lunedì 3 marzo 2014

TU QUOQUE BRUTE?



21 novembre 2013- “Anche tu figlio mio?”
 La frase celebre è di Giulio Cesare ma non è tratta dal Del Bello Gallico scritto da lui ai tempi di Vencingetorige ma è impressa nella storia, quella che ci viene insegnata sui banchi di scuola, poi riciclata all’infinito nei classici del teatro e del cinema con rivisitazioni moderne rivedute e politicamente scorrette a seconda del regime in vigore.
Cosìil moderno  Cesare prende le sembianze del Politico democraticamente eletto che poi vuole farsi re sconfinando con gli anni del mandato. Dal Re al Dittatore il passo e breve e finisce sempre allo stesso modo ovvero con morte violenta.
Facciamoci le corna è ovvio e parliamo sotto metafora perché il nostro uomo che voleva farsi re è, come da lui stesso affermato, Silvio Berlusconi il quale aveva dichiarato chiaro e forte al Tg di Enrico Mentana di sentirsi un Giulio Cesare.
Al Rubicone o ad Alessandria? No, a Roma sulla strada che porta al Colle. Una strada impervia che lo spedisce dritto dritto al Cicerone Napolitano e le sue calende greche perché i sermoni non finiscono mai se non per mettere al sicuro le proprietà e a pollice in  giù il povero, oddio si fa per dire, Cesare-Berluscone.
Special One del Milan sicuramente ma monarca mancato dell’Italia perché ha perso potere perfino ad Arcore dove, insieme ai politici, gli han voltato le spalle anche le olgettine del bunga bunga lasciando il posto ad una sorta di badante nel quale il Berlusconi con due fette di prosciutto sugli occhi (sotto metafora ovviamente) vede una novella regina d’Egittto consigliera arguta e illuminata. Oddio, anche qui si fa per dire avendo Cleopatra poi perso un impero per uno stallone. Che non si chiamava Dudù.
Insomma con un si fa per dire si fanno parallelismi tra Giulio Cesare e Silvio Berlusconi nel quale cade a fagiuolo l’Angelino Alfano nel ruolo di Bruto che gli impedisce di prendere il potere come monarca assoluto. Tu quoque fili mii. Sì, lui quoque ma lo ha fatto per il Paese.
Ai posteri l’ardua sentenza. Senza andar tanto lontano comunque basta veder la storia attuale dei propri paesi i quali, nel loro piccolo, insegnano.
Prendiamo Parma per esempio con il delfino Pietro Vignali tanto devoto al Capo-sindaco detto il piccolo zar da arrivare a dire, in una intervista televisiva (a una telegiornalista, vado a memoria. Già ma dov’è finita quella conduttrice? Ci manca. Non tanto per il look da urlo ma per le sue inchiestine a regime Ubaldiano infilate come perle  l’una dietro l’altra, nelle quali qualche volta ne azzeccava pure una, questa per esempio…), di avere la sua immagine in camera da letto.
Tanta devozione al Capo che lui lo ha portato a governare in sua vece dandogli così l’occasione di farne di ogni per poi farsi beccare e mettere in carcere. Lui, il delfino, mentre  il piccolo zar è in Consiglio a suonar una campanella.E non sotto metafora.
Tutto questo per dire che Silvio Berlusconi ha puntato sul personaggio sbagliato nel posto sbagliato: invece di immedesimarsi in Giulio Cesare da Enrico Mentana doveva calarsi nei panni di un moderno Putin mettendosi alla pari con lui invece di fare il superiore di una Roma Caput Mundi.
Ma Putin non racconta barzellette. Lui sì che ha lasciato il potere al suo prediletto Dimitrij Medvedev rimastogli devoto fino al nuovo mandato del suo capo Vladimir il quale, diventato Presidente per la terza volta, ha condiviso il potere esecutivo con Mevdevev Primo Ministro e di fatto continuando a governare la Russia fino a mettere in scacco anche il nero Presidente americano Barack Obama.
Perché ora la storia in primo piano al quale far riferimento è quella dell’Europa e non d’Italia.
Tanto meno di Parma, che per questo se ne deve fare una ragione accontentandosi di fare capitale di Regione. Sì ma di rifiuti, per il suo Inceneritore acceso a tutti i costi anche a quello di andar contro il buon senso, per non dire la salute.
               INCENERITORE, NON FACCIAMOCENE UNA RAGIONE

