Il paesaggio innevato con i fiocchi che scendono lentamente invogliano ad andare sotto le coperte.
C’è una scena bellissima in Match Point dove Scarlett ed il maestro da tennis suo aspirante cognato con il quale se la intende clandestinamente dove si coccolano dolcemente mentre fuori dalla finestra i cristalli si adagiano sul balcone con sottofondo una romanza operistica, Una furtiva Lagrima, tratta dall'Elisir d'amore di Gaetano Donizzetti
E con il tema di Lara nel Dr Zivago quanto abbiamo sognato con Omar Shariff e Julie Christie mentre stavano al calduccio nel letto di una casa isolata in mezzo ad un campo innevato con i fiocchi che cadevano copiosi fra lupi che ululavano da lontano.
L'inverno è sinonimo di paesaggio Natalizio con la neve che invece di raggelare scalda il cuore.
A meno che non sia legata a qualche episodio drammatico perchè allora diventa scenario inquietante anche per perpetrare il dramma all'infinito.
Il serial Killer diventa così “L'Uomo di Neve” perchè si serve di un pupazzo per mettere la firma in ogni delitto seriale sfidando il detective che si occupa del caso per un gioco a scacchi con la morte.
Il gioco al massacro colpisce donne sposate che si dimostrano cattive madri così come è stato per quella dell'omicida che lo aveva abbandonato preferendo farsi morire in un lago ghiacciato, essendo a sua volta stata abbandonata da un compagno sposato con un'altra.
Una scelta atroce che traumatizzava il bambino facendolo diventare assassino seriale per punire donne indegne di essere madri o spose. All'origine del male c'è sempre un male subito da bambini e su questa teoria confermata da tanti delitti di cronaca, si snoda il film seguendo le indagini del detective Harry Hole impersonato da Michael Fassbender affiancato da una giovane principiante (interpretata da Rebecca Ferguson attrice svedese), molto partecipativa nelle ricerche nelle quali dimostra un fiuto infallibile avendo già studiato su una pratica del serial killer aperta anni prima da un'altro detective che poi si rivelerà essere suo padre interpretato da un irriconoscibile Val Kilmer per i connotati stravolti dall'abuso di alcol e quant'altro che comunque gli hanno conferito la giusta maschera per il ruolo del detective alcolizzato.
Un po' il freddo un po' la professione sempre a contatto con cadaveri martorizzati, decapitati, smembrati da animali, l'alcol spesso accompagna la vita di detective come una sorta di cani sciolti che per tenersi su si aiutano con un bicchierino, sfociando bicchierino dopo bicchierino in una sbornia infinita nella quale trovano un momento di lucidità per arrivare alla soluzione prima del corpo di polizia.
Il Thriller L'Uomo di Neve si svolge in una città tra i Fiordi del Nord Europa con un ritmo lento e poco incalzante ma galvanizza dal principio alla fine perchè la trama è avvincente.
Quello che stupisce sono i personaggi vestiti come se fosse primavera: con i giubbotti sbottonati quelli di Fassbender in mezzo alla tempesta di neve giustificata dal pieno di alcol, mentre non si comprendono le minigonne di Charlotte Gainsbourg con stivali al ginocchio senza calze. E sciarpe e berrettini manco li conosco. Anche L'Uomo di Neve non si fa conoscere fino all'ultimo dove il finale è un po' deludente perchè segue le dinamiche di genere dei tanti classici gialli.
Questo non toglie comunque nulla alla suspence perchè ogni volta gli spettatori ci cascano: basta una porta che sbatte, un volto di uccelli che si alza all'improvviso, un'inquadratura di un arto che spunta dalla terra, un dito mozzato, una testa che rotola in un pozzo ed è subito missione compiuta per spaventare a morte lo spettatore il quale tira un sospiro di sollievo quando tutto è finito, dimenticando come i brutti sogni il film appena si riaccendono le luci.
Ci mancherebbe che le scene ci accompagnassero anche verso casa...
Questo è il lato positivo di ogni Thriller in genere. Poi vabbè ci sono i cult ma sono un eccezione.
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