Condivisa comunque dall'autorevole critico Mereghetti il quale ne ha avuto per tutti, mai un sussulto di gioia di entusiasmo di ammirazione, niente: film noiosi ripetitivi con attrici per le quali non valeva la pane a strapparsi i capelli così come ha fatto Johnny Depp con la sua Messa Nera.
La rivelazione poteva essere The Danis Girl con Heddy Redmayne (premio Oscar 2015) basata su una storia vera ma anche quella del trans è finita mandando tutti in glacé. Marron Glacé.
La Giuria a tutto fashion ha portato in passerella Diane Kruger ed Elisabeth Bank (l'animatrice farsesca di Hunger Games) una in miniabito e estivaletti raso terra e l'altra in trampoli ad inevitabile barcollamento.
In questo momento non è dato sapere chi vincerà ma non è importante perchè quel che conta a Venezia è partecipare alla sfilata del red carpet e alle feste VIP a seguire anche se quest'anno non ne sono state immortalate. Basso profilo per tutti giustamente stante l'immane tragedia dell'exodus dei profughi verso la Merkel.
Per fortuna perchè lo spettacolo deve continuare con le assegnazioni dei Leoni e Volpi che come al solito Venezia assegnerà a sorpresa lasciando tutti senza parole.
Le stesse che Tilda Swinton si è riservata per il ruolo del film di Guadagnino A Bigger Splash imposto al regista come condizione ad interpretare il ruolo che fu di Romy Schneider ma senza voce.
Anche Juliette Binoche ha posto delle condizioni al regista italiano pretendendo di essere libera nel delineare il suo personaggio del film L'Attesa.
Di norma dovrebbe essere il regista a suggerire le interpretazione ma con queste grandi star che si prestano umilmente agli italiani, non è concesso. Il cinema italiano fa loro ponti d'oro le quali ringraziano e fra fischi e buu portano a casa anche senza dire una parola. Basta guardarle.
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