mercoledì 26 febbraio 2014

GIGOLO’ A PUGNI IN FACCIA

Dal Medio Oriente arrivano i segnali di aperture verso il mondo omosex, come abbiamo visto nel film La Vita di Adèle del regista tunisinoAbdellatif Kechiche presentato a Cannes lo scorso anno e candidato all’Oscar per la miglior interpretazione della giovanissima attrice Adèle Extarchoupoulos,  che ha soffiato la nomination alla più esperta Lea Seydoux sua maestra d’amore saffico.
Insieme à les biches ha fatto la comparsa  un attore di origini algerine, Salim Kechiouche che si sta imponendo sulla scena così come aveva fatto Tahar Rahim, l’ex  figlio di Allah che aveva fatto impazzire la Francia con Un Profeta.
I due attori sono agli antipodi: tanto è combattivo Tahir sulla scena quanto lo è Salim nel privato.
Di Tahir abbiamo già parlato perché visto in tanti film importanti  con  le star di Francia che fanno a gara per lavorare con lui perché sa molto di arabo combattente e integro (anche lui era a fianco di Lea Seydoux a Cannes per il film Grand Central sul tema ambiente).

Salim invece rappresenta una tipologia che in Medio Oriente anche se diffusa, non viene riconosciuta ufficialmente ma in pratica c’è eccome.
Non è difficile incontrarlo fra il Suk mentre punta la turista per offrirle il souvenir:  “Avec le coeur madame” che le rifila a prezzo esagerato. Dal souvenir a toy-boy il passo è breve ma non abbastanza perchè poi si sconfina in ogni tipo di trasgressione.
E’ un eroe molto negativo quello che impersona Salim perché viene spupazzato da tutte le donne che incontra nel corso della sua carriera cine.
Fin dagli esordi ha manifestato questa natura facendo il gay in un collegio, ma se queste erano ragazzate poi il percorso è stato un crescendo nel sottobosco del sesso hard come figlio nientemeno che di Amanda Lear (Gigolo’) o di Claudia Cardinale (Le Fil) passando dalla vittima sacrificale di un gioco erotico come Amore Criminale fino ad approdare alla Vita di Adèle in un percorso costellato anche di clan mafiosi e circoli sportivi come il mondo della boxe.
Insomma un gigolo’ che si è fatto strada a pugni in faccia e non si fa per dire perché nella realtà è un vero campione di questo sport dove ha inanellato diversi successi anche a livello internazionale.
Anche lui dopo la fase adolescenziale dove ha esplorato ogni tipo di fantasia sessuale, ha raggiunto un buon grado di maturità da come si vede nell’immagine a riflettere un uomo affascinante e di esperienza.
A chi piace il tipo è sicuramente un punto di riferimento per sbloccare tabù nelle dinamiche omosessuali, tanto per uscire dal solito clichè dell’arabo sano portatore di quella mascolinità atavica che le donne custodiscono nell’inconscio, e guerrigliero scoppiettante nel sociale. Ma c’è anche la via di mezzo perché se non si può dir che ci sia democrazia in quei Paesi esiste la medio borghesia fatta di gente per bene che lavora onestamente.
Le due tipologie si prestano al parallelismo nel paragone che c’era fra il medico Pakistano l’amore segreto di Lady Diana chirurgo al servizio dei poveri e bisognosi, e il vizioso e ricco gigolo’ Dodi Al Fayed del quale Diana si serviva per ingelosire l’amante medico Hasnat Khan. Infatti anche qui siamo agli antipodi come detto sopra.

Claudia Cardinale dopo il film Fil ha ringraziato pubblicamente per aver contribuito a sdoganare la tematica omosex pur trovando molte difficoltà a girare in Tunisia per terreno ostico.
Che dire? 
Se andava a girare in Algeria sicuramente sarebbe stato diverso perché i tunisini sono ancora impegnati con gli strascichi della Rivoluzione del Gelsomino. Non hanno tempo per girare film! Manca il lavoro, manca il pane e latte e soprattutto manca il turismo. La Tunisia sta ancora pagando la sua scelta di libertà. Pulita, di cuore forte e pieno di passione.
                



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