mercoledì 5 febbraio 2014

TRA FEDE E DUBBI LA CHIESA CATTURA L'AUDIENCE

Tra fede e dubbi è la Chiesa a catturare l’audience.
E’ curioso notare INFATTI come in Tv le serie più seguite siano quelle religiose dei Preti e delle Suore in onda su Rai Uno: da Don Matteo con Therence Hill  a Che il Cielo ci Aiuti con Elena Sofia Ricci, o Il Don Bosco di Gigi Proietti e tanti altri, sono i personaggi che fanno più ascolti.
Questo perché rappresentano la Chiesa così come dovrebbe essere, solare generosa ed accogliente senza macchia e senza alcuna morbosità. Infatti il rapporto spirituale delle comunità religiose dove il sentimento prevale su tutto, spesso viene frainteso specie se lo si vede rivolto verso un singolo in particolare.
Possibilità remota che queste fiction nostrane evitano come il diavolo e l’acqua santa per dare un’immagine fresca e all’insegna del volemose bene in tutta solidarietà. Di Acqua santa appunto. Il Diavolo invece veste Prada. Infatti su Rai Movie abbiamo assistito ieri sera al film Il Dubbio con Meryl Street ed Amy Adams dove la comunità religiosa è analizzata soprattutto a livello femminile nel quale la musica non è suonata come in Sister’s Act. Per nulla divertente. Ma è un film Americano si direbbe qui in Italia, dove la Chiesa è vista sotto un’ottica ambigua e piena di colpe da scontare. Non a torto visto che lo stesso Papa Ratzinger ha chiesto perdono per tutti gli episodi di pedofilia.
Infatti nel film Il Dubbio ci sono molte analogie con le nostre realtà religiose tra asili, scuole e i numerosi collegi di antica memoria gestiti da suorine piene di fede o fin troppo zelanti. Negli ospedali per esempio le suore affiancavano infermieri e dottori e tutto funzionava alla perfezione anche se lo scotto da pagare erano il Rosario e le Litanie che gli  ammalati dovevano recitare: comunisti e democristiani tutti insieme, volenti o nolenti. Ma tutto era molto soft e non c’era pericolo di un misticismo isterico perché l’ambiente ospedaliero e il lavoro pressante portavano le suorine sulla terra: la malattia e la lotta per la vita le rendeva tutte più concrete e lucide con la fede in Dio che andava di pari passo con quella nel chirurgo in un perfetto connubio di misticismo e logica secondo la scuola di pensiero di Betrand Russel.
Misticismo e logica che troviamo anche nel film di quel passato come Agnese di Dio con Jane Fonda ed Anne Bancroft (una psichiatra e un Badessa) che si alleano per proteggere una suorina invasata.
Nel film Il Dubbio il problema delle comunità religiose è un filo più complesso perché investe anche il potere gerarchico da abbattere che in questo caso era tenuto dal prete in odor di pedofilia. Non provata ma solo in dubbio tanto che alla fine fa sciogliere in lacrime l’arcigna badessa accusatrice.
A questo punto il Dubbio si insinua anche nello spettatore quando la “giovane e innocente suorina” Amy Adams si è sciolta a compassione di fronte alle lacrime della Preside-Superiora tanto da abbracciarla “in grembo” per consolarla facendo pensare che entrambe avessero rispecchiato  nel prete (Philyp Seymour Hoffman), accusato di pedofilia, il loro segreto vizietto.
 Non l’ho letto in nessuna critica cinematografica di allora per cui potrei anche sbagliarmi ma credo di no avendo frequentato le suore in collegio per lungo tempo nelle quali riscontro molte analogie con quelle rappresentate in questo film dove piccoli particolari come uno smalto sulle unghie, una manica troppo corta o una molletta nei capelli erano visti come diavolerie a formare future donne facili e per una certa forma di morbosità che comunque lasciava Il dubbio. Appunto.
Ricordo infatti che c’era una suora la quale soleva mettere in castigo la bambina più monella lasciandola in corridoio fino a tarda notte.
Una serata è capitato anche a me e quando sono andata a bere un sorso d’acqua me la sono trovata dietro con una sculacciata inferta sorridendo beatamente come dire che ero stata birichina ma io cascavo dal sonno per cui mi ha lasciato andare a dormire.
L’avevo trovata strana. Poi in seguito è stata trasferita ed ho sentito dalle ragazzine più grandi che l’avevano deciso perché scoperta ad accarezzare a tarda notte una bambina che piangeva perché lasciata in castigo. Forse voleva solo consolarla e farsi perdonare. Forse. Il dubbio però è bastato per allontanarla. Del collegio e delle suore ho comunque un bellissimo ricordo perchè erano molto dinamiche e gioiose e mi hanno dato una buona educazione sentimentale
Penso che questo Il Dubbio si avvicini al messaggio del film Le Idi Di Marzo dove non ci sono sconti per nessuno perché nella politica si predica bene e si razzola male esattamente come si suol dire dei Preti. E delle suore. 
Questo film va oltre perché oltre ai religiosi il dubbio si insinua anche nella madre della vittima (Viola Davis) e del suo stesso bambino che denuncia come particolare e diverso ma non per questo colpevole perchè la responsabilità doveva cadere sul Prete, il quale comunque la donna aveva difeso perché  l’unico ad essere gentile con suo figlio. Dunque perché no?
Perchè indagare sui motivi? Se questa era la loro natura che importanza poteva avere per una madre di fronte all’obiettivo di riuscita per il suo ragazzo? 
Bisognava lasciar correre quanto meno fino alla fine dell’anno scolastico per non rovinare un ragazzo “di colore”. La sua interpretazione asciutta, pur col naso bagnato che le colava insieme alle lacrime, è stata molto incisiva e di carattere a sottolineare la forza di madre natura africana in un  trionfo del pragmatismo tutto americano.
Il film nel finale è apparso sdolcinato sicuramente  per riscattare la figura arcigna della Badessa che metteva in cattiva luce l’operato dell’apostolato femminile della Chiesa, mentre invece era spesso ambiguo per cui penso che quanto sopra sia la vera chiave di lettura del film.
A fugare ogni dubbio ben vengano le serie sulla Chiesa perché rispecchiano comunque tante realtà religiose che operano soprattutto in buona fede e con grande dedizione senza chiedere in cambio che il buon esito della loro missione  nella quale per fortuna molti di noi credono visto anche l’audience di ascolti alle stelle. Perché Dio c’è.

Nessun commento:

Posta un commento