giovedì 27 marzo 2014

MISS ADELE, UNA FEMMINISTA IRRIVERENTE


   Il tema sorelle, ovvero accoppiata al femminile è sempre più in auge (ma si parla del 2010 quando era uscito il film): sorelle che si odiano o che si amano, l’argomento è sempre molto intrigante.
Talmente attuale da mettere le basi per un futuro roseo. A pensarci seriamente è il regista Luc Besson del cui spessore come autore ha dato prova con robuste pellicole improntate su una visione del mondo violento e duro, capace di annientare anche spiriti forti e temprati, dopo averli messi a dura prova: Leon, Il Quinto Elemento, Giovanna D’Arco, Nikita per dire i più conosciuti.
 Film pervasi anche da crudeltà e istinti tribali dove comunque le donne ne escono sempre vincitrici e indenni perché il regista si dichiara esplicitamente soggiogato dalla forza della donna. Intesa come madre natura alla quale inchinarsi con rispetto perché portatrice del segreto della vita e del benessere sapendo destreggiarsi con l’intelligenza e con le armi seduttive. Doti che sembrano esser sviluppate in abbondanza con l’ultima
Musa che lo ha ispirato per confezionare un film tratto dai fumetti: Miss Adèle e L’Enigma del Faraone è il titolo del film interpretato dall’attrice Louise Bourgoin   del quale il regista sembra essersi invaghito assistendo a una sua performance. Infatti l’ha notata mentre faceva la meteorina stralunata e stravagante in un programma Tv. Per dire che, a volte il successo arriva anche facendo una semplice meteorina, sparata giornalmente in coda ai Tg. Si spera comunque che Adèle non passi come meteora, ma attrice di talento.
Se ci ha creduto Besson che non ha mai sbagliato riuscendo a far recitare Natalie Portman a soli 11 anni, e facendo della modella Milla Jovovich un’attrice grintosa e convincente, noi crediamo fermamente nel suo genio anche se per la prima volta si cimenta con un film leggero e divertente. Il film, con l’apporto di Adèle, ironizza sulle donne agli inizi della loro emancipazione sbocciata insieme al progresso tecnologico a fine ‘800 a Parigi, La Ville Lumière, quando le donne con un gesto estremo avevano cominciato a disfarsi di crinoline e cinture di castità per assumere atteggiamenti disinvolti   e irriverenti verso il mondo maschio ed il suo potere. Tale impeto e sicurezza non poteva che essere assunto da un’intellettuale, giornalista curiosa e coraggiosa che non esita ad affrontare avvenute archeologiche per trovare il siero nascosto fra i geroglifici dell’antico egitto, sfidando la maledizione dei Faraoni mummificati e Uccelli Jurassici nati dall’esperimento del professore che la guida. Insomma un’avventuriera archeologa che viene già definita la mamma di Indiana Jones. Con una differenza, che Indiana Jones era mosso da uno spirito di solidarietà per il mondo intero, mentre Adèle è animata da spirito salvifico per la sorella Aghata che aveva ferito durante una partita di tennis. Questo a rimarcare che le azioni più spregiudicate trasgressive e coraggiose delle donne non sono mai basate su delle utopie ma reali necessità dei componenti la sua famiglia, come parte integrante di tutta l’umanità.
E il ruolo della donna ha cominciato ad assumere potere nel momento in cui ha abbassato le barriere di rivalità verso le rappresentanti del proprio sesso sostenendo le loro cause come fossero figlie o sorelle.  Rivalità sul quale il maschio ci ha giocato a piacimento fintanto che non è stato spiazzato da quell’abbraccio “al femminile” e relativo suo sdoganamento che ha messo in crisi il suo ruolo di capo nella coppia e nella società.
Molti si ribellano a questa dura realtà del potere donna. Luc Besson l’ha assimilata da tempo. Il film è dedicato ai giovani. Che imparino!

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