Dio salvi la Regina. Elisabetta è un nome fortunato per una regina, sinonimo di lungo regno. Lo è stato per la prima e lo conferma la seconda. Elisabetta II infatti regna da 60 anni con il rigore e lo zelo di una zelante serva, immedesimandosi nel ruolo di regina come nessu’altra: sola, distaccata, lontana da tutti dai sudditi, dai familiari, dal mondo intero non è mai riuscita a farsi amare con passione ma il popolo le è devoto come si fa con un’icona che regna sovrana in ogni casa. E lei imperterrita ha attraversato tutti gli anni del suo regno seguendo un cerimoniale uguale da secoli, sfilando regalmente portando in tutto il mondo lo stile British.
La diva non si faceva mancare proprio nulla, dalle pellicce ai gioielli, dagli abiti firmati ai cappellini di regal ispirazione, sfoggiati sia nella vita che sul set dove restano indimenticate la cuffietta de’ Il Gigante, L’Abat-jour in castorino di International Hotel o in pelo maculato e sempre a cuffietta a fiori sfilando per Via Veneto.
Dall’America il produttore Mankyevicz la tempestava di telefonate per farle accettare il ruolo di Cleopatra al quale la diva faceva rispondere dal segretario buttandola lì, senza crederci troppo: “Accetto solo per un milione di dollari” Ok, il prezzo è giusto e fu così che anche Liz finalmente divenne Regina con una serie di copricapi faraonici che tanto bastaron a coronar quel sogno di surclassare la Regina Elisabetta.
Missione compiuta fino a quando la divina Liz non si stabilì definitivamente in America.
Così la Regina divenne padrona assoluta della più invidiata e vasta gamma di cappellini che Sua Grazia ha sfoggiato incessantemente su una mise dopo l'altra fino all'arrivo di Kate Middleton ben decisa ad affermarsi battendo la Regina sul fronte cappellino col quale si è sbizzarrita dalla prima entrata in scena distinguendosi per le fogge molto originali come se fosse perennemente a una sfilata di Ascot dove se ne vedono di tutte le forme più curiose.
Kate ha fatto subito tendenza con dei cappellini sempre più fantasiosi e ricercati tanto da sfiorare il ridicolo e dei quali abbiamo ampiamente parlato soffermandoci sul clou raggiunto quando per la prima volta insieme a William aveva ricevuto l'incarico di una rappresentanza in Canada nel quale volendo ispirarsi al simbolo della bandiera aveva creato un effetto simil cresta da gallina raccogliendo fischi fra la popolazione.
Il gelato alla panna ci mancava e Kate subito ha provveduto a completare quella galleria di cappellini che fan proprio cagare. Qualcuno glielo dica per favore!
Oggi tempo di funerali: quello di Little Tony e Camera Ardente per la Rame. Pace all'anima LORO.
Al funerale di Little Tony c'erano tutti anche quelli che non c'entravano. Ma l'evento è troppo televisivo per non esserci.
A parte i cari estinti, quello che ha colpito è la silurata di Grillo a Rodotà .
Con tutto il rispetto ha fatto bene. "Grillo hai perso.Tu sbagli"
. Come dire che solo chi vince è sempre nel giusto. Ehhh, da Rodotà non me l'aspettavo. Proprio lui comunque che è quello che ha perso clamorosamente e che nonostante ciò continua a proporsi come il salvatore dei problemi della sinistra avendo trovato visibilità nei talk show che se lo sono vezzeggiato come archetipo del Vecchio Sapiente.
Al quale ha creduto anche Grillo finchè il vecchio non si è messo a consigliarlo al posto di Casalegno.
Giammai. Giustamente perchè Grillo a Casalegno deve molto.
Grillo ha perso perchè non sa gestire la vittoria in quanto circondato da troppi Grillini dilettanti.
Ad ogni modo la vera funzione di Grillo è quella di fare opposizione come ha sempre fatto la sinistra.
La quale ora che è al Governo deve accettare chi fa opposizione come Beppe Grillo che forse ha perso avendo un filo allentato la presa facendosi vedere in barca a vela abbronzato e disteso mentre l'Italia è nella merda.
