Archivio blog
-
▼
2014
(411)
-
▼
febbraio
(54)
- FACEVO IL TIFO PER D'ALEMA
- QUANDO LA MERKEL SI FACEVA SARKO’ E SILVIO (GRAZIE...
- LE VISPE TERESE NEI PAESI CANAGLIA
- CAROLINE E CHARLOTTE
- MY FAIR BABY
- OBAMA, UN PRESIDENTE INDECISO AL COMANDO
- GIGOLO’ A PUGNI IN FACCIA
- LESBO-TANGO CON GIGOLO’
- COMING OUT CON TEQUILA E GOLDEN GLOBE
- PAZ VEGA, VERGINE VS VERGINE
- RICORDANDO GLI ANTICHI FASTI DI PALAZZO MADAMA ED ...
- LA NOTA SEXY NEL SERVIZIO PUBBLICO
- MANUALE DELL'AMORE MERCENARIO
- LE FAVOLE DA FANTASY A GOTICHE
- IN EGITTO A VOTARE ANCHE I BAMBINI
- STREGHE VAMPIRI CANNIBALI E BUFFONI: REPLICA IN CR...
- RUSSEL CROWE E RAFFAELLA
- LILLI GRUBER E SCALFARI RACCONTANO IL PAPA
- BAMBINA E SCHIAVA
- IL DISCORSO DELLAMONTAGNA DELLA LITTIZZETTO
- LA DUCHESSA CHE SUSSURRAVA AI CAVALLI
- TELEFONINI ARMALETALE PER I GIOVANI?
- TENDENZA MODELLE
- LA SVOLTA DI VANESSA PARADIS
- S.REMO DEGLI ANTICHI FASTI
- L'ITALIA HA SCELTO IL PARTITO FICO
- MUSICAL CHE PASSIONE
- LA TRAGEDIA DI UN UOMO RIDICOLO
- LA CAPANNA DELLO ZIO TOM
- DA FAVOLA IN FAVOLE CON MARIA GRANDE AFFABULATRICE
- BUCKINGHAM PALACE TRA AFFONDO E SGOMMATE
- SAN REMO 2014: APPUNTI E SFILATE
- FINOCCHIE GRATINATE
- DITELO CON UN SMS
- CON BAD TEACHER E' TORNATA LA MODA DEI MINISHORTS
- L'ECO DELLE GESTA DEL CAVALIERE MASCHERATO
- MONTI E LETTA: IL RECORD DEI GOVERNI LAMPO
- ENRICO LETTA E MATTEO RENZI SPACCANO LA SINISTRA
- IL MITO DI GIULIETTA
- NICOLE KIDMAN APRIRA’ IL FESTIVAL DI CANNES
- IL GRANDE SEDERE DI OPHRA WINFREY.
- DA FAZIO LE BERLINATE DI CLOONEY & C.
- GOT TALENT? MA CHE ME' FREGA
- VESTIVAMO COME DIANA
- CLOONEY INVENTA LA POLTRONA PORNO IN BURN AFTER RE...
- PER IL PRINCIPE FILIPPO UN ULTIMO DESIDERIO
- LE IDI DI MARZO, UN FILM ROBUSTO.
- JULIA ROBERTS UNA CARRIERA AL BIVIO.
- TRA FEDE E DUBBI LA CHIESA CATTURA L'AUDIENCE
- DONNE MANAGER IN CRINOLINA O COL PELA-PATATE
- LA GUERRA FREDDA DEGLI OSCAR
- BARBARA D’URSO, AFFASCINANTE STREGA
- PEDOFILIA DIETRO L'ANGOLO
- LA PRINCIPESSA E IL CENERENTOLO/
-
▼
febbraio
(54)
domenica 23 febbraio 2014
IN EGITTO A VOTARE ANCHE I BAMBINI
Contro la Fratellanza e il caos, per la patria e la rinascita dell’Egitto, per insediare presto come presidente il salvatore della nazione: Abd Fattah Khalil Al-Sisi. Nei 13.000 seggi dove sono chiamati 53 milioni di egiziani, in quel simbolo di democrazia difeso da 200.000 soldati, la popolazione si è recata con ogni mezzo. Vecchi claudicanti sorretti da famigli e militari, anziane in carrozzina, donne con e senza chador. Uomini vestiti a festa e in dimessi panni da lavoro, profumati alla maniera di certi passeggiatori della Sanadiqiyya di Mahfuz e scamiciati che avevano fino a poco prima tosato pecore fin dentro i suburbi della capitale. E barbe salafite, di attivisti qualunque di Al Nour e dei leader come Talaat Marzouq che, tinto il dito indice per contrassegnare il passaggio all’urna, mandava a dire agli avversari della Fratellanza di rivedere posizioni e ostilità verso i militari. Ovviamente ha votato lo stato maggiore dell’esercito, con decine di telecamere che seguivano Al Sisi a ogni passo che lo separava dal seggio. Ha segnato la sua scheda il grande imam della moschea Al-Azhar El-Tayeb, inserendola in una postazione di Luxor. Ha votato Mubarak: in una cabina allestita nell’ospedale Maadi.
