venerdì 11 settembre 2015

MIGRANTI. CHE COSA ABBIAMO FATTO AL BUON DIO?

Pochi giorni ancora e poi finisce l'estate che quest'anno sarà da ricordare per il grande fuggi fuggi dai Paesi in guerra per rifugiarsi tutti dalla Merkerl che a sorpresa ha aperto loro le sue braccia sperando che tutto finisca per il meglio. Ma questo è una responsabilità dei governi di buona volontà. Per allegerire il dramma mi piace riportare un filmetto visto nelle serate d'estate, le ultime che si sono godute perchè fresche senza caldo torrido.

Il film è Non Sposare le Mie Figlie (di produzione francese titolo originale Qu'est ce qu'on a fait au Bon Dieu)) e tratta l'argomento integrazione in modo leggero e intelligente. La leggerezza dovrebbe risolvere tante situazioni e il cinema ci riesce in pieno. La storia è quella di una famiglia di provincia francese le cui quattro figlie di due coniugi che si amano e si stimano, si sposano con degli immigrati. Purtroppo ma qui sta il bello, sono tutti di varie etnie dal mussulmano all'ebreo passando per il cinese che trovandosi insieme allo stesso tavolo si mettono a discutere. In un primo momento solo per litigare facendo battute pesanti sulla circoncisione dei figli  “della striscia di gaza” (mussulmani verso i 7 anni e neonati per gli ebrei) e sul cibo dei cinesi tanto che alla fine finiscono per fare tutti a pugni e tutti a casa loro. A Parigi ovviamente mentre i genitori in villa in campagna si arrovellano per far tornare la pace con i nipotini in loro compagnia. Un'altra tavolata insieme con tutte le loro specialità che la mamma si è premurata di ordinare ai vari chef, e torna il sereno finchè si prospetta il quarto matrimonio con la figlia più piccola e un nero.

Il quale viene rifiutato in toto dai mariti migranti facendoli scadere anche loro nel razzismo. Il complotto di famiglia si completa con entrambi i genitori che si uniscono, in un momento di sconforto nel quale si domandano “Che cosa abbiamo fatto al Buon Dio?” , ai dissidenti dopo aver conosciuto il consuocero, un nero
anche lui razzista nei confronti dei bianchi francesi. Insomma un dramma che comunque è stemperato dalla buona volontà delle mamme che coinvolgono figlie e generi lasciando i due suoceri bianco e nero a sbrigarsela da soli fra insulti e una solenne sbronza che comunque li fa avvicinare in amicizia e simpatia. Tutto finisce bene con un messaggio positivo per il futuro dell'umanità e alla fratellanza universale di questa famiglia Benetton come viene definita amabilmente dal Paese.

Ci voleva un film leggero arrivato dopo pochi giorni aver visionato Selma dove invece il problema razziale è affrontato in maniera drammatica e commovente per la conquista dei pari diritti dei negri d'America capeggiati da Martin Luther King. Inevitabile è il confronto con i rifugiati d'Europa che sono stati accolti generosamente dopo un primo momento di diniego a seguito della lunga marcia umana da un confine all'altro. Un primo passo (si fa per dire) è stato fatto ma bisognerà vedere ora come tutti questi rifugiati saranno sistemati se si daranno loro pari diritti o se verranno discriminati come è stato fatto con i negri d'America dopo che Lincoln aveva abolito lo schiavismo concedendo loro la libertà. Quello che fa riflettere è il fatto che i negri siano stati deportati in America, mentre i rifugiati praticamente abbiano invaso l'Europa mettendola di fronte al fatto compiuto. Giustamente non li si potevano rimandare ai loro Paesi in guerra, ma quello che fa riflettere è perchè l'Europa abbia caldeggiato in Medio Oriente sia le guerre che le missioni di pace facendo guerra non valutando il fatto che le popolazioni sarebbero fuggite dagli orrori.

Come a dire che si stava meglio quando si stava peggio con le dittature di Sadam, di Ghedaffi di Ben Alì e di Moubarak. Nessuno di loro comunque ci aveva mai dichiarato guerra.
Tutti dittatori questi, che sono stati giustiziati o imprigionati, tranne l'ex Presidente della Tunisia Ben Alì fuggito nel Qatar

il quale conta ancora moltissimi seguaci in Tunisia che lo rimpiangono. Basta dare un'occhiata su Internet con lo smart e vedere quanti messaggi e canzoni sono inviate a questo Presidente. Questo è quanto.
Ora Hollande è partito per far destituire Assad in Siria e frenare l'avanzata dell'Isis, seguito dalla Russia allineata ad assad. Sperando di non trovarci tutta la Siria in Europa e che quello che ci aspetta non sia uno scenario apocalittico, occorrerà pensare “concretamente” di aiutare le popolazioni a risollevarsi dalla “Primavera Araba” che se fosse stato fatto prima quando era in embrione offrendo aiuti umanitari tradotti in lavoro (perchè è stata proprio la mancanza di lavoro a far scoccare la scintilla) a tutt'oggi non avrebbe fatto flop facendo rimpiangere i dittatori contro i quali era stata promossa.
Ma come insegna Papa Francesco l'Europa ha la possibilità di pentirsi per essere assolta in pieno dall'aver provocato quell'aborto che si può sempre imputare in politically correct al fattore ambientalismo come causa di forza maggiore. Purtroppo non ci sono più le stagioni di una volta!

Una curiosità: Leila Ben Alì usciva con un libro nel 2012 con il quale accusava i servizi segreti francesi del Colpo di Stato in Tunisia.
Questo per dire  che ci sono strategie occulte nella scacchiera mondiale che nessun media riesce a decifrare correttamente anche perchè spesso i media giocano con i personaggi tra metafore, paragoni e parallelismi da associare a spot pubblicitari), come fossero figurine di un album del calcio. Questo è il guaio dell'informazione politicamente scorretta. Già lo sono i politici di loro e i media si uniscono all'ammucchiata per condurre dove? Allo spot del telefonino, del della macchina del vincitore del festival in attesa di sorseggiare un Campari

La mia verità Leila Trabelsi-Ben Ali (traduzione da Internet)



Per la prima volta, Leila Ben Ali, moglie dell'ex presidente tunisino, ora in esilio in Arabia Saudita, decide di parlare. Ritorna al famoso primo giorno del 14 gennaio 2011, che ha visto la partenza improvvisa del marito e ha dato luogo a interpretazioni. Nel raccontare l'ora per ora, dimostra che né il Presidente né si sono lasciati volontariamente, il saccheggio delle loro proprietà sono state programmate presto decollare il loro aereo e l'arresto dei loro parenti. La sua cronaca degli eventi e sintesi di responsabilità, anche nell'esercito, denunciando quello che lei chiama un "colpo di stato".
Rinomato avidi di potere e di denaro, lei risponde a queste accuse da parte del popolo tunisino contro di esso e contro membri della sua famiglia. Riconosce la loro spesa sontuoso e la compiacenza delle istituzioni per Trabelsi. Ma s esprime anche saldamente sul volo di yatch attribuita al nipote, come il doppio gioco di alcune figure di politica nazionale e internazionale, tra cui i servizi segreti francesi.
Le informazioni che esso offre sono tutti scoop sulla Tunisia ieri e oggi.



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