mercoledì 11 ottobre 2017

CALDE LACRIME

Ad un certo punto della propria vita si impara a non piangere più. La vita te lo insegna insieme al fatto che le difficoltà vanno affrontate con la sofferenza nel cuore e a muso duro perchè fare moine non è più il tempo.
A meno che lo si faccia per gioco se di quello non si è perso il gusto per distaccarsi un po' dalla quotidianità.
Ordinarias comunque  perchè entrare nello straordinario significa “diversità” uscendo da quella normalità dal fascino discreto per entrare nello spettacolo della vita dove le tragedie e farse sono date in pasto al pubblico. Il quale ormai è diventato talmente cinico da macinare tutto ad ogni ora del giorno pasti inclusi nei quali si digerisce di ogni restando indifferenti alla vista di qualche bomba scoppiata perchè dopo l'11 settembre e il crollo delle Twin Tower in diretta siamo cambiati non riuscendo più ad impressionarci sapendo che dopo ogni attacco per mano dell'uomo o della natura ci si alza per ricominciare, anche magari con una Torre sola intesa come gamba. Le Twin Towers non ci sono più? C'è sempre la Trump Tower a testimoniare come il mondo vada avanti anche senza la coppia degli Obama.
Bisogna sempre che qualcuno creda in te per uscire dal buio e trovar la luce.
Non basta credere in sé stessi ci vuole il colpo di fortuna. Tutte parole valide che non sempre hanno comunque riscontro.

In realtà la solitudine e l'anonimato sono le uniche situazioni (di libertà) nelle quali puoi acquisire potere.. Infatti gli uomini che lo esercitano sono sempre soli. Il sole è un astro mentre la Luna è un satellite del pianeta Terra. Tutto questo per dire che da soli si può produrre energia così come in coppia si possono fare grandi cose nobili che ti prendono il cuore.
Da tempo non piangevo dal più profondo del mio cuore: non è stato un dolore ma una forte commozione nel vedere il film su Rai Due, Marie Heurtin Dal Buio alla Luce.
Una storia simile era già stata trattata con Anna dei Miracoli dove si insegnava a una bambina sordo-muta e selvatica come sintonizzarsi con la vita delle persone.
Il film di Rai 2 invece ha svolto la tematica su un piano diversamente abile perchè la protagonista “selvatica e ribelle” è cieca e sordo-muta affidata alle cure di una comunità di consorelle disabili, sordo-mute pure loro.

Una in particolare, suor Margherita, si prende a cuore la piccola selvaggia con la quale dopo una lotta corpo a corpo riesce ad instaurare un rapporto molto stretto riuscendo a domarla per poi insegnarle il linguaggio dei segni attraverso il tatto permettendole  così di comunicare i suoi pensieri dilatati nella loro esternazione anche sulla tomba di questa consorella morta per consunzione avendo speso ogni energia per il nobile intento di portare la creatura alla vita.
E' come se fosse morta di parto dando alla luce una bambina le cui parole di amore e ringraziamento "gesticolate" sopra  la sua tomba esprimevano la grande forza del legame fra loro. Più forte di quello di una figlia per la madre naturale. La semplicità delle parole così piene di amore e gratitudine mi hanno fatto sciogliere in calde lacrime. Penso che la gratitudine di una creatura così provata dalla vita sia la ricompensa più grande che una persona possa ottenere.
Il film mi ha molto colpito anche perchè credevo di aver già visto tutto tanto che quando guardo la Tv faccio zapping convulsivo da un canale all'altro, ma questa creatura che sembrava dimenticata da Dio mi aveva preso il cuore.
Quaggiù in terra qualcuno l'amava perchè in lei c'erano Dio insieme al metodo acquisito con la personale esperienza. Ora et labora è il forte messaggio da me recepito.

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