sabato 4 gennaio 2014

CON L'EXPO' 2015 L'ITALIA SI DESTA.



Il Dalai Lama non ha pace: la Cina continua a perseguitarlo anche in terra straniera dove ha l'ambasciata.
Noi facciamo una gran pubblicità alla Cina (ultimamente anche con gli spot della TIM) che evidentemente la Cina traduce in ossequi alla sua potenza economica in forte espansione tanto da essere diventata creditrice perfino degli USA.
Pertanto e giustamente (ma questo lo crede lei) si è arrogata lo scorso anno il diritto di porre un altolà alla cittadinanza onoraria al Dalai Lama minacciando di disertare l'EXPO 2015.
Da quì a là comunque ne deve passare di acqua per cui l'aver calato le braghe da parte del sindaco Pisapia per accontentar l'ambasciator che porta pene è sembrata una mossa precoce, diciamolo.
L'EXPO' è un'opportunità per tutti i Grandi Paesi della Terra e non solo per cui se la Cina non vuole coglierla è sicuramente peggio per lei perchè resta tagliata fuori dalle novità di tutti i settori più importanti industriali e finanziari artigianali e commerciali. Non le converrebbe assolutamente.
Nicolas Sarkozy per esempio ai Giochi Olimpici aveva fatto la voce grossa con la Cina sempre per la questione del Tibet e persecuzioni perpetrate, ma la Cina l'ha subito zittito chiudendo tutti i punti vendita della Danone.
Io penso invece che sia un atto di forza esagerato il divieto al Comune di Milano fatto al solo scopo di spaventare Pisapia il quale si era si è mostrato troppo debole
Perché Milano è una delle tante città d'Italia e non rappresenta l'Italia.
Non credo che la Cina si sarebbe messa in Guerra con Milano per il conferimento di una cittadinanza onoraria al Dalai anche se lo avrebbe considerato un grosso affronto per cui al massimo avrebbe potuto attivare delle sanzioni magari ritirando tutti gli immigrati. Ma sanno benissimo che avrebbero fatto un favore ai milanesi i quali non vedono l'ora di chiudere le China Town che alla Moratti per esempio non dispiacevano visto lo spot della Telecom (ex Tronchetti...Pirelli...Moratti...Inter...) e l'accoglienza fatta a suo tempo al Dalai Lama anche se  rigorosamente fuori Milano. Questi incidenti diplomatici sono comunque dei pasticci che insorgono perché si mescola la religione con la Politica .
 Il Dalai Lama sembra comunque più un divo che un capo carismatico perché girando per il mondo non ha risolto i problemi che affliggono il Tibet.
E’ una forma di missione quella del Dalai Lama che non corrisponde comunque all’apostolato del nostro Vangelo perché  Pietro è stato esortato da Gesù a tornare a Roma per dividere la sorte con i Cristiani perseguitati.
Pertanto il Dalai Lama farebbe bene a fare altrettanto invece di girare per il mondo a far spettacolo.
Un esempio che molti religiosi dovrebbero seguire evitando di immischiarsi nella Politica come fattore di fascinazione da asservire al proprio tornaconto anche se in contesto clericale.
La Chiesa ha già i suoi problemi da risolvere con l’ombra della pedofilia e dei corvi vaticani,  mentre i Sindaci è meglio che si attivino per amministrare bene.
     

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