Con l’apertura dell’inceneritore Parma torna in scena come città modello: una città un modo di vivere. In mascherina.
Sì perché Parma ora è sotto osservazione per vedere l’esito e gli effetti collaterali come una sorta di città campione. Di inceneritore di rifiuti.
Ce lo meritiamo.
Del Resto l’aveva detto anche Grillo nell’ultimo comizio in Piazza Garibaldi nel quale si era lamentato perché nell’ultima puntata in P.le della Pace che aveva programmato proprio per parlare dell’inceneritore i Parmigiani hanno disertato per andare a fare shopping. Embè era Sabato pomeriggio ed il rituale non si poteva evitare con movida e annessi, per cui era meglio sconnettersi a Grillo. Il quale giustamente si è sfilato dall’argomento come a dire non interessa a voi, figuriamoci a me.

                             
                               NO AL FUTURO APOCALITTICO (osservazioni scritte l'anno scorso)
L’Arca di Noè rivisitata da Russel Crowe in lavorazione in questo momento, con la regia Darren Aronfsky interpreta la paura (per esorcizzarla) che serpeggia nell’umanità, in ansia per un futuro a scenario apocalittico. Insomma, la fine del mondo con un secondo diluvio universale i cui segnali da tempo verrebbero recepiti con la furia dei tanti uragani mai visti concentrati tutti insieme.
Ad aggiungersi a queste catastrofi sono i ghiacciai che si stanno sciogliendo stante il surriscaldamento del Pianeta causato da Centrali Elettriche, Atomiche, Inceneritori, elettrodomestici e consumo di benzina che producono scorie in micro particelle nell’aria, ad aumentare il buco dell’ozono.
Il problema ambientale è sicuramente quello che sta più a cuore a tutti ormai consci della urgente necessità di preservare il nostro Pianeta dalla furia degli elementi naturali che mettono in ginocchio intere comunità le quali difficilmente si risollevano stante la inquietante ottusità della Classe Politica che sottovaluta il problema a livello di prevenzione o lo affronta girandoci intorno.
L’inceneritore per esempio è un problema che la UE ha risolto ordinando la chiusura di tutti, indistintamente, presenti nel territorio entro il 2020 per cui non si capisce perché se ne discuta continuamente perdendo tempo nei Consigli Comunali delle varie città. Basta. VANNO CHIUSI!. A meno che, come minaccia Berlusconi non ci separiamo dall’Europa perché la Merkel gli ha riso pubblicamente dietro insieme a Sarkozy rovinando la sua immagine
Sì di Tombeur des Femmes! Ma non di inceneritori che invece andranno, secondo la norma UE, a tombeur…tombeur..tombeur…. Insomma trombati. Garantito al limone, mone come femmes.
Così speriamo si chiuda il cerchio a riequilibrare un sistema confuso e debole incapace di risolvere anche le più semplici questioni come la chiusura di un inceneritore che danneggia l’aria che respiriamo ed i nostri polmoni
Per risolvere i problemi una buona parte di merito deve essere riconosciuta alla ricerca per trovare vie alternative valide e non illusorie che possano offrire un futuro al Pianeta Terra troppo sotto pressione dalla giovane era tecnologica e industriale la quale si sta rivoltando come un boomerang perché gestita senza tener conto degli effetti collaterali sul nostro sistema. Se Dio perdona la natura si vendica recita un vecchio adagio, ma non troppo
perché ormai ci siamo alla resa dei conti se non si pongono rimedi sensati senza nascondersi dietro a perizie di luminari sadici con intenzioni purgative, a testimoniare che dal mal di pancia si libera energia positiva. Sì, ma non è profumata
Questo è un esempio di problematica che da millenni ha riunito compatta l’umanità per fare sistema. Contro.
Purtroppo se non c’è puzza sembra che ogni cosa sia a posto perché solo la puzza di bruciato annebbia la vista come fu con i Campi di Concentramento. Basta con la riapertura di ciminiere, soprattutto a Parma dopo la salutare chiusura delle aziende Vetro intorno alle quali gli abitanti di S.Leonardo ne han fatto le spese a livello di qualità d’aria e di vita nonchè di svalutazione zona a livello immobiliare.

Nessun commento:

Posta un commento