lunedì 1 ottobre 2018

MACBETH AL CINEMA


Nelle opere di William Shakespeare la tragedia nella quale, come il nome Macbeth invece farebbe palesare,  ad emergere sono le donne intese come la fonte di tutti i mali del mondo con Lady Macbeth che campeggia uno stuolo di streghe che ballano il sabba pronunciando vaticini.
Lady Macbeth  è pervasa da un senso di vertigine  nell'accogliere il potere assoluto dentro casa che le fa andare il sangue alla testa. Infatti più che la corona del re poté quel cerchio martellante fra le tempie che poteva placare solo spargendo sangue come una sorta di salasso mentale.
Sangue chiama sangue che come un imperativo suona da preludio prima di accendere la scintilla della follia che prende tutti quelli che vogliono placare una sete di vendetta, in questo caso una sete di potere, muovendosi   in un ritmo in sincrono con quello della tempia.

Tac tac tac tac...il battito del cervello accompagna un susseguir di azioni  fino a compiere il misfatto nel pugnalare un ospite facendo doppio sacrilegio  per lesa maestà e lesa sacralità essendo sacra l'ospitalità. E' un'opera contro le donne come fonte di tutti i mali ma anche con le donne come fonte della conoscenza e del sapere  avendo una visione del futuro lungimirante  che svela sotto metafora esigendo uno sforzo perchè solo menti sottili possono interpretare.
In questo contesto è la foresta in movimento recitata nel sonetto “...quando vedrai la foresta che si avvicina...” sottovalutato perchè tacciato come una sorta di straparlare di vecchie pazze che danzano col diavolo al chiar di luna intorno al fuoco dove bolle un calderone in cui immergono rospi da igoiare (metafora del senso di frustrazione e di impotenza che divora Macbeth). La foresta infatti si muove veramente sotto forma di soldati mimetizzati sotto cespugli (tecnica usata  dai marines nelle missioni di guerra come in Vietnam o in Corea, là dove c'è sempre una foresta).Tutte queste "streghe" che imperversavano nel medio evo sono stata mandate al rogo in un femminicidio durato per secoli) facendo esaurire questa fonte di potere occulto raccolto oggi da sedicenti maghi e fattucchiere.

Il Macbeth è un'opera teatrale tradotta anche al cinema  con una prima versione di Roman Polansky molto intensa e suggestiiva  rappresentata con effetto scenico aderente alla realtà del tempo con il castello bucolico dove i nobili vivevano insieme ai contadini  con le vesti a tessuto grezzo e dove più che la Corte poteva il cortile  pieno di oche, di maiali di cani di galline e capre e quant'altro da allevare per bandire la tavola di loro signori nonché di botteghe per gli artigiani che forgiavano armi per i soldati e ferri di cavallo per gli zoccoli.


Macbeth si muoveva fra le stanze di palazzo spoglie e spartane  immerso in un'atmosfera lugubre come una sorta di tragedia annunciata che onorava i versi funerei di Shakespeare dando loro credibilità supportati dai ruoli interpretati da due attori molto nella parte, essendo inglesi e di grande tempra come Jon Finch visto poi in Artù di Excalibur e l'algida Francesca Annis molto British.


Ben diversa invece è è stata la seconda versione presentata negli anni scorsi a Cannes con una Marion 


Cotillard in versione Lady Macbeth frou frou e un Macbeth con l'irsuto Michael Fassbinder  che se era più a suo agio nel ruolo di re maledetto  non lo era come consorte di Marion essendo l'attrice francese un pesce fuor d'acqua non avendo le physique du role : lo sguardo dolce e la bocca carnosa di una francese all'assalto delle scogliere di Dover ha trovato uno scoglio da superare, quello di una Lady Macbeth fredda e lucida  assetata di potere,  che non aveva nulla del tipino francese incarnato da Marion.
Se per Lady Macbeth più che la corona potè quel cerchio alla testa, per lei viene tradotto in vezzoso cerchietto un accessorio del quale si è valsa per recitare alla belle meglio. Il meglio era l'accessorio.


NOTE DI COSTUME (come una sorta di cinegiornale d'epoca)
I cinegiornali imperversavano negli anni 50 e 60 ad introdurre il film da proiettare nelle sale. Dispiace che siano stati aboliti perchè erano una sorta di blob introdotta poi dalla Tv anch'esso eliminato.
A differenza dei giornali di oggi i cinegiornali erano pieni di ironia rivolta verso tutti dalle star agli uomini potenti dalle starlette al Papa senza sconti per nessuno.
Oggi è impensabile perchè si rischiano querele in quanto le star sono molto suscettibili a difendere la loro immagine anche perchè sono viziate dai tabloid i cui direttori si mettono a zerbino facendole apparire al meglio anche se in odor di scandalo perchè sono loro che se le vanno a cercare le “foto rubate” mentre fanno corna e bicorna.L'importante è che vengano al meglio senza quell'ironia che le sbatte più di essere beccate in castagna perchè fa tanta pubblicità.

LADY MACBET STYLE




GILETTI AL MASSIMO
Giletti è diventato il Massimo per La 7 riuscendo nell'intento di surclassare il reuccio Chicco (là dove tutta la Best Company capeggiata dalle "streghe" della nota emittente non era riuscita) con il processo Bennet vs Argento sfoderando tutta la grinta di un novello procuratore superando se stesso come giornalista, conducendo da "avvocato al massimo"  come una sorta di Counselor (interpretato guarda caso o forse no al cinema da Michael Fassbinder poi nel ruolo di Macbeth come sopra nella foto).
Come a dire: “Mac-beeeth... Mac-beeeth... Mac-beeeth...”di stregoneria memoria. Al cinema.









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