lunedì 31 marzo 2014

CHARLOTTE GAINSBOURG, LA PIU' TRASGRESSIVA


CHARLOTTE PARTE PRIMA
I genitori sono due star, ma lei è sempre stata un anatroccolo dallo sguqrado triste e sorriso abbozzato.
Non bella eppure con quel qualcosa dentro che si percepiva come grande talento, quello di Charlotte Gainsbourg attrice francese figlia di Serge e Jane Birkin.
Un primo tocco tangibile lo avevamo avuto con la sua partecipazione importante a un film dei fratelli Taviani, Il Sole anche di Notte, in una  breve e significativa apparizione che anticipava il suo percorso di successo paranormale: nel ruolo di un’indemoniata doveva essere esorcizzata da un monaco eremita che alla visione del suo corpo nudo andava in confusione.
 E a ragione perché Charlotte era di una bellezza sfolgorante piena e soda che contrastava assai con i viso scavato e severo privo di qualsiasi buffetto malizioso.
Non era il ruolo di una ragazzina che voleva giocare ma quello di una persona che “lo esigeva” imperiosamente. Aveva colpito soprattutto un regista come Franco Zeffirelli che l’ha poi voluta come protagonista di Jane Eyre imbruttendola ancora di più per esaltare  la sua immagine severa, dignitosa, altezzosa e fiera nonostante l’umile condizione di persona di servizio.
Che conquistava il cuore del padrone perché nonostante le bellissime donne intorno sentiva solo con lei una familiarità naturale.
Charlotte ne usciva vincente come attrice, ma come donna non sembrava mai sbocciare perché restava single senza storie importanti o nidiata di figli da allevare 8status che ultimamente caratterizza la grande star) da interpretare come una ribellione al sistema, accompagnato da un inconscio rifiuto di crescere.
Il tempo per lei sembrava essersi fermato stante il fisico da ragazzina che tutt’ora si ritrova  e che molto probabilmente è da imputare al fatto di aver perso improvvisamente quando era ancora adolescente, il padre Serge da tutti considerato un mito.
Un lutto doloroso che evidentemente non ha mai elaborato, portandosi stampato sull’espressione del viso quella sottile vena di di malinconia che l’ha portata a scegliere un film difficile come L’Antichrist del regista Lars Von Treer (The Others) con il quale ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2009.
Il film è tremendo e spaventoso ma lei, la piccola Charlotte, riesce ancora una volta fra invasati e indiavolati , ad emergere con tutta la potenza della sua carica erotica in una scena hot con il partner Willem Dafoe.
Poche sequenze ma di intensità pari alla disgregazione di un atomo con tutti i suoi effetti collaterali devastanti , ivi compresa la perdita di un figlio causa disattenzione per intenso infoia mento.
Quello che in apparenza può sembrare un film allucinante e in totale disprezzo delle donne, in realtà nasconde un nessaggio positivo che tutte le donne dovrebbero percepire per non mettere in pericolo il futuro del pianeta: la maternità di una donna dovrebbe rappresentare un momento di sacralità intrisa di amore e e generosità in cui il figlio ha la priorità sopra la carriera e le soddisfazioni esibizioniste e fisiche.
Perché la maternità è sacra in quanto dono e custode della vita umana. Charlotte si è affermata così come grande attrice tanto che il regista Lars Von Treer l’ha voluta per il secondo film con tematiche ambientali legate all’avvicinamento di Pianeti e relativi influssi sulla psiche umana..
 CHARLOTTE PARTE SECONDA
Dopo due anni Lars Von Trier è tornato a Berlino pacifico e serafico nonostante tutte le polemiche che aveva suscitato alla presentazione del film Melancholia. Il quale aveva vinto e dato l’occasione al regista di proferir parole di comprensione verso Hitler.
Una trovata pubblicitaria di pessimo gusto, che la Germania ha fatto presto ad archiviare, dalla quale si era dissociata apertamente una delle protagoniste Kirsten Dunst pur accettando il premio, mentre l’altra Charlotte Gainsbourg nemmeno si presentava alla cerimonia.
Causa lo stato di gravidanza era il motivo ufficiale ma tutti pensarono a un forte dissenso con il regista.
A pensar male si fa peccato perché Charlotte Gainsbourg era ben lungi dal dissentire in quanto interessata alla partecipazione del terzo film che il regista stava per partorire.
Così col doppio parto è fuoriuscita l’opera Nimphomaniac presentata a Berlino senza troppo clamore se non fosse stata pubblicata la foto shock di Charlotte insieme a due negroni nudi.
Ce n’era bisogno per la sua carriera. Se la firma è Von Trier tutto può essere giustificato anche se il film viene tacciato come porno.
Infatti l’ambiente nel quale si dipana la storia è quello torbido delle esperienze trasgressive porno-sado-maso nei quali molti e anche donne ambiscono  esplorare non tanto virtualmente quanto di persona con contatto carnale magari arricchito da porno gadget.
Con questi due maschioni non pare ce ne sia bisogno in tutti i sensi ivi compresi quelli degli spettatori che sono solleticati nella curiosità di vedere due mandingo all’opera con un’attrice dal fisico di una ragazzina.
Già qui si capisce che è tutto finto ma tant’è che l’effetto è quanto mai morboso. J’ai T’aime o oui je t’aime…!
Sì sono finiti quiei tempi dove il sospiroso sussurro di Jane Birkin e Serge Gainsbourg, genitori trasgressivi di Charlotte, facevano eccitare le coppie abbracciati stretti stretti sulla mattonella della pista da ballo. La piccola Charlotte ha oluto andare oltre togliendosi quiei panni di severa istitutrice del film Jane Eyre che tanto aveva colpito l’immaginario facendo commuovere gli spettatori perché la firma era di Franco Zeffirelli un regista capace come nessuno di toccare le corde delle emozioni con le sue protagoniste tutte all’insegna della tragica Giulietta pervasa di ardente amore puro e fedele fino all’eternità.
La trasformazione di Charlotte era già iniziata con il trhiller horror L’Antichrist che evidentemente non era stato abbastanza shoccante perché con Nimphomaniac ha osato l’inosabile perché il mondo del sesso promiscuo nasconde molte insidie, alla cui base c’è sempre un impulso violento che può sfociare nel dramma fino ad arrivare alla tragedia.
Il film è stato pubblicizzato in maniera curiosa e imbarazzante facendo un mixage di serie orgasmica di tutti gli attori che si sono prestati in quella  simulazione già vista al ristorante  con Meg Ryan nel film Harry Ti Presento Sally: “Ah ah ah ah ahaaaaaaa!” facendo sgolosare tutti gli astanti. Il pubblico oggi è più sgamato e dunque il rischio di Nymphomaniac è quello di scivolar in un concerto porno-comico al quale inevitabilmente si uniranno le pernacchie degli spettatori specie quelli abituati a vedere i video porno.
Forse il messaggio è proprio quello di un futuro fatto di sesso senza amore. E dunque simulato in tutte le pose trasgressive pur di raggiungere il piacere sessuale ormai dissolto nel nulla.
Insomma un mondo senza amore e senza piacere né della carne né della gola trovando rifugio solo fra le piante e la natura. Un Mondo di Melancholia.
 


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