Insomma ha cominciato a pregustare i provilegi del potere ma io penso che sia sincero nelle intenzioni.
Non per nulla molti hanno creduto in lui ma come lui hanno allentato la presa stanchi e delusi per l'inconcludenza degli ultimi tempi.
Nel frattempo chi ha votato Grillo dovrebbe continuare a sostenerlo fiducioso. Uno come lui non bisogna farselo scappare perchè ha infiammato la politica riunendo la gente nelle Piazze a discutere a confrontarsi e a sostenerlo perchè lui ha sempre detto quello che tutti pensiamo.
Se uno pensa a un peperino, in Eva Longoria nel ruolo di Gabrielle nelle Casalinghe Disperate, trova la sua incarnazione.
Taglia minuta e scattante, capello nero e liscio, occhi accesi come due carboni ardenti, sorriso smagliante e tocco in più in quella pelle ambrata, di quella giusta nuance che induce a definirla la bella mora per eccellenza.
Con i primi raggi di sole, viene voglia di Estate e di vacanze. Negli ultimi anni sono sempre andata in Tunisia dove il clima caldo secco si gode molte.
Al Nord c’è un filo più ventilato, con un paesino caratteristico, Sidi Bou Said, posizionato su un’altura sopra Carthage, dove c’è un punto di incontro a vista panoramica in cui vengono serviti il tè Belmondok (con i pinoli) o alla menta.
E il Tè nel deserto è il titolo di un film di Bernardo Bertolucci che mi aveva molto colpito per le scene suggestive: ricordo in particolare quelle in cui Debra Winger e John Malcovich facevano il giro in bicicletta nel deserto fino ad accasciarsi a terra fra i sassi, con sole rosso del tramonto che li irradia senza alcun calore. Poi c’è l’altra in cui Malcovich va in un bordello dove trova una prostituta di una bellezza volgare ma voluttuosa che si scopre il petto mettendo a nudo due grosse tette nelle quali affonda il membro di lui per fare una spagnola. Se non fosse che lei con l’altra mano cerca di rubargli il portafoglio, potrebbe essere una scena di sublime dolcezza. Ma tutto il film è aspro e intriso di morte resa ancor più assurda dalla forzata ricerca del dolore, per poter rinascere dopo le forti emozioni che ne derivano come una sorta di araba fenice.
Solo lei ci riuscirà , sorseggiando un Tè alla menta che le offre un giovane Tuareg con il quale si congiungerà con un rituale primitivo di istintiva carnalità , dopo un preludio nel quale viene circondata da bambini che sorridendo maliziosamente le fanno linguina saettandola oscenamente. Dopo, essersi persa in un’oasi che poi le risulterà estrenea, lei riprenderà il suo cammino portandosi per sempre dietro quel sottile mal d’Africa che accompagna tutti quelli che vivono un contatto profondo con quel Paese.
Il connubio amore e morte è sempre stato associato alle tragedie dei classici Greci poi tradotte da tanti autori con Shakespeare in testa, che hanno esaltato amori passionali e morti violente sublimandole in eros e thanatos: Fedra, Il Lutto si addice ad Elettra, Otello, Giulietta e Romeo e tanti altri.
Amori e delitti consumati e perpetrati dentro a uno scenario di lotte per il potere. Al cinema il tema di amore e morte ha cambiato lo sfondo nel quale sviluppare storie fra vita e morte aprendo il confine che da sempre lo ha delimitato, per cui la morte viene intesa come vita più interessante. Il successo dei film sui vampiri ne è la prova: la vita meravigliosa si svolge tutta dietro la porta del Grande Freddo, dove i morti sono più vivi che mai che godono in amplessi focosi fino all’ultimo morso.
In principio fu Delfino e come tale entrò in scena: da conquistatore per meriti acquisiti da eredità dinastica della Grandeur. Noblesse oblige: E vive l’Empereur (Elvio Ubaldi). Il quale, a fine mandato caldeggiava la nomina del suo delfino Pietro Vignali a discapito di Maria Teresa Guarnieri la quale alzava i tacchi mandandogli la fatwa come una sorte di Matilde di Canossa: “Ti aspetto inginocchiato”. E’ ancora lì che aspetta.
