giovedì 27 marzo 2014

AMERICAN STRASS


     
Tempi duri per i giovani specie quelli della società industriale perché si devono confrontare con delle classi dirigenti sempre più spietate in difesa dei propri stipendi d’oro per poterli sfruttare fino all’ultima goccia di sangue.
Non per nulla hanno sempre più consensi i film futuristici nei quali i ragazzi sono chiamati a partecipare a giochi estremi nel lottare fino alla morte perché la sopravvivenza dipende dalla loro abilità nel contrastare il potere e le avversità.
Dopo il successo di The Unger Games con il sequeil La Ragazza di Fuoco, ora è sbarcato sullo schermo DIVERGENT per mettere a fuoco due dinamiche ragazze a confrontarsi per contendersi il ruolo di star del genere Hunger Games. Il gioco è stato aperto da Jennifer Lawrence eroina estrema di lotta dura senza paura che comunque è più relegata al settore cartoon stante la messinscena fantasiosa e caricaturale dei protagonisti.
Invece con DIVERGENT il tema è trattato in modo più intimista con più attenzione ai risvolti psicologici e mentali come fonte di energia piuttosto che frutto di allenamento militaresco e ginnico.
La nuova protagonista è Shaleine Woodley già vista in Paradiso Amaro che si deve confrontare con il Capo Cate Winslet che in questo film ha preso il posto di Elizabeth Bank.
Il ritratto della Winslet è molto più duro perché si basa sulla sopraffazione del potere della mente esigendo quindi miglior raffinatezza nell’arte di plagiare mettendo gli occhi addosso alla sua preda  tampinandola senza darle tregua col fiato sul collo.
Con Shailene non vi riesce perché mentalmente troppo indipendente e dunque impossibile ad essere plasmata a comando anche perché tutto è basato su un equivoco di fondo: essere diversa non significa che poi debba leccare. Questo è il punto.

Detto questo è d’obbligo riprendere il discorso dal settore industria, quella alla quale i giovani moderni si sentono destinati allettati da stipendi d’oro visto che le pensioni saranno per loro una chimera.
Purtroppo l’Italia con l’Industria sta chiudendo preferendo portare il lavoro in altri Paesi nei quali il costo della mano d’opera è praticamente nullo anche perché vengono ingaggiati dei minori.
Lo abbiamo visto a Presa Diretta di Jacone sulle condizioni dei lavoratori in Bangladesh sfruttati per confezionare il Made in Italy (tra i quali anche Benetton).
Non è quello comunque il mercato giusto perché quello nella quale indiani e Pakistani sono diventati forti e il mercato indipendente dell’American Strass. Sì proprio quello perché hanno invaso i mercati a cielo aperto con bancarelle dell’usato nella quale trovar di ogni: dal capo frimato a quello etnico da quello da sera a quello sportivo il tutto offerto a pochi euro.
I Cinesi ora preferiscono vendere in negozi e Grandi Magazzini mentre agli italiani non restano che le briciole. Infatti sulle bancarelle quest’anno sono apparsi articoli che i Cinesi vendevano l’anno scorso in anteprima.
Insomma questo è: una società nella quale i dirigenti sono sempre più ricchi mentre il resto si deve arrangiare. Ammazziamo i dirigenti.

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