Come mostrano talune foto anche i bambini simulano il voto del futuro. È la marea plebiscitaria che monta come durante le oceaniche manifestazioni anti Mursi di giugno. Lo sposare l’aria vincente protetti dalla moltitudine e dai carri armati, quel farsi maggioranza per paura e convincersi che i feloul della politica non reintrodurranno l’Egitto del passato, tutto carcere per i deboli e business per gli straricchi. Si fa strada il dubbio che lo stesso strabordante successo islamico alle politiche libere del 2011-12 subisse l’ipnosi e la forza dell’omologazione. Nelle segrete in cui vengono trattenuti i leader della Confraternita dovranno chiederselo.
Nelle code ai seggi della capitale si sentiva: “Sisi unirà il Paese: musulmani, cristiani, tutti berremo dal Nilo (etiopi permettendo, ndr). Abbiamo bisogno dell’uomo forte per proteggere la nostra antica nazione e per far sotterrare le ostilità ”. E ancora “Basta, ce n’è abbastanza. L’Egitto non può proseguire così, abbiamo bisogno d’un governo che possa lavorare, ci servono sicurezza e rilancio dell’economia. Questa Costituzione è buona, è civile, è per tutti gli egiziani, non va bene solo alla Ikhwan”.
Intanto quel che si sotterra sono altri undici corpi. Quattro morti a Sohag nell’Alto Egitto, due nel governatorato di Giza, uno nei paraggi, e in ordine sparso sulle piazze turbolente del Delta e Alessandria. Scontri fra chi si martirizza per Rabaa e gli uomini in nero, coadiuvati dagli antislamisti. Ennesimi martiri per i compagni di lotta e immolazione, gente senza volto per i militi stretti in quelle divise cachi che non li fanno crudeli. Eppure continuano a uccidere a comando, gli dicono “Fuoco!!” e loro premono il grilletto senza ascoltare il tonfo del corpo, avvertendo dalla distanza solo di avere una buona mira. Se la mattanza proseguirà anche stamane, lo sapremo a breve ma non è una novità . Quasi si perde il filo del perché si va a morire per un Egitto abitato da persone che non ti guardano in volto quando t’uccidono e forse neppure s’accorgono del killeraggio. Oppure lo ritengono il male minore.
Come i concittadini che tre anni or sono li contestavano e ora li pensano via obbligata per lo Stato democratico. Mohamed Badr, Abdullah Al-Shami, Peter Greste, Baher Mohamed, Mohamed Fahmy: giornalisti e cameramen di Al Jazeera con 183, 153 e 17 giorni ciascuno di detenzione per aver narrato le stragi di luglio e dicembre faticano a considerarlo tale.
GIOVEDI 20 FEBBRAIO 2014
Aperto e subito rinviato al Cairo il processo contro i giornalisti di Al Jazeera, accusati di complicità in azioni terroristiche. Tre degli accusati sono comparsi in tribunale, altri sei sono processati in contumacia. Tra di loro quattro stranieri: una olandese, due britannici e un australiano, che è tra i tre in carcere, arrestati il 29 dicembre.
Il canale satellitare qatariota ha definito “assurde” le accuse, che vedono i reporter sul banco degli imputati per aver usato materiale di trasmissione non autorizzato, per aver diffuso notizie false e per aver fornito materiale, informazioni e denaro a sedici egiziani accusati di far parte di un gruppo terroristico. Il processo è stato aggiornato al 5 marzo.
RITA GUANDALINI Osserrvazioni su tutto quanto fa spettacolo. Sono giornalista e dal 2001 al 2022 ho lavorato sulla Voce di Parma con una rubrica di pensieri e parole in rosa shocking. Dal 2012 sono blogger con i blog RITA GUANDALINI (Tutto quanto fa spettacolo) 2) RIta Guandalini Esternazioni in Libertà , 3) Esternazioni Rosa Shocking, 4) Le Favole Reali, 5) Satira Politicamente scorretta, 6) Sfumature in Grigio, 7) Teatro Collection, 8) Rita Guandalini sceneggiatura di Eva Woodley e Massimo Latino
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

Nessun commento:
Posta un commento