Infatti la girandola di belle soubrettine ha cominciato a voltare contro emergendo in una serie di scandaletti locali che andavano dai costi dei soggiorni e presenze al Regio (Manuela Arcuri), a quelli di uno strappo con le auto blu (Rossella Brescia)per arrivare sul red carpet del Regio, una delle quali (Sara Tommasi) partita dai festini di Casa Arcore suscitando un polverone mediatico nazionale.
Come se non bastasse, la carica delle belle rivoltose si estendeva in Tutta Italia grazie alle chiacchiere di una ragazza Francesca Macrì la quale rivelava festini a luci rosse con tanto di compenso (a partire dai 500 euri) da parte del Sindaco Vignali, associandolo al nome di Silvio Berlusconi come Escort della sua squadra.
Tutto finito in una bolla di sapone ma tanto è bastato a Parma per perdere lo smalto e farsi poi travolgere dalla sfortuna, presentatasi puntuale là dove le disgrazie non arrivano mai da sole, colpendo la Giunta per “malgoverno” con l’arresto di varie personalità al vertice.
Così, a voltar le spalle al Sindaco, anche la sua pupilla Cristina Sassi accusata a suo tempo di aver sostenuto la candidatura dell’amico Pietro facendo svenare i volontari dell’Aido per raccogliere fondi.
Insomma una fedelissima che nel momento più cruciale ha preferito lasciare la poltrona del suo assessorato, subito pronta per accogliere qualcun'altra/o. Altrettanto fedelissima/o si spera ma in politica non c’è mai nulla di certo.
Quella danza del ventre che negli Harem la faceva da padrona, nei secoli e millenni, fra le odalische mollemente adagiate su divani e sofà le quali ammiravano quelle che facevano sorridere la pancia con movenze ammiccanti, in attesa di passare la notte col sultano signore assoluto, intrecciando nel frattempo liaisons fra di loro o con gli eunuchi così ben illustrate nelle Mille e Una Notte.
E le gesta del Premier Silvio Berlusconi con la escort Patrizia D'Addario riecheggiarono per tutta l'eternità .
Senza esagerare, l'eco di queste gesta si diffusero in tutto il mondo: dagli Appennini alle Ande, dalle Alpi alle Piramidi, dai Pirenei al Grand Canyon. Guardare foto per credere.
Durante le vacanze in Tunisia nell'agosto 2009 avevo sfogliato un quotidiano locale (Nazionale), Il Mattino, che riportava a tutta pagina la storia sentimentale di Berlusconi con tanto di foto sua con la D'Addario e dovizie di particolari, primo fra tutti la fatidica frase del letto di Putin.
Che sarebbe interessante sapere l'effetto che avrà fatto sul Presidente russo. Ammesso che la Duma le abbia pubblicate a rischio "mitragliata". Simulata, ovviamente, per dimostrare che anche lui sapeva stare allo scherzo come Berlusconi.
Il quale se la faccenda Noemi lo aveva fatto infuriare perchè la moglie Veronica c'era proprio rimasta male, l'affaire con D'Addario l'aveva messo di buon umore, chiarendo allegramente la sua posizione davanti al Paese: "Non sono un santo".
Ad alimentare la nomea oh, pardon la fama (nomea...noemi...meglio di no) di seduttore, ci aveva così pensato anche la Tunisia.
In occasione della visita al Presidente Ben Alì alla fine di agosto 2009, Berlusconi era stato invitato da una emittente locale per una conferenza stampa, svoltasi tutta in francese, con un conduttore disinvolto e una conduttrice araba sul tipo Rihanna, con un look sbarazzino a caschetto frastagliato nero come il tubino sopra le ginocchia, la quale lo incalzava civettuola e ammiccante.
Il Premier ovviamente non aveva resistito lasciandosi scappare la battuta galante: "Mi piacerebbe avere il suo numero di telefono!", provocando una risata e applausi fra gli astanti e un sussulto di orgoglio nella giornalista.
