Il primo amore non si scorda mai. Se poi questo è anche un genio allora ti lascia anche l'imprinting. Ornella Vanoni nasce come creatura di Giorgio Strheler e nell'ultimo Tour in scena al Teatro Regio di Parma Domenica scorsa, lei si conferma una Lady, cantando e recitando canzoni con tanta poesia.
Non quella di Gino Paoli (Senza Fine infatti non l'ha concessa nemmeno con il bis) ma quella che le ha insegnato Strheler al Piccolo Teatro, ovvero canzoni di vita vissuta.
Un Filo di Trucco un Filo di Tacco diceva la sua mamma. Invece no.
Ad una certa età è arrivato il momento di togliere la maschera ed apparire al naturale: senza trucco e senza scarpe, con un filo di pancetta e shampoo fatto in casa in tutta fretta.
L'effetto è quello minimalista, essenziale del Piccolo Teatro di Milano. L'Imprinting che ha segnato il suo percorso.
Arrivata ad una certa età, può concedersi di tutto, anche ritornar bambina, come vezzo e animale come una sorta di ritorno alle canzoni della mala dei suoi esordi. “E' tempo di Intervallo. Andiamo a far pipi'” dice per fare uno stacchetto tra prima parte e seconda.
Una caduta in basso servita a raccontar un aneddoto di quando in casa di un amico con giardino si assentò un attimo per fare la pipì sull'erba con libidine liberatoria.
Molto fisica, molto sensuale, molto in tono con la voce ancora molto possente e padrona della scena, ad una certa età Ornella Vanoni si concede al pubblico seguendo un filo di discorso che va da quello delle intime emozioni nelle relazioni con il maschio, al quale si è sentita avvolta come destino, come vocazione e per...necessità, a quelle che impegnano nel sociale immedesimandosi di volta in volta in personaggi emarginati con problematiche tragiche.
“Che non sono le mie.” sottolinea Ornella, “Io sono stata fortunata perchè sempre protetta”.
Il pubblico è galvanizzato dalla sua voce ancora piena di energia che scaturisce dall'anima di una persona che ha vissuto in pieno la sua vita, lasciandosi vivere con l'amore, lasciandosi morire con la solitudine.
Dalla quale comunque è guarita risorgendo fra le ceneri come un'araba fenice (curiosamente Senza Fine ha fatto da colonna sonora all'omonimo film) per ritornare al gusto della vita. Che voler di più dalla vita? Un Lucano? No, tanti amici con i quali godere in compagnia.
Ad una certa età si comincia a capire il senso di “chi trova un amico trova un tesoro”, perchè nessuno più ti fa le coccole, nessuno più ti canta la ninna nanna.
Ecco allora che, compiuto destino e vocazione, entra in scena la necessità...di tanti amici, del calore del pubblico. Con il quale Ornella si concede il vezzo di tornar bambina: dispettosa, facendo pipì in terra invece che sul vaso; seducente rivelando gli ingredienti per fare un dolce da mangiare.
Perchè la seduzione si può imparare, a differenza del fascino invece che è innato. E dunque spiazzante. Il fascino non ha età e non si impara. Poche persone ne sono dotate.
Ma ormai è troppo tardi per rimorsi e rimpianti: l'ultimo Tour e poi il ritorno a casa. A Milano.
La serata si è dilungata fin quasi a mezzanotte e va ricordato che era stata promossa dal Lions Club Tre Valli di Langhirano con il ricavato devoluto per l'addestramento di cani guida per non vedenti.
Ad aprire lo spettacolo le ballerine della scuola di danza Arp Dance con delle performances molto gradite dal pubblico, presentate dal volto di una Tv locale.
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