Il mondo del sesso promiscuo nasconde molte insidie, alla cui base c’è sempre un impulso violento che può sfociare nel dramma. Nel film Le Età di Lulù, per esempio, interpretato da una giovanissima e pruriginosa Francesca Neri, dopo vari passaggi in cui esplora i più variegati piaceri sessuali, si ritrova in una situazione sado-maso in cui viene incatenata e violentata e dalla quale riesce a uscirne viva per miracolo. Quando si sceglie liberamente di intraprendere un percorso trasgressivo si riesce a uscirne fuori nel momento in cui avverti di aver toccato il fondo. E basta poco per avvertire che nel partner c’è qualcosa che non va. Basta poco per troncare…sempre che lui te lo permetta.
Sì perché raggiunto un certo punto molti uomini, abituati ad essere assecondati, tendono a schiavizzare la donna. La quale è molto facile che si trovi risucchiata da una spirale sempre più torbida ed inquietante fino a perdere se stessa.
E’ il momento in cui diventa schiava, asservita totalmente al desiderio dell’uomo di cui diventa strumento per realizzare tutti i suoi voleri. Molte donne, sognano di potersi abbandonare senza riserve, perdendo qualsiasi volontà. Il piacere che ne deriva è di forte voluttà che coinvolge il corpo e la mente annullando qualsiasi desiderio se non quello di morire per arrivare all’estasi nella più totale sopraffazione in cui ti immergi come vittima sacrificale. Peggio di un animale perché lui mantiene sempre vivo l’istinto di sopravvivenza. Arrivi al nulla, ovvero allo zero assoluto.
C’è un romanzo che spiega molto bene questo tipo di sessualità: è Histoire D’O, diffusissimo negli anni 70 e che si differenzia da tutta la letteratura erotica proprio perché analizza gli stati d’animo della donna in ogni suo movimento, primo fra tutti quello di voler sentirsi schiava.
Ci sono situazioni in cui una donna può diventare schiava suo malgrado. E’ il caso di Justine tratto dal romanzo Il Vizio e la Virtù del Marchese De Sade schiava suo malgrado di libertini e di sofisti, violentata perfino dalle donne perché De Sade non concede sconti alla virtù.
A differenza della sorella Juliette la quale, dopo essere entrata in una banda di ladri ed assassini facendo la loro prostituta viene ricevuta a corte da un signorotto che ne fa la sua cortigiana.
L’importante dunque è riuscire a distaccarsi quando si vuole da quella parte di sé chiamata alter ego, per riprendere il percorso libera, verso la luce del sole con un bagaglio ricco di esperienze.
La nota più curiosa è che Justine nell’omonimo film, era stata interpretata da Romina Power, allora minorenne, con una madre un filo esagitata. Per fortuna, subito dopo ha incontrato Al Bano di cui si era innamorata girando il film Nel Sole con cui ha fatto coppia nella vita come compagna. Divorziando dopo 3O anni. Ma questa è un’altra storia.
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