Tornando in Italia si leggevano notizie di riavvicinamento di Berlusconi e la consorte Veronica. Una riconciliazione che sarebbe stata auspicabile perchè molto romantica e a cui il Premier avrebbe potuto approdare, mentre sappiamo tutti come è andata, con la solenne promessa di contenere l'esuberanza di seduttore con giornaliste e ministre che gli capitassero "in tiro". Almeno in Pubblico...almeno in Italia...suvvia...
E passi pure per la Tunisia e altri Paesi dove ancora esiste il sultanato, che di fronte a queste intemperanze maschiliste si esaltano senza far tutte le storie della sinistra con tanto di processi correlati.
Che diamine!
BEGAN COME LA POMPADOUR
Began Began Began…Tutti sanno cos’è la bega, ma Began è sconosciuta a molti. Italiani in
primis quali per sapere chi era costei l’hanno letto sui sorrisini maliziosi che si erano scambiati Angela Merkel e Nicolas Sarkozy in occasione dell’incontro svoltosi a Bruxelles per parlare di crisi italiana sotto il regno di Berlusconi.
Alla domanda se riponessero fiducia nelle riforme proposte da Silvio Berlusconi per sanare il debito, si sono guardati sfoggiando all’unisono un sorrisetto ironico, segnale di grande intesa e complicità tra loro due, Sarkò e Merkel, dalla quale il Premier era stato clamorosamente escluso: “Ed io fra di voi…” Niente da fare. Niente Bunga bunga.
Infatti proprio quel giorno in prima pagina sul web di Paris Match, capeggiava la foto di Sabina Began in versione cocotte di lusso con un'intervista alla testata nella quale diceva che Berlusconi, alla venerabile età di75 anni, l'aveva fatta sentire una femmina palesando notti in cui ci dava che ci dava. Più che un Premier un vero re.
Insomma l'arzillo vecchietto (che tra l’altro è stato operato anche alla prostata) dopo aver tirato fuori la troia ne aveva fatto la sua maitresse (ape regina l’ha vezzosamente definita lui), come una sorta di madame Pompadour, perchè l'aveva incaricata di scegliere le ragazze da portare nel letto "di Putin" a fare il bunga bunga,
onde cercare di metterlo in tiro.
E a quella che sarebbe riuscita nell’arduo compito sarebbe toccato anche a lei il premio per tirar fuori la femmina che aveva dentro? A confermarlo sarebbe stata la Minetti stessa perchè lo aveva dichiarato ai quattro venti con una maglietta che sotto sotto lei era meglio che fuori.
L'intervista a Paris Match era poco credibile per non dire comica per cui è stato logico che alla Merkel e a Sarkò sia scappato il sorriso ironico sulla fiducia alla parola del Premier come grande scopatore: figuriamoci come riformatore.
Mancavano le confidenze di queste liaisons che sono così puntualmente registrate nell’ultimo film su Marie Antoinette, Les Adieu à la Reine, interpretato da Diane Kruger in versione Lesbian.
A raccogliere i suoi languori nelle passioni trasgressive è Lea Seydoux nel ruolo della lettrice e scrittrice di Corte Agate Simonie Laborde che annota precisa e rigorosa gli ultimi tre giorni di Versailles in cui servi e nobili si sono finalmente uniti per voltare miseramente le spalle al Re e alla Regina lasciandoli soli al loro destino di vittime sacrificali della Rivoluzione.
Giorni di trambusto e di disperazione nei quali la Regina trova il tempo di raccontare la sua passione per la Marchesa di Polignac facendo emozionare anche la Seydoux innamorata segretamente di Marie Antoinette la cui fama di amante delle donne aveva varcato i giardini di Versailles per approdare a Parigi dove fra le bettole si inscenavano parodie sconce in onore del vizietto della Regina. Alla quale, una volta portata alla Bastiglia, le veniva servita la testa della Polignac facendola svenire e ingrigire in un colpo solo nei capelli.
Se Diane Kruger in questo film dovrà confrontarsi con l’interpretazione originale e mai dimenticata di Kirsten Dunst, Lea Seydoux invece si conferma come una delle giovani attrici francesi più calde.