sabato 18 gennaio 2014

PORCELLUM


Oggi sul Corriere si parla di Porcellum.
A tal proposito voglio riportare un'osservazione letta sulla Voce di Parma :

(di Fabrizio Castellini,direttore del settimanale)

Noi non abbiamo avuto bisogno di aspettare il 2 dicembre 2013 per dichiarare la incostituzionalità del porcellum. Così come non abbiamo avuto bisogno di aspettare l'arrivo alla segreteria Pd di Matteo Renzi per definire un furto ai cittadini quel finanziamento pubblico dei partiti che, dopo il referendum popolare che praticamente alla unanimità (votarono a favore del mantenimento solo le centinaia di migliaia di parassiti che vivono di politca) lo aveva abolito, ha cambiato nome per truffare (o per meglio dire, prendere per il c.) ancora una volta il popolo italiano.
 Scusate,  cari lettori, se mi vedo costretto a citarmi, ma lo faccio solo per rimarcare la lungimiranza di questo nostro piccolo grande settimanale.
L'ultima volta che abbiamo dichiarato l'incostituzionalità del porcellum fu sulla Voce del 19 marzo scorso, quando nel mio editoriale intitolato "La sfida mortale di Grillo al Pd: Rinuncia ai rimborsi", scrivevo, riferendomi agli ammiccamenti di Bersani verso l'esercito dei grillini che si era ritrovato in Parlamento all'indomani delle elezioni politiche:
"E' disposto a rinunciare anche al 'Porcellum', la legge elettorale che lui e Berlusconi hanno tenacemente vigliaccamente voluto in vista delle ultime elezioni. Sicuri che sul 'tavolo verde' sarebbe stato uno di loro due (e non altri) - come avvenuto negli ultimi due lustri - a prendersi tutto il malloppo assicurato da questa legge anticostituzionale e antipopolare che consente a chi arriva primo - anche con un solo voto - di prendersi la maggioranza dei seggi alla Camera. Cosa che, ripeto, pensavano loro (Berlusconi e Bersani) potesse accadere solo alle loro due coalizioni ma che adesso - dopo la traumatica intrusione tsunamica  di Beppe Grillo - non li rassicura più, per il futuro, nemmeno se decidessero di presentarsi davanti al corpo elettorale fusi in una grande coalizione che parte dalla Santanché e arriva fino a Nichi Vendola. In pratica Pier Luigi Bersani, pur di conquistare la 'non belligeranza' di Beppe Grillo è disposto a rinunciare - anche in nome e per conto di Silvio Berlusconi, l'altra faccia della sua stessa medaglia - a tutto quello che sa di avere già perso".
Come sappiamo gli avvenimenti si sono poi evoluti in maniera diversa, con la creazione delle "grandi intese" dopo il gran rifiuto di Grillo di appoggiare un governo Bersani e dopo la tragicomica "riesumazione" di Napolitano alla presidenza della Repubblica. Al punto che è dovuta intervenire la Corte Costituzionale lo scorso 2 dicembre per dichiarare definitivamente fuori legge quel "porcellum" di cui tutti dicevano di vergognarsi, di sentire la puzza, che a parole tutti dicevano di volere abrogare ma che, nei fatti, i due poli, quello destrorso e quello sinistrorso, avevano sempre tenuto in vita perché vitale e funzionale alla conservazione del loro potere, sia pure a corrente alternata, garantendo la sostanziale emarginazione dal Parlamento di tutte quelle forze politiche minori che da una parte e dall'altra rifiutavano di essere assorbite, neutralizzate ed egemonizzate nelle due grandi coalizioni.
Il trionfale ingresso dei grillini in Parlamento ha messo in crisi questo lurido imbroglio, questo giochino perverso che,  più ancora che antidemocratico e incostituzionale, rappresentava una offesa e un insulto al corpo elettorale, agli italiani tutti, privati del diritto di scelta dei propri rappresentanti in Parlamento, non più eletti, ma nominati dai capi partito.
Ancora più vergognoso e incostituzionale di un assurdo premio di maggioranza concesso dal "porcellum" alla prima coalizione di partiti, era infatti, a mio parere, la elezione di parlamentari secondo l'ordine di apparizione nella lista, cosa che rappresentava di fatto un ritorno al ventennio fascista,  con la formazione di due camere composte al 90 per cento di "signor sì", proni e ubbidienti alla volontà di chi li aveva inseriti ai primi posti delle liste elettorali. Soggetti ad un ricatto che valeva non solo per il passato ma anche per il futuro perché chi avesse "sgarrato" sapeva di perdere il posto, di venire punito nelle successive elezioni.
Ora, dopo la solenne dichiarazione di incostituzionalità del "porcellum", operata dalla Corte Costituzionale, Berlusconi e Grillo hanno puntato il dito contro quei 148 deputati del Pd entrati alla Camera grazie al premio di maggioranza. La verità vera, però, è che entrambi i rami del parlamento sono illegittimi essendo composti da rappresentanti il popolo italiano non eletti dal corpo elettorale, ma nominati dai partiti. Compresi, ovviamente, deputati e senatori  di Grillo e di Berlusconi. E tutti i costituzionalisti sanno che una legge dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale perde la sua efficacia sin dall'inizio. E' come se non fosse mai esistita. E a legittimare questo parlamento non può essere implicitamente la stessa Corte Costituzionale che gli avrebbe demandato l'obbligo di approvare una nuova legge elettorale.
...(continua)


Qui a Parma, dove il maiale è sacro perché non si butta via niente, abbiamo due nostri rappresentanti "nominati" con quel "porcellum" che la Corte Costituzionale ha detto che è tutto da buttare: il senatore Giorgio Pagliari e il deputato Patrizia Maestri.
Fino allo scorso 2 dicembre costoro erano solo degli onorevoli "nominati", superpagati e pieni di privilegi feudali. Ora sono degli "onorevoli abusivi", che non rappresentano più nessuno. Solo se stessi.        
 



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