lunedì 31 marzo 2014
I PESCATORI DI PERLE AL TEATRO REGIO
C'è poco da stare allegri. al Teatro Regio per Les Pecheurs des Perles di Bizet alcuni palchi e poltrone sono rimaste vuote. Segno che la crisi se prima bussava alle porte, ora le ha spalancate mettendo in forse anche il Verdi Festival per gravi inadempienze verso le maestranze così come è dato sapere da comunicati dei sindacati.
"Meno lustrini" si è sentito dire in giro. Meno di così si muore.
La Forza del Destino sia con Noi.
Ma speriamo bene perchè si è notata la presenza di molti cinesi non si sa se per copiare, per sponsorizzare o eventualmente per patteggiare eventuali tournées in Cina. Che sarebbe un grande colpo per il Teatro Regio.
Una curiosità. entrando in Teatro sono stata affiancata da una ragazza orientale che mi ha fatto un radioso sorriso al quale ho risposto (pensando di fare la spiritosa) con un Sayonara.
"Sayonara, anche se sono cinese" mi ha risposto ridendo in perfetto italiano.
"Vabbè con gli occhi a mandorla per noi, cinesi e giapponesi, siete tutti uguali. (Vedi la fusione con i Ristoranti!).
"Ah grazie" ha chiuso con un inchino e un sorriso a 360 gradi facendomi pensare che verso il Sol Levante i cinesi abbiano ancora un complesso di inferiorità non avendo raggiunto a livello tecnologico lo stesso grado di export mai raggiunto con le cineserie.
Chissà forse vogliono puntare sull'arte avendo già raggiunto buoni risultati con il cinema. Vedremo gli sviluppi anche se I Pescatori di Perle andato in scena ieri sera non sono molto rassicuranti nonostante l'Opera di Bizet come spettacolo sia piaciuta molto.
L’allestimento infatti era molto accattivante con un fondale di onde in movimento e un primo piano di sabbia bianchissima come solo si può vedere in Costa Smeralda se non fosse stata per la grossa testa statuaria posata nel secondo tempo a rappresentar una location indiana, isola sperduta nell’Oceano dove riti tribali erano ancora in vigore con la vergine-sacerdotessa adorata con una grossa perla al collo purchè restasse pura senza conoscere l’amore di un uomo né sentimentalmente né carnalmente onde proteggere i pescatori dalle ire degli Dei.
Purtroppo al cuor non si comanda per cui la fanciullina più che divina voleva diventare donna.
Ma come Diva e Donna non c’era il benestare del grande Capo che comunque poi si inteneriva di fronte all’amore puro dei due giovani innamorati tanto da farli fuggire per vivere la loro storia a costo di tradire il popolo. Le perle si sa non portano bene secondo la tradizione rom per cui si presume che i due giovani andranno a peregrinare da un’isola all’altra senza trovar un punto fermo. La conferma ci viene dalla storia contemporanea con la grossa perla “Peregrina” donata da Richard Burton a Liz Taylor, indimenticata Cleopatra, che non portò fortuna alla loro unione.
Qualche perplessità è sui costumi di scena con le ballerine blu-navy come se l’Isola fosse una sorta di Avatar con l’intento forse di innovare l’opera scenica con collegamenti al cinema dove l’Opera e il balletto sono da tempo sbarcati. Senza molto successo a dire il vero perché lo spettacolo Live è sempre preferito. Non ci resta che sperare nella felice risoluzione del problema maestranze e una pioggia di sponsor sul prossimo Verdi Festival a fare da attrattiva anche turistica visto il segnale dei numerosi cinesi paganti in platea dalla quale sembravano invece spariti i Tedeschi.
La politica antieuropeista fuori-marco comunque non paga, né tanto meno l’esclusione del Bolshoji e Teatro Marinskij dal Cartellone Parma Danza del prossimo mese di maggio tutto all’insegna del francesismo con l’Operà di Parigi in primis e a fare da contorno le Scuole di Danza junior della Toscana e Ater Balletto di Reggio Emilia.
Anche se sono scuole di eccellenza non hanno il richiamo di quelle Russe, a meno che non si acquisisca come sponsor la Maison Chanel. Mai dire Mai. Piripiriiiiii….! .
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