lunedì 13 gennaio 2014

I PAGLIACCI E GIANNI SCHICCHI


                       
Il 12 gennaio si è aperta al Teatro Regio la stagione Lirica 2014 con una serata tragi-comica per la scelta di due Opere come I Pagliacci e Gianni Schicchi, rispettivamente di Ruggero Leoncavallo e Giacomo Puccini diretti dal maestro Francesco Ivan Ciampa.
La prima infatti è una tragedia (interpreti: Kristin Lewis Marcello Giordani Sergej Murzaev, Davide Giusti e Marcello Rosiello) mentre l’altra è un’opera buffa (interpreti Elia Fabbian Ekaterina Sadovnikova, Silvia Beltrami, Davide Giusti, Matteo Mezzaro, Eleonora Contucci, Gianluca Margheri Matteo Ferrara Marcello Rosiello Romina Boscolo Stefano Rinaldi Milani).
Entrambe hanno suscitato entusiasmo perché l’allestimento dei Pagliacci è stato sorprendente con un treno in corsa che invadeva il palco, così come l’interpretazione di Gianni Schicchi più sulla farsa di commedia teatrale che di lirica poichè si è privilegiato la recitazione piuttosto che il bel canto.
Il quale se non è supportato dal Coro del Teatro Regio diretto da Martino Faggiani, perde quiei connotati di parmigianità dell’Opera resa ancor più vivace con l’introduzione di bambini a far coralità nel divertissment.
La loro presenza è carina è accattivante anche se inopportuna nell’opera dei Pagliacci perché assistono al racconto di storie cupe

con corna e tradimenti che ai bambini sarebbe meglio non far conoscere precocemente per non negare loro un’infanzia allegra e spensierata. Un conto è Vi Racconto L’Opera con l’abilità di Bruno Stori che riesce a far giocare i bambini mentre lui gliela spiega perché intanto si mettono a tirar le briciole delle merendine facendo scherzi e tante risate, un altro è assistere alle elucubrazioni di un Pagliaccio triste che racconta di una moglie fedifraga da uccidere per vendetta.
Ma i bambini dopo lo sdoganamento Tv dove cantano l’amore inteso anche come sesso, ora vanno sul palco dei Templi della Lirica per cantare il sesso criminale, svezzati presto per conoscere l’eros e tanathos.
La scelta della protagonista di colore  vestita di rosso con le ballerine ai piedi in tinta sembrava più adatta a un musical-cine-kolossal in un mix fra musiche di Gerswin e Via Col Vento con la negretta che cantava vivacemente  quando c’era da attivarsi per far partorir Melania lasciando Rossella a sbrigarsela da sola. Insomma brava ma non adatta per una tragedia Lirica dove la voce deve vibrare di passione, impossibile da modulare saltellando come una soubrette.
Infatti con Gianni Schicchi, opera buffa, era tutto un saltar da un letto alla scrivania di parenti e affini i in cerca di un testamento da cambiare in loro favore.
Qui la recitazione ha raggiunto l’apice con dei protagonisti di una tal bravura da mettere in secondo piano musica e canto perché la mimica di ciascuno galvanizzava l’attenzione.
Questo fino a quando è arrivato il clou con la romanza O’Babbino Caro che ha riportato tutti dentro l’Opera di quel Puccini tanto amato con Bohème e Madame Buttherfly.
Colto l’attimo la farsa è finita con una beffa ai parenti penalizzati dalla complicità nella truffa testamentaria.
Gli applausi sono stati calorosi con qualche buu che poteva essere evitato perché nel complesso lo spettacolo è stato piacevole.


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