martedì 12 novembre 2013

LUNGS E LA PAURA DI CRESCERE

 Lungs è in scena a Teatro Due di parma fino al 30 novembre.
Da vedere perché vale il biglietto. E non è poco in questi tempi di crisi globale.
Crisi nel settore agricolo (dove mancano le braccia), come in quello dei teatri (dove attori sono più numerosi che spettatori), la crisi è il leit motiv che accompagna il dialogo di Lungs (polmoni): un grande respiro facendo un pieno di micro polveri del nostro Pianeta quali terrorismo, clima impazzito, instabilità politica, per poi espellerli in un privato vissuto a ritmo cardiopalmico fra masturbazioni mentali per decidere se fare o no UN BAMBINO.
Ma non sono sposati! Tanto per citare The Queen a Buckyngham Palace ultimo baluardo della
coppia tradizionale intesa come sposa che entra in Chiesa senza il pancione.
Passi sul fatto della verginità perché quello che conta è la mentale, ma il pancione no: a Buckyngham Palace ancora non si è visto.
Non come a Montecarlo dove Charlotte esibisce un pancione senza esser regolarmente maritata. Ma la principessina non fa testo perché Monaco resta così un paese da operetta.
Una coppia a modo deve sposarsi  per interesse perché se lo fa per amore non deve ricorrere al matrimonio riparatore.  I tempi cambiano, ma l’amore assoluto no. Ed è sempre quello che si recita all’opera. Mica all’Operetta.
A Teatro c’è una via di mezzo che ha fatto centro. Infatti con Lungs viene recitata da due bravissimi attori giovani e dinamici come Sara Putignano e Davide Gagliardini per la regia di Massimiliano Farau.
La coppia formata da due ragazzi conviventi si mette a discutere se fare un figlio oppure no
al quale offrire, in caso affermativo, tutto un Pianeta in decadenza. Il discorso è ampliato rivolto all’Universo ma su un piano d’Infinito, nel senso che risulta essere un dialogo senza fine, senza un attimo di respiro, per sognare per poterti dire a gran respiro, t’amo mio bove.
Infatti appena lei si lascia andare, al bove, ecco che rimane incinta.
Quanti discorsi buttati all’aria a pieni polmoni! Ma la natura interviene per fare il suo corso facendoli accoppiare di brutto senza pensare in un momento di euforia.Un percorso a metà a dire il vero perché la gravidanza non è portata a termine stante aborto spontaneo. Anche la natura ha un limite alla pazienza su una gravidanza logorroica di due giovani sempre indecisi sul da farsi.
Il botto è grande e mentre lei si ritira a leccarsi le ferite, lui farfalleggia in ufficio con altre partner mettendo in evidenza due modi di concepire la vita in solitudine di coppia lasciando tutto il peso della sconfitta sulle spalle della partner che per la prima volta sente la responsabilità di essere donna intesa come madre: madre del nascituro, madre del compagno, madre del padre anziano nel frattempo andato a morire, madre della madre diventata vedova.
Non è madre natura ma l’archetipo della  Grande Madre. “Non voglio principessine, né bambini con la pistola ad acqua…” dice infatti nel suo eloquio perchè La Grande Madre era già in abbozzo ben lungi dall’esser madre natura poiché  essa è matrigna.
A volte anche benevola.  Infatti lei rimane incinta per la seconda volta casualmente, quando lui è in proncinto di sposarsi con un’altra. Ma il bambino farà il miracolo di riunirli in coppia prima, e matrimonio riparatore dopo.
Alla faccia di The Queen vivranno felici e contenti, la loro favola, fino all’ultimo respiro. Di lui. Un fiore sulla tomba e finalmente quel grido d’amore sempre soffocato dentro (per una sorta di pudore da conservare in un angolo buio per dare spazio al rapporto intelligente sempre sotto controllo): “Ti amo”.  Per sempre, assolutamente sì.
Bellissimo spettacolo che ha tolto il fiato perché seguito in religioso silenzio,senza un attimo di distrazione per non perdere una sola parola di un testo avvincente fino all’ultima battuta
Applausi a non finire perché anche all’uscita i consensi di soddisfazione continuavano all’unanimità.
Sono le facce in uscita che dicono tutto di uno spettacolo, senza bisogno di uno scambio di opinioni.
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Il giorno 17/nov/2013, alle ore 00:05,rita.guandalini@libero.it ha scritto:

 Carissima Sara,ci siamo sentite stasera e come d'accordo mando le mie osservazioni sullo spettacolo Lungs sperando di rivedervi ancora a Parma perchè è stato molto piacevole.Complimenti ancora,Rita Guandalini

Oggetto: Re: Lungs Teatro Due Parma
Grazie di cuore Rita!
Alla lettura delle sue osservazioni ci siamo molto emozionati,è quanto di più bello potessimo sperare leggere.
Restituisce il senso del nostro lavoro e questo ci fa sentire fieri di farlo ma soprattutto autorizzati a farlo e questo non è sempre scontato.
E poi con degli spettatori così attenti e sensibili come lei diventa diventa davvero una splendida alchimia.

Grazie ancora
Speriamo tanto anche noi di rivederci presto!

Buona domenica.
Sara

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